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Autore: X_98    08/02/2021    0 recensioni
Una storia completamente diversa su uno dei migliori villains creato dalla DreamWorks: Lord Shen.
“La discriminazione più è radicata, meno è visibile. È la paura del diverso, l’incomprensione che essere diversi non è una cosa brutta, ma solo il coraggio di essere se stessi!
L’unicità è il dono più prezioso che abbiamo, ma i malvagi possono vederla come un tesoro di cui potersi appropriare. Bisogna credere nell’impossibile perché la felicità è un percorso non una destinazione”.
E se Lord Shen invece di essere bandito fosse stato fatto prigioniero dagli umani? E se scoprisse di non essere solo in questo viaggio? Una storia alternativa di uno dei migliori cattivi della DreamWorks.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lord Shen, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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La costruzione della città di Huáijí (meraviglie) era ultimata.

In un ampia Valle nascosta tra alti monti, si ergeva questo nuovo insediamento ricco e prospero. 

I suoi abitanti erano irrequieti ed instancabili, intenti sia a lavorare che combattere, anche se spesso era difficile notare la differenza fra le due cose.

Proteggere i confini era una priorità, ma anche assicurarsi di curare il raccolto non poteva essere definito meno importante.

Una mattina di aprile due abitanti del villaggio si affacciarono dalle loro abitazioni pronti per cominciare una nuova giornata.

“L’aria fresca del mattino è qualcosa di unico ed è quello che mi piace di più!” Disse Guo inspirando a fondo.

“Non credo che Jiao condivida il tuo pensiero!” Osservò Mei vedendo una furiosa anatra mandarina dirigersi verso la collina sulla quale abitava Kang.

Sarebbe stato normale visto che la signora in questione era nota per essere molto lamentosa, ma l’orario ed il fatto che fosse coperta di fuliggine dalla testa ai piedi presagiva che ci fosse una bella storia dietro alle sue condizioni pietose.

“Yi-Min è forse peggio dei gemelli!” Disse Xu affacciandosi dall’uscio di casa “La colazione è pronta!” Disse a Mei la quale rientrò velocemente in casa.

“Secondo te fanno sul serio?” Chiese Guo a Shui una volta entrato in casa loro. Ancora non riusciva a capacitarsi di come Xu e Mei potessero vivere insieme dopo così poco tempo.

“Quello che io mi chiedo è se noi due facciamo suo serio!” Rispose la tigre melanica.

“È ovvio, ma sono curioso......” “Cerca di essere un po’ egoista e pensa solo a te stesso per una volta, forse questo servirà a tenere a bada la tua curiosità!” Lo interruppe Shui. 

Guo agitò la coda nervoso “Scusa, dimenticavo quanto a te dia fastidio questo mio pregio!” La tigre sorrise “Dipende da quale punto di vista lo vedi!” Disse divertita.

“Stai per caso insinuando che è un difetto?” Chiese Guo “No, ma ti pare!” Rispose Shui.

Nel frattempo, nella casa accanto si discuteva del programma del giorno.

“Se finora non ci sono stati allarmi non vedo perché dobbiate uscire dalla vallata in cerca di banditi!” Disse Xu mentre sorseggiava il suo tè.

“È solo per evitare che si avvicinino troppo! Se li attacchiamo sempre nello stesso luogo non ci vorrà molto perché capiscano dove viviamo!” Disse preoccupata Mei.

“Ancora una volta hai ragione!” Osservò la pantera “Possibile che non riesca mai ad avere l’ultima parola!” Disse Xu abbracciando la felina da dietro “Dovrai rassegnarti!” Rispose Mei poggiando la propria guancia contro quella di lui.

Interruppero l’abbraccio per mettersi l’uno di fronte all’altro.

“Ti confesso che mi hai rapito fin dal primo momento che ti ho vista!” Disse Xu poggiando le zampe ai lati del viso di lei, affettuosamente.

“Addirittura!” Rispose Mei non riuscendo a trattenere una risata “Si, ma quando ho capito che eri solo una ragazzina impaurita ho lasciato perdere!” Disse Xu prendendola in giro “Ti posso insultare? Oppure è meglio se lo penso solo nella mia testa?” Chiese Mei guardandolo con aria di sfida.

I due si lasciarono cadere sul divano del salotto perdendosi in un bacio appassionato.

“Sono passati cinque anni da quando siamo arrivati.....” iniziò a dire Mei “....eppure credo che la donna coraggiosa sia solo una facciata!” Disse decidendo di confidarsi.

Lei e Xu stavano insieme da un anno, e coabitavano da meno di un mese, eppure la sua insicurezza le aveva fatto dubitare molte volte che qualcuno potesse amarla così tanto e per sempre come promesso da lui. Rivelare una cosa del genere significava che ormai credeva pienamente nell’amore che provava per Xu.

“Cosa intendi dire?” Chiese lui confuso. Era la prima volta che rivedeva la paura negli occhi di lei. Credeva che senza gli umani non sarebbe successo di nuovo, ma a quanto pare Shen aveva ragione: una persona, nella vita, non ha paura di una sola cosa!

“Shen ci tiene al sicuro! C’è l’ha promesso e sta dimostrando di essersi meritato la nostra fiducia e la nostra lealtà.......” “Certo! Ma è così da quando ancora stavamo nella riserva! È solo grazie a lui che siamo liberi, che siamo felici, che abbiamo un posto da chiamare casa!” Disse Xu temendo di aver capito dove volesse arrivare lei.

“......ma l’ho visto!” “Cosa?” Domandò lui spaventato nel vedere il terrore negli occhi di Mei “Ho visto come ci guardano!” Disse lei con un singhiozzo “Quando vivevo con i miei non sono mai andata al villaggio dove mio padre e mia madre facevano acquisti. Loro dicevano che ero troppo giovane, ma ora capisco che non era vero!” Mei piangeva mentre pronunciava ad alta voce quella verità che nessuno sembrava voler accettare “Ci guardano come se fossimo dei mostri! Parlano male di noi senza neanche conoscerci!”.

“Ascolta, ascolta......ascoltami!” Disse Xu afferrandole una mano con decisione “Oh, si! Loro gioirebbero nel vederti così! È quello che sperano: che le loro malelingue ci uccidano lentamente!” La pantera la baciò sulla fronte per poi poggiare la propria contro la sua così da guardarla bene diritto negli occhi.

“Perché Shen ci ha portato qui? Perché non ci ha fatto vivere nella sua città? Perché è sempre di malumore quando andiamo nei villaggi vicini? Perché ci andiamo solo per lo stretto necessario e non per partecipare alle loro feste o per stare con loro?” Chiese Xu consapevole che forse era meglio rispondere alle proprie domande prima che lei trovasse chissà quali orribili risposte.

“Perché sapeva che ci avrebbero chiamati “presagi di morte”, “mostri”, “fantasmi” ed in tantissimi altri modi! Era un Principe e nonostante questo trattavano male anche lui! Ci vuole proteggere non solo dal male fisico......ma noi dobbiamo fare la nostra parte!” Mei lo guardò stranita non capendo cosa intendesse.

“Non devi giudicarti attraverso gli occhi degli altri, non preoccuparti di ciò che pensano altrimenti sarai sempre loro prigioniera perché tu sei più coraggiosa di quello che credi. Ci saranno sempre alcuni che ti sminuiranno quindi non devi essere tu la prima a farlo perché sei più forte di quello che pensi. 

Non .......devi ........considerare il colore del tuo splendido manto una maledizione, ma ciò che ci ha permesso di incontrarci! Io la vedo così!” Finì di dire Xu.

“Come fai ad essere così forte?” Chiese Mei guardandolo con ammirazione “Uhm....faccio buon viso a cattivo gioco?” Domandò lui.

“Potreste smetterla di pomiciare e darvi una mossa per la ronda mattutina?” Si intromise Zhong in modo non proprio elegante, urlando dall’esterno.

 

*

 

“Siamo come lucciole nella notte e loro non ci vedono lo stesso!” Disse Liang, nascosto tra i folti rami di un albero.

“Invece di lamentarti dovresti essere soddisfatto che nonostante la natura ti abbia reso una lanterna su qualsiasi paesaggio, a parte con la neve, tu sia riuscito a raggirarla diventando invisibile ad occhi inesperti!” Lo riprese Shan.

“Inesperti?” Chiese il koala non capendo perché l’aquila avesse usato un simile aggettivo “Io riesco ad individuarvi facilmente!” Si vantò Shan “Quando ti ritroverai ricoperto di fango dopo un mio agguato, cambierai idea!” Disse Wen che si sentiva sempre in dovere di difendere l’amico koala.

“Sembrate dei bambini!” “Volete piantarla di fare tutto questo casino?” Le voci di 

Fu e Fai li raggiunsero da ovunque fossero nascosti assieme al resto di loro.

La calma tornò appena in tempo. Un gruppo di banditi comparve sul sentiero.

Erano dhole e come se non bastasse con loro c’erano due grossi felini ed un falco.

Comandati dalla perfida Li-Yu, questo gruppo di canidi infestava i territori circostanti razziando e depredando cittadini e gente di piccoli villaggi. 

Le guardie imperiali davano loro la caccia da anni ormai senza riuscire a fermarli visto che erano in grado di spostarsi da un luogo all’altro velocemente, appurandosi di non essere visti.

Peccato che dopo tanto tempo avessero avuto la malaugurata idea di addentrarsi nel bosco sotto al dominio di Shen.

Molti banditi preferivano passare per la foresta perché anche se era presente una strada, non essendo quella principale, raramente c’era il presidio di guardie armate.

Il ruggito di Shui diede il via ad un violento scontro.

Mei era diventata un tutt’uno con la sua frusta di metallo e si muoveva elegante e letale anche se il suo scopo era solo tramortire l’avversario.

Atterrò parecchi cani e si ritrovò faccia a faccia con una grossa tigre. Lui si mise in posizione d’attacco ma non si mosse lasciando a lei la possibilità di fare la prima mossa. Che gentiluomo!

Mei aveva piagato le gambe, pronta a balzare contro all’avversario, quando Liang cadde da un ramo facendo andare a schiantare il suo bastone a tre sezioni sulla testa del felino, spedendolo nel mondo dei sogni in meno di un secondo.

Lei non riuscì a ringraziare il koala dall’aiuto in quanto le aveva rubato l’avversario interrompendo sul nascere, quella che sarebbe potuta essere una battaglia epica!

Si consolò andando in aiuto di  Fai che al momento, era bloccato nella presa dell’altro felino il quale, gli aveva afferrato bruscamente la coda.

Con un rapido balzo, Mei colpì in faccia l’avversario e senza dargli il tempo di riprendersi lo colpì al lato della testa con la sua frusta facendogli perdere i sensi. Lo scontro era durato una frazione di secondo!

“Grazie ma me la sarei cavata benissimo da solo!” Si lamentò Fai ferito nell’orgoglio.

“Davvero? E cosa avresti fatto?” Chiese Mei sbeffeggiandolo “Ti sei intromessa! Per questo rimarrai con il dubbio!” Le rispose lui prima salire su di un albero per accertarsi che nessuno dei banditi fosse riuscito a scappare.

Mei sorrise di fronte a quella provocazione ed una volta afferrato l’altro felino per un piede lo trascinò verso gli altri per poterli legare assieme e lasciarli, come prassi, ai margini della foresta così che le guardie se ne occupassero.

 

*

 

In una valle non molto distante due sorelle si davano da fare per portare a compimento i lavori della giornata. “Cerca di sbrigarti con quella legna! Il tetto non si ripara da solo!” Jiali rimproverò la sorella minore Seyoung che poteva venir distratta anche una folata di vento. 

Erano dei pappagalli Ara e vivevano sole da quando i genitori erano stati uccisi da un gruppo di banditi. Senza marito e con una dote quasi inesistente avevano deciso di abbandonare il loro paese di origine per costruirsi una vita migliore altrove.

“Per quale motivo devo sempre essere io a riparare il tetto? Perché non posso pensare alla biancheria una volta tanto?” Piagnucolò la povera Seyoung conscia quanto fosse inutile la sua lagna.

“Perché io sono la sorella maggiore e per questo il comando è nelle mie ali!” Rispose l sorella mentre stendeva i panni bagnati “E se proprio vuoi sentire una scusa più decente di quella appena detta......se li lavassi tu i nostri vestiti dovremmo......Seyoung?” Si interruppe Jiali rendendosi conto di essere rimasta sola nei pressi della loro piccola casa. “Appena torna gliela faccio pagare!” Pensò dato che era una prassi che la sua amata sorellina girovagasse nei dintorni dell’abitazione.

“Sono la sorella maggiore...” ripetè Seyoung cercando di imitare il tono della sorella mentre passeggiava per il bosco. “Quando troverò marito prima di lei la smetterà di sentirsi la migliore!” Pensò prima di spiccare il volo. Era un pappagallo ma amava più volare che arrampicarsi.

Fu in grado di fare solo pochi battiti d’ala prima che qualcosa la travolgesse.

All’inizio credette di aver preso in pieno alcuni rami, ma cambiò idea quando vide che la sua faccia era finita su delle piume lunghe e prevalentemente bianche.

Si alzò impaurita, allontanandosi velocemente dall’estraneo che non si era ancora ripreso dalla caduta.

Aveva già visto un uccello del genere. Era un pavone! Anche se, di quelli che aveva incontrato, ricordava che avessero moltissimi colori, non come lui.

Ma visto che si poteva dire lo stesso di lei questo dettaglio le sembrò insignificante rispetto al pericolo nel quale, forse, si trovava!

“Mi scusi! Non guardo mai dove vado, sono distratta ed impacciata........sembra di sentire mia sorella!” Si prese in giro da sola.

Con i rubini che aveva al posto degli occhi, lo straniero la fissò, sarebbe stato più appropriato dire che la studiò a fondo a causa dello sguardo gelido che le rivolse e per la forza che sentiva sprigionare esso.

Seyoung si sentì smarrita davanti ad una persona tanto terrificante e come se non bastasse si rese conto troppo tardi del grande coltello che stringeva in un ala.

Era un guerriero! Le sue preghiere si erano trasformate in una maledizione!

“A vostra discolpa si può dire che anch’io ero distratto! Mi scuso se vi ho fatto del male, ma posso sapere cosa ci fa una fanciulla tutta sola nella foresta? Potrebbe girare gente pericolosa!”.

La risposta fu talmente gentile da disarmarla ma non riuscì a tranquillizzarla, così rimase scioccata e tremante ad aspettare la prossima mossa dello sconosciuto.

 

*

 

Shen capì che la ragazza era ancora molto scossa, ma non a causa del suo aspetto, forse credeva di essere in pericolo di vita.

Decise di riporre nella tasca il suo coltello che aveva tirato fuori per puro istinto difensivo. Anche lei, poteva dire, era diversa. Era un pappagallo, ma il suo piumaggio era a metà fra il giallo ed il dorato. Non aveva niente a che vedere con il blu o il rosso che caratterizzava la sua specie!

“Sono un esploratore. Sai se ci sono banditi da queste parti? Qualche taglia?” Chiese Shen non riuscendo, però, a smuovere la signora dal suo terrore costante.

Il suo istinto lo salvò per la centesima volta di fila facendolo balzare all’indietro, evitando per un soffio un coltello che andò a conficcarsi nel tronco di un albero.

Si girò e vide un altro pappagallo singolare. Possedeva solo un po’ di blu sulla punta delle ali ed all’inizio della coda, per il resto era bianca.

Ma questa femmina era feroce e temeraria, non emotiva come quella in cui si era imbattuto.

“Allontanati subito da mia sorella!” Urlò minacciosa Jiali prendendo un coltello con l’ala destra, dal mucchio che teneva con la sinistra.

“Altrimenti che fai?” Chiese provocatorio Shen.

Lei si frappose fra lui e la....sorella, cominciando a spingere quest’ultima ad andarsene cercando di non distogliere l’attenzione da lui “Muoviti idiota! Vuoi farci ammazzare entrambe!” Urlò Jiali. Un colpo d’ala ben assestato, riuscì a sbloccare Seyoung che iniziò a correre verso casa.

Come se volesse distrarlo dalla sorella in fuga, lei lo attaccò dando fendenti non molto coordinati. Prese gli altri coltelli con una delle zampe pur di potersi muovere più agilmente con l’aiuto delle ali, ma non era una guerriera.

Shen lo capì ancora prima che inciampasse in una radice. Non c’era strategia nei suoi attacchi e sembrava disperarsi sempre più ogni volta che mancava il bersaglio.

Aspettò che si stancasse a sufficienza da essere costretta ad interrompere l’attacco e rimanere a debita distanza distrutta e terrorizzata, forse anche più della sorella.

“Deludente!” Commentò il pavone. Stava per aggiungere altro quando un grido lo fece voltare verso una densa nuvola di fumo che proveniva da non molto lontano, nella foresta.

“No!” Urlò la signora prima di correre verso quella direzione. Fu più la curiosità che la voglia di aiutare, a convincere Shen a seguirla.

Sbucarono in una piccola radura ed il pavone vide che una piccola casa in legno aveva preso fuoco. Un piccolo gruppo di sciacalli si stava dividendo delle provviste, molto probabilmente rubate dall’abitazione ed erano intenti a molestare la sorella della sua avversaria.

“Dai piccola, vedrai che ti divertirai con noi!” Disse uno dei cani “Si, sei giovane come piace a noi!” Lo sostenne un compagno “Sarai la nostra nuova serva!” Decise colui che doveva essere il capo.

In quel momento il gruppo notò la presenza dei due uccelli che li fissavano, uno terrorizzato, l’altro.....annoiato?

“C’è un altro frutto fresco da poter gustare!” Esultò uno degli sciacalli. Risate avide e commenti scandalosi accompagnarono quell’osservazione.

La povera Jiali iniziò a tremare intuendo il terribile destino a cui, lei e sua sorella, stavano andando incontro senza poter fare nulla per evitarlo.

Gli sciacalli si avventarono su di lei, ma prima che potesse urlare Shen si mise in mezzo. Con un colpo di coda fece cadere in terra i tre sciacalli che li avevano attaccati. Poi, senza perdere tempo, sfoderò la sua spada del sole e della luna cominciando a farla ruotare velocemente prima di colpire le lance di uno di loro e spezzarla come se fosse stata burro!

Dopo averlo messo ko si occupò del secondo. Non sembravano molto intelligenti visto che preferivano attaccare singolarmente, invece che con la forza del gruppo....meglio per lui!

Mentre il secondo caricava Shen aprì la sua grande coda ed il canide arrestò la sua corsa guardando smarrito il terribile spettacolo rappresentato da così tanti occhi che lo fissavano. Il pavone colse l’occasione e dopo aver stretto il guanto di ferro a pugno, tirò un potente calcio in testa all’avversario, stendendolo.

Un urlo gli fece ricordare che non era solo e vide che l’ultimo sciacallo aveva afferrato la povera signora, disarmandola, la quale si agitava guidata solo dal panico.

Il canide corse verso il pagliaio poco distante mentre il resto dei compagni continuavano ad osservare con interesse lo scontro.

Una volta dentro, il bandito, salì con un balzo su di una trave. Doveva essere forte visto che ci era riuscito nonostante il peso della signora che ancora teneva saldamente tra le zampe e che si agitava in preda al panico.

Shen lo imitò e si parò di fronte a lui, il quale cercava di proteggersi e di farlo desistere mettendo in mezzo quella donna innocente. 

Il pavone non si fece intimidire. Era un abile guerriero e non avrebbe mai sbagliato bersaglio! Lanciò tre coltelli in rapida successione, ma il suo scopo era distrarre l’avversario così da poter concludere lo scontro il più velocemente possibile.

Funzionò, ma non come aveva sperato. Il cane guardò dietro di se allarmato e la signora si agitò in quello stesso istante sbilanciandosi da un lato e sfuggendo alla presa del bruto.

Forse fu il panico, o la poca distanza dal suolo, ma lei non riuscì a volare e si schiantò al suolo con un grido.

Sia il pavone che lo sciacallo la osservarono per diversi secondi prima di ricordarsi della reciproca presenza ed iniziare a combattere. 

Un bubolare lo avvertì che Piao e gli altri erano arrivati.

Con un colpo di coda fece cadere il cane, che impegnato a non cadere, non vide il pavone mentre gli legava una corda attorno al piede. Shen sbloccò la corda e lasciò cadere il peso a cui era fissata, cioè un sacco di grano, a terra. Questo mandò il lupo per aria, appeso a testa in giù ed una violenta oscillazione lo fece sbattere contro alla parete dell’edificio facendolo svenire.

Sistemato l’avversario Shen rivolse la sua attenzione alla povera signora. Si inginocchiò accanto a lei maledicendo il momento nel quale aveva deciso di dividersi da Xu e gli altri per poter riflettere in santa pace. Lang Min aveva ragione: essere uniti era la loro forza! Se ci fossero stati anche gli altri lo scontro sarebbe durato meno di un secondo e nessuno sarebbe stato messo in pericolo con il rischio di allertare le guardie imperiali.

Un leggero battito ed il movimento del petto gli fecero capire che era ancora viva, nonostante la terribile caduta.

“Ti sei divertito?” Gli chiese Xu comparso come dal nulla. “È scontato! Posso affrontare più avversari contemporaneamente senza dovermi preoccupare che qualcuno di voi mi caschi addosso a causa della propria goffaggine!” Rispose il pavone alzandosi in piedi per fronteggiare il felino.

Xu sorrise. Se non avesse conosciuto bene Shen avrebbe potuto anche credergli, ma sapeva che anche se solo per uno scontro, gli erano mancati!

“Prendila e torniamo a casa!” Disse il pavone prima di avviarsi all’esterno.

“Come? Ma non possono entrare degli estranei a Huáijí! È una delle leggi che abbiamo stabilito per......” “Sono albine proprio come noi! Sole e senza una casa! Se le lascio qui te la vedi tu con Lang Min una volta a casa?” Urlò Shen esplodendo.

Non avrebbe mai ammesso che era suo desiderio che le due signore restassero con loro. Non erano della riserva, ma era evidente che fossero sole e lui si era ripromesso che quelli diversi non avrebbero sofferto finché fosse rimasto in vita!

Una volta fuori fu sorpreso nel vedere che anche l’altro volatile era privo di sensi.

“È svenuta quando uno degli sciacalli ha cercato di ucciderla!” Spiegò Kuen che all’ultimo aveva deciso di unirsi al suo gruppo in esplorazione, invece di seguire Mei e gli altri contro i banditi.

 

*

 

C’era un aria strana quel pomeriggio!

Kang e Lu-Chu dopo pranzo erano andati in un ampio giardino, coltivato vicino alle abitazioni così che futuri cuccioli avessero un luogo dove giocare vicino casa.

Yi-Min era la più agitata figlia che avessero mai avuto. Forse ricevere attenzioni da tutti non faceva bene al suo carattere!

Tornando verso casa si erano resi conto di come le case e gli orti si fossero svuotati e della confusione che proveniva dall’ingresso della valle.

Videro Hua sorvolare la zona e la chiamarono chiedendole delle spiegazioni. Quando lei rispose che c’erano delle nuove arrivate corsero verso la casa di Shen.

Più che casa si poteva chiamare palazzo.

Il pavone aveva sfruttato le grotte nella roccia per ricavarne un’ampia abitazione ai piani più alti, cioè il dodicesimo ed undicesimo piano. Decorata con ampi balconi.

Scendendo verso il basso c’erano le cucine, il laboratorio per i fuochi d’artificio, stanze in più su due piani, per eventualità, come inverni rigidi o l’impossibilità di altri di poter accedere alla propria casa.

E gli alloggi dei lupi. Visto che le grotte erano numerose fino al sesto piano, ampie anche in larghezza, le aveva sfruttate per loro. Anche se non tutti si erano stabiliti lì costruendo le loro case lungo i confini della valle per maggiore protezione.

Come se non fosse sufficiente c’era anche un piano sottostante per le scorte di cibo e di armi ed un piano ulteriore dove erano state posizionate poche celle per una detenzione breve di qualche bandito che, eccezionalmente, sarebbe stato ospitato, per l’impossibilità di consegnarlo subito alle guardie.

Quindi il lato di una montagna era diventato una maestosa ed imponente abitazione grazie all’ingegno del proprietario.

Una volta arrivati Kang e Lu-Chu videro che molte persone erano ferme ad aspettare sui gradini che conducevano all’ampio portone d’entrata, sussurrando informazioni tra di loro, mentre molti altri erano già entrati e correvano da tutte le parti.

Fortunatamente Lang Min andò loro incontro.

“Scusate la confusione, ma non credevo che degli adulti potessero regredire allo stato infantile per delle novità!” Si giustificò la pavonessa esasperata.

“Vorrei parlare con Shen!” Disse Kang rivolgendole un sorriso di conforto.

“Se sei qui per farmi la predica devi metterti in fila!” Protestò fumante di rabbia l’interpellato.

“No, non abbiamo intenzione di.......Yi-Min non lanciare i vasi contro gli altri!” Urlò 

Lu-Chu vedendo la figlia che, arrampicatasi su di un mobile, aveva trovato un modo perché tutti si accorgessero di lei nonostante la confusione.

“Non mi piaceva come erano messi!” Spiegò la piccola “Non mi interessa! Se non fai la brava stasera non avrai il dolce!” Urlò la madre adirata.

Cioè che voleva la pavonessa l’aveva ottenuto, peccato che ora la figlia fosse di umore nero.

“Vorrei parlare con le ospiti!” Disse Kang distraendo Shen da quella scena comica.

“Ti avrei fatto chiamare lo stesso!” Confessò il figlio “Perché?” Chiese il padre “Perché hanno paura di me! Sarebbe stato tutto più facile se non mi avessero considerato pericoloso quanto i banditi!” Disse amareggiato Shen.

“Ma tesoro.....tu sei peggio dei banditi!” Osservò Lang Min facendo sorridere il compagno.

 

*

 

Jiali si svegliò con un mal di testa assassino. Si spaventò da morire appena si rese conto di non sapere dove si trovava! Era con il pavone o con gli sciacalli? Non che questo facesse differenza! E sua sorella?

Osservando meglio la stanza vide un’altro letto dall’altra parte rispetto a dove si trovava e con suo sollievo Seyoung era lì.

Sentiva numerose voci provenire da fuori la stanza, quindi si alzò cercando di fare meno rumore possibile. I muscoli protestarono oltre ai numerosi lividi che si era provocata durante la caduta, ma li ignorò.

Raggiunse la sorella e la scosse un poco “Svegliati dormigliona, dobbiamo andarcene!” Sussurrò. “Jiali!” Urlò Seyoung appena sveglia per calmarsi vedendola che le faceva cenno di abbassare la voce.

“Dobbiamo scappare!” Disse Jiali prima di avviarsi verso la finestra in punta di piedi “Sono gli sciacalli vero?” Chiese paurosa la sorella minore “Non lo so!” Le rispose la maggiore, guardandola stranita quando la vide esitare.

“Allora se è il pavone come fai a sapere che siamo in pericolo?” Domandò incerta Seyoung “Perché credo che sia peggio degli sciacalli fidati!” Rispose Jiali afferrandola per un ala pur di convincerla che avesse ragione.

“Ma non l’hai visto? Era diverso dagli altri! Se avesse voluto farci del male l’avrebbe fatto subito!” Protestò Seyoung “Vuoi rimanere a scoprirlo? Io non resterò un minuto di....” Jiali venne interrotta dall’apertura della porta e vide un grosso felino che le scrutava curioso.....anzi curiosa, visto che poteva notare dal corpo esile e slanciato che fosse una femmina.

“Finalmente vi siete svegliate! Piacere io.....ehi!” Esclamò Mei quando le vide correre verso l’ampio balcone come se lei le avesse appena minacciate di morte.

Spalancarono le porte e presero il volo, ma riuscirono a fare solo due battiti d’ali che vennero circondate da un grosso stormo di uccelli tra cui c’erano otto grossi rapaci.

Un grido di aquila li fece disporre ordinatamente di fronte a loro. Erano in trappola!

“Questa non è una trappola!” Disse una voce. O forse no!

“Non intendiamo farvi del male!” Disse un pavone blu avvicinandosi al balcone.

In quel momento, le due signore si resero conto che gli animali che le circondavano erano .........diversi!

“Tra poco svengo di nuovo!” Disse Seyoung non riuscendo a credere che non stesse sognando. Forse lo spavento preso a causa degli sciacalli era stato maggiore di quanto avesse mai potuto immaginare!

“Va bene, però potresti farlo nella stanza e non qui per aria?” Chiese quello che sembrava essere un falco.

“Vi dò il benvenuto a Huáijí, città di Zìjóu, la valle delle meraviglie!” Disse il pavone aprendo le ali ed indicando l’ampio paesaggio mozzafiato che si estendeva davanti a tutti loro.

 

Ok, ecco il finale! 

Ho in mente di mettere dei capitoli extra con una piccola sorpresa!

Finalmente è finita la storia, no scusate, la prima parte...non ne son sicura! 

Sto pensando di introdurre pure Po ed i Cinque Cicloni. Sarebbe interessante farli incontrare, lo ammetto! 

Voi cari lettori cosa vi aspettate?!

A presto,

X-98

   
 
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