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Autore: ___Luthien    01/02/2021    2 recensioni
Ultimamente ho ripreso a guardare Naruto, e la mia mente non è riuscita a non immaginare alcune scena extra. Scene extra che mi hanno portato a scrivere questo primo capitolo.
Shikamaru/Naruto/Sasuke
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto prima serie
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La missione non solo non era servita ma era stata proprio un vero buco nell'acqua. Nessuno di loro era riuscito a trovare Sasuke o qualche indizio su di lui, il covo di Orocimaru era crollato sotto a centinaia di rocce e del compagno del villaggio della foglia, non si era più avuta alcuna traccia. 
L'unica cosa che i tre ninja erano riusciti a confermare in tutto quel trambusto era che per i prossimi tre anni il corpo dell'amico sarebbe stato al sicuro: quel mostro di un serpente si era appena reincarnato in un altro ospite, quindi per un po' Sasuke non avrebbe dovuto temere per la sua vita.
Naruto si sentiva sollevato nel conoscere quella verità ma allo stesso tempo un peso lo divorava dall'interno: '' Non si sarebbero più visti in quei tre anni? ''

- Sakura! Ciao! Come sta andando l'allenamento?

- Tutto bene Naruto, Tsunade è un'ottima insegnante. Sono felice che abbia accettato di prendermi come sua allieva. Tu piuttosto: il maestro Jiraya mi ha detto che hai di nuovo voluto stra fare... Ormai in questo ospedale ti conosco tutti!
disse la giovane appoggiando un cestino di frutta contenente mele e arance vicino al letto del ragazzo.
Quante volte era entrata lì dentro per i suoi amici negli ultimi mesi?
Poteva quasi attraversare i corridoio a occhi chiusi e trovare sempre la strada giusta senza sbagliare mai, nemmeno una volta

- Hahaha hai ragione! Mi stavo allenando senza sosta da qualche giorno, e a quanto pare ho finito il chakra. Il maestro mi ha trovato  dis -

- Non c'è nulla da ridire Naruto! Non.. Non farmi preoccupare, per favore.

Il biondo rimase sorpreso da quelle parole lasciandosi però scappare un sorriso sincero sulle labbra. 
- Tranquilla Sakura! Io manterrò la promessa che ti ho fatto. Costi quel che costi!

La ragazza mosse la testa, allegra. 

- Sei proprio il solito. Vedi di pensare anche a te!
Così dicendo tornò verso l'uscita, salutando il compagno con un cenno del capo.
Naruto era forte - il più forte -  e in quel tempo passato insieme a lui, lei lo aveva capito: se c'era qualcuno su cui poteva fare affidamento quello era proprio Naruto! Il biondo non l'avrebbe mai abbandonata e avrebbe fatto qualsiasi cosa per la loro amicizia, per la sua felicità, per il bene di chi lo circondava. 
Sakura pensando al passato non avrebbe mai creduto che tra di loro si instaurasse quel rapporto. Ricordava ancora perfettamente quando il maestro Iruka li aveva messi insieme nella stessa squadra, dentro di sé si era sentita la ninja più sfortunata del villaggio della foglia ma erano bastate poche missioni per ricredersi. Naruto era un ragazzo speciale e nonostante la vita era stata parecchio ingiusta con lui, era riuscito a prendere il meglio dalle esperienze negative e positive, migliorando se stesso solo per farsi accettare dagli altri.
Sakura un po' lo invidiava: da dove prendeva tutta quella forza? Lei al suo posto non sarebbe mai riuscita a realizzare nulla...
Era debole, lo era tutt'ora e chissà quando sarebbe riuscita a non sentirsi più un incapace e un inutile peso. 


 
***

 
Naruto passò altri due giorni in ospedale prima di essere dimesso. Una volta uscito decise di dirigersi verso la rameria che fin da piccolo rappresentava per lui un vero e proprio rifugio. Stare seduto in quel ristorante con il viso dei proprietari a sorridergli lo faceva sentire al sicuro, una sensazione che poche volte da quando era nato aveva provato. 

- Signor Teuchi! Signorina Ayame! Buongiorno! Una ciotola di ramen per favore!

- Naruto! Non ti fai vedere da giorni ormai! Pensavamo ti fosse successo qualcosa...

- Ho un po' esagerato con gli allenamenti signorina ahaha! Non si preoccupi io diventerò l'hokage del villaggio! Non vi libererete di me facilmente ahaha! -

- Tieni ragazzo, una doppia porzione. Ti stai dando molto da fare, eh?
Naruto osservò la ciotola di ramen che l'uomo gli porse di fronte, leccandosi le labbra dinnanzi all'odore meraviglioso che evaporava. Era davvero il ristorante più buono del mondo!

- Pancia mia fatti avanti! Grazie mille signore!

I due proprietari sorrisero, lasciando che il ragazzo mangiasse con calma. Entrambi lo avevano visto crescere e anche se non glielo avevano mai detto si erano molto affezionati. Naruto infondo non aveva mai fatto un torto a nessuno, non si era mai comportato male, era sempre stato un bambino vivace e onesto, con l'unica sfortuna però di essere solo e incompreso da tutti. 

- Grazie ancora! Tornerò presto!
disse spostando i tendoni con una mano per uscire.


Il cielo era limpido quel giorno e lui doveva ricominciare ad allenarsi, impegnare ogni sua singola energia per diventare il più forte di tutti i ninja! Per questo non poteva accettare che nonna Tsunade lo avesse assegnato all'eremita dei rospi: dannato! Per l'ennesima volta era scappato via da qualche parte, alla ricerca di qualche fanciulla per il suo libro, e lui non poteva permettersi di perdere altro tempo in quel modo. 
Con il volto imbronciato decise quindi di raggiungere l'hokage e farsi assegnare ad un altro maestro, Naruto voleva imparare, allenarsi giorno e notte per riuscire a realizzare tutti i suoi sogni e mantenere tutte le sue promesse, non poteva stare insieme a quel dongiovanni inconcludente!

- ...potrebbe centrare Orocimaru... Kurenai! Asuma! Dovete subito raggiungere il carcere di massima sicurezza e interrogare Mizuki! -

- Agli ordini!

Naruto si ritrovò per sbaglio a origliare quella conversazione, con rabbia strinse le mani indurendo le nocche: ancora quel mostro! Non poteva rimanere al villaggio sapendo che qualcuno poteva rivelargli delle informazioni utili per la ricerca di Sasuke; se Mizuki sapeva realmente qualcosa su Orocimaru, lui lo avrebbe raggiunto e preso a calci fino a quando quest'ultimo  non avesse sputato tutto ciò che teneva segreto!
Certo, per fare ciò Naruto non avrebbe mai immaginato di doversi fronteggiare faccia a faccia con quei due imbecilli: Fulmine e Vento si chiamavano.
Erano due energumeni, grandi, enormi, con una stupida faccia e un minuscolo cervello. Ormai erano svariati minuti che quei due scimmioni continuavano a dargli noie, non permettendogli di raggiungere Mizuki e il maestro Iruka, che tra una cosa e l'altra lo aveva affiancato in quella missione. 

-Aaah! Smettetela di darmi tutti questi problemi! -
sbuffò Naruto non riuscendo a trovare realmente una soluzione per metterli al tappeto. La moltiplicazione del corpo non aveva funzionato ed insieme a quella nemmeno il Rasengan. 

- Fratello hai sentito che ha detto?
- Siamo dei problemi?
- Ha detto proprio così. -
- Non è stato per niente carino, mh.

- AAAH! FATELA FINITA! MI AVETE PROPRIO STANCATO! -


- Naruto!

Il biondo si bloccò sul posto, voltandosi verso la voce che lo aveva chiamato. Qualcuno da sopra un albero, aveva pronunciato il suo nome.  

- Shi... Shikamaru?

- Squadra di supporto InoShikaCho! - urlò Ino scostando il ciuffo biondo dietro l'orecchio, affiancata dalle urla esuberanti di Choji. 

- Cosa..
Naruto si bloccò, fissando il moro con rabbia. Non aveva dimenticato quella notte in cui lo aveva messo K.O. come se niente fosse, lasciandolo nella sua stanza incurante dei suoi obbiettivi. Con che coraggio ora gli si presentava davanti?

- Tu...
bisbigliò a denti stretti, senza però avere il tempo di aggiungere altro. Choji infatti aveva iniziato a sbraitare, indicando i due energumeni che per qualche istante Naruto aveva dimenticato di star combattendo. 

- Vai pure avanti Naruto, qui ci pensiamo noi.

Il biondo fissò le ombre del ninja che in gran velocità erano andate a incatenare Vento e Fulmine, digrignando i denti: ''non finisce qui'' pensò prima di passare oltre. 

Shikamaru fissò il biondo andare via insieme al cane di Kakashi, sorridendo sotto i baffi. Sapeva che non lo aveva perdonato per il suo gesto, alla fine in alcune situazioni Naruto reagiva ancora come un ragazzino, e se ci si rifletteva solo un attimo, c'era una ragione se lui fosse diventato un Jonin e il biondo invece no.
Era un irresponsabile, un enorme irresponsabile ma fortunatamente per lui, c'era Shikamaru ad agire nell'ombra pur di pensare al suo bene. 

- Bene ragazzi, sistemiamo questi due scimmioni.

- Siii! Dimostriamogli che sono io il ciccione più bello del villaggio della foglia!

- Choji... Ah... Sei davvero senza speranza.

Ino scoppiò a ridere poco prima di scendere insieme ai suoi compagni dall'albero per aiutarli a fronteggiare Vento e Fulmine. 

Non fu facile, anzi tutt'altro! 

Nemmeno le nuovissime abilità combinate della squadra InoShikaCho potevano fare qualcosa contro quei due che, più si arrabbiavano, più diventano indomabili. 

- Qui si mette male.
sussurrò il moro cercando di studiare un piano che potesse portarli alla vittoria. Purtroppo non aveva ricevuto abbastanza informazioni su quei due fuggitivi, sconfiggerli era praticamente impossibile, o quasi... 

''Pensa, pensa...''

...

- Ragazzi! Ma siete stati bravissimi a resistere così a lungo! Scusatemi... Vi ho affidato questa missione senza sapere che ci fossero quei due!

Shikamaru alzò lo sguardo, riconoscendo subito la voce del quinto Hokage. 
- Lei...

- Ora ci penso io.
Con due dita, letteralmente due dita, l'hogake fece volare i due ninja che come due cuccioli ammaestrati, si inchinarono subito di fronte alla bionda. 

- Ci perdoni! -
esclamarono inchinandosi a lei, dimostrando chiaramente di conoscerla e di avere forse un passato nascosto che li univa. 
-Torniamo subito all'istituto!
gridarono ancora ad alta voce prima di iniziare a correre verso la prigione, a gambe levate.

- Quella donna... Mette davvero i brividi.
esclamò Choji osservando la scena da lontano, seduto vicino ai suoi due compagni stremati. 

- Bene ragazzi, riposatevi! Raggiungerò io Naruto e il maestro Iruka! Voi rimanete qui, ed aspettate!

Shikamaru ascoltò le parole di Tsunade annuendo. Per quanto una parte di lui volesse correre verso Naruto, verso il punto in cui aveva sentito quell'esplosione, sapeva di non poterlo fare, di non poter agire come il suo cuore desiderava ardentemente: doveva dare l'esempio ai suoi compagni, agli altri ninja del villaggio: prima di ogni cosa, gli ordini. Sempre. 

 
***
 
Era passata qualche ora dal loro ritorno al villaggio. Ino era andata a trovare il maestro Asuma, Choji era andato a mangiare questa volta insieme al maestro Iruka, Shikamaru invece aveva deciso di godersi un po' di pace vicino al fiume che attraversava il villaggio. Gli piaceva riposarsi sull'erba, guardare le nuvole mutare forma, immaginare una vita più tranquilla. Se avesse potuto decidere di plasmare il mondo a suo piacimento avrebbe cancellato ogni guerra o potere, creando un mondo di uguaglianza e pace. Che senso aveva infondo battersi per dimostrare la propria forza? Perchè non si poteva vivere semplicemente in armonia? 
Sbuffando si mise a sedere sull'erba, il cielo iniziava a riempirsi di nuvole sempre più grige e tempestose: da lì a breve sarebbe di certo iniziato a piovere. 
" E tempo di tornare a casa. "
Con la sua solita calma che lo contraddistingueva si alzò in piedi, le mani in tasca, un filo d'erba tra le labbra. Sua madre di certo era preoccupata, era ora di farle sapere che stava bene e che almeno quella missione era riuscito a portarla a termine. 
Già quella missione, non come...
Sasuke. 
Stupido ragazzino viziato. 

Shikamaru ancora ricordava quei momenti terribili in cui non solo si era ritrovato a pensare a Choji che rischiava la vita per le pillole che aveva ingerito, o a Neji che soffriva terribilmente a causa del buco nella sua spalla... Tra tutti i pensieri che lo attanagliavano, c'era anche quello di non sapere dove diavolo fosse finito Naruto. La missione era stata un vero e proprio fallimento, lui non era riuscito ad essere un buon capo e nonostante tutti i loro sforzi, Orocimaru aveva ottenuto ciò che bramava. 
Il pensiero che l'Uchiha avesse davvero preferito quel mostro a tutti loro, a Naruto, lo faceva tremare dalla rabbia.
Piccolo sconsiderato. 
Gliel'avrebbe fatta pagare un giorno. 

- Shikamaru! - 
Il moro si distolse dai suoi pensieri, voltandosi di qualche grado verso quella voce inconfondibile. Era diventata ormai un'abitudine chiamarsi ad alta voce e bloccare l'uno i pensieri dell'altro? 

- Naruto. Cosa ci fai qui? -
- Sono venuto a cercare te!
- Me? Hai bisogno di qualcosa?
- NON FARE FINTA DI NIENTE!
si agitò il biondo puntandogli un dito contro roteandolo con gli occhi furiosi: in fiamme.
- Guarda che non ho dimenticato cosa hai fatto!
aggiunse posando la mano lungo il fianco, sbuffando aria dal naso.

- Naruto, sono stanco, non ho molta voglia di... -

- Grazie

Shikamaru attorcigliò le sopracciglia confuso, sulla fronte qualche ruga d'espressione aveva marcato il suo volto. Si era forse addormentato vicino al fiume e quello che stava vivendo era un sogno? O forse era stato imbrogliato da una tecnica illusoria? Il villaggio della foglia era nuovamente sotto attacco? Quello non poteva realmente essere Naruto...

- Quella sera non so cosa mi fosse preso. Andare via da solo avrebbe fatto preoccupare Sakura, e avrei di certo messo a rischio la vita di altri ninja... Nonna Tsunade avrebbe mobilitato degli uomini per farmi trovare e riportare indietro e tutto soltanto per un mio capriccio. Quindi... Grazie.

- ...Sei davvero... Naruto?

Shikamaru si sentì uno stupido a pronunciare quella domanda, ma non riuscì a trattenerla. Insomma il biondo con quell'espressione seria, quasi matura, e quelle parole di pentimento e comprensione, era qualcosa che non aveva mai visto prima. Un lato nuovo che non conosceva e che, sfortunatamente, lo affascinava terribilmente; come ogni cosa che in realtà circondava quella volpe. 
Shikamaru avrebbe voluto sapere tutto di lui, conoscerlo nel più profondo, essere in grado di capirlo come Sasuke diceva di sapere fare. Senza parole, senza discorsi, solo uno sguardo. Ma Naruto non lo aveva mai guardato abbastanza per poterlo capire realmente, probabilmente non lo aveva guardato e basta. Shikamaru per lui era un punto interrogativo enorme, circondato dalla solita espressione di pensiero che per Naruto non significava mai nulla. Se Sasuke per lui spesso rappresentava un libro aperto, Shikamaru invece era un libro di una lingua antica e sconosciuta, che mai probabilmente avrebbe iniziato a studiare. 

- Che domanda idiota, chi altro dovrebbe essere?
- Mphf. Hai ragione Naruto, scusa... È solo che non sono abituato a sentirti ammettere i tuoi errori. -
- Errori?! Io non ho commesso errori, non sono partito! -
- E grazie a chi? Mh?
- Ora non ti pavoneggiare stupido ninja dell'ombra.

Shikamaru sorrise, i momenti in cui potevano scambiare quattro chiacchiere erano così rari che non aveva alcuna intenzione di lasciar scivolare via quel momento. Si volse completamente, osservando il corpo dell'altro con interesse, soffermandosi su quel viso che con il passare del tempo diventava sempre più bello. 

- Che ne dici se per ringraziarmi davvero, mi offri la cena?
Quella domanda uscì senza possibilità di freno. Diretta, chiara, concisa. Forse era stato impertinente?
Un po'... Troppo? 

- Mh... Ho finito i buoni!
sorrise Naruto imbarazzato, svuotandosi le tasche prima di portarsi la mano tra i capelli. 
- Però se vuoi puoi offrirmelo tu ahaha!
Il biondo era davvero un caso senza speranze, un completo idiota ma...

- Va bene.

Shikamaru lo disse con disinteresse, quasi non gli importasse realmente, ma dentro di lui un gomitolo di tensione attorcigliava il suo stomaco. Era da... Da quando marinavano la scuola che non avevano più avuto un momento per stare insieme, da soli, il moro non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione. Era più forte di lui, desiderava ardentemente anche solo qualche ora in sua compagnia. Era la sua mente a comandarglielo.
Già.
La sua mente e il suo cuore. 

- Cosa?! Davvero?! Uowah! Con la pancia piena mi allenerò sicuramente meglio! Dai andiamo Shikamaru! Portami in qualsiasi posto!
sorrise Naruto avvicinandosi al compagno,  colpendo la sua spalla con una mano, ridendo felice al pensiero di mangiare qualcosa.  Il moro si lasciò scappare un sorriso genuin prima di seguirlo a passo lento.

Dove sarebbero potuti andare? La rameria che Naruto frequentava abitualmente?
No... Non c'era nessuna intimità in quel posto, il servizio era veloce e quello significava meno tempo insieme, anche perchè una volta mangiato, cosa avrebbe trattenuto il biondo a stare con lui? Niente

Poteva portarlo al ristorante che frequentava insieme ai suoi compagni, la carne grigliata lì era davvero squisita! Però... Con molta probabilità Choji era lì, insieme a molti altri ninja che conosceva. No, non voleva essere interrotto, o condividere quegli istanti con qualcun'altro: renderla una cena di gruppo. Desiderava ardentemente possedere quei momenti solo per lui, come un segreto di un ninja... Inviolabile.
Quindi...
Cosa fare? 

- Senti Naruto...
la frase iniziò flebile, timorosa di essere realmente pronunciata ad alta voce. 

- Cosa c'è Shikamaru? Hai finito i buoni anche tu? -

Il moro sorrise, scuotendo la testa: con Choji sempre alle calcagna aveva imparato a nasconderli e conservarli bene. 

- No, no... E che stavo pensando, che se vuoi, potrei preparare qualcosa io... Insomma... - 
- Non sapevo che sapessi cucinare. - 
- Ohm... In realtà non l'ho mai fatto, ma ho visto mia madre farlo spesso quindi... -
- Cosa? Non vorrai mica avvelenarmi?!


Shikamaru rise, disturbato. La tensione che provava tradiva la sua voce, rendendolo chiaramente inquieto. Quell'idea era stata una stupidaggine, non aveva alcun senso e nemmeno lui in verità sapeva da dove l'avesse tirata fuori.  Aveva solo pensato ad un luogo in cui passare il tempo con lui...

- Però ora che ci penso a casa ho alcune cose che mi ha lasciato il maestro Iruka per la riabilitazione. Potremmo usare quelle... Io non ho mai tempo per mettermi a prepararle, forse in due riusciamo a non sprecarle!

Il Jonin si lasciò ammaliare dal sorriso dell'altro, annuendo. Non sapeva esattamente come mai gli era stata regalata quell'opportunità, ma non se la sarebbe lasciata scappare.

In silenzio raggiunsero l'appartamento del biondo, Shikamaru non entrava lì dentro dalla sera in cui lo aveva riportato a letto, anche se erano state molte le volte in cui mentre Naruto era in missione, si era circondato del suo profumo. In realtà era qualcosa a cui preferiva non pensare, aveva qualcosa di malato quel suo desiderio di essere circondato dall'odore del biondo, ma quando le sue serate erano terribilmente pesanti, o infelici, entrare lì dentro lo aiutava a riprendere la calma di cui necessitava per andare avanti. 

- Scusa il disordine, non... Non penso di aver avuto mai ospiti ahaha!
rise il biondo calciando quelli che erano degli evidenti panni sporchi in un angolo. 

- Non ti preoccupare. Se non ci fosse mia madre a rompermi le scatole tutte le volte probabilmente anche io terrei la casa come te.

Naruto sorrise, non riuscendo però a velare a sufficienza la tristezza nei suoi occhi. Shikamaru si sentì un vero imbecille. Naruto era cresciuto senza genitori e lui sapeva perfettamente quanto questa cosa lo avesse sempre reso infelice.
Perchè parlare senza prima pensare? 

- Scusa io
- Ahaha non c'è niente per la quale tu debba scusarti! Anzi, piuttosto vedi cosa puoi fare con questo!
Naruto prese un cesto contenente un sacchetto di riso, delle carote, delle bietole, e qualche patata. Non era molto, ma era pur sempre qualcosa. 

- Beh... Direi che... Mangeremo riso e verdure.

Naruto rise, facendo segno all'altro di seguirlo in cucina. Non era un appartamento grande, anzi era chiaro che fosse studiato per una persona sola. La cucina era stretta, il bancone per mangiare e preparare i piatti occupava il 90% dello spazio. Le pentole per una questione di spazi erano quasi tutte appese ai muri, il lavandino era piazzato in un angolo, vicino a quello che doveva essere un cestino per la spazzatura. I fornelli erano a destra del bancone, piccoli e un po' arruggini a causa del tempo. 

- Penso serva questa.
Naruto con gentilezza gli passò una pentolina per bollire l'acqua, il moro si avvicinò al lavandino per riempirla.
L'odore del biondo era impregnato fin nelle mura dell'appartamento, solleticando nel ninja l'invidia nei confronti dell'olfatto di Kiba. Avrebbe voluto percepirne ogni più piccola sfumatura di Naruto, l'odore del corpo appena uscito dal bagno, l'odore dopo un intenso allenamento, l'odore della sua pelle mentre dormiva... Avrebbe voluto sentire ogni cosa di lui: capelli, mani, petto, collo, labbra... 

- Ei Shikamaru? Ma che fai?
Naruto fece capolino da dietro una sua spalla appoggiandosi ad essa con il mento, guardando confuso il lavandino ancora aperto. Shikamaru rimase immobile, fissando con la coda dell'occhio il volto dell'altro, così spensierato e tranquillo e... Vicino
L'odore di muschio e legno che solitamente usava per lo shampoo ormai si era lentamente scremato, probabilmente il biondo non aveva ancora avuto tempo per dedicarsi un bagno rilassante, lasciando così spazio ad un profumo meno forte, quasi dolce, che ricordava quello delle pannocchie grigliate. 

- Shikamaru, credo che tu abbia riempito quella pentola almeno sei volte.
Il moro distolse controvoglia lo sguardo dal compagno, riportando a fatica la sua attenzione sulla pentola che lasciata in balia del rubinetto, sgrondava acqua da ogni lato. 

- Oh cavolo

Con velocità girò le manopole capovolgendo la pentola dal lavandino per svuotarla un poco; Naruto rise flebilmente prima di distaccarsi e dirigersi verso il fornello, aiutando così il moro ad accendere il fuoco. 

- Ti aiuto dai.
disse solo prima di afferrare le patate ed iniziare a sbucciarle. Shikamaru si ritrovò a fissare le dita del biondo che percorrevano le forme dell'ortaggio, notando come i polpastrelli a causa degli allenamenti che affrontava, fossero induriti e graffiati. Una piccola domanda apparve nella sua mente, ansimante: come sarebbe stato avere quelle dita sul proprio corpo? 

- Mh credo che avrei dovuto insistere per mangiare fuori. Shikamaru ho detto che ti aiuto, non che faccio tutto io! Prendi le bietole, inizia a prepararle.
bofonchiò il biondo indicandole con il coltello. Il Jonin deglutì la saliva che gli si era aggrumata in gola, teso come una corda di violino. 

Naruto dal canto suo invece, non sembrava notare tutti i pensieri che l'altro stava affrontando dentro di sé. Infondo Shikamaru era sempre stato... Shikamaru. Era un ragazzo impenetrabile, con un'espressione sempre così rigida da non riuscire a trasmettere nulla al biondo, se non soltanto: maturità.  
Shikamaru non era come gli altri compagni della loro età, non era un ragazzino spensierato che si gettava a capofitto nelle missioni come Naruto, o Rock Lee... Lui elaborava, calcolava, approssimava, ragionava, pensava e ancora pensava, e pensava, e pensava...
In quelle rare volte in cui il biondo aveva un attimo per guardare il moro, il pensiero che gli sobbalzava in mente era sempre lo stesso, da sempre: Shikamaru era obbiettivamente il più ninja di tutti i suoi coetanei. Non solo per le tecniche che gli permettevano di essere astuto ed invisibile agli occhi dei nemici, ma anche per il suo atteggiamento; erano persone come lui che il villaggio cercava di creare nelle nuove generazioni: adolescenti responsabili. 

- Shikamaru? -
Naruto chiamò ancora una volta l'amico, questa volta riuscendo finalmente a riportarlo sulla Terra degli esseri viventi. 

- Si scusa, hai ragione.

Il biondo osservò distrattamente le movenze dell'altro mentre iniziava anch'esso a pulire, lavare, e tagliare. Decise quindi di prendersi una veloce pausa, aveva bisogno di spegnere un attimo il cervello.

- Vado a farmi una doccia nel mentre che cuoce il riso. Tu... Tu Fai pure ciò che preferisci. -
disse Naruto prima di prendere e scomparire dietro la porta del bagno.

Shikamaru iniziò a guardarsi intorno, in quell'appartamento che conosceva ormai a memoria, sfiorando con le dita gli oggetti che già molte altre volte aveva toccato. Quella sera però, non sentiva il peso del divieto nel suo cuore, riuscendo ad assaporare immagini e odori, con molta più tranquillità. 

I minuti passarono veloci, il riso e le verdure erano pronte e Shikamaru decise quindi di portarle in tavola. Sistemò le bacchette, i cuscini, trovò pure la caraffa dell'acqua che mise al centro del legno.
Un po' agitato guardò verso la porta del bagno: doveva chiamarlo? 
Inizialmente decise che fosse meglio lasciarlo tranquillo, sedendosi sui cuscini e aspettando paziente di sentirlo uscire, buttando giù sorsi interi d'acqua spaventato dall'idea di poter rimanere disitratato.
Più sentiva le lancette dell'orologio ticchettare però, più il moro iniziava a notare come il cibo si stesse raffreddando, e di come quel bagno stesse obbiettivamente durando troppo. 

- Naruto...
sussurrò da fuori la porta, appoggiando un orecchio su di essa per sentire qualche rumore. Il biondo non sembrava rispondere. 
- Naruto? Sei ancora lì? -

Shikamaru picchiettò con le nocche, sperando così di farsi sentire, sovrastando in qualche modo il rumore della doccia. Il biondo comunque rimase in silenzio, obbligando così il moro ad entrare nella stanza. L'immagine che si ritrovò di fronte lo lasciò senza parole, impietrendo il suo corpo sulla soglia. Naruto era seduto su un gradino sotto la doccia, un asciugamano bianco intorno la vita, dei panni morbidi poggiati sulla nuca. L'acqua scorreva calda e fumante sopra di lui, seguendo perfettamente i lineamenti del suo corpo. Gli occhi erano chiusi, la bocca semi aperta, il respiro pesante.  Shikamaru lo guardò per degli istanti che parvero interminabili, studiando ogni centimetro, anzi, millimetro di pelle che potesse scorgere. Il suo volto abbandonato totalmente al riposo, sembrava quasi angelico, destabilizzando la mente del moro. 
Quanto poteva desiderarlo realmente? Un uomo, un ninja, quanto poteva volere un altro... Uomo
Le sensazioni che provava, la pulsazione che sentiva spingere nei suoi pantaloni, il battere del suo cuore che sembrava impazzire... Quanto era giusto tutto ciò? 

Shikamaru si bagnò le labbra con la lingua, estasiato da quell'immagine che avrebbe di certo conservato nella sua memoria. Il vapore nella stanza iniziava ad immudire la sua pelle, chiaro segno di quanto tempo ormai fosse rimasto lì in piedi a guardarlo. La tentazione di avvicinarsi, di toccarlo, urlava contro di lui, quasi fosse una disperata richiesta d'aiuto. Il suo corpo bramava quello dell'altro ostinatamente, furioso al pensiero che ancora non gli fosse vicino. Ma Shikamaru non... Non poteva. Come avrebbe potuto spiegare... Qualsiasi cosa? 

Tossendo per schiarirsi la voce ormai rauca, afferrò un asciugamano appoggiato sul lavandino e appallottolandolo lo lanciò contro il biondo. 
- Naruto!
Quest'ultimo nel venir colpito dalla stoffa si scosse sul posto, confuso. Della saliva a causa di quella dormita aveva iniziato a scivolargli lungo il labbro.

- Shikamaru?  Cosa fai... Qui? -
- Il riso penso sia ormai freddo. Non arrivavi più quindi ho immaginato che ti fossi addormentato. - 
- Ahaha oh scusami! Ero così stanco che... -
- Non ti preoccupare. Io sto tornando a casa. - 
- Che? Come? Ma non dobbiamo mang -

- Si è fatto tardi, e ci aspettano delle giornate impegnative. La mia porzione di riso coprila, puoi mangiarla domani. -
- Aspetta Shikamaru! -

Naruto cercò di alzarsi ma il moro era già uscito, o meglio... Scappato dall'appartamento.
Il biondo rimase senza parole qualche istante a fissare la porta aperta, mentre Shikamaru percorreva a gran velocità la strada che lo separava da casa. 

- Ma che gli è preso...
sussurrò il ninja dello spirito della volpe prima di chiudere l'acqua e tornare in salotto avvolto solo da un asciugamano pulito. Con una punta di malinconia fissò i piatti apparecchiati in tavola, guardando la caraffa ormai semi vuota. 
- Peccato... Mi sarebbe piaciuto cenare con qualcuno... Almeno una volta.

Naruto sorrise triste prima di cambiarsi e mangiare la sua porzione. Nonostante ormai la pietanza si fosse raffreddata, non riuscì a trattenere un'espressione di sorpresa nel sentirla così buona. Il cibo preparato in casa aveva un sapore diverso rispetto a ciò che poteva trovare nei ristoranti: era più... caldo.

Shikamaru nel mentre si era fiondato in camera, aveva cercato di mostrarsi pacato come suo solito di fronte a sua madre ma al tentativo di lei, di porgli qualche domanda sulle missioni, si era subito dileguato in stanza senza troppi fronzoli. 
 
Il moro si buttò sul letto, sudato. La tempia era ricoperta di piccole goccioline d'acqua mentre il suo cuore sembrava quasi esplodere nel suo petto.
Quell'immagine, dio quell'immagine...
Naruto era...
Shikamaru si tirò a sedere di scatto, rosso in volto, fissando con timore il punto in cui tra le sue gambe sentiva nuovamente spingere. Un rigonfiamento si era formato nella patta dei pantaloni, mandando così letteralmente in palla il suo cervello. 

- No... no.
sussurrò aprendo un bottone, cercando in quel modo di darsi sollievo. 
- Tu... Tu stai buono. Devi stare buono! -





Ed eccoci qui! Secondo capitolo arrivato più velocemente di quello che pensassi! 
Ieri ho visto il filler ''InoShikaCho'' non potevo metterci qualche scena extra: il mio cervello lo ha dovuto fare per forza, scusate. ^^'' 
Shikamaru è un personaggio così intelligente e controllato, eppure all'idea che di fronte a Naruto non riesca a ragione come suo solito...Non so, mi esalto! 
Ringrazio comunque le persone che in questi giorni hanno già messo la storia tra le seguite, mi invogliate a scrivere! 
Come la tenera Cora-san, grazie ancora per la recensione! 
Sto cercando di riprendere a scrivere, ma sono certa che ho tanto ancora da migliorare! Spero che la crescita si veda pian piano, di capitolo in capitolo, di storia in storia. :) 
Al prossimo aggiornamento,

 
   
 
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