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Autore: avalon9    02/02/2021    1 recensioni
E nel riverbero di un sole smarrito, il baluginio evanescente di ali.
Un uomo; una creatura di aria. Un incontro. Fra piume e cristalli.
Drabble di riscrittura della poesia "Ti libero la fronte dai ghiaccioli".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scriptorium'
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Autore: Avalon9

Genere: Introspettivo

Avvertimenti: nessuno

Personaggi Principali: un uomo; e una creatura di vento

In proposito: E nel riverbero di un sole smarrito, il baluginio evanescente di ali.

Un uomo; una creatura di aria. Un incontro. Fra piume e cristalli

Rating: verde

Disclaimer: io e me stessa

Note: drabble; missing moments

Cose: Uh, sono secoli che non pubblico. E sono millenni che non scrivo. Nemmeno una parola. Poca volontà? No; decisamente no. Troppa impossibilità.

Ci voleva la scuola per farmi tornare a scrivere. E ricominciamo con gli esperimenti di scrittura creativa. Proposta in classe: riscrivete la lirica di Montale “Ti libero la fronte dai ghiaccioli”. Immaginate l’incontro. O lo scontro. Scegliete il punto di vista; scegliete la persona. Scegliete l’emozione che volete trasmettere. Riscrivete senza essere legati al testo; reinventate.

E sono stati prodotti dei bei testi; testi che sorprendono, che mi sorprendono sempre, e mi persuadono sempre più che a scuola, accanto all’argomentazione, è (sarebbe?) sempre più necessario curare la narrazione. Libera; disimpegnata. Stimolante. Perché le sfide sono ciò che fa crescere. E che allontana dalla passività di schermi e computer.

Hanno scritto i miei studenti. Ho scritto io. Abbiamo caricato su Padlet. Commento io, in separata sede. Commentano loro, fra di loro, in anonimato. Perché per scrivere bisogna imparare anche a far critica. Critica costruttiva. E ad ammettere ciò che si può cambiare.

 

 

 

 

Blizzard

 

Ed è come schianto di folgore.

Mentre si insinua fra clacson e smog, nell’ombra del nespolo, lo scampolo di un sorriso sfiorato con la coda dell’occhio ti cattura.

E ti volti a guardarla. Bella. E terribile. Come l’adamante nei suoi occhi. Come la crudezza della solitudine che infrange. E nel riverbero di un sole smarrito, il baluginio evanescente di ali dalla sottile trama di brina schiantate contro le ombre di un vicolo.

C’è il sapore dell’universo sulla sua pelle, e cristalli di stelle fra le sue mani. Ti ammalia, ti seduce e poi dilegua. Nel turbinio di piume di vetro.

 

 

 

 

 

  
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