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Autore: Kris    27/01/2021    1 recensioni
Sasuke si era chiesto se obbligare Sakura a viaggiare con lui non fosse stato un errore che Sakura rimpiangeva.
Sakura si era chiesta se non avesse involontariamente obbligato Sasuke a fare una scelta che in realtà non voleva fare.
[SasuSaku / Blank Period / Fluff ] [Per la SasuSaku Blank Period Week 2021 su Twitter. Day 3, prompt: “I’ll choose you everyday”]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Perché ci sei tu

 

Sasuke si era chiesto se obbligare Sakura a viaggiare con lui non fosse stato un errore che Sakura rimpiangeva.

 

Lei, la ninja medico promessa del Villaggio della Foglia, la miglior discepola di Tsunade, la mente imprenditoriale dalla forza mostruosa e dal cuore d’oro che aveva aperto il primo centro dedicato alla salute mentale dei bambini.

Lui, uno dei due ninja più forti al mondo discendente di una nobile casata, ma pur sempre un nukenin dalla dubbia reputazione, che l’aveva strappata da quella brillante carriera per portarsela in giro per il mondo verso destinazioni ignote ai più.

L’unica volta che ne avevano discusso era stato prima della partenza, quando Sasuke si era opposto all’idea, ma Sakura aveva insistito. A volte la domanda gli ronzava ancora in testa, soprattutto quando la vedeva avere a che fare con i bambini nei villaggi che visitavano. Si chiedeva se non la stesse allontanando dalla sua vocazione, se non la stesse privando di ciò che la rendeva davvero felice.

Davanti a loro si stagliava una distesa di ciliegi in fiore e le dolci note musicali di sottofondo provenienti dal festival del Villaggio della Danza rendevano la visione degna di un dipinto. Sasuke guardò Sakura, pochi passi davanti a lui e completamente assorta dalla visione degli alberi rosa e bianchi: i suoi colori si fondevano con lo sfondo e lui non poteva fare altro che ammirare. Dopo qualche secondo, Sakura si voltò verso di lui, gli occhi luccicanti di gioia infantile.

- Non ti viene voglia di ballare con questa musica, sotto questi alberi?

- Ballare…? – farfugliò Sasuke preso alla sprovvista: che risposta si aspettava da lui su un argomento del genere? Non era decisamente il tipo. Ma lei rise, una risata cristallina e tiepida come i raggi di primavera che passavano attraverso i fiori di ciliegio intorno a loro. Ovviamente non si aspettava nessun’altra risposta se non quella.

La ragazza gli si avvicinò e gli prese la mano.

- Grazie, Sasuke-kun.

- Di cosa?

- Di avermi portata con te e farmi vedere tutti questi posti meravigliosi.

- Sei… felice?

- Certo che sono felice.

- Non vuoi tornare a Konoha?

- A volte mi mancano mamma e papà, ma sto bene qui.

Sakura accolse la mano guantata di Sasuke con entrambe le sue e la sollevò, guardando il ragazzo negli occhi.

- Perché ci sei tu, Sasuke-kun.

In quell’anno di viaggio, Sakura era diventata la cosa più preziosa che avesse.

Il suo talento nel mettere tutti a loro agio e la gioia che sprizzava da ogni poro per piccole cose erano speculari alla soggezione che lui incuteva quando entrava in una stanza e al suo secco realismo che lo caratterizzavano.

Erano diversi e si completavano a vicenda.

Era per questo che in quei mesi di viaggio era stata un’evoluzione naturale avvicinarsi sempre di più, incuriositi da quelle divergenze e da come si sposassero senza cozzare. Finalmente lontani dai pettegolezzi della città che li voleva incasellati rigidamente in base alla loro storia e che avrebbe cercato di tenerli separati più per borghese preconcetto che per perseguire veramente gli interessi dei due, erano stati liberi di esplorare le rispettive ferite: senza influenze esterne, buone o cattive, erano riusciti ad essere finalmente completamente loro stessi.

Era una sensazione che Sasuke non sperimentava da tempo immemorabile.

Fece correre gli occhi ai ciliegi in fiore che li circondavano che condividevano il nome e la natura della ragazza davanti a lui. Tornò a guardare quegli occhi verdi che luccicavano di emozione e le parole gli proruppero prima di poterle frenare, con sua stessa estrema sorpresa.

- Sakura, vuoi sposarmi?

Com’era stato naturale che si avvicinassero in quel viaggio, così gli suonava naturale quella frase.

Il viso della ragazza sembrò perdere colore, completamente presa in contropiede dalla domanda.

- Ti porterò in tutti i luoghi che ho già visto, e tutti gli altri che vorrai vedere.

- Come… una famiglia?

Sasuke vedeva le lacrime affollare le palpebre di Sakura; era una vista a cui si era abituato, e non riuscì a non sorridere.

- Sì. Se lo vuoi.

Sakura lasciò andare la mano di Sasuke e si coprì il viso, iniziando a piangere. Ignorando gli sguardi curiosi degli altri partecipanti al festival che pian piano si stavano spostando verso quella distesa d’alberi, Sasuke la abbracciò silenziosamente.

Solo quando la ragazza smise di singhiozzare Sasuke tornò a parlare.

- Posso avere una risposta, ora?

Sasuke lo chiese con un tono quasi spiritoso che gli era raro e sentì un leggero pugnetto sul suo petto, risposta altrettanto scherzosa alla sua domanda. Sakura alzò lo sguardo, gli occhi rossi di pianto e un sorriso che racchiudeva la promessa di un mondo nuovo.

- Sì, Sasuke-kun. Sì che voglio sposarti.

 

*****

 

Sakura si era chiesta se non avesse involontariamente obbligato Sasuke a fare una scelta che in realtà non voleva fare.

 

Non che Sasuke fosse il genere di persona che si lasciava influenzare così facilmente nelle sue scelte; anzi, la prima volta che gli aveva esposto i suoi dubbi poco dopo il matrimonio il ragazzo aveva sbuffato così vigorosamente che Sakura aveva pensato gli sarebbero sbucate le ruote e si sarebbe trasformato in uno di quei nuovi treni a vapore che stavano iniziando a girare a Konoha.

Sasuke non era bravo con le parole e quello sbuffo era stata la sua unica risposta. Ormai Sakura lo conosceva sufficientemente bene da capire che traduceva con “ti stai facendo paranoie per nulla”.

Non poteva neanche incolparlo troppo per la sua mancanza di comunicazione verbale: probabilmente Sasuke sarebbe cresciuto e diventato un adulto molto diverso se solo non fosse successo tutto quello che era successo. Di questo, una volta erano riusciti a parlarne. Sakura gli aveva chiesto di raccontargli della sua infanzia in famiglia, di che bambino fosse stato.

- Stupido, rumoroso – aveva commentato laconico rinvigorendo il fuoco davanti a lui. Sakura aveva sorriso.

- Non voglio sapere cosa pensa il te stesso adulto di quel bambino. Come ti avrebbe descritto Itachi?

Un sopracciglio di Sasuke scattò verso l’alto sorpreso a quel ragionamento. Era una domanda interessante. Ci pensò un attimo, ripercorrendo con la mente gli ultimi momenti spesi con suo fratello, quello che gli aveva mostrato con lo Sharingan, quello che aveva percepito quando era bambino, cercando di non filtrarlo con il suo auto-odio.

Sicuramente era chiacchierone, sempre a cercare e chiamare Itachi. Voleva allenarsi col fratello, ma non solo per diventare più forte, quanto più per l’innocente gioia di passare del tempo con lui.

Aveva dei vaghissimi ricordi di quando aveva tre o quattro anni, di essere abbracciato dalla madre e di aver apprezzato quel calore.

Ricordava i colpetti sulla fronte che il fratello gli dava, di come lui gli si avvicinasse giocoso e consapevole del gesto che lo aspettava, come fosse il loro piccolo codice segreto.

Si ricordava di come un tempo avesse un cuore puro, genuino, non intaccato da odio o lacrime, che provava solo amore e gioia.

- Non so come mi avrebbe descritto.

- Oh, insomma.

Sasuke la guardò di sbieco: il viso era illuminato dalla fiamma del fuoco che le donava una sfumatura rossa agli occhi e ai capelli.

- Fai il timido con tua moglie?

La vampata di malcelato brio che Sasuke percepì nelle ultime due parole lo fecero sorridere internamente: non smetteva di stupirsi di come quel fatto, ancora a distanza di mesi, la rendesse così felice.

- E va bene. Immagino mi definirebbe… allegro.

- Sempre sorridente?

- Forse.

- Chiacchierone?

- Mh.

- Affettuoso?

Sasuke tornò a guardare il fuoco rifiutandosi di confermare o smentire. Passino gli altri aggettivi, ma non gli andava di far crollare del tutto la propria immagine di uomo stoico.

- Non preoccuparti – commentò Sakura avvicinandosi e passandogli un braccio intorno alla vita. – Questa è una cosa che sapevo già.

Il ragazzo si ostinò nel suo silenzio, percependo il calore del fuoco scaldargli le guance – perché era sicuramente colpa del fuoco se la sua temperatura corporea si stava alzando, non imbarazzo per essere apparentemente un libro aperto per la donna al suo fianco.

Era anche vero che l’aveva scelta per il resto dei suoi giorni proprio per quell’esatto motivo.

- E io che pensavo ti fossi innamorata del tipo scostante dell’accademia.

- Sono sempre stata innamorata del tipo nascosto sotto quell’immagine, Sasuke-kun. Lo sai.

Sasuke l’avvicinò di più a sé e le posò le labbra sui capelli color ciliegio in fiore.

- Lo so. L’ho sempre saputo.

 

*****

 

Sakura si era anche chiesta se non avesse involontariamente intrappolato Sasuke in una vita che in realtà non desiderava.

 

Sasuke le aveva proposto di diventare una famiglia, certo, ma anche di viaggiare, vedere luoghi, aiutare le persone in giro per il mondo. Ed era quello che avevano fatto fino all’ultimo.

E se Sasuke avesse voluto continuare a fare il vagabondo, invece di mettere di nuovo radici a Konoha?

- Sasuke-kun?

Il ragazzo, in piedi nella camera da letto, si voltò a guardare la moglie seduta sul materasso. La donna appoggiò il libro che stava leggendo di fianco a sé.

- Sì?

- Se potessi tornare indietro nel tempo, rifaresti tutto?

Il ragazzo si accigliò lievemente. Era una domanda troppo vaga, considerato il suo passato.

- Di cosa parli?

- Se potessi scegliere di nuovo se viaggiare da solo o in due, o se… sposarci o no. Cosa faresti?

Sakura non sapeva bene da cosa arrivasse quell’improvvisa confessione di debolezza che le era scivolata dalle labbra. Forse era la paura che nasceva dallo sperimentare troppa felicità tutta insieme, dal vedere i propri sogni realizzati.

Sasuke si avvicinò al letto e si sedette di fianco alla ragazza; la fissò negli occhi con sguardo serio prima di addolcirsi. Un cambiamento quasi impercettibile, ma che Sakura aveva imparato a conoscere.

- Sakura. Non cambierei nulla.

- Non sceglieresti diversamente?

- Sceglierei di nuovo te, ogni giorno.

Le posò un leggero bacio sulle labbra prima di tornare a guardare il fagottino addormentato che teneva in braccio.

- Sceglierei voi, sempre e comunque.

Come avrebbe mai potuto prendere una qualsiasi strada dove le due cose più preziose della sua stessa vita non esistevano?

Sakura vide il sorriso di Sasuke mentre cullava dolcemente Sarada addormentata, e alla vista il cuore le sembrò scoppiarle nel petto.

 

*****

 

Sia Sasuke che Sakura si erano chiesti più volte se non avessero involontariamente obbligato l’altro a scelte forzate.

Però poi era arrivata Sarada, la prova vivente che il loro destino era sempre stato di essere la metà complementare l’uno dell’altra, con i suoi profondi occhi neri e gioia di vivere, ed era tutto ciò che serviva ad entrambi per far volare ogni dubbio fuori dalla finestra.

 

Si sarebbero sempre scelti a vicenda.

 

 

 


Nota dell’Autrice

Per la SasuSaku Blank Period Week 2021 su Twitter. Day 3, prompt: “Confession / I’ll choose you everyday”. Trovate un sacco di fanfic e fanart sotto l'hashtag #SSBlankPeriod2021.

Il prompt mi urlava Uchiha Family fluff, e Uchiha Family fluff sia.
Un giorno scriverò qualcosa che non sia SasuSaku, lo giuro, ma quel giorno non è oggi. E probabilmente, nemmeno domani (ci sono altri prompt, dopotutto).
Alla prossima!

   
 
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