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Autore: aurora giacomini    22/01/2021    2 recensioni
Gli occhi... lo specchio dell'anima, dicono.
Lo penso anch'io.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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22.01.2021


 

I Tuoi Occhi



"Mi piacciono tanto i tuoi occhi." Affermo.
Un'affermazione banale, classica, vecchia e monotona... ma un po' di originalità?
"Ah, sì, come mai?" Sorride, un sorriso furbo e calmo.
"E' molto semplice." Replico, avvicinando il volto al suo, "sei un po' strabica e li muovi in modo particolare, calcolato, direi."
Il sorriso diventa una sorta di ghigno, nulla di minaccioso, non ancora, "ma davvero?" La sua voce trema leggermente, non di paura, semplicemente cambia intonazione rapidamente, come una sorta di risatina che però non è riuscita a nascere.
Annuisco, resistendo all'impulso di baciarla, "oh, sì. Lo so che ci stai attenta, lo vedo. Vuoi comunicare, ingannare... sedurre..." mi mordo le labbra solo per dare loro un sentore di contatto, quello che vorrei con la sua bocca.
"Pensi che ti voglia ingannare?" il fiato caldo mi solletica le narici, e il suo odore mi confonde.
"Certo che sì..." 
"Per raggiungere quale malefico obbiettivo? Sono curiosa."
Le sorrido toccandole la punta del naso con l'indice, istintivamente gli occhi mi seguono, è buffa ora.
"Nessuno, è una sorta di perversione. Vuoi guidare il gioco, vuoi apparire esattamente come hai pianificato, vuoi che io pensi di te ciò che desideri..." rispondo.
"Fai questi giochetti con tutte, o è una prerogativa che mi riservi?"
Uno sbuffo dalle narici è sufficiente ad esprimere il mio divertimento, "guardo ogni cosa, ma osservo solo ciò che vale la pena di essere capito."
"Forse, la psicopatica qui, non sono io." Il suo tono calmo è disturbato da una nota, lontana e acerba, di tensione.
"Mi diverti." Le rispondo, cercando di esprimere dolcezza.
“Pensavo volessi fare l'amore.” Un cambio, leggero ma ben delineato nella sua voce.
“E' così. Ma perché dovrei privarmi del piacere di guardarti? Ne ho il diritto, no?”
Si ritrae leggermente: sente di non essere più padrona e l'insicurezza la fa vacillare.
Avevo ragione.
“Il terrore di non avere il controllo, ecco perché lo fai.” Affermo, armandomi di un sorriso tronfio e infantile.
“Chi pensi di essere?” Istintivamente si protegge il seno nudo per sentirsi meno esposta e vulnerabile. “Con quale diritto sputi sentenze?”
Piego la testa d'un lato, appoggiandola alla spalla, “nessuno.” Le sorrido anche se ormai non serve più a nulla, “siamo simili.”
Ora che la sua facciata, il suo muro di maschere è crollato, la persona che ho davanti è un'altra. Provo tenerezza.
“Ne incontro di gente strana, ma tu sei... pessima.”
Mi lecco le labbra ed inspiro profondamente, infastidita del fatto che abbia messo fra noi delle altre persone.
E ormai inutile pensare al decoro, all'eleganza... alle formalità: l'incantesimo si è spezzato.
“Non dovresti parlare di altri clienti. Non te l'hanno insegnato? Paghiamo per averti, e vogliamo l'illusione di possederti... ho pagato per te.”
“Puoi riprenderti i tuoi soldi!” Si alza di scatto per recuperare l'accappatoio che solo poco prima aveva lasciato cadere così languidamente per me.
Mi alzò anche io, “non importa, ho avuto ciò che volevo.”
Il suo respiro pesante minaccia un pianto di nervi.
Mi avvicino alla porta, ma prima di varcarla aggiungo: “sono una vera stronza, l'ammetto. Anche io sono insicura, per questo provo eccitazione nel sottomettere gli altri. Ferirti non mi ha dato piacere... mi ha ricordato, una volta ancora, quanto nonostante tutto, io sia misera.” Mi volto a guardarla un'ultima volta, “quegli occhi non dovresti darli a tutti. Non a qualcuno come me, capace solo di violentarli."

  
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