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Autore: ellephedre    31/01/2021    16 recensioni
Come sarebbe stata la mia vita se tu fossi nata uomo, Oscar?
Me lo domando, a volte.
Oggi sarei sposato e avrei una famiglia. Io e te saremmo stati amici - un servo e il suo padrone - ma le nostre esistenze sarebbero potute scorrere in parallelo, senza procedere in simbiosi. Avrei una moglie adesso, dei figli. Avrei quell'esistenza completa che non ho mai agognato.
Non è solo l'amore a legarmi a te, Oscar, ma il modo di vivere che mi hai involontariamente imposto.
Siccome sei nata donna, io sono stato il tuo attendente in modi che non ci aspetta da altri uomini che svolgono le mie mansioni. Ho condiviso tutto con te - l'educazione, l'allenamento, i valori. Sono un servo che è tale solo a metà, e un uomo del popolo che vorrebbe sentirsi tale in ogni cosa, ma non riesce.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nato servo

Nato servo

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Versailles no Bara non mi appartengono.

 


 

1 - Se fossi nata uomo

   

Come sarebbe stata la mia vita se tu fossi nata uomo, Oscar?

Me lo domando, a volte.

Oggi sarei sposato e avrei una famiglia. Io e te saremmo stati amici - un servo e il suo padrone - ma le nostre esistenze sarebbero potute scorrere in parallelo, senza procedere in simbiosi. Avrei una moglie adesso, dei figli. Avrei quell'esistenza completa che non ho mai agognato.

Non è solo l'amore a legarmi a te, Oscar, ma il modo di vivere che mi hai involontariamente imposto.

Siccome sei nata donna, io sono stato il tuo attendente in modi che non ci aspetta da altri uomini che svolgono le mie mansioni. Ho condiviso tutto con te - l'educazione, l'allenamento, i valori. Sono un servo che è tale solo a metà, e un uomo del popolo che vorrebbe sentirsi tale in ogni cosa, ma non riesce.

Sei tu a ricordarmi che esisto solo per servire, Oscar. Tu, che non mi hai mai considerato un uomo. Tu che mi hai permesso di starti accanto in ogni momento della tua vita come non avresti mai permesso ad un mero amico. Solo il tuo attendente, per la funzione che aveva, poteva passare tanto tempo con te, e condividere la tua esistenza.

Per questo non mi pento di essere nato servo, Oscar.

Se fossi stato nobile, tu non mi avresti mai guardato. Hai guardato solo Fersen con gli occhi dell'amore e io non sarei stato un'eccezione.

Da nobile non ti avrei conosciuta. Mi avresti trattato con fredda cordialità, tenendomi a distanza come chiunque altro.

Da servo io sono cresciuto con te. Ho vissuto con te.

Non mi vedi come un uomo, ma io ti vedo come la compagna della mia vita. È un giogo forse, una spirale senza uscita. Ma che importa?

Io mi sveglio e tu mi chiami. Vado ovunque con te. Se viaggi, sono con te. Se vai in missione, sono con te. Ci separiamo solo quando andiamo a dormire e non riesco a dolermi per questa mancanza, per quanto sia follia.

Nessun uomo dormirà mai con te e io, solo io, sarò l'unico che dividerà le tue giornate.

Osserverò il mondo coi tuoi occhi, ti accompagnerò nelle tue esperienze...

Mi basta. La confusione giunge unicamente quando siamo separati. Ho una vita, nonostante tutto, lontano da te. In tua assenza percepisco tutto ciò che mi manca. Sono un essere a metà.

Perciò ascolto la rabbia del popolo e partecipo ai loro incontri, lasciandomi coinvolgere dalle loro rimostranze. Parlano a quella parte di me, nascosta e silente, che vorrebbe prenderti per le spalle e importi di guardarmi, di accorgerti di me.

Ma tu ti sei innamorata di Fersen, Oscar.

Mai di me. Mai di me.

Anche se ti accorgessi che non sono solo un servo, il tuo sguardo non si tingerebbe di ardore nel guardarmi.

Non provi simili sentimenti per me. Non li proverai mai.

Perciò... perciò servirti è l'unico modo che mi è concesso di amarti. È la mia scusa. È il mio destino.

Va bene così. Perché quanti altri uomini si innamorano di una donna in maniera così totale da non sentire il bisogno che di lei per vivere?

Io sono fortunato. Non ho tutto, ma mi è concesso di starti vicino, di vivere al tuo fianco.

In questo mondo, un uomo come me poteva avere tutto questo da una donna come te solo in questa situazione - solo per un raro scherzo del destino che non avrà occasione di ripetersi.

Se tuo padre non fosse stato folle il giorno in cui sei nata, saresti venuta su come donna. Io ti avrei chiamata 'mia signora' e non avrei mai giocato con te. Tu saresti cresciuta testarda e fiera, nonché capricciosa - perché è questa l'unica arma concessa alle donne per ottenere ciò che vogliono.

Tu... tu sei stata cresciuta come uomo perché era giusto così, Oscar. Sarebbe stato un crimine negare al mondo la tua dignità, il tuo onore e la nobiltà d'animo che hai mostrato come soldato. Sei nata per guidare gli uomini, dovevi poter essere loro d'esempio.

Non negherò mai che sia stato giusto che tu sia cresciuta come uomo. Ma sei anche una donna e ti sei permessa di esserlo fino ad ora, a modo tuo. Non puoi cancellare tutto questo solo per uno stupida delusione amorosa, Oscar! Non per un uomo che non sa chi sei e mai lo saprà.

E sia, forse hai il diritto di chiedermi di andarmene e di smettere di seguirti ovunque. Ma non puoi cancellare la creatura a cui ho votato la mia vita.  

Tu sei femminile quando suoni al pianoforte, sei femminile quando porti un calice di vino alla bocca. Quando ti addormenti sul prato dopo aver tirato col fucile - fu in uno di quei giorni, quasi vent'anni addietro, che ti guardai con occhi nuovi e la mia vita cambiò per sempre.

Sono consapevole di non essere un tuo pari e a quanto pare nemmeno un amico. Puoi cacciarmi e mettermi da parte come un paio di stivali usati, ma cancellare te stessa, Oscar? È un crimine. Un'idiozia.

«Se voglio vivere come un uomo» affermi, «non avrò più bisogno del tuo aiuto, Andrè.»

Mi dai le spalle, dirigendoti verso la tua stanza, incurante della mia reazione. Tu ordini e decreti, non ascolti.

«Voglio essere libero per questo nuovo inizio» insisti.

Perché lo ribadisci proprio a me? Sono stato una catena per te? Anche se non ho mai preteso nulla, anche se ho fatto sempre e solo ciò che dicevi. Anche se credevo che, almeno, io e te fossimo amici.

«Oscar» ti chiamo. Non riesco a trattenermi. Ti seguo. «Lasciati dire una cosa.»

Ti fermi, ma non ti giri. Mi disdegni, perché io non conto nulla. Ma la verità conta e non la puoi rifuggire, Oscar.

«Sia essa bianca o rossa, una rosa è sempre una rosa. Una rosa non sarà mai un lillà.»

Ti infuri. Era quello che volevo, sto smascherando la tua finzione.

«Vuoi dire che una donna non potrà mai cambiare?»

Voglio dire che tu puoi essere la donna che vuoi, ci sei riuscita per oltre trent'anni. Non cambiare per un uomo, non cambiare per nessuno. Non cambiare.

«Rispondimi, Andrè, rispondimi!»

La testa mi parte di lato. Mi hai schiaffeggiato con tutte le tue forze. Mi latita l'occhio - quello che già non vede più nulla e che presto si porterà via la luce dell'altro occhio. Non ti vedrò mai più Oscar.

Mi prendi per il bavero della camicia, minacciandomi come se fossi un uomo, come se fossimo pari.

«Parla!» mi ordini. «Perché a seconda della tua risposta...»

Ti afferro i polsi e stringo. Stringo, accanendomi contro tutto ciò che mi ha posto su questo mondo per amarti solo da lontano. Mi accanisco contro di te, che non vuoi lasciami neppure la consolazione di sapere che - seppur da lontano - rimarrai Oscar, la mia Oscar.

«Lasciami, Andrè, mi fai male.»

Tu mi hai fatto male per vent'anni. Oggi me ne fai come non mai.

Si strappa qualcosa dentro di me e schiaccio la bocca contro la tua, per punirti.

Non sto sfogando il mio amore represso. Voglio umiliarti, voglio sottometterti. Voglio privarti di ogni scelta, per una volta - tu, che hai sempre deciso per tutti e due. Perciò stringo forte e mi oppongo ai tuoi tentativi di divincolarti. Con soddisfazione ti impedisco di scacciarmi e ti spingo sul letto, cadendoti sopra.

Come ci si sente a non avere scelta, hm? Anche questo significa essere donna e tu non lo hai mai provato, Oscar.

Voglio vivere come un uomo, sarò un uomo.

Mentre urli non ti ascolto e afferro la camicia maschile e le bende con cui ti fasci il petto, per tentare di nascondere innanzitutto a te stessa cosa sei, chi sei.

Sei questo, Oscar, questo!

Con uno strattone rompo la stoffa e quel che resta della mia anima.

Mi risveglio e mi vedo, in piedi davanti al letto con la camicia che ti ho strappato, con te a petto nudo che per l'umilazione piangi in silenzio e non osi neanche guardarmi, rassegnata all'inevitabilità della mia violenza.

Piango.

Come mi sono ridotto a questo? Come ho potuto spogliarti della dignità?

«E adesso cosa vorresti farmi, Andrè?» domandi, disprezzando la debolezza che ti ho ricordato.

Mi odio. «Perdonami. Giuro su Dio che non accadrà mai più.»

Ti copro, perché so che non lo farai da sola. Sto attento a non toccarti. Non l'ho mai meritato, ma ora non lo meriterò mai più.

Mi trascino via dalla tua stanza, ma devo ancora parlare - per dare un senso alla vita trascorsa insieme insieme che ho appena rovinato per sempre. «Una rosa non diventerà mai un lillà» ripeto. «E Oscar non potrà mai smettere di essere Oscar.»

Piango, sperando che ascolti, anche se proprio ora non mi ascolterai. Sono talmente idiota.

«Per vent'anni ho guardato solo te, e amato solo te.» Questo - questo - è lo sfogo che avrei dovuto liberare prima. Ho preferito sottometterti, invece che sottomettermi completamente a te, fino all'ultimo alito di spirito. «Ti amo» ribadisco con forza, tenendomi a stento in piedi. «Ho finito per amarti come non potresti mai immaginare.»

Barcollo via, fuggendo da me stesso e da te.

  

1 - Se fossi nata uomo - FINE


NdElle: la prima storia in assoluto che scrivo su Lady Oscar.

Ho sempre trovato la trama originale perfetta, ma ammetto che rivedendola di recente per l'ultima volta (ho usato i dialoghi sottotitolati della versione Yamato Video) mi sono venute in mente frasi e interazioni che esulano dalla versione originale.

Questa storia era partita come una riflessione generale di Andrè, poi è finita col diventare una rivisitazione del momento 'la rosa non è un lillà'.

Mi sono immaginata dialoghi - mai avvenuti - successivi a questa scena, in un confronto che mi è parso in-character per il personaggi di entrambi e che non so se scriverò. Forse sì, dipende. Dall'ispirazione principalmente.

Un altro momento che mi spezza il cuore infatti è quello in cui André scopre che Oscar potrebbe sposarsi. È la nonna a dirglielo, come se sapesse qualcosa di reali sentimenti di lui. Come momento mi ha colpito tantissimo.

Ho fatto diverse riflessioni in merito su Twitch, nelle dirette che sto tenendo insieme alle persone insieme alle quali sto riguardando le ultime puntate di Lady Oscar - due episodi a settimana, la domenica.

Mi piacerebbe quindi, magari, ripercorrere anche il momento in cui Andrè piange per Oscar che potrebbe sposare un altro.

E chissà se oserò mai cambiare ciò che è perfetto - ovvero, arrivare a scrivere di Oscar che si accorge di Andrè e di loro che non muoiono.

Aspetto un vostro feedback se vi va :)

Elle

   
 
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