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Autore: NightWatcher96    26/01/2021    1 recensioni
Essere il figlio di Satana? La vita di Deku non poteva andare peggio.. ma poi in che razza di situazione si era trovato dove lui era solo un Quirkless?
Ispirato a Ao no Exorcist che ho visto recentemente.
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Ho appena finito di vedere questo Anime, ovvero Ao no Exorcist e mi è venuta voglia di farci su una storia con Deku e Bakugo, spero vi piaccia. Soprattutto perché io adoro questo genere di cose!
Enjoy!!


 

"Mi porti della soda, fratello? E anche delle patatine?".

La richiesta gli arrivò come un proiettile sibilante alla orecchie. Era la decima volta che veniva interrotto dal suo studio su come trattare infezioni da virus e batteri per un importante compito in classe e il suo gemello maggiore lo trattava peggio della feccia. Si volevano bene, vero ma Katsuki era veramente una spina nel fianco, soprattutto perché era dotato di un Quirk appariscente di fuoco mentre lui..

Izuku interruppe il pensiero mentre portava patatine e soda al gemello disteso sul divano, muovendosi meccanicamente.

Lui era nato senza un Quirk, la loro madre, Inko, era morta di parto e vivevano con il loro mentore, Yagi Toshinori, il più grande Hero Exorcist di tutti i tempi, anzi, il Number One Hero. Era chiamato anche All Might, colui che salva tutti con un sorriso.

Era come un padre per loro due, trovati un giorno fuori al convento-casa dove vivevano da ben quindici anni ormai.

"Cos'è quella faccia da morto?".

Izuku si sforzò di sorridere subito. "Nulla di particolare, stavo solo pensando" mentì.

"Ah, certo. A che pensavi? Al tuo compito in classe? O a un Quirk di fantasia?".

"Lo sai che non mi arrenderò solo perché il destino è stato crudele con me" ammise l'altro, stringendo un pugno.

"Parole che fanno onore, Izuku. Ma ricorda che quello che non hai puoi sempre averlo se guardi da un'altra prospettiva".

Yagi era appena rientrato dal suo giornaliero esorcismo da umani che si erano lasciati infettare da demoni o semplicemente possedere per incrementare il loro Quirk.

"Quanti ne hai fatti fuori, papà?" esclamò felicissimo Katsuki, balzando in piedi sul divano. Rovesciò accidentalmente la soda sul pavimento e le patatine su tutto il tappeto che c'era sotto al portariviste di cristallo. "Pulisci, Deku, mentre io parlo con papà!" ordinò, senza neanche guardarlo.

"Dovresti assumerti le tue responsabilità, lo sai Kacchan?" commentò l'altro di rimando, sospirando pesantemente. 

Katsuki lo afferrò per un polso e lo portò a incontrare il suo furente volto. "A chi hai detto Kacchan? Lo sai che non mi piace questo nome! Siamo cresciuti, maledizione!".

Rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo lungo, poi Izuku abbassò lo sguardo mormorando qualcosa come "Sì, hai ragione" e si limitò a munirsi di scopa e paletta per pulire tutto.

Yagi sospirò pesantemente, scuotendo la testa con disapprovazione. "Quest'anno frequenterete la più grande scuola di Esorcisti di tutti i tempi, la Red Cross UA e non potrai più contare su tuo fratello, Katsuki. Impara a rispondere delle tue azioni. In fondo è sempre questo ciò che ti ho insegnato insieme a tuo fratello Izuku" disse, poggiandogli una mano sulla spalla, per farlo almeno sedere sul divano dove era balzato per afferrare Izuku per intimidirlo. "Cinquantadue".

Gli occhi del biondo brillarono di profonda ammirazione. "Davvero?" disse pompando i pugni al soffitto.

Yagi annuì poi lo strinse in un piccolo abbraccio e lo lasciò andare.

"Ehi, Deku! Hai sentito? Papà ne ha stesi cinquantadue di demoni! Un record! Anche io lo farò e diventerò il Number One Paladin di tutti i tempi!" esclamò raggiante.

Izuku sorrise un po' ma si scurì in volto. Yagi era molto combattuto se rivelargli un qualcosa di molto importante, soprattutto perché avrebbe causato gelosia nell'Aniki festoso. Ma doveva farlo.

"Izuku, quest'anno frequenterai anche tu la Red Cross UA. Hai un'intelligenza eccellente e hanno accettato la tua iscrizione con molti complimenti, figlio mio".

Come previsto, Kacchan si fermò ma c'era qualcosa di sorprendente nel suo sguardo: felicità genuina, qualcosa che All Might non aveva mai visto in tanti anni a fare da gentitore improvvisato a quei due monelli che tanto amava.

"Hai visto? Alla fine ci sei anche tu con me! Ma non metterti strane idee in testa! Tanto ti supererò anche in intelligenza!".

Izuku sorrise dolcemente, correndo ad abbracciare suo padre...

 

 

Il cielo si era imbrunito. Faceva più freddo del solito ma a Izuku non importava, mentre pensava a tante cose con una cupa espressione e si dondolava dolcemente sull'altalena. Non c'era nessuno eccetto lui, neanche un gatto si avvicinava a quel parco giochi molto più tetro del solito. Circolava voce che era un falò per i demoni di classe inferiore al calar del sole.

"Il katsudon è pronto e se tu manchi non possiamo mangiare".

izuku espirò pesantemente, alzandosi da seggiolino di legno che si mise a danzare ancora un po'. "Scusami, sono andato a buttare la spazzatura e mi sono messo a pensare".

"Ti ho detto di non farlo troppo. A che serve scervellarsi? Dovresti essere contento che verrai insieme a me!" sbuffò Katsuki ma l'altro negò appena. "Non hai capito? Non fa alcuna differenza se tu hai un Quirk oppure no, qui contano Esorcismi e cose varie!".

"Vorrei essere positivo come te, Kacch... Katsuki ma non posso fare a meno di pensare che sia stato papà a mettere una buona parola per me, perché si sa che quella scuola non accetterebbe mai uno stupido Quirkless come me".

"Puoi chiamarmi Kacchan".

"Eh?" ripete stupito Izuku, sbattendo le palpebre confusamente.

"Non ti toglierai mai il vizio, allora che ti trattengo a fare?" continuò avvicinandosi piano. "Scusa per prima. Non so che cosa mi sia preso.. è solo che a volte mi fai incazzare, soprattutto quando devo cercare di capire che cazzo ti passa per la mente". Poi lo abbracciò piano, stringendolo a sé. "E cerca di mettere su un po' di muscoli, che sei un fuscello proprio. Ehi, qualunque cosa pensino di te, io so che vali. Ma non dirlo a nessuno che ti sto consolando".

Izuku sorrise un pochino, approfittando ancora un po' di quell'abbraccio. Stava così bene, sentiva perfino gli oscuri pensieri allontanarsi come fumo nell'aria.

Improvvisamente udirono un colpetto metallico all'entrata del parco giochi, dove vi era una recinzione in maglie di ferro. C'era un'ombra che li fissava con bramosia di sangue. Katsuki strinse a sé il gemello minore, poi lo fece spostare dietro di sé e si mise in posizione di combattimento. Non erano più soli.

"Vieni fuori!" ruggì, facendo scoppiettare delle scintille dalle sue mani sudate.

"Ah, dolce il profumo del figlio di Satana!" sghignazzò sinistra l'ombra che si mostrò alla luce di uno degli ultimi lampioni rimasti accesi dalle pietre che lanciavano i teppistelli di quella zona.

Era orribile. Sembrava avere fattezze umanoidi, i capelli rosati e corti, gli occhi neri e con le iridi dorate, due corna aggrovigliate alle tempie, orecchie a punta, una coda demoniaca e lunghe unghie nere, simili ad artigli.

"Curioso come quel sigillo su di te si stia indebolendo! Sento l'odore della tua incredibile forza. Su, vieni con me, Padroncino!".

Izuku trattenne il fiato a quelle subdole parole rivolte proprio a lui. Fece ancora un paio di passi dietro il biondo, completamente congelato dalla paura.

Katsuki lanciò un'esplosione contro quell'essere orribile e il colpo andò a segno, facendo alzare una nube di fumo nero. C'era un nauseante odore di morte tutto d'un tratto e il cielo si era completamente annerito, come se sarebbe potuto scoppiare un temporale violento di lì a poco.

Un'altra risata sinistra li fece gelare sul posto. Non solo l'essere non si era fatto nulla, ma il colpo lo aveva fermato nel palmo della sua mano sinistra con un tempismo raccapricciante e senza il minimo sforzo!

"Non mi diverto a giocare con un pivello. Vieni con me, Padroncino. Nostro padre ti cercava" disse mellifluo, avvicinandosi un po'.

"C.. chi sei tu? Che cosa vuoi da me?" balbettò spaventato Izuku, ancora dietro Kacchan.

"Oh, che maleducato!" canticchiò l'altro, allargando le braccia con fare bonario. "Sono Astaroth, uno degli dieci demoni della gerarchia dei figli di Satana. Su, vieni con me, ho detto.. Padroncino".

"MUORI!" urlò improvvisamente Kacchan scagliando un altro colpo.

Astaroth sorrise cupamente, in un attimo gli fu a un centimetro del viso per colpirlo con fiamme bluastre. Lo afferrò ignorando le urla del gemello più piccolo ovvero Izuku e lo scagliò pesantemente contro un muretto di cemento. Katsuki cadde al suolo inerme e con una terribile ferita al viso grondante di sangue.

"Kacchan!" urlò terrorizzato Izuku, indietreggiando.

Mai come adesso si sentiva impotente, aveva un terrore nel cuore mai provato. Kacchan per proteggerlo si era veramente fatto male e lui era sicuramente prossimo a morire.

"Vieni, Padroncino!" invitò mellifluo e ancora il demone, allungandogli la mano.

"S... se vengo con te lascerai in pace gli altri?" pigolò sommessamente Izuku, allungando lentamente la mano destra, tremando.

"Certo, Padroncino. Te l'ho detto, vieni con me".

"L... lascialo... s... stare!" arrivò debolmente la voce di Katsuki, ancora sull'erba imbrattata del suo stesso sangue, mentre teneva sollevata una mano per colpire.

Astaroth sogghignò: sferzò la coda e un'improvvisa fiammata lo avvolse fra urla di dolore e agonizzanti gorgoglii di morte.

Izuku, ancora con le lacrime agli occhi sentì come uno scricchiolio nel petto, come una liberazione: delle possenti fiammate blu avvolsero il suo corpo, strinse il pugno e lo caricò a piena collera contro la guancia del Re Demone. Lo spedì contro il muretto di una recinzione di una piccola villetta, appena dopo il parco giochi.

"Che.. cosa sono queste fiamme?" gemette il giovane, sconcertato.

L'ennesima risata sinistra arrivò come una freccia nelle sue orecchie: Astaroth era già in piedi, il volto un po' ammaccato e sorrideva mellifluo mentre applaudiva con finta irriverenza. "Sei proprio il figlio di Satana. Vieni con me, Padroncino".

"Non voglio! Non voglio venire!" urlò Izuku Toshinori, sprigionando una vampata di fiamme blu e calde.

"Nel nome di Dio che risveglia l'anima, guida il potere e non abbandonare i peccatori nel fuoco dell'Inferno".

Astaroth smise di sogghignare, nei suoi occhi crebbe improvvisamente la paura: un cerchio magico dorato era comparso intorno al suo corpo e lo stava trattenendo come una fortissima calamita. La preghiera ricolma di energia spirituale e il Quirk di forza iniziava a risucchiare i suoi poteri.

Katsuki, con immensa fatica, guardò alle spalle di Izuku, dove c'era Yagi che pregava tenendo una corona di perle scarlatte stretta nel pugno sinistro mentre la mano destra la teneva in posizione di preghiera. C'era una rabbia funesta nel suo sguardo e non aveva la benché minima paura.

"Maledetto! All Might, Maledetto!!" urlò il demone, mentre la sua pelle iniziava a diventare polvere nera. 

In un frangente aprì un portale puntando il palmo della mano verso il vuoto; tuttavia, fu talmente indebolito che poté solo scappar via nel nulla.  Sbucò dalla bocca di un ragazzo che era stato posseduto sotto forma di piccolo vortice corvino. 

"Ritornerò, Padroncino!" sussurrò.

Yagi espirò, avvicinandosi prima a Izuku che ancora aveva quelle fiamme che lo avvolgevano. Poi si avvicinò a Katsuki per aiutarlo a rimettersi in piedi.

"Va tutto bene, figlio mio?" chiese, guardando le ferite sul suo volto tumefatto. "E' stato un avversario terribile.. mi rammarico di essere arrivato solo alla fine".

"Era Astaroth... uno dei demoni di Satana..." gemette Katsuki, ansimando. "Ma che cazzo voleva da Izuku?".

"E' arrivato il momento di dirvi la verità, figli miei".

"Papà" gemette debolmente Izuku, mentre le fiamme si dissolvevano e lui scivolava sulle ginocchia con l'espressione sconvolta. "E' vero che sono figlio di Satana?".

Yagi lo fissò poi distolse lo sguardo e annuì piano. E il mondo di Izuku cambiò in un frangente...

 

 

Erano nella piccola stanza dalle fattezze di chiesa, con l'altare, due statue dalle fattezze della Madonna, il vetro adornato con angeli e otto panche disposte in fila. Yagi prese una chiave e aprì una piccola botola dietro l'altare, facendo cenno di farsi seguire ai due gemelli.

Katsuki si era fatto medicare con punti e cerotti. Più o meno poteva dire di aver superato il peggio e sperava solo di non avere cicatrici. Fremeva dalla voglia di conoscere l'incombente verità tenuta in segreto da Yagi Toshinori che sceso l'ultimo gradino di quella scalinata ripida di marmo si fermò dinanzi a un armadietto antico, con otto cassetti e quattro piccole ante. 

Aprì il primo cassetto con un'altra chiave dorata e brandì una spada chiusa in un fodero. Il manico stava curiosamente fumando.

La porse a Izuku che ancora aveva uno sguardo sconcertato, anzi, spaventato.

"Questa, figli miei, è la Kirikura, la spada Soggiogatrice di Demoni e aveva il compito di sigillare i poteri demoniaci di Izuku. Non avrebbe dovuto permettere il loro risveglio, anche se ancora parziale. Ma suppongo che fosse inevitabile, prima o poi".

Izuku sollevò un sopracciglio, ancora con l'espressione di chi era in procinto di piangere. "Ma io non ho un Quirk...".

"Questo è un potere demoniaco, essendo figlio di Satana. Sono le Fiamme Blu, equivale a un Quirk di classe Demonio, non classificabile. E' estremamente potente e arduo da controllare. Porta sempre con te questa spada, ti terrà sotto controllo" disse ancora All Might, guardando poi Katsuki. "Conto su di te, proteggi sempre tuo fratello".

"Ma padre... se io ed Izuku siamo gemelli, questo vuol dire che-" Katsuki non riuscì a completare quella domanda sconvolgente.

Yagi annuì tristemente e con lo sguardo rabbuiato. "Tu hai manifestato un Quirk umano, figlio mio. Per quanto figlio di Satana è evidente che in te non scorre il sangue demoniaco che invece arde in Izuku".

Il biondo annuì prima di espirare dal naso, perfettamente sollevato.

"I.. io non lo voglio..." pronunciò improvvisamente Izuku, poi scattando con rabbia. "Non voglio questo potere, io non ho mai avuto un Quirk, non voglio affatto essere il figlio di Satana!".

"Non estrarla mai. Potresti non tornare mai più indie-".

Improvvisamente Yagi fu interrotto da un violento terremoto proveniente dal piano di sopra. Anticipò un fragoroso fracasso proveniente dalle porte sbarrate della piccola chiesa.

"Katsuki, vieni con me! Izuku, rimani qui e non uscire per nessun motivo al mondo!" ordinò Yagi, afferrando il polso del biondo e correndo al piano superiore, chiudendo a malincuore a chiave l'altro figlio nella piccola botola.

"Pensavate di esservi liberato di me, sporchi Esorcisti?". 

A parlare era stato lui, Astaroth, ma stavolta aveva un corpo enorme, sembrava un Minotauro con gli occhi scarlatti, cinque dita per mano e gli zoccoli al posto dei piedi. 

"Padroncino, vieni fuori!" chiamò mellifluo, per poi assottigliare lo sguardo. "O distruggerò questa misera catapecchia!".

Katsuki gli lanciò una fiammata violenta, dando inizio ad un nuovo scontro, seguito da Yagi che trasformato in All Might, nella sua incredibile Muscle Form stava già cantando un piccolo sutra per potenziare i colpi del figlio e proteggerlo da altri attacchi demoniaci.

E tutto questo faceva molto male a Izuku, stretto a quella spada lunga, dal manico lungo e stretto, risalente forse all'epoca Edo. Aveva il fodero bluastro, antica lo era di certo, ma sentiva che era incredibile.

"Papà, perché? Perché mi hai tenuto nascosto un simile segreto?" disse, con lacrime che copiose colavano sulle sue guance.

Non sapeva cosa pensare, era come se tutto il mondo che si era costruito in svariati anni si fosse sgretolato in un batter d'occhio e si sentiva di diffidare di tutti, perfino di suo padre.

Un improvviso grido di Katsuki lo risvegliò dalla sua trance. Udì poco dopo l'urlo di All Might che si schiantava sicuramente contro un muro. Le cose stavano andando molto male e lui? Non poteva stare a commiserarsi per una scoperta del genere! Ora aveva un potere, forse era veramente il figlio di Satana, quelle fiamme blu ne erano la dimostrazione ma doveva salvare la sua famiglia!

Prese la rincorsa e con un calcio ruppe la botola di legno, frantumandola in diverse assi di legno. Pochi secondi dopo era già congelato sul posto: Katsuki era ansimante in mezzo a un cumulo di detriti e non accennava a rialzarsi. Il braccio sinistro completamente sanguinante e forse anche rotto. All Might aveva un doloroso squarcio sulla fronte e si sorreggeva accanto a un pilastro incrinato ma era evidente che era già prossimo a tornare alla sua forma scheletrica.

Poi vide l'orrore: Astaroth scomparve e si materializzò su Katsuki, con uno zoccolo lo affondò nelle macerie, colpendogli ripetutamente le costole con urla crescenti di dolore. All Might tentò di intervenire scattando verso il nemico, ma bastò uno schiocco di dita per farlo sprofondare sotto a un pilastro tranciato in un attimo.

"Kacchan! Padre!" urlò Izuku, tremando.

"Vieni, Padroncino. Non farmelo ripetere all'infinito! Una volta che avrò tolto di mezzo coloro che hanno osato sigillare i tuoi poteri non avrai più freni e faremo ritorno a Gehenna! Assiah sarà divorata dalle fiamme di Satana!" canticchiò aumentando i calci sul corpo di Kacchan che non aveva neanche più la forza di gridare ma solo di sputare sangue.

Assiah e Gehenna erano rispettivamente il mondo degli umani e quello dei demoni, questi due restavano in perfettto equilibrio ma da parecchi anni, secondo alcune scritture contenute nei libri più datati di Yagi, il confine si stava indebolendo e molti demoni stavano infiltrandosi nel mondo per modificarlo e renderlo un cumulo di fiamme infernali che sarebbe poi stato governato da Satana.

"Scusami, padre, Kacchan..." sussurrò. 

Izuku afferrò a due mani la spada e la sfoderò: una fiammata enorme blu lo avvolse.

Le sue orecchie si allungarono divenendo appuntite, come quelle di un demone, i suoi canini si fecero incredibilmente lunghi, una coda tutta nera con un ricciolo acuminato finale sbucò dal suo coccige. Si sentì pervadere da una forza incredibile e si catapultò su quel mostro, colpendolo con un fendente dritto al petto.

Il mostro cornuto urlò di dolore, sangue nero già fuoriusciva da quel taglio assai profondo ancora animato da fiamme incredibilmente calde e bluastre. Sorrise sinistramente, applaudendo.

"Così, Padroncino. Sfodera tutto il tuo potere. Avrai sconfitto me stavolta, ma non rinnegare chi sei. Gehenna è il tuo posto!" esclamò, alzando le mani al cielo, mentre un portale cresceva dietro di sé e lo inghiottiva, in una nuvola di polvere nera.

Quando Izuku rimise la spada nel fodero, si sentì venire meno ma non sarebbe svenuto, anche se il suo corpo pesava una tonnellata. Le sue mani bruciavano e tremavano senza sosta, aveva il fiatone e la testa girava come una trottola.

C'era una pozzanghera di acqua santa a poca distanza da lui: si specchiò e il fiato gli morì nella gola. Le sue orecchie erano rimaste appena appuntite, i canini meno lunghi ma ancora bianchi e aguzzi e la coda... non era sparito nulla allora?

"Per questo ti avevo detto di non estrarre la spada. Queste sono caratteristiche permanenti... Possiamo celare la tua coda, ma ora che Astaroth ha visto il tuo potere saranno in molti darti la caccia. Voglio che tu sia tenuto al sicuro. Andrai ugualmente alla Red Cross UA e soprattutto Katsuki ti proteggerà. Mi dispiace figlio mio, ma non sei ancora pronto a conoscere la completa  verità" disse Yagi, inginocchiandoglisi dinanzi per abbracciarlo. Izuku si irrigidì ma si lasciò andare in un pianto liberatorio. "So come ti senti, ma sei stato bravo. Perdonami, figlio mio".

"Lo... pr... proteggerò..." gemette Kacchan, tentando di muoversi. "Sei sempre stato un palo nel culo, ma adesso...". Un sorriso si formò sulle sue labbra sanguinanti. "Credo che non possa dire di no. Dopotutto sono tuo fratello maggiore".

Izuku era in parte sollevato ma non riusciva smettere di piangere.

"Curiamo le nostre ferite. Domani si parte. E' l'unica cosa che possiamo fare per continuare ad andare avanti..." sorrise Yagi, abbracciando anche Katsuki che si era rimesso in piedi e trascinato verso di lui. "Niente cambierà mai il fatto che quando vi ho trovati dinanzi alla mia umile dimora abbia provato un amore incondizionato".

Anche negli occhi di Katsuki brillavano le lacrime...

 

 

Il sole era debole mentre filtrava attraverso le nuvole in parte temporalesche. Durante la notte c'era stato un terrificante temporale con diversi danni, come alberi caduti e tralicci spezzati. L'allerta era passata per fortuna. Ma l'aria era ancora umida e più fredda.

"Andiamo, Kacchan...".

Katsuki aveva le mani in tasca, l'aria incazzata e un paio di cerotti sul viso ancora dolorante. Aveva qualche costola rotta e una ferita alla caviglia ma tutto sommato era in piedi. Il suo braccio era stato ricucito e per fortuna non era stato fratturato, solo slogato. 

Izuku aveva ancora la stessa espressione di chi tentava di far sembrare che tutto andava bene, la spada era stata chiusa in un fodero rosso chiuso da tre cinturini e appesa ad una spalla.

Katsuki gli prese il collo nella piegatura del braccio, portandoselo al petto e ignorando il gridolino di protesta. "Smettila di pensare troppo; te l'avrò detto mille volte di non arrovellarti il cervello. Sei fortunato: ti proteggerò io e anche il tuo, anzi il nostro segreto!".

"Potresti anche tu avere il mio stesso potere, Kacchan... siamo gemelli in fondo, entrambi la progenie di Satana" mormorò afflitto, stringendolo in un abbraccio stretto. "Io ho manifestato solo ieri la mia vera natura e se dovesse capitare anche a te?".

Fin da piccoli ogni volta che il piccolo soffriva si teneva stretto al corpo del fratello maggiore. Un'abitudine che non era mai cambiata.

"Non è ancora successo nulla ma non credo che mi succederà qualcosa. Posso solo dirti che sono davvero contento che hai un Quirk anche tu, Otouto" sogghignò, strofinandogli i capelli amorevolmente. "Anche se è tutto da scoprire che cosa puoi fare, giusto?".

Yagi si era goduto quella scena addolcito. Non era riuscito a raccontare la loro storia quella che aveva tenuto nel cuore per ben quindici anni. Era così arrabbiato con se stesso, così collerico. Ma di una cosa era certo: che i suoi figli, sebbene adottivi, erano legati da un legame fraterno forte e la loro avventura li avrebbe portati a scontrarsi con il nemico Satana ma sapeva che era il loro destino e lui ci sarebbe sempre stato per loro due.

"Kacchan è ora" disse piano Izuku.

"Andiamo!".

Yagi sollevò una mano mentre sorrideva con orgoglio. Katsuki ricambiò imitandolo, Izuku concesse un piccolo inchino con la testa.

"Buona fortuna, figli miei..." sussurrò.

E li vide iniziare una nuova, grande, avventura.

 

The End

 

  
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