Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: annika0775    08/02/2021    3 recensioni
ATTENZIONE SPOILER!!!
Nonostante il peso istituzionale che comporta, il viaggio fa vivere ai protagonisti qualche ora di meraviglia, accompagnata a un'aria vacanziera che di certo non avevano mai provato. Complici una tazza di tè e curiosità architettoniche, riusciranno il Comandante del Corpo di Ricerca Hanji Zoe e il fido Capitano Levi a passare una notte insieme? Due episodi, due missing moments, uno dal punto di vista di Levi e l'altro da quello di Hanji.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Cucchiaini d’argento e vasche da bagno
 
 
Scattando al grido di Hanji, aveva quasi travolto due cameriere della residenza Azumabito.
Dal salotto, aveva afferrato la prima cosa lucida scorta, tra tazzine di maledetto tè bollente e biscottini di merda, e adesso si ritrovava con un cucchiaino in mano, proprio come il gigante di Eren, anni prima.
-Ohi, Hanji. Hai incontrato uno scarafaggio?- ringhiò alla vista di lei estasiata di fronte a un bagno.
-La vasca! Un’intera sala da bagno proprio qui, in camera da letto! E la domestica mi ha detto che le stanze per gli ospiti sono tutte così!
Levi nascose il cucchiaino d’argento, e la mano bruciata dal tè, sotto l’ascella, incrociando le braccia, mentre  Hanji proseguiva i suoi deliri.
Sì, forse l’idea dell’acqua che arrivava al primo piano, con la forza sufficiente per una doccia… di sicuro non valeva la pena fare tutto quel chiasso.
La stanza da bagno era rivestita da piastrelle in pietra lucidata, a scacchi bianchi e neri. Quelli bianchi risultavano un po’ giallini sotto il corpo della vasca, di ghisa smaltata, sorretta da piedini sagomati a zampa ferina.
Si avvicinò al manufatto e si chinò per guardarci sotto. Pulire lo spazio angusto tra l’angolo del muro e la superficie nascosta della vasca era impossibile, a meno che i Marleyani non avessero studiato uno strumento apposito.
-Proprio come immaginavo.- concluse. Piazzare la vasca al centro della stanza sarebbe stato di gran lunga più igienico.
-Ma hai sentito quello che ho detto?
-Guarda!- prese a puntare coll’indice l’angolo dietro la vasca, sempre stringendo in mano il cucchiaino –È un vero schifo!
-È bellissimo invece! Non mi hai nemmeno ascoltato.- l’aveva sentita, la sua voce in sottofondo, come sempre.
-La muffa fa da padrona, ma qui c’è lerciume di origine che è meglio non indagare. Mancano solo i topi morti.
Hanji gli piombò addosso, facendogli perdere l’equilibrio, spingendolo terribilmente vicino alla merda che stava analizzando. Sentì un tintinnio e trasalì.
-Ma perché trovi così divertente guardare quegli angolini bui in cui non può arrivare nessuno?
Era fottuto! Non poteva recuperare il cucchiaino.
Hanji, l’occhio spalancato come una pazza e un lembo del labbro inferiore intrappolato tra i denti, gli stava a sì e no dieci centimetri. Prendendola per il bavero della giacca avrebbe potuto azzerare quella distanza in un istante, ma non aveva idea di quanto pressante fosse la presenza dei mocciosi, che lo avevano seguito, per via degli strilli assurdi di lei. Le afferrò la scomposta coda di cavallo e usò quell’appiglio per rialzarsi:
-Occhialidimmerda, vista l’abbondanza di infrastrutture di cui dispone il palazzo, puoi perfino lavarti!
Lei allargò il sorriso in un modo che lo fece avvampare. Si schiarì la gola, per coprire l’imbarazzo, lanciando nel frattempo una veloce occhiata alla porta della camera, rimasta aperta. Nessun moccioso, per fortuna.
Quando riportò lo sguardo di fronte a sé, però, lo vide.
-Che accidenti è quello?- sbottò.
-Vedi che non mi stavi ascoltando?- commentò Hanji sedendosi a gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla vasca, incurante di stropicciare la gonna.
Nell’angolo opposto c’era uno strano sedile, probabilmente di ceramica, rivestito da un pianale di legno sagomato. Alle spalle di quella ‘cosa’, un tubo idraulico saliva fino a una scatola fissata tra il soffitto e la parete. Una lunga catenella, cui era appeso un pomolo di legno, ciondolava da un lato. Un complemento d’arredo di dubbio gusto, che avrebbe potuto mandare in visibilio il Generale Zackary.
-Come ti stavo spiegando, questo sostituisce brillantemente sia il vaso da notte che che la latrina. Ne è un’interessante fusione.- Levi sollevò la tavoletta di legno. All’interno della ceramica, il vaso prendeva la forma di un sifone e sul fondo c’era dell’acqua -Avanti! Prova: tira la catenella!
Pur con una certa cautela, eseguì. La ‘scatola’ sul soffitto si rivelò essere una tanica che riversò il contenuto d’acqua direttamente nel vaso, dal quale poi drenò attraverso il sifone.
-Vedi: si pulisce da solo! Tutto finisce nelle fognature e ta-daa! Niente più latrine da spazzolare!
Indeciso o no sulla genialità dell’oggetto e avendo notato un’altra striscia di muffa tra il pavimento e l’imboccatura dello scarico, Levi mugugnò ancora un poco, scosse la testa, infine ritornò al suo solito aplomb:
-Mmh. Sì. Forse. Tu intanto studia com’è fatto poi… se regge una mia cacata, beh, allora ne possiamo parlare.
 
 
 
 
 
La cena era stata stupenda.
Ora che sull’isola avevano recuperato tutti i territori, non dovevano più preoccuparsi della scarsità di viveri, ma i cibi proposti nel palazzo della signora Azumabito erano così ricercati! I cuochi ci avevano messo un sacco di tempo a prepararli. Erano perfino migliori di quello che offriva loro Nicolò. Forse non migliori, quello no. Diversi. Esotici?
Cercando di aggettivare le esperienze di quella giornata a Marley, Hanji affondò nell’acqua profumata dai sali e dalla schiuma. Per immergersi fino al naso, dovette appoggiare le caviglie sul bordo. Essendo freddo, un brivido la percorse e, scattando, un’onda di acqua saponata tracimò dalla vasca. Allora scoprì che soffiando sulla schiuma, poteva far schizzare via delle piccole bolle colorate.
-Che bello!- esclamò con un gridolino.
Sentì bussare alla porta della camera.
Non c’è dubbio che fosse Levi. L’aveva avvisata, che sarebbe passato più tardi ‘ad augurarle la buonanotte’, ma non si aspettava che sarebbe arrivato così presto. Oppure era tardi? Sbirciò l’orologio da tavolo a lato del letto e si accorse che erano già passate due ore, dalla fine della cena.
-Vieni!- gridò, poi si rese conto che non c’era bisogno di urlare alla campagnola, ma era già troppo tardi. Levi glielo avrebbe fatto notare.
-Ti hanno sentito da Paradis.- entrò, appoggiò il vassoio con due tazze sul tavolino, poi roteò gli occhi quando vide che lei era nella vasca.
Sarebbe entrato in bagno, oppure sarebbe rimasto appoggiato alla porta della camera come un idiota per tutto il tempo? Hanji si coprì la bocca con la schiuma e si mise a ridere.
-Occhialidimmerda, sei lì dentro da due ore e non ti sei ancora bagnata i capelli?
-Passami il tè!- allungò un braccio. Si sarebbe avvicinato e sarebbe entrato.
Lui rispose con uno sbuffo stizzito. Possibile che sembrasse sempre arrabbiato, anche quando non lo era?
Prese una tazza e si avvicinò fino alla porta della stanza da bagno.
-Ma cos’hai combinato? Come accidenti hai fatto ad allagare tutto?
-Togliti le scarpe!
-Tsk, così scivolo meglio.
Considerato che, senza mettere un piede dentro, non avrebbe potuto passarle la tazza e che indossava le scarpe buone, Hanji rimase a guardarlo divertita, mentre si toglieva meticolosamente scarpe e calzini, ringhiando e sbuffando come un animale selvatico.
-Che schifo.- mugugnò facendo appena un passo.
-Grazie. Questo tè è veramente delizioso. Il tuo si raffredda!
-Ma mi prendi per il culo?- Hanji ridacchiò:
-Mmh, no. Perché dovrei? Però se rimani lì impalato, il tuo tè si raffredda davvero.
-In questo lerciume non c’è un asciugamano asciutto. Come pensi che…
-Devi per forza rimetterti le scarpe?
Levi sospirò di nuovo e in un paio di passi lunghi raggiunse la sua tazza. Anziché tornare vicino a lei, però, si sedette nell’angolo del letto, imbronciato e rivolto verso la porta.
-Eddai! Cosa c’è adesso?
-Come pensi di asciugarti? I teli sono tutti sul pavimento e sono zuppi… e sporchi.- sorseggiò il tè.
Le piaceva un sacco guardare il suo profilo. La sua aria malinconica, le spalle ricurve, come se stesse sopportando il peso dell’umanità, i gomiti appoggiati alle ginocchia, la tazza di tè stretta dal bordo superiore e l’abbigliamento sempre perfetto: una strana commistione fra goffaggine e raffinatezza. Esattamente come quando apriva bocca:
-Ma ti dai una mossa? Finirai per lavarti i capelli nel brodo delle tue scoregge!
-Uff! Hai così fretta di andare a letto?- affondò la testa nell’acqua, così lo avrebbe accontentato e si sarebbe bagnata i capelli. Inoltre avrebbe potuto attribuire il rossore delle guance all’acqua calda. Spinse però le gambe fuori dall’altro lato e un’altra onda si abbatté sul pavimento.
Quando riemerse, Levi era pericolosamente appoggiato allo stipite della porta del bagno, corso a salvare le sue scarpe dall’inondazione:
-L’acqua finirà per colare al piano di sotto.
-No, lo scarico sotto la vasca…
-Ne ho abbastanza!
Hanji pensò a qualcosa da dire, ma non era più il caso: Levi aveva cominciato a slacciarsi il plastron e i bottoni del gilè. Anche ammettendo che avrebbe accuratamente piegato tutti gli indumenti, tra due minuti al massimo sarebbe entrato nella vasca, assolutamente incurante di qualunque esondazione, e le avrebbe messo le mani dappertutto. Si infilò l’unghia del pollice tra i denti, impaziente, mentre guardava crescere il desiderio negli occhi di lui.
Delle voci improvvise dal cortile lo spinsero però a guardare fuori dalla finestra:
-Merda!
-Cosa c’è?- sospirò lei, che già sognava di scorrere col dito il solco dei suoi addominali.
-I mocciosi se la stanno filando!- torceva i pantaloni tra le mani come fosse stato il collo di Eren.
-Suvvia, Levi. Sono grandi!
-Sono grandi? Mocciosi idioti… deficienti, incoscienti… finiranno per far scoppiare la guerra!
Hanji capì che l’ora del bagno era decisamente finita. Uscì dalla vasca, rischiò di scivolare sul pavimento viscido e annaspò fino allo stipite della porta.
-Ti ci metti anche tu adesso?- le diede una squadrata dall’alto verso il basso, soffermandosi sulla pozza ai suoi piedi:
-Cosa ci vuoi fare? Sono tutta bagnata!- Hanji tentò il sorriso più innocente del suo repertorio.
-Come diavolo si spegne la luce?
Forse i ragazzi avevano vinto un paio d’ore di libera uscita. Forse, non solo i ragazzi...
 
 
 
 
 
  
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