Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |       
Autore: LadyHeather83    01/02/2021    4 recensioni
In una serata apparentemente tranquilla, Parigi viene colpita da un terremoto devastante.
Adrien e Marinette, che stavano partecipando ad una serata organizzata dalla Casa di Moda Agreste, rimangono intrappolati nell'ascensore dell'Hotel Grand Paris, senza un'apparente via di fuga...
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NON AVERE PAURA

*

Il terremoto

 

A Marinette sudavano le mani mentre si accingeva a chiudere la mini zip del vestito, che sapientemente aveva ideato e cucito lei stessa a mano, impreziosendolo con una fila di Swarovski attorno l’addome, a formare una cintura.

Indossò sulle spalle anche la pelliccetta ecologica nera, che aveva legato con i laccetti di raso dello stesso colore.

Il vestito era lungo e rosso, scivolava benissimo a delinearne le forme di una ragazza di ormai vent’anni.

Si guardò allo specchio con aria soddisfatta, la parrucchiera e  truccatrice aveva fatto un ottimo lavoro, le aveva acconciato i capelli in uno chignon spettinato e fatto ricadere leggeri boccoli attorno al viso, incorniciandoglielo alla perfezione, mettendo in risalto i suoi tratti orientali, aiutata dal leggerissimo velo di trucco.

“Sei già bella di tuo, non hai bisogno di ulteriore stucco” Le aveva detto.

Prese la clutch rossa e ci infilò dentro Tikki, il cellulare e le chiavi di casa.

“Sono proprio fiera di te, Marinette” Le aveva detto dopo essersi messa comoda tra la stoffa.

“Grazie, Tikki, ammetto che è stata dura vincere quel concorso, il signor Agreste, è stato molto esigente e pignolo nei miei confronti”.

La casa di moda Agreste, aveva indetto una selezione qualche mese prima per un posto da stagista, che avrebbe coinciso perfettamente con la conclusione dei suoi studi all’accademia della moda.

Si era decisa a partecipare, anche se le sarebbe bastata una telefonata al suo amico Adrien, per farle ottenere il posto, risparmiandole ore di angoscia per sapere se era passata allo step successivo, ma non voleva passare per la raccomandata di turno.

Anzi, quando per puro caso, il biondo aveva scoperto che tra i nominativi, c’era la sua cara amica Marinette, era andato da suo padre, per chiedergli di farle ottenere il posto, scavalcando tutti i pretedenti.

“Da Marinette mi aspetto grandi cose, e non vorrò che si limiti solo ad eseguire i miei ordini, dovrà stupirmi” Gli disse “…e poi non voglio che si spettegoli sul fatto che voi vi vediate, e quindi per questo abbia ottenuto il posto”.

“Siamo solo amici, papà. Non c’è niente tra me e lei”.

“Se lo dici tu”. Nemmeno suo padre credeva alle sue parole.

Gli era capitato di vederli parlare tra i corridoi, oppure quando li beccava in centro in un locale per un aperitivo.

Gli sguardi che si scambiavano reciprocamente, non erano di certo di due amici.

Marinette scese le scale e vi trovò anche i suoi genitori vestiti elegantemente, alla premiazione avrebbero partecipato anche loro quella sera, la loro amata figlia, sarebbe stata presentata come nuovo membro dell’organico della casa di moda e braccio destro di Gabriel Agreste in persona.

“Sei bellissima tesoro” L’abbracciò sua madre che si commosse.

“Mamma, ti scende il trucco così”.

“Andiamo, la carrozza aspetta la sua principessa” Tom prese Marinette sotto braccio per condurla davanti la limousine noleggiata per l’occasione.

“Papà, non dovevi”.

“E’ una serata importante per la mia bambina, volevi forse prendere la metro? Vestita così poi?”.

“Una macchina più sobria sarebbe stata l’ideale” Sospirò rassegnata.

“Sai com’è fatto tuo padre”.

*

Arrivarono davanti l’hotel “Le Grand Paris”, location dell’evento che si sarebbe tenuto all’ultimo piano.

L’autista aprì la portiera a Marinette, e come se fosse una delle più importanti star, scese guardandosi attorno, sistemandosi il vestito e sperando di non inciampare sul tacco dieci.

Venne investita da numerosi flash che le fecero chiudere gli occhi e schermandoli con il braccio guantato.

“Wow, Marinette! Sei fantastica” Una voce da dietro la costrinse a girarsi, l’avrebbe riconosciuta tra mille: Adrien!

Impeccabile dentro il suo smoking nero, che se non fosse stato per la folla di fan imbizzarrite o per il fatto che si trovavano in pubblico, glielo avrebbe strappato via, solo per ammirare dal vivo il suo fisico da Dio dell’Olimpo, apparso sulla copertina di una rivista prestigiosa della moda che pubblicizzava una collezione di intimo uomo.

No, la cotta per lui non le era ancora passata, nemmeno a distanza di anni.

Adrien le porse il braccio “Posso accompagnare al ballo una gentile donzella?”.

Marinette rise sotto i baffi “Ma certo, Milord”.

Ed insieme si avviarono sul red carpet, Adrien più a suo agio che mai salutava i giornalisti e si prestava ad alcune foto, Marinette del canto suo, avrebbe solo voluto sprofondare al centro della terra.

“Ti ci abituerai!” Gli disse mentre salutava Alya, fresca di laurea in giornalismo e neo assunta alla rete locale, accorsa per scrivere il suo pezzo.

“Lo spero” Anche se non si era ancora ripresa dopo il loro ultimo incontro, quando furono costretti a scappare dai giornalisti, un errore madornale, in quanto il giorno dopo era uscito in prima pagina un articolo dove presto i due si sarebbero sposati.

*

Entrarono in hotel e Marinette si staccò da Adrien “Ti restituisco il braccio” Le sorrise.

“Sei stata brava lì fuori”.

“Dici? Mi tremavano le ginocchia, avevo paura di cadere”

“Perché? Eri aggrappata a me.” Chiese con naturalezza, come a voler dire che potrà sempre contare su di lui, che non l’avrebbe lasciata per nulla al mondo.

Marinette arrossì, ma non colse l’allusione.

Tom e Sabine arrivarono subito dopo, un giornalista li aveva fermati credendo fossero qualche persona di spicco nell’alta moda.

“Gli ascensori sono di qua” Indicò Adrien.

“Sali con noi?” Chiese Marinette.

“Si certo, sempre lì dobbiamo andare”.

“Andate avanti, noi vi raggiungiamo tra un po'” Con la scusa di andare in bagno, Sabine, lasciò da soli i due ragazzi, che si avviarono agli elevatori.

“Fai presto mamma!”

*

Marinette iniziò a tremare e l’imbarazzo presto calò nell’abitacolo, entrambi guardarono nervosamente il display, che ad ogni piano, cambiava il numero.

“Stai bene, Marinette?” Le chiese notando che si era appoggiata alla parete ed osservava il pavimento di moquette bordeaux.

“No…cioè si…cioè...” Balbettò ritornando la Marinette delle superiori.

“Non devi preoccuparti, vedrai che la serata andrà bene”.

“Non è per la serata!”.

L’ascensore sobbalzò leggermente e lei urlò.

“Non dirmi che hai paura degli ascensori” La schernì mettendosi a ridere.

“Si…ma di restare intrappolata”.

“So che Chloè li ha appena cambiati, quindi non hai nulla da temere”.

“Intrappolata e durante un terremoto” Balbettò di nuovo.

Adrien inarcò un sopracciglio, si sarebbe aspettato di tutto, ma questa poi, era un’eventualità che non si sarebbe mai verificata a Parigi.

“Non ti sembra di esagerare? Quante probabilità ci sono che un terremoto investa Parigi?”.

Non fece a tempo a finire la frase, che l’ascensore sobbalzò di nuovo e si fermò di colpo spegnendosi, ed Adrien imprecò mentalmente, non era capace di stare zitto.

Dopo qualche secondo si accese la luce di emergenza.

“Oddio! Ti prego no!” Marinette si portò le mani sul viso ed era sul punto di piangere, lui gliele tolse e la guardò negli occhi.

“Andrà tutto bene, adesso l’ascensore ripartirà, sarà solo andata via la luce”.

“Non andartene!” Lo supplicò vedendo che stava raggiungendo la parte opposta dell’abitacolo.

“Dove vuoi che vada?”

“Intendevo…” Si fermò mordendosi il labbro inferiore “…resta vicino a me”.

Adrien l’abbracciò e le accarezzò la schiena nuda, quel contatto provocò in Marinette una scossa che le percorse tutta la spina dorsale.

“Va meglio?” Chiese con voce soave.

“S-si” Appoggiò la testa sul suo petto finchè il battito non tornò regolare e una voce li stava chiamando.

“C’è qualcuno nell’ascensore?” Sentirono provenire nell’autoparlante.

Adrien schiacciò il pulsante rosse e parlò “Si, siamo in due. Che cos’è successo?”.

“E’ andata via la corrente, i tecnici stanno tentando di ripristinarla, ci vorrà un po'”.

Perfetto, ci mancava solo questa, ma per fortuna non era da sola e durante un terremoto.

“Grazie”.

Marinette avrebbe risposto “Grazie un corno”.

*

Passarono interminabili minuti, e si stava facendo caldo.

Adrien si tolse la giacca e cravatta, ed iniziò ad arrotolare le maniche della camicia bianca.

“Ah! E io che mi stavo preparando a gustarmi uno spogliarello” Esordì Marinette distogliendo lo sguardo.

“Se serve a distrarti…mi sacrificherò per la mia amica”.

Amica.

Ancora quella parola, quanto la odiava Marinette, ma odiava ancora di più se stessa per non aver mai avuto il coraggio di dichiararsi ad Adrien.

Ogni volta le sembra sempre che il momento non fosse quello giusto, ma così facendo, rischierebbe solo di perderlo.

Certo era riuscita in tutti questi anni a conviverci molto bene, e qualche anno fa era anche riuscita a non balbettare più o a pronunciare frasi senza senso in sua presenza, forse è stato per quello che i due ultimamente passavano molto tempo assieme.

Lei sapeva tutto di lui, lui sapeva quasi tutto di lei.

“E’ il tuo ennesimo tentativo di metterti in mostra?”

Riusciva anche a fare battute e spesse volte lo punzecchiava come faceva LadyBug, già la sua lady, chissà che fine aveva fatto, e anche Papillon sembrava da qualche mese sparito nel nulla.

La corrente sembrava essere stata ripristinata, e quando l’ascensore fece per ripartire, si bloccò di nuovo e Marinette ed Adrien caddero a terra.

“Ma che cosa sta succedendo?”

Sembra…sembra un terremoto!” Impallidì Adrien, non sapendo che cosa aspettarsi da quella situazione.

La scossa durò più di un minuti ed istinto, Marinette si era avvicinata a lui abbracciandolo forte.

“Moriremo!” Piagnucolò lei.

“No” Disse lui convinto, stava per trasformarsi in Chat Noir, non sarebbero di certo periti in ascensore, e poi non poteva stare senza far niente.

Ma il destino era dalla sua parte, quando stava per pronunciare le parole magiche, le scosse cessarono.

“Stai bene, Marinette?”.

Lei aprì gli occhi lentamente, ritrovandosi con solo la luce fioca della lampada d’emergenza.

“Credo di si” Si guardò attorno spaesata, quel movimento della terra, le aveva provocato delle vertigini, non era ancora pronta ad alzarsi, e sembrava che stesse per vomitare da un momento all’altro.

Già, che gran bella figura.

“Fa dei respiri lenti e profondi” La invitò il biondo avendola vista impallidire, quello che gli mancava in quel momento era ritrovarsi a gestire una crisi di panico, ma Marinette sembrava collaborare a calmarsi un po’ alla volta.

Adrien prese il cellulare dallla tasca della giacca, i soccorritori non rispondevano più al citofono dell’altoparlante di emergenza, quindi dovevano prodigarsi ad avvisare chi era all’esterno.

“Dannazione” Sibilò a denti stretti.

“Il mio cellulare è morto” Disse Marinette guardando il display, non riusciva nemmeno a comporre il numero per le emergenze.

“Dobbiamo uscire da qui”.

*

Continua

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: LadyHeather83