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Autore: 33NaLu33    26/01/2021    5 recensioni
[Sesshomaru x Rin | OS | Introspettivo ~ Suspence]
-*-
-Sesshomaru-sama cos’è il sesso?-
La bambina non avrebbe aspettato un secondo di più nell’avere una risposta, ma lo sguardo di puro orrore che le lanciò il Kappa la fece piegare la testa di lato.
-Come osi chiedere una cosa così volgare a Padron Sesshomaru? – la rimproverò il più federe tra i servi.
Volgare?
-Rin- la richiamò Sesshomaru.
Lei alzò il capo verso il demone più forte tra tutti.
-Dove hai sentito questa parola?-
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciò che non deve essere detto


Rin non riusciva a concentrarsi.
Aveva la testa altrove.
Talmente dispersa tra le nuvole da non prendere in considerazione i molteplici pesciolini colorati che le nuotavano allegramente intorno alle caviglie scoperte.
Quel giorno di inizio estate quei animaletti baciati dal sole e dalla fortuna sembravano farsi beffe di lei: “Non ci prendi. Non ci prendi!” parevano urlare… eppure, Rin per prima, non si curava della loro presenza. La bambina era dispersa in un'altra realtà, quasi in tutt’altro mondo.
Fu solo dinnanzi all’ennesimo fallimento che Jaken mise il broncio. La guardò con severità e con veemenza le puntò contro il proprio bastone a due teste.
-Così li lasci scappare!- aveva esclamato il demone Kappa ottenendo come risposta solo il più cupo dei silenzi.
Quel comportamento non era affatto da lei. Lei che usava la comunicazione verbale come arma per scongiurare noia, ansia e paura si stava miseramente incartando di fronte a un’incognita. Una semplice domanda che le stava togliendo il sonno da giorni e giorni.
-Jaken- aveva chiesto con un filo di voce -quando torna Sesshomaru-sama?-.
Voleva disperatamente che lui tornasse. Voleva rivolgere proprio a lui, tra tutti, quella domanda che tanto la tormentava.
E così fece più di una settimana dopo.
 
-Sesshomaru-sama- lo acclamò Rin con voce acuta e gioiosa non appena vide il demone discendere dall’alto di quel cielo terso.
-Padrone- fece eco Jaken.
Il piccolo Kappa, a differenza dell’umana al suo fianco, mise da parte il proprio bastone e si prostrò esageratamente dinnanzi alla figura slanciata e bellissima del daiyōkai.
-Vado a prendere…-
Jaken non ebbe mai modo di finire la frase. La voce del piccolo demone venne completamente sovrastata da quella squillante di Rin.
-Sesshomaru-sama cos’è il sesso?-
La bambina non avrebbe aspettato un secondo di più nell’avere una risposta, ma lo sguardo di puro orrore che le lanciò il Kappa la fece piegare la testa di lato.
-Come osi chiedere una cosa così volgare a Padron Sesshomaru? – la rimproverò il più federe tra i servi.
Volgare?
-Rin- la richiamò Sesshomaru.
Lei alzò il capo verso il demone più forte tra tutti.
-Dove hai sentito questa parola?-
-Ma padrone- si oppose Jaken.
-Fa silenzio- lo freddò –Rin, dove hai sentito questa parola?-
Lui che non chiedeva mai una cosa due volte, si stava addirittura ripetendo. La situazione era così grave?
-Quasi due settimane fa un uomo mi ha chiesto se volevo fare sesso con lui-
Al tempo non le era sembrato un evento particolarmente significativo. Quell’estraneo mai visto prima l’aveva approcciata con gentilezza nonostante lei gli stesse spudoratamente rubando le angurie del giardino, ma adesso? C’era qualcosa nello sguardo di Sesshomaru che la metteva in soggezione.
-Tu cosa gli hai risposto?-
-Che avrei chiesto prima a voi Sesshomaru-sama!-
Non conoscendo quella parole, ed il significato ad essa correlata, le era sembrato normale, per non dire saggio e provvidenziale, chiedere prima il permesso al daiyōkai.
Aveva fatto male? Sesshomaru-sama considerava quella conversazione una totale perdita di tempo?
Capì di sbagliarsi pochi istanti dopo: dal modo in cui il demone maggiore volse lo sguardo nella direzione del piccolo Kappa.
-Jaken- il tono monocorde terrorizzò nel profondo il povero diavolo interpellato -hai un solo compito quando io sono lontano-
Jaken pianse. Pianse e corse ad afferrare l’immacolata veste del padrone. –Padron Sesshomaru, padrone. Non so come una cosa del genere possa essere successa-
Le parole uscirono dalle labbra rugose del piccolo demone strascicate, quasi del tutto incomprensibili. Nonostante ciò il senso era eloquente; Rin di tutta quella storia: del sesso in fattispecie, non doveva venir informata.
La cosa la incuriosì moltissimo. Perché no? Si chiese. Ormai aveva dieci anni, era abbastanza grande per sapere ogni cosa! O così almeno pensava lei.
-Allora Sesshomaru-sama? Cos’è? Posso farlo anche io? Con voi magari? Con Jaken o A-Un?-
Dinnanzi a quelle parole Jaken stramazzò platealmente al suolo: gli occhi chiusi, il respiro affannoso, le mani premute con forza sul cuore. Andò avanti così per dieci interminabili secondi, tempo in cui nessuno sembrò fare veramente caso a lui, e poi, con un rantolo ad effetto, si accasciò immobile di fronte ai piedi del proprio padrone.
I demoni non potevano morire in quel modo tanto, troppo, umano ma questo a Jaken non aveva intenzione di dirlo nessuno. Sarebbe stato solo una totale perdita di tempo. Tempo che il sommo Sesshomaru non sembrava voler sprecare.
-Rin ti proibisco di usare di nuovo quella parola- le disse atono.
La bambina fissò senza parole gli occhi d’oro del daiyōkai.
-Perché?-
Non capiva. Non capiva veramente. Sin da quando i loro due cammini si erano intrecciati, in un legame indissolubile che niente e nessuno avrebbe mai potuto spezzare, lui non le aveva imposto nulla, mai, neanche una volta.
Le aveva sempre detto che poteva scegliere di fare ciò che più le piaceva, ma adesso? Adesso le stava dando ordini, concisi e molto rigidi, e la cosa più che intimorirla la incuriosiva assai.
-Io voglio sapere- mormorò Rin senza dar segno di voler lasciar cadere l’argomento. Avrebbe combattuto per ricevere una risposta.
Era deciso!
 
-*-
Sesshomaru guardò il piccolo cucciolo d’uomo: lei era così espansiva, così dannatamente curiosa…
Cosa doveva dirle?
Che gli umani, tanto quanto i demoni, si accappiavano selvaggiamente in una danza perversa? Danza che lei NON avrebbe visto o praticato nell’immediato futuro? Non per i prossimi dieci anni almeno.
Lui che i scrupoli non sapeva neanche cosa fossero avrebbe detto a Rin una tale volgarità? No, era fuori discussione. Quella bambina sarebbe rimasta all’oscuro di quell’argomento, punto e basta.
Nonostante ciò quando fece il primo passo per superarla lei gli si mise davanti.
Era sempre stata così ostinata?
Che domande, certo che si.
Sin dal loro primo incontro lei aveva dimostrato una perseveranza rara da trovare in qualsivoglia specie. Perseveranza che, col tempo, l’aveva portato a tollerarla. 
-Sesshomaru-sama io voglio sapere- lo supplicò Rin incrociando le piccole manine in segno di preghiera.
Se chiunque altro, umano o demone che fosse, gli avesse rivolto una tale supplica insudiciando così il suo prezioso tempo e la sua preziosa attenzione Sesshomaru l’avrebbe falciato via dal proprio cammino senza pensarci due volte, ma non Rin. Lei e il suo sorriso non sarebbero stati intaccati da nulla e da nessuno.
Il giovane daiyōkai la fissò con occhi volutamente imparziali e calcolatori. Era così bassa, piccola e fragile, così diversa da come era lui: alto, imponente ed estremamente forte.
Nonostante ciò. Nonostante le loro differenze mostruosamente abissali lei era perfettamente in gradi di reggere i loro lunghi viaggi e i loro spostamenti continui.
-Quell’umano ti ha forse detto altro?-
Rin ci pensò su. Scambiando la sua richiesta d’informazioni per mera curiosità.  
Se la piccola pensava di raggirarlo per cavargli delle risposte di bocca si sbagliava di grosso.
-In effetti si- mormorò –mi ha chiesto se volevo essere la sua concubina invece che la vostra Sesshomaru-sama-
Concubina?
Bakusaiga vibrò nel fodero e i suoi lunghi artigli fremettero dalla voglia di trovare e squarciare la gola quell’insulso e patetico omuncolo. Perché sì, avrebbe goduto immensamente nel guardar quella creatura patetica quanto insignificante dimenarsi e poi soffocare tra gli spasmi: con la gola a brandelli sarebbe stato uno spettacolo sublime da ammirare.
Rin non sapeva che rischio aveva corso perché non conosceva la gravità delle azioni di quell’essere immondo.
Per sua natura Rin si teneva alla larga dagli umani, dagli adulti in fattispecie e quella consapevolezza, quella conoscenza del suo carattere così unico e misericordioso, lo portò inevitabilmente al pensiero successivo: era stato lui ad avvicinarsi a lei. Ad approcciarla.
Immaginare quell’uomo senza volto parlare con Rin gli fece ribollire il sangue nelle vene.
Per Sesshomaru non c’era nient’altro in quel mondo che avesse lo stesso valore della vita di Rin [*]: né il prestigio, né il potere, né la fama.
Quell’uomo estraneo aveva commesso un grave affronto, e proprio per questo avrebbe pagato il prezzo più alto.
Sesshomaru l’avrebbe cancellato dalla faccia della terra.
Lui: che gli umani non li considerava degni nemmeno di morire nelle più atroci delle sofferenze ne avrebbe ucciso uno senza pietà alcuna.
Che gioia sarebbe stata.
 
 
 

 
[*] Inuyasha the final act: ep 9 – 16:25
A.A. Questa OS inizialmente doveva essere una “commedia” con un pizzico di “demenziale” ma più scrivevo e più diventava cupa…
Pace ahahaha
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui!
   
 
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