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Autore: Tale Vivo    22/01/2021    1 recensioni
Pepper Potts lavora per Tony Stark da circa dieci anni. Da qualche mese lavora anche per Iron Man.
Tony Stark è un genio, miliardario, playboy, filantropo e, da qualche mese, è Iron Man. Rischia di morire, rischia di non amare.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La prossima volta la butta lei, la spazzatura.

 

«Signorina, la prego di calmarsi».
«Ma io voglio vederlo».
«Le ho già detto che si è trovato molto bene, la ringrazia e la saluta, ma al momento il signor Stark è molto occupato».
Pepper Potts faceva piccoli passi da destra a sinistra, per bloccare continuamente il passaggio alla ragazza che si agitava davanti a lei. I tacchi erano pericolosamente a filo del primo gradino e Pepper rischiava di cadere a ogni movimento.
«Voglio che sia lui a dirmi tutte queste cose».
«Per l’ultima volta, le dico che il signor Stark, al momento, non ha tempo. La prego di uscire, salire sull’auto che l’aspetta e andare ovunque lei voglia».
In dieci anni di lavoro per Tony Stark, Pepper Potts aveva imparato a trattare con i vari esemplari di donna che, con una frequenza abbastanza regolare, si aggiravano per la casa dopo una notte trascorsa nella camera da letto del suo capo. Una piccola parte delle conquiste del signor Stark non chiedeva nulla e se ne andava non appena ricevuti i propri vestiti; alcune donne chiedevano timidamente dove si trovasse Tony; altre azzardavano un presunto invito a entrare nel laboratorio, ricevuto la sera precedente prima di agitarsi tra le lenzuola; infine, c’erano le donne più complicate da gestire: le pretenziose, quelle che esigevano di vedere Mr. Stark per salutarlo o quant’altro, convinte che la notte passata con lui valesse come un contratto di matrimonio.
«Sei tu che non vuoi farmelo vedere».
«Gradirei mi desse del Lei, signorina. In ogni caso, non è una mia decisione non farla passare, ma è volontà del mio capo».
I capelli scuri della ragazza seguivano i suoi movimenti agitati, ondeggiando davanti agli occhi di Pepper e infastidendola.
«Signorina Pepper, vuole che chiami il signor Happy?».
La voce maschile ed elettronica di J.A.R.V.I.S. calmò un po’ Pepper, la quale rifiutò l’aiuto, anche se ci pensò per pochi ma intensi secondi.
«Fammi passare!»
Pepper, trovandosi con la schiena al muro, si pentì della decisione presa pochi istanti prima: la giovane l’aveva spinta e stava correndo verso il laboratorio del signor Stark, saltando qualche gradino per risparmiare tempo. Pepper la seguì rallentando ad ogni passo, conscia che l’avrebbe trovata bloccata alla fine delle scale, poiché non possedeva il codice d’accesso. In effetti, la ragazza era bloccata, ma non si era calmata: al contrario, picchiava violentemente le mani aperte contro i vetri.
Ovviamente, Tony Stark si era accorto della giovane e stava per mandarla via, ma l’arrivo di Pepper gli fece cambiare idea: era particolarmente divertente guardare la sua bionda segretaria che cercava di placare la furia mora.
La signorina Potts si avvicinò con le mani tese, pregandola di tranquillizzarsi; ogni sua parola, però, sembrava infiammare maggiormente la giovane, che non smetteva di gridare il nome del signor Stark.
Dopo qualche minuto di tentativi sempre più disperati, Pepper decise di aprire il laboratorio.
«Tony!».
La voce della giovane riempì la stanza, mentre lei si gettava al collo dell’uomo.
«Perché non sono mai informato di ciò che accade in casa mia?»
«Lei è informato riguardo le cose importanti che avvengono in casa sua».
«Dunque, questo non è importante?»
«Questo non sarebbe successo, se lei …».
Le labbra di Pepper rimasero socchiuse, ma la sua voce non terminò la frase.
«Se io cosa?».
«Lo sa».
Quello scambio di battute innervosì la ragazza abbracciata a Stark, che non gradiva essere ignorata.
«Non voleva che ti vedessi».
Tony abbassò lo sguardo verso di lei e l’abbracciò, poi alzò la testa e guardò Pepper.
«Perché è così crudele?»
«Perché me lo ha chiesto lei, signor Stark»
«Oh, ha ragione. Accompagni la signorina alla porta, per favore».
Tony sorrise e allontanò la ragazza.
«Ma Tony, io voglio stare con te».
«Io voglio lavorare. Senza di te».
«Signorina Raynold, le sarei grata se mi seguisse».
Il braccio sinistro di Pepper era teso verso la giovane, l’altro verso la porta.
«Io con lei non vado da nessuna parte».
«Ottimo. J.A.R.V.I.S., chiama Happy».
Nei due minuti successivi, Mr. Stark riprese a lavorare col suo computer, la signorina Potts iniziò a raccogliere alcuni documenti che il suo capo avrebbe dovuto firmare e che, come sempre, erano ancora in bianco e la signorina Raynold si lasciò andare ad un pianto isterico.
L’arrivo di Happy svuotò il laboratorio dai singhiozzi della ragazza, alleggerendo il nervoso di Pepper.
«Tony, questi documenti dovevano essere firmati ancora ieri pomeriggio».
«Davvero? Ero sicuro di averlo fatto».
«Sa perfettamente che non le credo».
«Sta insinuando che io le dica bugie, Pepper?»
«Io non insinuo, Tony. Io asserisco. Comunque, ho bisogno della sua firma».
L’uomo prese i fogli e li firmò di fretta.
«Ha bisogno anche di un calmante».
«Come prego?».
Un sorriso divertito curvò le labbra di Stark.
«Di solito non le creano problemi».
«Se lei evitasse le fan di Iron Man, non avrei di questi problemi».
«Questo è impossibile: non c’è donna che non ami Iron Man o che non adori Tony Stark». Alzò le spalle in segno rassegnazione, ma il suo sguardo rivelava tutto il suo compiacimento.
«Anche per oggi il suo ego ha fatto colazione. Ora, io andrei a lavorare: ho solo un’azienda da portare avanti, dopotutto».
Pepper inclinò leggermente la testa, sorrise e s’avviò verso la porta di vetro.
«Dovrebbe prendersi un giorno di ferie, Pepper».
«Dovrei. Ah, posso chiederle una cosa?», si voltò nuovamente verso il suo capo.
«Ho molto da lavorare, non so se ho tempo».
Il tono sarcastico fece sorridere la donna.
«La prossima volta, Tony, la spazzatura la butta lei. Di mattina presto, possibilmente».
Tony Stark la guardò negli occhi e sorrise.
«E se non ci fosse più, la spazzatura?»
«Ne sarei felice».
Pepper Potts sorrise, cercando di non abbassare gli occhi. Le sue guance, però, si tinsero di rosso: sarebbe davvero stata felice.

 
   
 
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