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Autore: M a k o    28/01/2021    15 recensioni
• Collisionshipping (Yuto/Yugo)
• Modern!AU
• Dal testo:
Yugo era davvero dispiaciuto.
Per lui capodanno era sacro, era la rappresentazione simbolica del lasciarsi il passato alle spalle e aprire gli occhi su un nuovo futuro.
Non voleva che Yuto si sacrificasse per lui in quella serata tanto speciale.
Forse fu per questo che Yuto si addolcì.
Perché aveva compreso cosa stesse cercando di dirgli.
E allora lo abbracciò, carezzandogli con garbo la schiena.
«A me importa solo di trascorrere il capodanno con te. Che sia fuori coi fuochi o sul divano a guardare un film, non fa differenza. Se ci sei tu, io sono felice».
E non era forse questa una bellissima dimostrazione d'amore?
• Questa storia partecipa alla Challenge “Prompt nevosi e natalizi” indetta da Emy Milicchio nel Giardino di Efp.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yugo, Yuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Winter Collection'
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Extra-Sweet Medicine N.d.A. in fondo alla pagina. Buona lettura!



Extra-Sweet Medicine

Per Relie Diadamat



1

Yugo si sentiva pesantemente felice. Era tutto pronto: nonostante mancassero ancora diverse ore all'appuntamento con Yuto e gli altri, aveva già scelto cosa indossare per la serata – gli indumenti erano ordinatamente adagiati sul letto – e mentre i passi lungo il corridoio si facevano sempre più pesanti e strascicati, decise di bere qualcosa di caldo prima di gettarsi sotto la doccia.
    (Andava bene. Andava tutto bene. Si sentiva solo un po' strano, ma era tutto sotto controllo, o almeno così credeva).
Quella sarebbe stata una serata speciale. E doveva esserlo a tutti i costi. Dopotutto si sapeva, chi non faceva certe cose a capodanno, poi non le avrebbe fatte tutto l'anno e lui ovviamente non ci teneva a non fare certe cose con Yuto per i futuri trecentosessantacinque giorni.
Superstizione o meno, quella serata sarebbe stata speciale in ogni caso: Yugo attendeva i fuochi di mezzanotte allo stesso modo in cui agognava il trillo della campanella quando una lezione era troppo noiosa
    (era, di conseguenza, un desiderio viscerale).
La fine dell'anno era quel piccolo squarcio di esistenza che profumava di nuovi inizi e buoni propositi. Per la prima volta, poi, avrebbe vissuto quel momento con la persona che amava oltre che con gli amici di una vita. Già pregustava tutta la felicità che quella notte avrebbe portato con sé. Una felicità che voleva godersi appieno, anche a costo di stare male.
    (E forse ci credette così tanto che quasi se le cercò).


2

Yugo non ricordava cosa doveva fare. Stava vagando avanti e indietro lungo il corridoio, come se Halloween avesse fatto irruzione il giorno di Capodanno, mescolandosi tra la folla
    (Yugo pareva uno zombie che girovagava – o meglio: si trascinava – per casa senza meta alcuna).
Si fermò un attimo, giusto per fare mente locale e realizzare che necessitava di soffiarsi il naso, senza contare che non appena deglutì avvertì un fastidioso pizzicore alla gola.
    (Andava tutto bene. Era tutto sotto controllo. Era tutto perfetto come sempre. Doveva solo bere qualcosa di caldo).
Si fece forza e, sospirando, si avviò con passo strascicato in cucina. Fu in salotto che interruppe la sua pesante marcia, leggermente rinvigorito dal costante vibrare del telefono poggiato sul tavolino in vetro: probabilmente gli altri si stavano organizzando per decretare l'orario definitivo una volta per tutte.
A Yugo non importava granché di visualizzare i messaggi nella chat di gruppo; ciò che più premeva, per lui, era sapere l'orario esatto in cui Yuto sarebbe arrivato a casa sua, ovvero un'ora prima di uscire per ritrovarsi in centro città con il resto della comitiva.
    (E in un'ora, chissà quante cose si potevano fare).
    (Fremette al sol pensiero. Ma non erano brividi benevoli, quelli).
    (E la testa si appesantì ancora di più).
Insomma, prima gli atri trovavano un punto d'incontro e meglio era, sia per lui che per Yuto.


3

Il telefono continuava a vibrare, ma Yugo percepiva solo un suono lontano e ovattato. Un continuo rimbombo che gli vorticava nelle orecchie e che a lungo andare lo stava anche infastidendo
    (e lo appesantiva sempre più).
Il naso gocciolava, la gola pizzicava e la vista gli si era appannata. Era seduto sul divano, intento a fissare il vuoto, e ogni buona intenzione di silenziare il cellulare per poi alzarsi e dirigersi in cucina per prepararsi un tè caldo sfumava sul nascere nel momento in cui sforzava anche solo un poco i muscoli per muoversi.
Sospirò, cominciando a provare un vago senso di sconforto. Chiuse gli occhi, la coscienza in bilico tra la realtà e il mondo dei sogni.
    (Giusto cinque minuti per riposare gli occhi. Poi mi alzerò, berrò qualcosa di caldo, mi preparerò per la serata e Yuto sarà qui).
    (Yuto…)
Si addormentò senza neanche accorgersene.


4

Yuto era preoccupato. In un primo momento aveva creduto che Yugo si stesse preparando con largo anticipo, motivo per il quale non aveva badato molto al suo silenzio – aveva improvvisamente smesso di rispondere ai suoi messaggi e non si era più fatto sentire anche sulla chat di gruppo –, ma ormai erano trascorse diverse ore e il non sentirlo più così di punto in bianco e per un tempo tanto prolungato lo aveva allarmato.
Si trovava davanti casa sua da circa trenta minuti. Gli aveva inviato un'infinità di messaggi e un'infinità di volte aveva provato a chiamarlo. Intravedeva la luce in salotto, quindi le probabilità che si trovasse a casa erano alte: Yugo era sbadato, ma se doveva uscire si premurava sempre di spegnere le luci. Per un attimo provò l'impulso di arrampicarsi sul muretto e scavalcarlo, facendo irruzione a casa sua sfondando la porta. Molto probabilmente
    (sicuramente)
avrebbe violato ben più di un diritto umano, ma l'apprensione si stava facendo strada in lui e se non avesse trovato in fretta un piano d'azione da seguire alla lettera avrebbe dato di matto
    (camminava avanti e indietro vicino l'abitacolo e pareva quasi un ladro alle prime armi che si stava facendo un'idea su come entrare in casa senza farsi scoprire quella stessa notte).
Aveva ormai accantonato la sgradevole sensazione di gelo che provava
    (era infreddolito dalla testa ai piedi e i suoi respiri si condensavano in nuvolette bianche e compatte)
ma non quella che fosse capitato qualcosa al suo ragazzo.
Premette per la milionesima volta il dito contro il citofono e, all'ennesima riposta reincarnata in un silenzio assordante, si lasciò andare a un grugnito pregno di frustrazione e maggiore apprensione.
Fu proprio quando iniziò a provare paura in ogni sua forma che tutto si risolse. Nella maniera più tragicomica possibile, ma quantomeno tutto si risolse.
    (E per fortuna).


5

Yugo aprì gli occhi di scatto, piombando fin da subito in un disorientamento totale. Aveva il naso completamente chiuso, la gola bruciava e lui aveva del tutto perso la cognizione del tempo.
    (Cos'era successo? Cosa stava facendo prima? Per quanto tempo aveva dormito?)
    (Dormito? Oh cielo, si era addormentato sul serio quando si era ripromesso di riposare solo per qualche minuto!)
Istintivamente recuperò il telefono poggiato sul tavolino in vetro, rendendosi conto della posizione assolutamente scomoda nella quale era rimasto sul divano non appena allungò il braccio e alzò il busto col telefono in mano. Il display acceso gli accecò gli occhi e, dopo alcuni istanti, riuscì a mettere a fuoco non solo la bellissima foto che era il suo blocco schermo
    (ritraeva la riva del mare, lo stesso luogo nel quale lui e Yuto si erano baciati per la prima volta l'estate di quello stesso anno)
ma anche l'orario. E mancavano pochi minuti alle nove di sera.
Le nove di sera. Le dove di… aveva seriamente dormito per quattro ore?!
Ma non era finita lì. Perché subito dopo si accorse delle innumerevoli notifiche che gli erano arrivate
    (Yuto gli aveva inviato una decina di messaggi e lo aveva chiamato il doppio delle volte)
e allora scattò in piedi e traballò e miracolosamente riuscì a raggiungere la porta e ad aprirla.
E Yuto era lì. Oltre il muretto, sul marciapiede. Completamente infreddolito. Yuto era lì, proprio come gli aveva scritto nei messaggi che gli aveva inviato più di trenta minuti addietro.


6

    «Poi lo scemo sono io!»
La sua esclamazione dalle sfumature di naso tappato e gola in fiamme riecheggiò per tutto il quartiere. Yugo non aveva dato tempo a Yuto neanche di rilassare i muscoli e tirare un sospiro di sollievo nel vederlo vivo e vegeto
    (malaticcio, certo, ma comunque vivo e vegeto)
poiché era partito in quarta, senza più riuscire a fermarsi.
Mentre premeva il bottoncino per aprire il cancelletto, infatti, continuò: «Certo, poi lo scemo sono proprio io! Perché non sei rimasto a casa, al caldo? Troppo mainstream? Sei un ghiacciolo!»
Poi uno starnuto e un altro e un altro ancora. Attese Yuto sulla soglia, mentre si avvicinava ridacchiando sotto i baffi.
    «Tu avresti fatto lo stesso» gli disse non appena lo raggiunse.
    «Certo che avrei fatto lo stesso! Ma Yuto, sei tu a essere rimasto fuori al freddo, non io! E diamine, non dove–»
Gli diede le spalle in una frazione di secondo, starnutendo per tre volte di fila. Yuto intanto ne approfittò per chiudersi la porta alle spalle.
    «Da come sei ridotto, immagino cosa possa essere successo in queste ore».
    «Non è successo proprio nulla, è questo il fatto. Mi sono addormentato di colpo e mi sono svegliato neanche cinque minuti fa. Ti chiedo scusa, ho perso la cognizione del tempo. Dammi una ventina di minuti, devo ancora farmi la doccia e–»
Yuto aggrottò la fronte, interrompendolo: «Yugo, col cavolo che usciamo questa sera. Sei ammalato».
Yugo impietrì. «Ma… è l'ultimo dell'anno! Il nostro primo ultimo dell'anno! E questo è solo uno stupido raffreddore!» cercò di protestare, anche se invano, poiché la sequela di starnuti che ne seguì con tanto di tosse annessa, confermarono ancora di più in che condizioni pietose fosse ridotto.
Yuto si tolse in fretta il cappotto pesante e la sciarpa, sistemando tutto sull'appendiabiti. «Vado subito a prepararti qualcosa di caldo» disse perentorio e se Yugo non lo avesse bloccato per un polso, si sarebbe diretto a passo spedito in cucina.
    «Yuto… non voglio rovinarti la serata…» sussurrò, abbassando lo sguardo.
    «Non è così. Perché mai dovrebbe esserlo, poi?»
    «Ma… l'uscita con gli altri?»
Yugo era davvero dispiaciuto. Per lui capodanno era sacro, era la rappresentazione simbolica del lasciarsi il passato alle spalle e aprire gli occhi su un nuovo futuro. Non voleva che Yuto si sacrificasse per lui in quella serata tanto speciale.
Forse fu per questo che Yuto si addolcì. Perché aveva compreso cosa stesse cercando di dirgli. E allora lo abbracciò, carezzandogli con garbo la schiena.
    «A me importa solo di trascorrere il capodanno con te. Che sia fuori coi fuochi o sul divano a guardare un film, non fa differenza. Se ci sei tu, io sono felice».
E non era forse questa una bellissima dimostrazione d'amore?


7

Quel capodanno fu speciale. Yuto e Yugo rimasero in casa e fecero una maratona di film sui supereroi. Mangiarono spaghetti istantanei, si ingozzarono di patatine e bevvero tutto ciò che di caldo poteva esserci, dal tè, al latte alla cioccolata. Rimasero abbracciati per ore tra risate, battute stupide sulle scene più assurde ed esclamazioni di pura meraviglia per ogni colpo di scena. Fu così che attesero il primo di gennaio.
Yugo aveva fatto qualche storia per le medicine, perché a detta sua erano davvero tanto amare, ma Yuto a modo suo era riuscito a convincerlo e anche se un po' riluttante, alla fine le aveva prese. E in ogni caso, anche a costo di risultare smielato a livelli esponenziali, per lui era Yuto la sua medicina.
Ed era davvero tanto, tanto, tanto dolce.




N.d.A.

Prompt Giardino: A prende il raffreddore poco prima della tradizionale uscita di capodanno con gli amici [18]

Sono davvero tanto felice di aver pubblicato questa One Shot.
Non solo perché ci tenevo tantissimo, ma anche per dimostrare a me stessa che se mi impunto su una cosa ce la posso fare.
Con questa storia si conclude la piccola serie dedicata alle mie quattro OTP: una OS per ogni coppia con un prompt della Challenge sopracitata.
Quindi, insomma, è una bella soddisfazione.

Come ho scritto all'inizio, dedico questa storia a Relie Diadamat, perché lei non solo è Yugo inside, ma apprezza molto anche la coppia e io non posso che esserne felice.
Spero con tutta me stessa che sia stata di tuo gradimento *^*

Mi sono divertita molto a scrivere questa storia.
Volevo che fosse una via di mezzo tra la leggerezza (nettamente in contrasto con la pesantezza che prova Yugo, ora che ci penso) e qualcosa di più intimo e profondo, come è appunto la relazione tra Yuto e Yugo.
Mi auguro di aver svolto un buon lavoro e, nella speranza di avervi offerto una lettura piacevole, vi ringrazio per essere arrivati fino a qui.

Ame
   
 
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