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Autore: cin75    03/02/2021    6 recensioni
Dalla storia:
Nell’appartamento di Jared, il ragazzo, era ancora fermo al centro della soggiorno, con lo sguardo fisso sulla porta di casa chiusa. I suoi occhi vedevano ancora la sagoma di Jensen, la sua mente continuava a gridargli “Muoviti, lui non è più su quella porta!E’ andato..., devi respirare di nuovo. Devi muoverti di nuovo!”
Non seppe quanto tempo passò, ma ad un certo punto diede retta a quella voce interna e quasi con fatica, raggiunse il divano. Si sedette, poggiò la testa sul cuscino dello schienale.
Completamente vuoto, completamente svuotato. Decisamente confuso.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi?? Qualcuno qui ha decisamente un morale nero!!”
“Nero è niente, Jensen.” replicò, decisamente infastidito il giovane, al compagno appena rientrato in casa.

Jensen, 31 anni, restauratore con un laboratorio ben avviato. Castano tendendo al biondo , capelli corti non per moda ma per comodità, come diceva lui. Occhi verdi brillanti , pieni di vita, il più delle volte ..impertinenti. O come gli ripeteva spesso il suo compagno, strafottenti. Amava la storia dell’arte, i musei e poi quasi come un paradosso, il rock classico a tutto volume che ascoltava soprattutto mentre lavorava.
Jared, 28 anni, laureato in architettura. Profondamente appassionato di ogni ambiente potesse essere costruito o riportato in vita. Al contrario di Jensen, i suoi capelli arrivavamo quasi alle spalle, più castano del primo. Gli occhi di un colore indefinito, quasi ambrato. Di un’espressione dolce, a tratti fanciullesca, da cucciolo.
Occhi che erano stati la rovina di Jensen!

Si erano conosciuti tre anni prima, quando il Comune di Austin li aveva richiesti per riportare ai fasti della sua gloria il vecchio teatro della città. I loro sguardi si erano incrociati, si erano capiti immediatamente. Si erano avvicinati uno all’altro, comunque, con cautela. Ma quando, una sera, a causa di una cena di lavoro, Jensen aveva riaccompagnato Jared a casa perché la sua macchina lo aveva mollato, tutto era scoppiato. L’incantesimo dell’amore li colpì in pieno.
Le mani si sfiorarono. Le labbra ne seguirono l’esempio subito dopo.
Da quel bacio a tanti altri e oltre , fu un battito di ciglia.
Da quell’ “oltre” di quella notte, il passo a vivere insieme, fu breve.
E da vivere insieme a quello che stava per accadere, lo fu ancora meno!!

“Come mai?!” chiese con aria innocente il maggiore.
“Come mai????….mi hai dato buca e non solo per l’appuntamento di ieri sera , ma per tutta la giornata e credimi, le scuse che mi propinavi al telefono sapevano di stronzate anche senza guardarti in faccia!!” lo ammonì il più giovane.
“Senti...non è come...”
“Se ti azzardi a dire “non è come credi” giuro che ti prendo a pugni.” lo mise in guardia , Jared, furente.
“Ok! Non è come credi!” ribattè impertinente, comunque, Jensen, che adorava indispettire il compagno.
“Jensen!!” lo richiamò minaccioso. “Lo sai che non sono un tipo ossessivo o possessivo, ma purtroppo per te e sfortunatamente per me, sono maledettamente geloso e...”
“E spiegami la differenza qual’è?!” continuò ironico.
“Ackles, stai rischiando!!”, replicò minatorio, sforzandosi di rimanere seduto a quel divano per non peggiorare la situazione. “Quindi dimmi perché mi hai piantato in asso ieri per tutto il giorno, così mettiamo fine alla storia. Che sia nel bene o nel male.”
Jensen si alzò dalla sedia su cui si era messo e iniziò a sfilarsi la cinta dei pantaloni.
“Forse non ci siamo capiti. Non mi serve questo….e poi non è nemmeno aria, Ackles.”
“Sicuro?!” azzardò facendo oscillare lievemente il bacino.
“Sicuro, quanto è vero che….” ma Jensen non si fermò e iniziò a sbottonarsi i jeans e ad aprirli lentamente fin quando al di sotto non fu possibile intravvedere l’intimo di cotone. “Jensen...smettila. Non è così che risolveremo tutto!”
“Hai detto che vuoi delle risposte e qui sotto ho la risposta a tutti i tuoi dubbi!” ammiccò malizioso, il biondo.
“Una battuta volgare e un improvvisato spogliarello è la soluzione a tutto?” domandò sarcastico Jared.
“Credimi...lo sarà!!” convenne convinto, l’altro.
“Jensen, falla fin...” ma non finì la frase poiché il pantalone di Jensen cadde lungo le sue gambe , lasciandole scoperte e lasciando un punto ben preciso in bella mostra.
Jared spalancò la bocca dalla sorpresa.
Alzò lo sguardo su quello soddisfatto e sorridente del compagno. “Ma che hai…..fatto??!” quasi balbettò.
Jensen, per comodità, si scalciò via i pantaloni e si avvicinò all’altro. Si sporse appena verso di lui, solo con il bacino , quasi come a mettersi in mostra.

Sul lato destro, appena sulla linea iliaca, tra inguine e ventre, una scritta campeggiava nera ma con i bordi ancora appena arrossati: Jared

“Che ti è saltato in mente, Jensen??!” esclamò , sporgendo le dite timorose di toccare quel nome.
“In effetti, nello studio del tatuatore in cui sono andato, lui stesso non era molto convinto di assecondarmi. Continuava a dirmi che i nomi dei partner sono facili da tatuare , difficili da togliere se qualcosa dovesse andare male.”
“Non ha tutti i torti. Se noi dovessimo, un giorno….”
“Mai. Jared, mai!” lo fermò deciso. No, decisamente, serio, Jensen.
“Jensen!” colpito da quella convinzione. Bellissima dolcissima convinzione.
“Ti amo talmente tanto, in un modo talmente assurdo che so per certo che se un giorno, il destino, dovesse dividerci, per me , non ci sarà nessun altro. Ti ho dato tutto e continuerò a farlo finché potrò. Quindi ...che altro potrei dare a chi dovrebbe o potrebbe esserci dopo di te.”
“Io….” decisamente e meravigliosamente confuso.
“Ti piace?!” fece poi Jensen, per spezzare la palese e forte emozione che stava investendo il giovane compagno in quel momento.
“Io...sì..sì...ma perché qui?!” fece sfiorando appena e con delicatezza quella piccola porzione di pelle quasi diafana.
“Non mi serviva un tatuaggio per far sospirare chiunque lo vedesse o per sentirmi dire “oh che romantici, oh che dolci!!”, volevo qualcosa che solo tu potessi vedere. Qualcosa che ti facesse capire il modo in cui ormai ti appartengo, in cui ti amo. In cui voglio appartenerti e in cui voglio amarti. Completo, indelebile, resistente al tempo!”
Jared lo guardò. Incapace di dire qualsiasi cosa.
“Ti prego, dì qualcosa!!” fece, un attimino in ansia, Jensen.
Le lacrime questa volta riempirono gli occhi di Jared, quasi senza che lui se ne rendesse conto.
“Non….non ci riesco….mi dispiace...non ci riesco.”
“Jared!!!” sussurrò il biondo pensando di aver sbagliato sia nel gesto che nelle parole.
“Dio, Jensen….come posso dirti solo “ti amo anche io!” dopo….questo. Dopo quello che mi hai detto. Non so...non so cosa dire perché so che, almeno per il momento, non esistono parole per eguagliare il modo in cui io amo te e in cui ti sto amando in questo momento.”
Jensen si illuminò di gioia e gli sorrise sollevato e felice.
“Allora non dire niente. Vieni qui e baciami!!”

Amarsi quella notte, fu intenso, profondo. La manifestazione dell’amore più vero, sia di quello fisico che mistico.
Jensen lasciò che Jared si prendesse cura di lui, baciandolo, carezzandolo, lasciando che le sue mani esplorassero il suo corpo con cautela e gentilezza su ogni parte di lui e quando quelle mani raggiungevano posti bollenti, il corpo del biondo reagiva esattamente come Jared voleva. Si inarcava meravigliosamente, spingendosi contro il proprio di corpo eccitato.
Jensen lo abbracciò , stringendoselo vicino, perché tutto quello che voleva era sentire Jared vicino a lui, su di lui e il più presto possibile, dentro di lui. Ne aveva bisogno. Un disperato bisogno. Perché solo con Jared accanto alla sua anima, Jensen si sentiva completo, al sicuro. In Paradiso.
“Ti prego...ti prego...Jared...finirò per bruciare….se tu...tu….”
“Mi vuoi, amore mio?!” azzardò ansimante ma malizioso, l’altro, che non smetteva di accarezzarlo e lambirlo nella sua più segreta intimità.
“Non c’è niente e nessuno che io voglia quanto te. E mai ci sarà!” disse tutto di un fiato perché aveva paura che un solo movimento di dita di Jared, gli avrebbe spezzato il fiato. Cosa che accadde quando, compiaciuto, Jared flettè appena le dita che stavano docilmente lavorando dentro il corpo di Jensen.
“Dio!!!!” esclamò ansimante il biondo. Spingendo la testa contro il cuscino.
“Non essere blasfemo!!”
“Ti odio!” sibilò tra i denti , Jensen, ormai al limite della sopportazione.
“Non è vero. Tu mi ami!” replicò convinto Jared e stava per “infierire” di nuovo quando, un movimento di Jensen, lo colse di sorpresa.
Il biondo lo afferrò per le spalle e lo spinse contro il materasso. Un secondo dopo, Jensen gli si sedette a cavalcioni, stringendo le cosce ai fianchi del giovane e muovendosi in modo preciso così da far combaciare bacino contro bacino, mentre la virilità di Jared si arrischiava pulsante tra le natiche del biondo e quella di Jensen, vibrava mentre il ventre caldo di Jared la carezzava sensualmente.
“Ora sono io ad odiare te!!” scherzò Jared, bloccato in quella maniera erotica dal compagno.
“Non è vero. Anche tu mi ami!” e con un leggero movimenti di fianchi e lasciando che le sue mani lavorassero dietro la sua schiena, Jensen fece in modo che Jared potesse conquistarlo.
Si issò appena, inarcandosi appena, sussultando appena, scendendo lentamente , di nuovo verso il corpo bollente e tremante dell’amante.
“Dio!! Jensen…..cosa...cosa sei!!!” ansimò sopraffatto dal piacere, Jared, mentre Jensen, che in quei gesti aveva gettato la testa indietro per godersi la loro unione fisica, riportò lo sguardo sul compagno.
“Sono solo uno che ti ama e che vuole essere amato da te!” sussurrò, ansimando affannato a causa della presenza cocente dentro di lui, che richiedeva ogni parte del suo corpo.
“Ti amo!” allora disse Jared, in un sussurrò, ma con una tale convinzione e forza, che a Jensen tremò il cuore.
Non servì altro perché quella danza d’amore avesse inizio. Jared poggiò le proprie mai sui fianchi ben torniti e muscolosi di Jensen, così da poter accompagnare e assecondare i movimenti del compagno. Jensen con movenze lente e meravigliosamente sinuose per un fisico maschile , muscoloso come il suo, ondeggiava il corpo così da permettere a Jared di conquistarlo completamente , profondamente.
E andò avanti così, fin quanto i loro ansimi, i loro affanni, divennero dei veri e propri gemiti di piacere e fu in quel momento che la romantica dolcezza si unì alla più mera e cocente passione.
I movimenti divennero più concitati, più ritmici, a volte scoordinati , a seconda del piacere che li attraversava da fin dentro le viscere e fu quando tutto divenne insopportabile , che Jared, con un colpo di reni, si issò a sedere e si strinse forte al corpo lucido di sudore di Jensen. Si abbracciarono, forte, fin quasi a farsi male. Si scambiarono un bacio quasi disperato quando capirono che non sarebbero andati oltre l’ennesima spinta. Jensen allacciò le sue braccia al collo di Jared; Jared strinse le sue di braccia attorno al busto di Jensen e in quell’abbraccio che sapeva tanto di “non lasciarmi mai”, i due raggiunsero l’acme di quel piacere. Respirando a fatica uno il respiro dell’altro. Sussurrando flebilmente uno il nome dell’altro. Cedendo con una pacata dolcezza uno nelle braccia dell’altro.
Fin quando non si ritrovarono di nuovo sdraiati uno accanto all’altro. Sorridenti, appagati. Innamorati. In Paradiso.


Passò quasi un anno da quella dichiarazione. Un anno fatto di amore, litigi e riappacificazioni. Anche piuttosto passionali riappacificazioni.
Ma quel loro vivere amandosi come sentivano di doversi amare, li legò ancora di più. Il loro non sembrava essere solo un amore idilliaco, ma una simbiosi chimica difficile da controllare. Doveva essere così.
Jensen si divideva tra il suo lavoro di restauratore e il dare una mano, specie nel periodo delle dichiarazioni, nell’ufficio contabile del padre. Jared invece aveva ingranato con il suo lavoro di architetto.
Stavano bene. Davvero bene.

 

   
 
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