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Autore: pampa98    23/01/2021    7 recensioni
[Questa storia partecipa alla challenge "Quella volta in cui..." indetta da MissChiara sul forum di EFP]
[8x02 - Piccolo what-if? Jon non ha ancora scoperto le sue vere origini]
«Io volevo fare tanti figli con lei» continuò il bruto, abbattuto. «Sarebbero stati bellissimi. Te li immagini? La mia chioma rossa e la sua stazza. Piccoli giganti che avrebbero conquistato il mondo. Cosa può avere da quel tipo invece?»
“Sempre piccoli giganti, ma biondi”, pensò Jon, ma di nuovo si disse che era meglio non sbattere la cruda verità in faccia al suo amico proprio in quel momento.
Gli diede una pacca sulla spalla, rivolgendogli un sorriso rassicurante.
«Mi dispiace, Tormund» disse, sinceramente. «Però, beh, lei non era adatta a te dopotutto. È del Sud. Molto Sud.»
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Tormund Giantsbane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN CUORE SPEZZATO E UN CUORE INNAMORATO
 



«Ti rendi conto?» esclamò Tormund per la quinta volta, sbattendo il boccale pieno di vino sul tavolo. «Dopo tutto quello che abbiamo passato, tutte le emozioni che abbiamo provato l’uno per l’altra... Come ha potuto? Solo perché non sono biondo e aitante come quel damerino storpio?»
Jon sorseggiò a disagio la sua bevanda. In tutta onestà, non aveva mai creduto che Tormund fosse davvero innamorato di Lady Brienne, aveva immaginato che si fosse trattato di semplice attrazione. A ogni modo, nemmeno quella era stata ricambiata dalla donna: Brienne non aveva mai dato a intendere di provare per il bruto più che semplice rispetto, nel migliore dei casi. Non era nemmeno certo che si fossero rivolti più di un paio di parole al di fuori delle riunioni per elaborare la strategia migliore da adottare contro il Re della Notte. Al contrario, invece, sembrava essere in ottimi rapporti con Jaime Lannister – e il racconto che aveva portato di fronte a lui, Sansa e Daenerys era la prova che i due si conoscevano molto bene e da molto prima che Brienne incontrasse Tormund.
«Io volevo fare tanti figli con lei» continuò il bruto, abbattuto. «Sarebbero stati bellissimi. Te li immagini? La mia chioma rossa e la sua stazza. Piccoli giganti che avrebbero conquistato il mondo. Cosa può avere da quel tipo invece?»
“Sempre piccoli giganti, ma biondi”, pensò Jon, ma di nuovo si disse che era meglio non sbattere la cruda verità in faccia al suo amico proprio in quel momento.
Gli diede una pacca sulla spalla, rivolgendogli un sorriso rassicurante.
«Mi dispiace, Tormund» disse, sinceramente. «Però, beh, lei non era adatta a te dopotutto. È del Sud. Molto Sud.»
Tormund scosse la testa.
«Ma lei ha sangue di Vero Nord che le scorre nelle vene, me lo sento. È diversa da te e tutta l’altra gente di questo posto.»
Jon sorrise. «Già. Perché questo è il Nord.»
Tormund sbuffò, tracannando altro vino. Si passò un braccio sulla barba bagnata e sospirò, appoggiandosi al tavolo sugli avambracci.
«Come posso riconquistarla?»
«Non lo so. Credo… Forse dovresti solo guardare avanti. Lei mi sembra davvero presa dallo Sterminatore di Re, e anche lui… Insomma, da quando è qui l’ho sempre visto appiccicato a lei. Anche se potrebbe essere solo perché è l’unica, oltre a suo fratello, a non volerlo morto.»
«Come lo hai chiamato?» chiese Tormund, improvvisamente pieno di energie.
«Cosa?»
«“Sterminatore di Re”? Che appellativo sarebbe?»
Jon sospirò: i dettagli dell’ascesa al trono di Robert Baratheon probabilmente non erano arrivati fin oltre la Barriera. Gli spiegò velocemente cos’era accaduto a Aerys Targaryen e, mentre parlava, sperò che questa storia facesse passare il malumore di Tormund e lo mandasse via. Aveva notato che si era fatto tardi e lui avrebbe dovuto passare la serata con Daenerys: una prospettiva molto più lieta di stare con Tormund a parlare dei suoi irrisolvibili problemi di cuore.
«Interessante» disse alla fine. «Dici che se anch’io ammazzo un re, poi la Donna Grossa mi noterà?»
«Cosa?! No, no. E poi al momento non ci sono re e ciò che di più simile si trova qui preferirei che restasse al sicuro.»
Tormund aggrottò le sopracciglia, poi aprì la bocca in un’espressione di improvvisa comprensione e annuì.
«Ah, la biondina coi draghi. Tranquillo, non pensavo a lei: so che è la tua donna e non le farei mai del male.» Jon stava per chiedergli come facesse a sapere una cosa del genere e, soprattutto, fargli notare che c’era qualche altro motivo per cui non era saggio uccidere Daenerys – i suoi draghi, per dirne una –, ma lui continuò a parlare senza dargli modo di ribattere. «Pensavo più al Re della Notte. Lui varrà comunque, no?»
Jon sgranò gli occhi.
«Sei impazzito, Tormund?»
«Perché? Non è comunque lui l’obiettivo da abbattere?»
«Certo, ma non puoi farlo da solo. È pericoloso!»
Tormund si strinse nelle spalle.
«Allora cosa mi suggerisci? Che altro ha fatto quello per conquistarla?»
Jon rifletté. Cosa aveva detto Brienne? Degli uomini avevano cercato di stuprarla e Jaime l’aveva salvata, rimettendoci la mano destra. Oltre al fatto che non aveva intenzione di esporre nuovamente Brienne a un pericolo simile, avrebbe preferito qualcosa che permettesse a Tormund di rimanere illeso. Jaime Lannister le aveva anche donato la sua armatura e la spada, due oggetti che per una donna come Brienne di Tarth valevano più di mille rose. E qualunque cosa Tormund avesse potuto regalarle, non avrebbe mai eguagliato una spada in Acciaio di Valyria.
Sospirò, guardando il suo amico: non aveva speranze.
«Non lo so» rispose Jon, «ma sul serio, Tormund, secondo me dovresti solo dimenticarla.»
«Facile a dirlo, eh? Tu dovresti sapere quanto è difficile dimenticare una persona amata.»
Jon vide una caverna e dei capelli rossi che gli solleticavano il volto. Non aveva dimenticato e non lo avrebbe mai fatto; ma Tormund e Brienne non avevano condiviso quello che avevano lui e Ygritte. Era stata un’infatuazione breve, leggera – e il fatto che Tormund si fosse implicitamente paragonato a lui aveva fatto passare la già poca voglia di Jon di ascoltare le sue lamentele sull’amore non corrisposto.
«Scusa» disse il bruto, posandogli una mano sulla spalla. «Non volevo tirare in mezzo lei, è stato ingiusto.»
Le scuse calmarono la mente di Jon, sebbene il suo desiderio di allontanare Tormund non scemò. Si voltò verso il camino acceso, dove le fiamme danzavano spandendo luce e calore nell’ambiente: i capelli di Ygritte, la natura di Daenerys. La sua voglia di vederla aumentò e iniziò a elaborare nella mente una scusa per far uscire Tormund dalla sua stanza, dal momento che non gli sembrava gentile chiedergli di lasciarlo solo con la sua ragazza visto quello che l’amico stava passando – sarebbe stato troppo insensibile.
Una piccola idea era appena apparsa nella sua mente quando la porta si aprì ed entrò Daenerys, concretizzandola. Prima che lei potesse aprire bocca, Jon scattò in piedi.
«È successo davvero?» esclamò.
Sia la ragazza che Tormund lo guardarono con le sopracciglia aggrottate.
«Drogon ha bruciato qualcuno?» continuò Jon, avvicinandosi alla regina e sperando che cogliesse i suoi segnali. Daenerys sgranò gli occhi e fece per ribattere, ma fu interrotta da Tormund.
«Ma può farlo?» esclamò, avvicinandosi a loro. «Credevo che fossero educati a non dare fuoco a chiunque.»
«Sì, ma a volte succede…»
Lanciò un’occhiata eloquente a Daenerys, ma la mente della ragazza si era fermata alle accuse contro suo figlio.
«Drogon e Rhaegal non vanno in giro a bruciare la gente per divertimento» scattò lei. «Certo, in questi giorni sono molto affamati e nessuno qui si impegna a dare loro del cibo, ma non lo fanno più… Non lo fanno e basta!» Pronunciò le ultime parole con un tono che indicava che l’argomento non sarebbe stato trattato ulteriormente. E questo mise Jon in una pessima posizione.
«Non eravamo d’accordo?» tentò di nuovo. «Se fossi entrata di getto nella mia stanza, sarebbe stato perché era accaduto qualcosa con i tuoi figli.»
Daenerys aggrottò le sopracciglia. Spostò lo sguardo tra lui e Tormund e, finalmente, capì. Troppo tardi.
«Ah, mio piccolo corvo» Tormund gli passò un braccio intorno alle spalle, stringendolo a sé. Aveva un sorriso divertito in volto. «Avevi degli impegni precedenti. Non preoccupatevi, non deve prendere fuoco nessuno.» Si avvicinò al tavolo e prese il suo boccale. «Godetevi la vostra serata. Oh, c’è Clegane!»
Jon e Daenerys si voltarono verso il nuovo arrivato, che si era fermato in mezzo al corridoio con le labbra distorte in un grugno sentendo il suo nome.
«Posso passare il resto della serata con il mio amico, solo come me, e non disturbare quello felice» disse, avvicinandosi al Mastino che nel frattempo aveva proseguito per la sua strada.
«Vaffanculo» gli disse. «Io voglio solo cenare in pace.»
«Anch’io voglio cenare! Facciamoci compagnia.»
«No.»
«Come vuoi» acconsentì Tormund, affiancandolo mentre si dirigevano insieme verso le cucine.
Jon e Daenerys rimasero a guardarli svoltare oltre il corridoio e ascoltarono i continui “No” e “Sparisci!” del Mastino, che tuttavia non sarebbero stati assecondati.
«Mi dispiace» le disse Jon quando le voci dei due uomini furono sparite, «Tormund non sembrava intenzionato ad andarsene e non sapevo cosa inventarmi. Stava male per Lady Brienne e non mi sembrava giusto chiedergli…»
«Jon» lo interruppe lei, rivolgendogli un piccolo sorriso. «Va tutto bene. Io… Sai, qui tutti guardano me e i miei figli come se dovessimo incenerire tutto da un momento all’altro. Non volevo che lo pensassi anche tu.»
Jon sospirò, sentendosi un idiota per non aver pensato a come si sarebbe potuta sentire Daenerys. Le prese il volto tra le mani per guardarla negli occhi.
«Io non lo penso. Mi fido di te.»
Lei sorrise e annuì.
«Allora, prima di tutto questo avevamo un appuntamento se non sbaglio» disse, rivolgendogli un’occhiata maliziosa.
Jon sorrise e le fece cenno di entrare nella stanza.
«Un appuntamento molto lungo, mia regina» confermò, chiudendosi la porta alle spalle.

 



Note per MissChiara:
  • Il continente del Trono di Spade è delimitato al Nord da un’enorme costruzione di ghiaccio chiamata Barriera, eretta per tenere lontano gli Estranei e i non-morti (guidati dal Re della Notte). I bruti sono gli esseri umani che abitano oltre la Barriera.
  • Sansa è la sorellastra di Jon e Lady di Grande Inverno. Il racconto a cui faccio riferimento avviene quando Jaime arriva al palazzo e viene processato per capire se possano davvero fidarsi di lui o no. Brienne lo difende raccontando ciò che lui aveva fatto per lei e Sansa.
  • Il termine Sterminatore di Re deriva dal fatto che Jaime era una Guardia Reale, ovvero uno dei sette cavalieri che vivevano nella capitale con lo scopo di proteggere il sovrano. Aerys Targaryen, il padre di Daenerys, nel corso degli anni era impazzito e, dopo che Robert Baratheon aveva dichiarato guerra al Trono di Spade e ucciso suo figlio, per impedirgli di entrare dentro la città, ordinò di bruciare tutto. Jaime, che era con lui in quel momento, lo uccise per proteggere il popolo (nessuno lo ha mai ringraziato per questo, ma sorvoliamo). Dopo di ciò, Robert gli diede scherzosamente quel soprannome e da allora tutti lo usano per riferirsi a lui.
  • Donna Grossa è l’appellativo con cui Tormund si riferisce a Brienne per via della sua altezza. Lo usa in modo affettuoso e non dispregiativo.
  • Daenerys è chiamata la “Madre dei Draghi” e si riferisce a loro come ai suoi figli.
  • L’Acciaio di Valyria è un metallo realizzato con il fuoco di drago (Valyria era l’antica capitale dei signori dei draghi). È molto raro e grazie alle sue proprietà è il miglior acciaio in circolazione.
  • Ygritte era una bruta con cui Jon aveva avuto una storia durante il suo viaggio oltre la Barriera. La caverna che nomino è un riferimento al luogo in cui i due fanno l’amore per la prima volta.
  • Il termine corvo è riferito al fatto che Jon faceva parte dei Guardiani della Notte, gli umani a protezione della barriera che vengono appellati in quel modo dai bruti per i loro mantelli neri.
  • Sandor Clegane è soprannominato il Mastino (sì, qui tutti hanno dei soprannomi XD).
   
 
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