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Autore: KiarettaScrittrice92    30/01/2021    1 recensioni
I nostri protagonisti hanno concluso le vacanze estive e sono pronti per il liceo.
La loro vita da supereroi appare finalmente calma e tranquilla e quello che Fu aveva detto l'anno precedente sul ritorno di Makohon sembra solo una supposizione errata, fino a che...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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I costumi
 

«Marinette, sono arrivati i tuoi amici!» la voce di sua madre, proveniente dal piano di sotto appariva ovattata, ma comunque molto chiara.
«Falli salire!» rispose di rimando la ragazza, continuando ad osservare il disegno che aveva sotto mano, mentre mordicchiava la matita. Dopo poco, Nathaniel e Lila, sbucarono dalla botola, sorreggendo una Jinnifer ancora leggermente malconcia.
«Oh Jinny, ti ho portato la poltrona di sopra! – esclamò la ragazza schizzando in piedi e aiutando i suoi amici – Così stai più comoda.» 
Quando la ragazza si sedette ringraziò, leggermente in imbarazzo per tutte quelle attenzioni; in realtà era ormai da una buona settimana che stava meglio, ma spesso si ritrovava la sera a casa con la schiena ancora dolorante e questo le costava parecchio. Non tanto fisicamente, quanto per il fatto che non poteva lavorare al bar, né tanto meno pattugliare Parigi con i suoi compagni.
«Mi snerva questa situazione.» sbuffò, facendo svolazzare un ciuffo rosso, sfuggito alla treccia che si era fatta quel giorno.
«Vedrai che andrà sempre meglio.» le sorrise la franco-cinese con un sorriso.
«Allora, Tian e Angelie arrivano tra poco e penso anche Alya e Nino... – cominciò Lila – Il tuo maritino non è ancora arrivato? Non l’abbiamo visto per strada.» Marinette arrossì all’appellativo che aveva usato la mora per parlare di Adrien, ma cercò in qualche modo di mantenere il controllo della sua voce, onde rischiare di balbettare come suo solito.
«No... Beh... Lui solitamente viene qui in un’altro mo...» non ebbe il tempo di finire la frase che il solito rumore, ormai inconfondibile, la distrasse dalla conversazione. Si voltò verso la finestra e lo vide, appollaiato come al solito sul davanzale, in attesa che lei gli aprisse.
Lui come al solito, non appena gli fu permesso di entrare, atterrò sul pavimento e, senza nemmeno dare il tempo alla ragazza di fare o dire qualcosa, le afferrò la mano e vi appoggiò delicatamente le labbra.
«Bonsoir my lady» disse con tono galante e subito un colpo di tosse interruppe quel romantico saluto.
«Quando avete finito di fare i piccioncini fateci un fischio...» commentò Lila. A quelle parole Chat Noir si mise di nuovo in posizione eretta e ordinò al suo kwami la detrasformazione.
«Sei sempre la solita guastafeste volpe.» commentò Adrien con un tono leggermente piccato.
«Non capisco perché non puoi usare la porta come tutti i comuni mortali.» si lamentò allora l’italiana, ma lui per tutta risposta sollevò le spalle.
«Sono un gatto in fin dei conti.»
«Com’è che voi due litigate sempre?» domandò una voce e poco dopo la testa di Tian comparve dalla botola, seguita da quella della sua fidanzata. I due incriminati ovviamente non risposero, ma quando i saluti finirono, fu Nathaniel a parlare.
«Perciò, mancano solo Alya e Nino, ma intanto potremmo vedere le tue idee?» chiese, curioso di guardare cosa Marinette aveva disegnato per loro; forse più di tutti lui era il più interessato a quel lavoro, non fosse per il fatto che in qualche modo erano entrambi artisti.
«Oh, giusto!» si riscosse Marinette, facendo dietro front e riavvicinandosi alla scrivania dove stava lavorando, prima che arrivassero tutti i suoi ospiti.
«Ammetto che tranne quello mio e di Adrien sugli altri sono molto indecisa, ma potreste sempre darmi qualche consiglio.» fece, raccogliendo poi tutti i fogli e porgendoli al centro del gruppo.
Fu Lila a prenderli, cominciando a sfogliarli, mentre tutti allungavano lo sguardo per cercare di scorgere i disegni.
«Marinette sono bellissimi!» esclamò Jinnifer, che era proprio di fianco all’amica.
«Adrien ed io saremo la...»
«...strega e il gatto nero.» concluse la frase Angelie, prendendo il foglio in questione dalle mani di Lila e mostrandoglielo.
«Non è un po’ antisgamo per il gattaccio?» domandò allora l’italiana, sollevando il sopracciglio.
«Beh, ogni strega ha il suo gatto no? Come Sabrina Spellman.» rispose Tian, ricordando perfettamente i fumetti che aveva letto riguardo la strega dell’occulto.
«Giusto, il tuo dove lo hai lasciato Lila?» lanciò la frecciatina il biondo, ricevendo una gomitata nello stomaco dalla fidanzata e subito dopo un’occhiataccia da entrambe.
«Ehi, guardate i costumi senza di noi?» Alya fece capolino dalla solita botola, tenendo la mano di Nino.
«Comunque è ufficiale, Cleopatra mezza mummificata è mia!» esclamò Lila, passando i fogli ai nuovi arrivati.
«Non avevo dubbi. – sorrise la brunetta – Se devo essere sincera ho davvero pensato ad un costume per ognuno, ma ovviamente se avete qualche preferenza...»
«Nathaniel, credo che questo sia tuo.» disse Nino, passando al ragazzo dai capelli rossi il disegno di un vestito che ricordava molto la sua trasformazione da akumatizzato, non fosse per il colore diverso e le macchie di colore sul costume, oltre alla tavolozza al polso, invece del tablet.
«Nath, se... se non ti piace... io...» commentò Marinette, imbarazzata da quella sua idea.
«Scherzi?! Hai fatto un lavoro incredibile Marinette e mi piace un sacco!» rispose entusiasta, rivolgendole un sorriso soddisfatto. Sorriso che non sfuggì al biondo di fianco a lei, che nonostante i loro ultimi trascorsi in amicizia, gli lanciò un’occhiata gelosa che lui però non notò.
«Marinette, sei sicura di riuscire a cucire tutti questi vestiti in tempo?» domandò Angelie, venendo attirata da un bel vestito gotico sui toni del nero e porpora.
«Se riusciamo a prendere le misure entro oggi, non ci sono problemi, mi sono anticipata molti dei compiti apposta per avere più tempo libero.» sorrise lei, alzando leggermente le spalle.
«E nel caso ci fosse bisogno di aiuto per quelli che ti mancano, posso darti una mano mon amour.» aggiunse il biondo, avvolgendole le spalle con il braccio.
«Se non ti offendi, io ti semplificherei il lavoro... – intervenì la rossa, che aveva osservato i disegni nelle mani degli altri, senza sporgersi più di tanto a guardarli – Non fraintendermi, i tuoi disegni sono bellissimi, ma a me basterebbe una sciarpa e una toppa col velcro.»
«Fammi indovinare, la signorina vuole vestirsi da Ginny Weasley...» commentò Lila, mostrando un sorrisino canzonatorio che la fece arrossire.
«Non mi offendo Jinnifer, te li faccio molto volentieri.» rispose tranquillamente Marinette.
«Credevo che essendo una fan incallita di Harry Potter, li avessi già sciarpa e stemma.» disse dubbioso Tian, che ancora stava cercando il costume adatto a lui, senza trovarne uno che gli piacesse davvero.
«Ho sciarpa, cravatta e tunica, ma sono una Tassorosso, non una Grifondoro, quindi per fare Ginny mi servono almeno gli elementi adatti.» spiegò lei sorridendo all’amico.
«Mi pare giusto... Comunque Marinette, credo di poterti togliere un po’ di lavoro anche io. Dovrei ancora avere il mio vecchio cosplay di Michelangelo delle Tartarughe Ninja e vorrei utilizzare quello.» propose lui, grattandosi la nuca, imbarazzato.
«Non ti preoccupare Tian, va benissimo. A dirla tutta, mentre disegnavo qualche idea da supereroi di fumetti per te, ci ho pensato che essendo un’appassionato del genere, potevi avere esperienza sul creare costumi.»
«Io opto per questo! – esclamò Nino, sollevando un foglio con alcuni vestiti stracciati – Ho un cerchietto con la vite dallo scorso Halloween e potrei fare Frankestein.»
«A dirla tutta tesoro, credo che quello sia un costume da zombie... – lo prese in giro la fidanzata – Io invece credo che farò la mia versione da lupa mannara.»
«Mi state togliendo parecchio lavoro!» scherzò Marinette, senza nessuna nota di delusione o rancore.
«Meglio, più tempo da passare con l’amore della tua vita!» 
«Possibile che ogni cosa che dici mi fai venire il diabete? La smetti di essere così insopportabilmente sdolcinato?» sbuffò l’italiana.
«Si chiama romanticismo Lila, non è colpa mia se tu non ne hai!» la rimbeccò Adrien.
«Beh, se avete finito di fare i bambini, Marinette a me piacerebbe questo vestito gotico: ci adatterei un qualcosa riguardo i vampiri.» intervenne Angelie, sorridendo alla brunetta.
«Certo! – fece lei, ricambiando il gesto e alzandosi in piedi – Ora non mi resta che prendere le vostre misure, per lo meno di chi vuole i costumi.» si allontanò dal gruppo e andò a prendere un metro a nastro da uno dei cassetti della sua scrivania.
«A proposito Marinette, per fare il mio costume ti potrebbero servire dei miei vecchi vestiti?» chiese Nino.
«Se non li usi più sì, altrimenti ho qualcosa io dei miei vecchi progetti che non sono venuti bene.» rispose risoluta lei.
Passarono il resto del pomeriggio a prendersi a vicenda le misure corporee, mentre Marinette segnava tutto su un’angolo dei costumi scelti dagli amici, accantonando quelli che invece non erano stati selezionati. Dopodiché si risedettero a terra chiacchierando tranquillamente, dando la possibilità ad Alya e Nino di conoscere meglio il nuovo gruppo di amici che il loro due ex compagni del collège, almeno per quanto riguardava il ragazzo, si erano fatti.
A metà pomeriggio, Tom Dupain sbucò dalla botola con un vassoio pieno di focaccette appena sfornate.
«Vi ho portato la merenda!» esordì, con quel suo vocione cordiale.
«Sei il migliore Tom!» esclamò Adrien, mettendo le mani sotto la guantiera in modo da riuscire a tenerla, per poi posizionarla al centrò del gruppo.
«Se volete qualcos’altro, vi basta chiedere.» aggiunse l’uomo, per poi ridiscendere le scale.

  
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