23/01/2021
11 recensioniTre quarti di vita davanti agli occhi
Prima di morire Alastor Moody vede tre quarti della sua vita passargli davanti agli occhi. Per tutta quanta non ha il tempo: quindici metri verso il suolo si colmano in un soffio.
Si rivede ragazzino: il Quidditch con sua sorella nel giardino di casa, il cappello Parlante che grida “Serpeverde!”, il giro dei compiti rubati, gli scherzi idioti in dormitorio, Silente che "Ne farai di strada, ragazzo!" – e un buco.
Si rivede giovane: il corso di Auror, il primo Mangiamorte catturato, il suo capo che "Ora il capo sei tu, Moody", il suo nome sui giornali, la gamba persa, Molly che "Mi dispiace così tanto per tua sorella" – e un buco.
Si rivede, infine, consumato: il Whisky Incendiario a tutte le ore, Barty Crouch che sibila "Sei finito!" con la sua faccia, le foto dell'Ordine vecchio e di quello nuovo, la sua stessa voce che grida "Vigilanza costante!" – e un buco.
Eccoli qui gli sprazzi casuali che tentano di riassumere una vita accompagnandola alla sua conclusione, mentre la morte è una discesa rapidissima fatta di tanti pieni e qualche vuoto. I buchi – macchie nere su flash multicolore – sono piccoli coni d'ombra che non si fanno illuminare neanche alla fine, residui di cuore cancellati senza Oblivion che riconducono a un nome ormai impossibile da pronunciare. Non Voldemort: quello l’ha sempre detto forte e chiaro.
Prima di morire Alastor Moody vede tre quarti della sua vita passargli davanti agli occhi. Per tutta quanta non ha il tempo – e forse neanche la voglia.
All'Avada Kedavra non serve aggiungere la Cruciatus, dopotutto.
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Quando Dolores Umbridge trova il corpo di Alastor Moody, si sente invasa da ricordi che credeva sepolti. Non ripensa a tutto quello che lui è stato, ma soltanto a quello che lui è stato con lei.
Si rivede ragazzina: il ballo del LumaClub, le risate ai Tre Manici di Scopa, il litigio furioso in Sala Comune perché "Hem i compiti non si rubano" e poi più piano "ma potevi passarli pure a me, razza di idiota!".
Si rivede adulta: sorrisi fugaci al Ministero, lui che "Ma non lo vedi che quel segretario è troppo vecchio per te, Bamboluccia?", il bacio per farla stare zitta, Casa Moody con le tende rosa, il pianto in segreto mentre lui quasi muore, e infine quel "Se vuoi ridurti in poltiglia, Alastor, fa' pure. Io ho di meglio da fare".
Si rivede anche da consumata: l'incrociarsi a testa bassa per i corridoi, il nome di lui pronunciato per sbaglio, l’infermeria di Hogwarts e lui che sentenzia: "Lo sai che hai fatto un mucchio di stronzate qui".
Si tratta solo di attimi pallidi che da soli non servono a niente – sono, del resto, soltanto un quarto di una vita.
"Quell'occhio alla porta è un tocco magnifico".
"Lo so bene, Percy caro".
"Lo so bene, Percy caro".
Prima di morire Alastor Moody ha visto tre quarti della sua vita passargli davanti agli occhi. Il suo occhio magico, però, adesso sarà costretto a vedere sempre dritto in faccia il quarto mancante.
NDA: Obiettivo del contest era scrivere su un cliché, io ho scelto in particolare quello del famoso "vedere tutta la vita davanti agli occhi", con un piccolo twist in chiave Dolastor. Non potevo non giocare su quel "vedere" la vita davanti agli occhi, considerato che il suo occhio magico continua ad essere ancora attivo dopo la sua morte, continuando di fatto a fare proprio questo: "vedere".
Per chi capitasse per la prima volta su una mia storia, ci tengo a dire che ho inserito diversi headcanon per Alastor: l'esistenza di una sorella, il fatto che fosse coetaneo di Dolores Umbridge (e ovviamente tutta la storia d'amore con lei), e il suo essere collocato nella casa di Serpeverde.