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Autore: I_love_villains    23/01/2021    1 recensioni
Himiko approfitta del rapimento di Katsuki per fare un esperimento che avrà ripercussioni sul loro futuro.
Dal testo:
"Voglio fare un esperimento con te, Tsuki!" Il mio annuncio sembra metterlo in guardia. "Tranquillo, devi solo rispondere a delle domande."
"Ho già detto a quel coglione con le mani che..."
"Non è un interrogatorio" lo interrompo ridendo. "Più o meno. Anche io risponderò a queste domande. Guarda..." Carico una pagina sul mio cellulare e gliela mostro. "Visto? Due sconosciuti rispondono al questionario in quarantacinque minuti e si innamorano!"
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Himiko Toga, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono nel dormiveglia, quando sento il mio cellulare vibrare. Allungo il braccio per recuperarlo dal comodino, pensando che essere un eroe comporta avere il sonno leggero per essere sempre pronto a rispondere in caso di emergenza. La luce dello schermo mi acceca per un attimo e, complice il sonno, ci metto un po’ a decifrare il messaggio che mi ha mandato Himiko. È insolitamente breve e privo di emoji, dice semplicemente che sta arrivando. Strano, ci eravamo accordati per vederci domani notte, perché il giorno successivo sarei stato finalmente dimesso. Almeno, lei ha insistito tanto per venirmi a salutare e allora le ho imposto una data e un orario per evitare che si presentasse inaspettatamente. Non voglio altre foto di me addormentato... trovo fottutamente inquietante chi fissa la gente che dorme, invece Himiko pensa che sia dolce. Beh, per mia fortuna non ho sognato nessun quadrupede cornuto quella notte, così mi sono risparmiato sue ulteriori incursioni notturne.
In questi sei giorni ho sentito poco Himiko, la sera. Dopo aver passato il giorno a dare il massimo per tornare in pista il prima possibile – cioè appena Best Jeanist è soddisfatto e la finisce con la stronzata di non chiamare Recovery Girl –, la sera sono troppo stanco per chattare a lungo. Però ho scoperto che Svampita e compari si stanno allenando in montagna. Fanno anche dei turni, ma non ho capito per che cosa. Al momento si tengono lontano dai guai, è un sollievo, tuttavia so che non durerà a lungo... cercherò di scoprire che stanno escogitando.
Mi tengo impegnato al cellulare per non addormentarmi finché arriva Himiko: ha i capelli sciolti e arruffati; sotto il cappotto che ha comprato di recente indossa un pigiama rosa con coniglietti bianchi e ai piedi porta le scarpe, almeno, mi aspettavo di vederla in pantofole. Sembra che si sia appena alzata dal letto e si sia precipitata da me, ma cosa può essere successo? Dopo che richiude la porta della mia stanza d’ospedale, mi si getta praticamente addosso dal lato della gamba sana e piagnucola come una bambina spaventata che... ha certamente fatto un incubo. L’effetto del quirk del bastardo manipolatore si sta affievolendo, i sogni stanno tornando meno vividi, ma per sfortuna Himiko ha avuto un incubo prima che tornassero del tutto normali. Io invece o non li ricordo o si tratta di spezzoni innocui. Solo uno mi ha dato da pensare...
Abbraccio Himiko e le carezzo la nuca e la schiena. Quando mi sembra più calma, le domando: “Hai fatto un incubo che mi riguardava, vero?”
Lei annuisce senza alzare il viso dalla mia spalla, poi prende un respiro e incontra il mio sguardo. Odio vederle gli occhi arrossati e le guance pallide, il viso contratto in un’espressione triste e turbata. Devo restituirle il sorriso, la vivacità, mi piace troppo la Svampita allegra e chiacchierona a cui mi sono abituato, anche se poi mi rompe le palle. Forse anche perché mi rompe le palle...
“Non è tanto quello... sono stati i pensieri dopo... non mi lasciano in pace... dovevo vederti per forza, perché avevo paura che ti fosse successo qualcosa... o sarebbero bastati i miei amici, Spinner è quasi sempre con me ultimamente, è stato tanto gentile ad accompagnarmi dopo che l’ho svegliato...”
Tipico di lei perdersi in chiacchiere. Non importa, ho notato che lo fa quando deve dire qualcosa a cui tiene molto. Infatti, una volta finito di raccontare quanto in fretta ha raggiunto l’ospedale, arriva al punto: “Tsuki, è reale? Intendo... ciò che c’è fra noi? Non l’ho immaginato, vero? Lo so, ci siamo baciati, però... ho davvero bisogno che me lo dici! Tu non sei una cotta come le altre, non è un’ossessione, e ricambi ciò che provo...”
Riprende a singhiozzare sommessamente, pregandomi che sia così. Torno a carezzarla come prima, dispiaciuto, ma forse questo genere di pensieri sono un miglioramento per lei. Stranamente, la sua agitazione mi rende calmo, nonostante debba parlare di sentimenti, che non sono proprio il mio forte. Sarà che è buio, siamo soli, sussurriamo, Himiko non mi sta nemmeno guardando e ha soltanto bisogno di una mia conferma per ritornare felice.
Dopo qualche attimo di riflessione, rispondo: “Sai, io non ho fatto incubi, ma c’è stato un sogno che mi ha impensierito. Non era brutto, forse mi sarebbe addirittura piaciuto un tempo. C’era un podio e la gente intorno a me voleva che salissi al primo posto, perché ero il numero uno. Io allora ci salivo, vedevo persone sorridenti che mi applaudivano, luci e coriandoli, poi però il podio si alzava, diventava una colonna che saliva, sempre più alta. Presto ne superava delle altre, dove c’erano altri eroi. Alla fine era come un grattacielo molto stretto, il più alto della città, da dove non riuscivo a vedere più nessuno, nemmeno attorno a me...
Io desidero ancora diventare il numero uno, ma non al costo di essere solo. Creavo delle barriere tra me e gli altri e credevo di esserlo, che soltanto con le mie forze potessi raggiungere il mio obiettivo, però dopo averti conosciuta ho capito di sbagliare. Non sono mai stato veramente solo, ho avuto genitori presenti, amici – o persone che hanno provato ad esserlo... invece voi della Lega avete sperimentato la vera solitudine e ora so che non mi farebbe bene diventare il numero uno a quel prezzo. Credo che... rischierei di dimenticare a che serve essere arrivato così in alto, non riuscirei più a essere l’eroe che mi consideri adesso, uno vero, come dici copiando Stain. Sarei un coglione a voler proseguire su quella strada, adesso che mi sono reso conto di quanto importante sono state le mie esperienze con gli altri, che da solo nessuno può arrivare a fare un cazzo di buono...”
Mi interrompo. Himiko mi sta ascoltando attenta e trepidante. Grazie al cielo ha smesso di piangere e da un po’ mi guarda, non nasconde più il viso. Meglio così, la cosa più importante, la risposta che lei desidera, sto per dargliela adesso. Mi sento inquieto e vulnerabile come appariva Himiko dopo lo scontro col maniaco, eppure non è una sensazione sgradevole, né mi importa ormai di arrossire davanti alla Svampita. Davanti a lei posso essere me stesso, altrimenti ciò che sto per dire perderebbe di significato.
Le carezzo affettuosamente una guancia e proseguo: “Soprattutto tu, Himiko, mi sei stata di grande aiuto e spero di essere in grado di restituirti il favore. Vorrei che fossi presente nel mio futuro... perché sto bene con te e... e sinceramente ci sarebbero troppe cose da elencare. Non posso avere nessuna certezza di come finirà, ma al momento separarmi da te mi sembra terribile e forse ci sarebbe stato un modo migliore di dirlo, però... ti amo, Toga Himiko.”
I suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime, ma sorride, quindi sono lacrime di gioia. Mi stringe commossa, anzi, mi stritola e con voce soffocata quasi urla: “Ti amo anch’io, Bakugo Katsuki! Tantissimo! E non ti lascerò mai da solo, per nulla al mondo!”
Ricambio l’abbraccio e vorrei ridere con lei, tuttavia uno dei due si deve ricordare che siamo in una camera di ospedale ed è notte fonda, quindi l’ammonisco a fare piano. Lei ridacchia e si zittisce, ma non si scosta. È perfetto così... averla stretta tra le mie braccia è giusto, naturale, come se non ci fosse altro posto dove potrebbe essere. Himiko è una parte di me a cui non voglio o posso rinunciare. E nemmeno dovrò farlo.
“La faremo funzionare, Himiko... anche se è complicato, anche se non capiamo e non abbiamo certezze... Himiko?”
Si e addormentata, usandomi come cuscino-peluche. Sorrido e le scosto una ciocca di capelli dal viso. Non aveva tutti i torti: guardare una persona addormentata è dolce.
Vengo svegliato dal tocco di mani gentili che scorrono dal mio viso al mio petto. Devo essermi addormentato subito dopo Himiko ieri. Apro gli occhi di scatto: non che mi dispiaccia averla ancora con me, ma che ore sono?
La Svampita ridacchia e sembra leggermi nel pensiero: “Tranquillo, Tsuki. Ho disattivato la sveglia, sono le sei e cinque.”
Da essere distesa accanto a me con la testa appoggiata sulla mano, Himiko torna ad usarmi come cuscino, cingendomi la vita. Stanotte non me ne sono accorto, ma fa veramente caldo in questa camera...
“Ah, ok, però alle sette viene l’infermiera. Mi spiace, ma dovresti...”
“È carina?”
“Chi?”
“L’infermiera.”
“Può darsi” rispondo con un ghigno.
Lei fa il broncio per un momento, poi ride. Commenta: “Beh, se ci porta la colazione a letto la perdono.”
Con lei è difficile capire cosa intenda esattamente, perciò domando: “Non le vuoi prendere il sangue, vero?”
“Può darsi” risponde La Svampita, imitandomi.
Le sorrido, sollevato che stesse scherzando.
“Sarebbe bello, ma è meglio se non trova nessuno in camera.”
“Lo so... Spinner avrà dormito in macchina a causa mia, dovrei subito andare a fare qualcosa di carino per lui, però chissà fra quanto ci rivedremo, Tsuki...”
“Ci sono sempre i messaggi, Svampita” provo a consolarla, benché sapere di non poterla vedere e toccare per lungo tempo rammarica anche me. “Prima o poi finirà questo stallo, una delle nostre fazioni, molto probabilmente la mia, risulterà vincitrice, e-”
Himiko si mette seduta, esclama: “Noioso!” e tenta di farmi il solletico. Purtroppo per lei, non lo soffro. Le concedo qualche altro secondo per farle capire che è inutile e appena si lamenta di questa ingiustizia, le sfioro un fianco con un dito, e lei si ritrae immediatamente con una risatina.
“Oh no, Tsuki, non pensarci nemmeno!”
Troppo tardi: non fa in tempo a frapporre un cuscino fra di noi che la sto già solleticando. Himiko tenta ancora di sfuggirmi fra le risate. Butto a terra il cuscino, riesco a farla sdraiare a bordo del letto e continuo a farla ridere finché ha le lacrime agli occhi. Immagino che mi stia supplicando di smetterla sia che mi stia insultando tra una risata e l’altra.
“Colpa tua, Svampita. Mai basare un attacco su un tuo punto debole.”
Mi interrompo bruscamente. Himiko ne approfitta per sfuggirmi, ma deve essersi scordata di trovarsi a bordo del letto, poiché rotola di lato e finisce a terra. L’avrei presa in giro, se non mi fossi fermato perché qualcuno ha aperto la porta e sta entrando.
   
 
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