L'Attacco dei Giganti, 'My happy place' di _fioredineve

Hanji* aveva sempre ammirato Levi, era cresciuto in un orfanotrofio, sotto la guida di Kenny – direttore mentalmente instabile e deviato.
Proteggeva tutti quei bambini fin dalla tenera età, nonostante fosse fisicamente più minuto rispetto agli altri.

Fin da bambino si era sempre preso cura di chi non aveva una famiglia, facendolo diventare automaticamente parte della sua famiglia.

Una famiglia che si era costruito da solo con cura e amore. E Hanji era sempre stata presente in quel percorso, fin dall’inizio. Erano cresciuti insieme, spalla contro spalla.
A 21 anni lo aveva visto prendere in mano sua l’orfanotrofio in cui erano cresciuti, studiando e lavorando avidamente e senza sosta per poter aiutare tutti quei bambini. Per non fargli mancare niente e poterli comprendere al meglio.

“Io mi rivedo in loro” le aveva confidato una volta, e lei lo capiva. Non avere nessuno in cui confidare, qualcuno in cui credere, qualcuno da poter amare… era difficile da adulti, figuriamoci da bambini.

Lui voleva dare un futuro a tutti quei bambini, voleva aiutarli a sognare e vivere la vita come giusto che fosse a quell’età.

Voleva donargli l’amore di cui lui era stato privato.

E, doveva ammetterlo, nonostante il suo sguardo truce e severo, nonostante il suo essere impacciato… lui ci stava riuscendo.

Stava riuscendo in quell’impresa in cui quasi nessuno dei suoi amici credeva.

Quei bambini* vedevano Levi come quella figura genitoriale che tanto mancava nella loro vita. E a sua volta anche lei stava diventando importante per quei bambini.

Hanji non poteva avere figli, ma a lei non era tanto interessata al voler mettere al mondo dei bambini a tutti costi. Neanche a Levi interessava particolarmente, per lui l’importante era aver cura di quei bambini e avere lei al suo fianco.

“Per me, tu e questi bambini siete la mia famiglia” le aveva detto quando gli aveva dato la notizia di non poter avere figli. Non avevano bisogno dei legami di sangue per volersi bene, per amarsi, per vivere come una famiglia “normale”.

L’importante era rimanere uniti. E loro lo erano in tutto e del tutto, lo aveva capito del tutto in quel momento, guardando quei dolci visini riposare amorevolmente mentre circondavano Levi, anche lui addormentato e con un’espressione dolce e tranquilla stampata in viso.

Quella era l’idea di famiglia che entrambi avevano in mente.

Quella era la loro famiglia.

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Hanji*: in pratica, nonostante varie ricerche non ho ben capito se chiamarla Hanji o Hange, nel dubbio ho usato il nome con cui l’ho conosciuta e che è segnato in questa sezione.

Bambini*: in pratica la storia è nata tramite un’immagine, fanart per la precisione, vista casualmente in giro (non c’era il nome dell’autore purtroppo) dove Levi, adulto, era circondato da Eren, Mikasa, Armin e compagnia bella. Con bambini, in questo caso, intendo tutto il gruppetto.

Vi ringrazio per avermi letta, sperando vi sia piaciuta e che, in qualche modo, abbia potuto alleggerire la vostra giornata.

Vera.