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Autore: _fioredineve_    31/01/2021    0 recensioni
[...] riusciva solo a pensare che era dannatamente bella e luminosa, come la Luna. E lui era una semplice stella, una di quelle stelle che tentavano di splendere più delle altre solo per farsi notare da lei.[...]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naminè, Roxas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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Roxas non aveva mai visto una ragazza così: delicata, sia nel parlare che nel muoversi, con una risata cristallina e timida, pura.
Roxas non aveva mai incontrato una ragazza così dolce, timida, sincera. Era tutto ciò che lui non aveva mai visto e amato. Perché era sicuro di amarla, soprattutto ora, mentre la guardava disegnare le figure di quel parco immerso nel verde.
Ne era innamorato, fin dal primo in incontro. Non aveva fatto altro che pensarla, sognarla, immaginarla. Ogni volta che se la ritrovava davanti le parole gli morivano in gola e riusciva solo a pensare che era dannatamente bella e luminosa, come la Luna. E lui era una semplice stella, una di quelle stelle che tentavano di splendere più delle altre solo per farsi notare da lei.
Come se si sentisse osservata alzò lo sguardo, incrociando il suo, e gli sorrise. Era bella e lui era un idiota a non avere il coraggio di dirglielo.
Si avvicinò, salutandola, e si accomodò accanto a lei.
“Che bello incontrarti qui!” esclamò lei, chiudendo il suo album da disegno, quello che si portava sempre dietro.
“È sempre bello incontrarti” rispose semplicemente lui, sorprendendo entrambi. Lei lo guardò sorpresa, spalancando quei suoi splendidi occhi cerulei, arrossendo e nascondendo un sorriso timido.
“Che… che cosa disegnavi?”
“Quegli alberi con i rami intrecciati, sembra siano innamorati, non trovi?” l’ingenuità di quelle parole lo scaldarono dentro. Era così pura, come avrebbe potuto non amarla?
Ed così diversa saluti, così vera, candida e pulita.
“Sì” rispose solamente, nonostante ogni fibra del suo corpo gli dicessi di dirle che anche lui era innamorato. Innamorato di lei. Ma, allo stesso tempo, non voleva dirglielo per paura di contaminarla con il suo essere sporco, il suo essere impuro e imperfetto.
“Sei mai stato innamorato?” chiese poi lei, continuando a fissare sognante quegli alberi verdeggianti e fioriti. Un lieve rossore le fingeva il viso.
“Sì, tu?”
“Sì, lo sono tutt’ora” rispose in un sussurrò, semplice e sincero.
“E chi è l’anima fortunata?” chiese, in modo ironico, celando la sua tristezza e paura. Paura che fosse qualcuno che non era lui. Paura che fosse qualcuno che non meritava il suo amore così puro e sincero.
Lei gli sorrise, alzandosi e lasciandogli un bacio sulla guancia accompagnato da un biglietto che, in modo delicato e appena percettibile, gli aveva fatto scivolare tra le mani. Poi corse via, lasciandolo da solo su quella panchina. Abbassò lo sguardo sul biglietto, aprendolo.
“Vuoi essere quell’anima?”, lui sorrise, felice. Era ovvio che avrebbe voluto esserlo. Sarebbe stato quell’anima per sempre, se necessario.
 
 
   
 
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