Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: kisachan    27/01/2021    2 recensioni
Ciao a tutti, riapprodo su questo fandom dopo tanto tempo. Nel 2015 scrissi già una fanfiction su kodocha e rileggendola ho sentito il bisogno di farci una rivisitazione, migliorarla; ed eccola qui, nuova, con un nuovo titolo e spero con un linguaggio più maturo.
-fanfiction- Sana era appostata fuori casa Hayama, era decisa a scusarsi con Akito per quello che era successo quella mattina a scuola, quando si era dichiarata a lui e di come poi era stata scoperta da Fuka.
Questa scena è sempre stata una delle mie fonti di ispirazione e mi sono sempre chiesta "e se fosse successo questo?" Quindi questa Fanfiction è un what'if e vi avverto che i personaggi sono OOC.
Voglio ringraziare la mitica Deb per i consigli e l'appoggio che mi ha dato, senza il suo aiuto, forse non sarei mai tornata su questo fandom. Spero che possa piacere questa fanfiction a tutti voi.
Buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiamandolo con il suo nome


 

"Ormai è finita" pensò Sana ferma fuori ad un'abitazione appoggiata al muro. Le vennero in mente gli avvenimenti di quella mattina a scuola. La moltitudine di sentimenti contrastanti che aveva provato da quando Hayama aveva scoperto i suoi sentimenti e di quanto poi si era sentita sciocca a non aver catturato tutti quei segnali che le inviava indirettamente il suo più caro amico. Quanto si sentiva stupida e quanto malediva se stessa per non averlo compreso prima. Ormai era troppo tardi e, decisa ad aggiustare le cose, aspettava titubante e con imbarazzo fuori casa di Hayama. Non era certa che quella fosse la migliore cosa da fare ma non poteva lasciare tutto sospeso e sentire il peso di aver rovinato una coppia appena nata. Guardò su, il cielo di notte era tempestato di stelle che illuminavano più dei lampioni che erano posti sui marciapiedi grigi.
Sana sospirò pesantemente e di tanto in tanto si guardava intorno. I suoi occhi non stavano fermi, il suo cuore batteva forte e la gola le sembrava che le si stringesse sempre più. Aspettava Hayama agitata. Si fissò i piedi con occhi spenti, anche se era ancora estate, dei brividi le percorrevano la schiena. Una ciocca di capelli le ricadeva leggermente sulla spalla e ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione e il suo viso si illuminò in un misto tra l’imbarazzo e l’emozione. Hayama era lì davanti a lei con lo sguardo visibilmente stupito, Sana si avvicinò al suo amico, il suo più caro amico, che continuò a fissarla perplesso vedendola appostata fuori casa sua. -Cosa ci faceva lei lì?- Pensò con il fiato sospeso mentre il suo corpo fremeva come se una forza lo attirasse come una calamita verso la bellissima ragazza che aveva di fronte. Il vento leggero che le sfiorava i capelli delicatamente permetteva ad Hayama di percepire il dolce profumo di vaniglia e pesca della pelle di Sana: sapeva di buono. Si sentiva inebriato, ubriaco, dipendente. Imbarazzato dai suoi stessi istinti e pensieri che cercò di nascondere più che poteva, con un cenno del capo la salutò senza mai distogliere lo sguardo.

“Ti chiedo scusa se mi sono appostata cosi fuori casa tua, volevo scusarmi per ciò che successo oggi a scuola..” disse Sana con il viso rabbuiato e con la voce tremante, mentre la luce di un faro di una macchina le illuminò il viso, facendone risaltare il colorito diafano e perfetto. Riprese fiato e continuò titubante “visto che da oggi mi dedicherò alla mia carriera, sono anche venuta a salutarti.. e per quello che è successo oggi.. oramai appartiene tutto al passato!” Hayama alzò un sopracciglio, quasi infastidito, ferito da quelle parole - cosa ti succede, Sana?! Pensò nervoso, come se il suo cuore non potesse reggere il peso di quelle parole.

“Al passato?” Sussurrò il ragazzo ripetendo le ultime parole pronunciate da Sana che abbassò il capo e la frangetta le nascose gli occhi che si riempivano di lacrime.

“Sì al passato.. beh arrivederci Hayama” tirò su con il naso, cercando di trattenere le lacrime e voltò lo sguardo intenta a nascondere le sue emozioni. Hayama fissò gli occhi sulla figura minuta e esile di Sana -era davvero così piccola e indifesa?- si chiedeva stringendo le mani in un pugno. Non poteva lasciarla andare, non poteva perderla. Non riusciva a starle lontano, la tirò a sé e la strinse in un dolce abbraccio. Ora si sentiva bene. Quello era il posto a cui apparteneva; la figura minuta e esile di Sana tra le sue braccia, quello era il suo posto. La sua oasi di pace. L’unica essenza della quale non poteva mai fare a meno.
Sana tentò di divincolarsi da quell'abbraccio tanto forte e tanto desiderato ma non ci riuscì e si lasciò andare. Ancora confusa, pervasa da sensazioni contrastanti e con le lacrime che la sorpresero a rigarle il viso, Sana si strinse al suo Hayama. Poteva inebriarsi del suo odore che sapeva di buono, il suo calore così protettivo e avvolgente. Anche in passato si era sentita così tra le sue braccia e si sentì una sciocca a non aver capito subito i suoi sentimenti per Hayama. Tutto, tutto di lui le piaceva, non c’era un motivo. Lo amava, amava quel carattere particolare, quegli occhi penetranti che la ipnotizzavano e quella voce calda che le trasmetteva sicurezza “ooh, Akito, quanto vorrei che il tempo si fermasse a questo momento!” Pensò Sana iniziando a piangere tra le sue braccia, lo strinse forte e una mano prese ad accarezzargli una guancia delicatamente. Akito si staccò di poco da lei, le posò un dolce bacio sulla fronte e le asciugò le lacrime con entrambi i pollici. Mai, da quando si era innamorato di Sana, gli parve così bella e quegli occhi color cioccolato che lo fissavano persa e desiderosa d’amore gli fecero perdere tutto l’autocontrollo che nel tempo cercava disperatamente di mantenere.
Si chinò sul viso di lei e le sussurrò dolcemente, tirando di poco il viso di Kurata al suo “Sana..” la baciò dolcemente e il suo abbraccio la rese piccola piccola.

Quel contatto, labbra contro labbra, suscitò a Sana emozioni mai provate poiché, nonostante i due si fossero baciati altre volte, era la prima volte che la stessa Sana desiderasse essere baciata. Le sue gote si colorarono di rosso, sentiva le gambe molli e il battito del cuore accelerato. Hayama le provocava tante, anzi una moltitudine di emozioni. Sana perse ogni contatto con la realtà e lo abbracciò “ Akito.. io.. ti voglio bene!-”
Il ragazzo ascoltando quelle parole si sentì sul punto di esplodere. Quanto avrebbe voluto sentire quelle parole molto tempo prima. Stava con Fuka e nonostante tutto amava Sana più di se stesso. Perché aveva dato retta a quelle riviste di gossip? Perché era stato così sciocco da non credere a Sana. Perchè non aveva aspettato che Sana stessa dicesse come stavano le cose? Doveva capire qualcosa da quella telefonata* avvenuta mesi prima; inaspettatamente Sana l’aveva chiamato e quella fievole voce della ragazza, dall’altra parte del telefono dopo che lui le aveva rivelato di essersi messo con Fuka, non lo aveva mai convinto. Sentiva che c’era qualcosa che non andava quindi in quel momento Sana era già innamorata di lui. Si maledì, voleva autolesionarsi per essere stato così frettoloso e per non aver dato il tempo alla ragazza che amava di parlare, di chiarirsi.
Complice la notte stellata e la brezza estiva Akito si lasciò andare ai suoi sentimenti -al diavolo tutto e tutti – pensò esausto da quei pensieri, esausto da se stesso. -Sono qui con lei, con Sana tra le mie braccia, e niente e nessuno me lo impedirà !-La baciò ancora e ancora finché i suoi baci da timidi e dolci divennero audaci e passionali.
I battiti dei due ragazzi divennero sempre più accelerati e 
l’emozione, l'atmosfera di quel momento così bello e surreale ruppe ogni inibizione e con audacia Akito prese per mano la sua Sana ed entrarono dentro casa. Senza pensare, fregandosene se ci fosse qualcuno in casa o meno, di corsa portò Sana in camera sua e si chiuse la porta alle spalle. 
Sana titubante razionalizzò appena tornò in sé, ancora accaldata dai baci di Hayama. Sentiva ancora la dolce sensazione sulle sue labbra e sulla sua pelle ma si scioccò appena apprese dove si trovasse “m-ma, siamo in camera tua?! No, no aspetta, che cosa stiamo facendo? Non deve andare così! Tu... Fuka.. non possiamo!”

Hayama le cinse la vita e affondò il naso nei capelli di Sana e aspirò più volte il loro sublime profumo “non vuoi o non puoi?” Sana si voltò di scatto verso di lui, il quale prese a palparle il seno seppur piccolo, ma morbido. Era così bello abbracciarla. Lui stesso non riusciva a controllare le sue azioni. Non riusciva a contenere il suo desidero che da tempo, troppo tempo, nutriva per Sana. Cercava di combattere con la sua ragione, ma i suoi istinti erano più forti e si lasciò andare, tenendo ben stretta Sana tra le sue braccia.

Sana sconvolta lo spinse via, impaurita più che altro da se stessa, perché soggiogata da quel calore avvolgente che le trasmetteva Akito. Come era possibile che riuscisse a viverne senza dopo quello che era appena successo? Indietreggiò sconsolata con il capo chino e mettendosi le mani sul viso iniziò a piangere “che importanza ha ormai.. ormai io.. noi” dai suoi occhi sgorgarono tante lacrime irrefrenabili. Akito assunse un’espressione affranta e con la voce addolorata e in preda al dolore sbottò tirandola a sé “che importanza ha?! Sana io.. io ti voglio bene, ti ho sempre voluto bene! Pensi che per me sia facile starti vicino e non poter far nulla?!”

La ragazza continuò a piangere a singhiozzi accasciandosi a terra disperata “é colpa mia! È tutta colpa mia! Se avessi capito tutto prima..”

Hayama la guardò sofferente, come poteva farla smettere di soffrire? Erano lui e lei, l’uno accanto all’altra, innamorati persi, eppure la tristezza, l’emozione e i sensi di colpa si fecero strada in loro come se dei macigni li schiacciassero. 
Guardare Sana, l’amica che tanto amava e che più volte l’aveva salvato da se stesso in quello stato, era come venire trafitto da una lama tagliente ma invisibile. Stanco di vederla piangere, stanco di vederla soffrire, l’abbracciò ancora “non piangere, Sana, odio vederti piangere. Non mi piace, non mi è mai piaciuto! Sono uno stupido, Sana.. dovevo credere in te e non l'ho fatto!” La ragazza anche se triste e sconvolta si sentiva al sicuro tra le sue braccia e si strinse di più a lui, al suo Hayama. Akito le alzò il mento con l'indice e l'attirò a sé, porgendole un bacio a fior di labbra “Sana ora basta, non piangere più, dimentichiamoci di tutto! Non voglio pensare ad altro che a noi due, ora. Voglio solo stare con te!” E detto ciò il ragazzo chinò il capo su quello di lei, abbracciando la sua sottile vita. Sana si acquietò e si appoggiò a lui. Anche lei era stanca. Stanca di vedere il viso di Akito addolorato, stanca di vederlo con qualcun’altra che non fosse lei. Era gelosa di Fuka, di pensare ad Hayama, il suo Hayama, con qualcun’altra. Nei suoi incubi desiderava chiamarsi anche lei Fuka così da poter stare al fianco del ragazzo che amava. Si lasciò andare, nonostante i sensi di colpa, nonostante fosse sbagliato. Voleva ancora sentire il calore di Hayama su di lei “sì non voglio pensare ad altro che a noi, Akito. Non mi importa del domani ora voglio pensare solo a te!” Disse dandogli un bacio leggero sull’angolo delle labbra. Era inverosimile eppure i due ragazzi si abbracciavano e si baciavano nonostante fossero coscienti di sbagliare e di far del male a terzi, si sentivano così bene l'uno accanto all'altra. Erano perfetti insieme, sbagliati, eppure era giusto così. Loro erano giusti nonostante tutto! Le loro mani si cercavano, si intrecciavano quasi come una danza, le loro labbra sempre più bramose di esplorarsi tra loro. I due ragazzi si fissavano costantemente. Hayama alzò Sana e la posò sul suo letto delicatamente come se fosse di cristallo, come se Sana potesse spezzarsi da un momento all’altro e iniziò a fissarla così da poter ammirare meglio la sua amata. Quegli occhi grandi e luminosi, quelle labbra rosse e morbide, la pelle vellutata e profumata, quei capelli lunghi e lisci. Tutto di lei era perfetto. Il vento che proveniva da fuori la finestra spostò delicatamente i loro capelli e la luce della luna metteva in risalto la candida e diafana pelle di Sana. Akito si sentì impazzire e iniziò ad alzarle la gonna con impeto, bramoso di sentirla, di averla, di amarla.
“alt! Che hai intenzione di fare?!”Akito alzò un sopracciglio più o meno confuso, in realtà sapeva a cosa alludeva Kurata ma volle comunque specificarlo.

“Ecco.. credo che tu l'abbia capito da sola..”

Sana si scostò di poco appoggiando una mano su una spalla del ragazzo “certo che l'ho capito, scemo! La mia non era una domanda! Non credo sia il caso.. non ora, io non posso!” Sana strinse gli occhi imbarazzata. Era troppo presto, era troppo piccola. Nonostante le sue emozioni, nonostante i suoi desideri la torturassero dolcemente. “Ho capito, non voglio fare qualcosa che non vuoi anche tu, però fatti stringere. Voglio starti vicino più che posso” sussurrò Akito dolcemente ad uno orecchio di Sana, provocandole dolci brividi lungo la schiena. Un gemito trattenuto della ragazza, provocò in Akito un tremito, una fastidiosa fitta nel basso ventre e perdendo l’ultimo barlume di ragione afferrò Sana desideroso di averla tra le braccia ancora una volta,lei sorrise e posò le labbra sulle sue. I loro baci, i loro toccarsi e i loro battiti contornavano quella notte di luna complice delle loro colpe, del loro amore.
Perché non si erano detti tutto prima?
Perché rimandare tutto?
La timidezza di Akito e i confusi sentimenti di Sana li avevano portati a un punto morto, come uscirne era difficile da immaginare, era difficile trovare una soluzione. Akito lo sapeva bene.
L'unica cosa da fare era essere sincero con Fuka, ma come avrebbe reagito la ragazza? Sicuramente non l'avrebbe presa per nulla bene e si sarebbe sentita usata e ciò portò Hayama nella completa confusione. Lui voleva Sana, l'unica e insostituibile ragazza che amava e che avrebbe amato per sempre! Nessuno poteva alleggerire il suo cuore come faceva lei. Nessuno poteva acquietare il suo animo come faceva il sorriso che Sana gli donava inconsapevolmente. Mentre la sua mente era affollata da tutti quei pensieri, sentì i suoi occhi su di lui “mh? Che c'é?” Chiese confuso mentre teneva la sua amata tra le braccia.

Sana gli sorrise tristemente “so a cosa pensi, Akito! Ora non pensiamoci, non voglio che con Fuka vada male per colpa mia perciò, da domani io..” il ragazzo non le fece nemmeno terminare la frase che l'abbracciò ancora più forte e la baciò, si staccò per un attimo e sconvolto le strinse le spalle e disse “non aggiungere altro, Sana! Voglio essere chiaro con Fuka. Farò di tutto pur di averti, ti prego aspetta, aspettami, Sana!”

Gli occhi di Sana divennero lucidi e delle lacrime rigarono il suo viso. Le parole di Hayama l’emozionarono ma non poteva sostenere il peso della colpa. Non poteva rovinare tutto.

“Ti prego, Hayama non promettermi niente, sai che non puoi!” Akito continuò a fissarla tra l'angustiato ed emozionato.
Accanto a lui aveva la sua Sana finalmente tra le sue braccia, nonostante tutto però Sana aveva ragione, non avrebbe potuto ferire Fuka, in fondo provava affetto per lei, e mai le avrebbe fatto del male! Il ragazzo affondò il viso sul petto della sua amata e la abbracciò forte e non aggiunse altro che "perdonami.."

Sana pianse silenziosamente e rispose a quell'abbraccio come se fosse l’ultimo. I due innamorati si specchiarono l'uno negli occhi dell' altra e si scambiarono un lunghissimo ultimo e dolcissimo bacio. Akito per la prima volta pianse, poiché cosciente che, dopo quel romantico idillio, tutto sarebbe finito.

Camminarono per le strade illuminati dalla luce della luna .
Si tenevano stretti per mano. Sana posò lo sguardo su una vetrina di un negozio e potè catturare l’espressione affranta di Akito specchiata sul vetro. Lei strinse di più la presa e il ragazzo ricambiò stringendola ancora più forte, spaventato che di lì a poco gli sarebbe scomparsa davanti agli occhi.
Ogni tanto si scambiarono teneri sguardi per poi fissare un punto indefinito della strada imbarazzati. Akito le posò un delicato bacio su una tempia spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sana arrossì a quel gesto e appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo. Era così difficile doversi trattenere in quel momento. Akito avrebbe voluto tornare ad abbracciarla, tornare sul suo letto e tempestare Sana di baci. Ingoiò un boccone amaro e continuò a camminare stringendo a sé Sana.
Giunti fuori casa Kurata, Sana stava per entrare nella sua abitazione, la quale era tempestata da miriadi di fiori diversi e di colori vivaci. I due pensarono all’unisono a quel Natale passato, al loro primo vero bacio e quei ricordi non così lontani suscitarono ai ragazzi sensazioni forti ed emozionanti.
Gli occhi di Akito si posarono su un fiore stupendo.
Una rosa rossa era appoggiata delicatamente a un lato del portone, quel fiore così bello, gli ricordò la luminosa chioma di Sana. “Sana, io.. ti amo”.
Sana si voltò di scatto udendo quelle parole. Quelle tre semplici parole le fecero stringere il cuore in una morsa e una lacrima la sorprese. Per Hayama di sicuro quelle parole erano state difficili da pronunciare, nonostante ciò doveva dirlo, doveva dare voce ai suoi sentimenti. 
I loro battiti si velocizzarono, Sana poteva sentire il cuore di Hayama battere come il suo “oh Hayama, io.. anche.. io” non fece in tempo ad articolare la frase che Akito la spinse a sé e la tirò tra le braccia , stringendola forte.

“E’ un addio questo, vero?” Bisbigliò il ragazzo con la voce rotta ammettendo mesto la realtà.
Sana si strinse con più forza a lui affondando le dita tra i capelli del color dell'oro di Hayama, i suoi occhi bagnarono di lacrime le guance arrossate dall'emozione “è così! Ma.. non voglio! Non voglio Hayama”.
I due ragazzi piansero, si abbracciarono sempre più forte “un ultimo bacio! Dammi un altro e ultimo bacio, ti prego!” Chiese Sana sofferente, pregandolo.
Akito con un’espressione sconvolta e con lo sguardo ombrato e pieno di lacrime si chinò veloce sul capo di lei e le diede l'ultimo bacio. Un bacio bellissimo, ricco di significato. Quel bacio così dolce e silenzioso ma che urlava il loro amore.
Dopo interminabili minuti che ai ragazzi sembravano pochissimi attimi, le loro labbra controvoglia si separarono, si guardarono, lo sguardo cioccolato di lei e quello ambra di lui si specchiarono desiderosi di non staccarsi mai e le loro mani ancora intrecciate pian piano si separarono.
Akito mise entrambe le mani in tasca “addio.. Kurata”e titubante voltò il capo, per nascondere altre lacrime che avevano preso di nuovo a rigargli il viso

“addio, Hayama..”Sana fece lo stesso, appoggiò una mano al portone e con l'altra prese le chiavi e con esse lo aprì.
-addio-
Hayama prese la strada opposta all'abitazione della ragazza.
Pianse, pianse come non aveva mai fatto in tutta la sua vita e con lo sguardo ancora rigato di lacrime si allontanò dalla sua amata. Correva veloce per non pensare, per non soffrire, ma era impossibile. Sana era ancora lì nei suoi pensieri e nel suo cuore.

Sana entrò in casa e salì veloce in camera sua, ignorando le domande curiose di sua madre Misako e quelle preoccupate del suo manager Rei.
Si chiuse la porta dietro di lei .
Si fece cadere sul suo morbido letto a baldacchino e pianse.
-Ormai era finita definitivamente!-
Aveva perso per sempre il suo adorato ragazzo ribelle, gentile a modo suo, il suo Hayama!
Affondò ancora di più il suo viso sulla trapunta bagnandola delle sue lacrime. -Akito, Akito, Akito- diede un urlo silenzioso cercando disperatamente di limitare la distanza *chiamandolo con il suo nome* -amore mio, chissà se un giorno ci rivedremo- pensò esausta stringendo le ginocchia a sé e chiudendo gli occhi stanca dal pianto.

 

Akito tornò a casa, entrò in camera.Si guardò intorno e nella sua mente riaffiorarono i ricordi di nemmeno poche ore prima. Accarezzò il suo letto, dove prima era sdraiata Kurata e si sedette sul davanzale della finestra guardando fuori -che patetico sono!- Pensò vedendo il suo riflesso specchiato sulla finestra. Si sentiva uno sciocco. Un mero stupido - Ormai è finita definitivamente-Si fece cadere sul letto, sdraiandosi e poi rannicchiandosi, stringendo le lenzuola che profumavano ancora di lei, le odorò, inebriandosi di quel profumo inconfondibile -aah il suo profumo.. già mi manchi, Sana- chiuse gli occhi e un'ultima lacrima scese.

"Addio" sospirò e chiuse gli occhi addormentandosi, sognandola tra le sue braccia.

 

 

 

 










ANGOLO DELLA PSEUDO AUTRICE
 

Ciao a tutti come state? Kisachan riapproda sul fandom di Kodocha con non poca titubanza. 

Vi chiederete perchè? Ebbene, la qui presente Kisachan, scrisse già questa fanfiction nel lontano 2015 e, rileggendola a distanza di tempo, ne è rimasta a dir poco scandalizzata e dato che è rinato l'amore per kodocha, mi è sembrato doveroso e necessario migliorare, per quanto possibile, questa fanfiction. Non so se il risultato sia soddisfacente, ma spero che piaccia abbastanza. 

Voglio ringraziare Deb, la miticah Deb per avermi consigliata e sostenuta, senza di lei forse non mi sarei mai più messa in gioco su questo fandom!

Spero con tutto il cuore che questa fanfiction piaccia e che dire,  buona lettura a tutti!

 Con affetto, Kisachan .

 

  
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