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Autore: Angelica Cicatrice    09/02/2021    0 recensioni
Tutti conoscete la storia del piccolo Gohan, quando fu portato su un'isola per imparare ad essere autonomo, e infine essere addestrato da Junior per diventare un vero guerriero. Eppure c'è un piccolo dettaglio mai raccontato, almeno fino ad ora. Una guaritrice entrerà nelle vite dei due protagonisti, portando disagio e affetto alla pari. Un trio irresistibile che vi accompagnerà in questo pezzo di saga che non potete perdere.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Nuovo personaggio, Piccolo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                              “Non doveva finire così…”

Era passata una settimana da quando il guerriero dal mantello bianco aveva fatto conoscenza con la singolare custode dell’isola. Junior, che si era sempre ritenuto un essere forte, dalla spiccata intelligenza, e da un acuto, se non perfino maniacale senso di giudizio, non riusciva ancora a capacitarsi di come avesse ignorato la presenza di quella fanciulla. Ma tralasciando questo dettaglio, ciò che gli faceva davvero rodere il fegato era stata l’umiliazione ricevuta durante il loro primo “scontro”. Odiava ammetterlo: quella ficcanaso era riuscita a tenergli testa. Anche se si era limitata a difendersi evitando il contatto fisico, era evidente che non si trattava di una semplice umana. La misteriosa fanciulla dagli occhi di serpente, che gli aveva dato non pochi grattacapi, era sicuramente dotata di poteri inaspettati. Qualcosa che nemmeno lui poteva lontanamente immaginare. Una cosa però era certa: la detestava. Detestava lei e la situazione che si era creata. Tuttavia, Pacti aveva promesso che non si sarebbe riavvicinata a Gohan, ma solo di tenerlo d’occhio a debita distanza. Peccato che Junior era un tipo molto diffidente verso gli altri. Per tale motivo aveva passato gli ultimi giorni a tenere sotto controllo la situazione. A volte, nei pomeriggi soleggiati mentre osservava l’allievo, si aspettava di vederla sbucare all’improvviso, con tutta la sua grazia e la voce ammaliante. Ma per fortuna di lei neanche l’ombra, quindi poté tirare un sospiro di sollievo, anche se temporaneo. Era una vera seccatura. In compenso, però, era così misteriosa, e tanto bella.
Basta distrazioni! Doveva smettere di pensarci. Il cielo si era colorato di un blu intenso e le prime stelle cominciarono a brillare. Junior aveva iniziato un nuovo tipo di allenamento, e l’aveva praticato negli ultimi tre giorni. Incredibile ma vero, aveva anche scelto un valido compagno, lui che preferiva isolarsi. Nel bel mezzo dell’isola, nei pressi delle montagne, il guerriero chiamò a raccolta tutte le sue forze ed ecco una copia identica a lui staccarsi dal suo corpo. Due guerrieri gemelli, uguali nell’aspetto e nella forza, cominciarono il duello. Lo sdoppiamento del corpo era una delle sue tecniche migliori, ma anche la più difficile da acquisire. Mentre procedeva con lo scontro, non poteva fare a meno di rivivere gli istanti che erano stati la causa di tutto. Non aveva ancora digerito quel momento, quando Radish, il fratello malvagio di Goku, era riuscito a schivare il suo “ cannone speciale”. Per la prima volta nella sua vita aveva sentito il gelido brivido del terrore. Vedere il suo colpo migliore andare a vuoto, aver fallito così miseramente, era per lui una sconfitta bruciante.
“ Questo è troppo per il figlio del grande Al Satan…”
Junior stava continuando il suo allenamento quando all’improvviso qualcosa gli fulminò la mente e quei ricordi si dissolsero. I due guerrieri smisero di combattere ed entrambi ebbero la stessa orribile sensazione:
- Il ragazzino! -.
- E’ sparito! -.
Nell’arco di un secondo, il maestro si fuse con la sua copia e senza perdere altro tempo si alzò in cielo, volando ad alta velocità. Il motivo di quel cambiamento repentino era intuibile. Il guerriero perlustrò tutti i luoghi dove il bambino passava la maggior parte del suo tempo. Di solito, allievo e maestro non si incontravano mai, ma questo non impediva a Junior di captare la presenza del piccolo anche da chilometri di distanza. Ma più si sforzava di cercarlo, più avvertiva un brutto presentimento. L’aura di Gohan sembrava la fiammella di un fiammifero, che man mano si stava spegnendo lasciando solo un minuscolo tizzone, seppur ancora ardente.
“ Dove diavolo è finito? “
Junior sorvolò sulla spiaggia, scura e salmastra, mentre il cielo si stava annuvolando. Le orecchie appuntite si mossero leggermente, avvertendo in anticipo i primi imminenti tuoni del temporale, che di lì a poco si sarebbe scatenato. Scrutando tra le onde dell’oceano, si concentrò per riuscire ad avvertire la presenza del piccolo. Ma vi trovò solo una tempesta furiosa, con tanto di trombe d’aria e maremoti schiumosi. Allora decise di spostarsi nel cuore dell’isola. Perlustrò ogni angolo del bosco, nei presi del torrente e perfino nella grotta scavata nella roccia. Niente. Nessuna traccia di Gohan. A quel punto, dopo aver rimuginato, arrivò a una conclusione. L’idea non gli piaceva affatto, ma non aveva alternative. Borbottando qualcosa fra sé, si alzò nuovamente in volo e cominciò a seguire una vasta distesa di alberi. Seguì un odore a lui familiare che lo condusse fino a una prateria. Atterrando sul suolo erboso, si fermò nei pressi di un ruscello e fece risuonare la sua voce, possente e massiccia:
-Dove sei? Ti devo parlare-.
Un fruscio sinistro lo fece mettere all’erta. Dalle fronde di un albero carico di mele sbucò fuori la testa di una giovane donna. Pacti, che si manteneva aggrappata con le gambe su qualche ramo, alzò la testa.
-Junior? Che ci fai qui? – gli chiese. Aveva l’aria assonnata e la sua voce sembrava un leggero sussurro. Con gli occhi impastati dal sonno, sbadigliò lievemente, mostrando due piccole zanne.
- Arriverò subito al sodo – rispose Junior, non badando al fatto che l’avesse svegliata – Dov’è il marmocchio? -.
A quelle parole Pacti rimase di stucco. Ancora un po’ intontita, guardò la faccia seria e dura del suo ospite.
-Gohan? Perché lo stai cercando e perché lo chiedi proprio a me? – fece lei, mentre si strofinava gli occhi.
-Non fare la finta tonta- tuonò il guerriero, stringendo i pugni per il nervoso, mantenendo comunque una parvenza di calma.
-A parte me, tu sei l’unica che solitamente lo tiene d’occhio -.
Pacti rimase interdetta per un attimo, ma poi si rilassò e non tardò nel dare la sua risposta.
-Vero. Ma sappi che io sono l’ultima persona a cui puoi chiedere. Sono giorni che sto in disparte,senza farmi vedere da lui. Proprio come ti avevo promesso, ricordi?-.
Junior si zittì all’istante. La sua faccia mostrava un senso di frustrazione e di sconfitta. Ma il sorriso beffardo della fanciulla lo fece irritare e il suo orgoglio crebbe a dismisura. Odiava farsi trattare in quel modo.
-Piantala! Il vero problema è che non riesco a trovarlo- ricominciò mentre il temporale peggiorava. L’espressione di Pacti mutò di colpo, e con una certa preoccupazione chiese:
-Come sarebbe a dire non riesci a trovarlo? -.
-La sua aura è scomparsa. Ho cercato dovunque ma sembra che sia svanito nel nulla – si spiegò meglio il guerriero – Ecco perché mi sono preso la briga di venirti a cercare. Pensavo che fosse con te-.
Un tuono rimbombò rumoroso. Sottili gocce caddero dal cielo, nero come il carbone.
-Oh,cielo! E’ terribile – esclamò lei, portandosi le mani sul volto – Povero Gohan, forse gli è successo qualcosa -.
A quel punto, la ragazza si lasciò cadere dal ramo e atterrò in piedi sull’erba bagnata. Solo in quel momento, mostrandosi completamente al suo cospetto, Junior poté vederla in tutta la sua figura. Non portava i suoi soliti abiti. Indossava invece una lunga tunica di un brillante verde smeraldo. La stoffa di seta le fasciava le curve donandole un aspetto armonioso, mentre i capelli raccolti erano in disordine e impreziositi da piccole foglie. Junior distolse subito l’attenzione da quei dettagli, sentendosi leggermente a disagio solo per averli notati.
-Dobbiamo trovarlo – aggiunse Pacti, una volta ricomposta alla meglio – Andiamo a cercarlo! -.
Il guerriero,appena udì quelle parole,fu scosso da un senso di fastidio. Non era assolutamente d’accordo su quell’idea, e allora, incrociando le braccia al petto, subito espresse il suo dissenso.
-Non se ne parla nemmeno- disse con fermezza –Non c’è alcun bisogno che venga anche tu, posso farcela da solo. Inoltre, ricordati che hai dato la tua parola-.
Forse il guerriero aveva dimenticato un dettaglio importante. Se per lui Gohan era solo l’allievo che stava addestrando, per Pacti invece significava molto di più di un semplice marmocchio. E quella situazione era troppo delicata per mantenere schiocche promesse, solo per tenere integro l’ ego smisurato del maestro.
-Non dire stupidaggini!- fece lei, alzando il viso per fissarlo negli occhi – Non puoi darmi una notizia del genere, per poi pretendere che io me ne stia qui con le mani in mano -.
Pacti era ormai al limite della sopportazione. Non riusciva più a reggere quel carattere orgoglioso e arrogante. Ma Junior non voleva sentire ragioni. Con impulso, le afferrò le spalle e fissandola le ordinò:
-E invece è quello che farai! Sei stata calma e buona fino ad ora, quindi che ti costa aspettare?-.
Nel frattempo, la pioggia cadde più fitta e una leggera nebbiolina si era addensata per la prateria. Sentendo quel contatto, le mani forti sulla pelle, Pacti ebbe uno strano brivido lungo la schiena. Era qualcosa che non riusciva a decifrare, ma ciò che la scosse maggiormente fu la leggerezza delle parole del suo “amico”.
-Mi costa molto, invece – disse, senza lasciarsi intimorire – Perché si tratta di Gohan -.
Il suo viso dai lineamenti delicati traboccava di una dolce apprensione. Accompagnata dal velo di ansia che copriva i suoi grandi occhi, perfino Junior ne rimase colpito. Comprese, allora, che avrebbe faticato parecchio nel convincerla. Ringhiando nervosamente, scosse il capo.
-Smettila con queste lagne- le disse infine, lasciandole libere le spalle – Non sei mica sua madre-.
Junior aveva da poco pronunciato quell’ultima frase, girato i tacchi e fatto qualche passo per allontanarsi.
-E tu non sei suo padre…- fece la voce di Pacti, che aveva assunto un tono diverso dal solito. Junior si fermò per un secondo per poi rispose seccamente:
-Tsk, e non ci tengo neanche ad esserlo, se vuoi saper…-.
Il maestro non ebbe il tempo di finire la frase che qualcosa gli afferrò un braccio. All’inizio pensò a una corda, così robusta da tenerlo immobilizzato. Ma ben presto, si rese conto che le fibre di cui era fatta erano troppo morbide e avevano la consistenza che ricordava un nastro di velluto.
-Sono stufa del tuo atteggiamento…- disse una voce femminile alle sue spalle. Non c’erano dubbi, era Pacti quella che aveva appena parlato. Ma il suo tono si era trasformato in una specie di sibilo, sinistro e freddo. Junior, mentre cercava di liberarsi usando l’altra mano, si voltò indietro e ciò che scoprì lo fece rabbrividire dalla testa ai piedi. La bella fanciulla che conosceva, dalle curve sinuose e la voce smielata, appariva così diversa. Innanzitutto, aveva sciolto i capelli, di quel bel rosso magenta che andava a sfumare nel violetto e nell’indaco. L’unica cosa che stonava in quella perfezione era che la lunga chioma si muoveva nell’aria nonostante la mancanza di vento. Sembrava addirittura che respirasse di vita propria. E quelli che dovevano essere nastri, erano in realtà ciocche di quei stessi capelli. Quando tutto gli fu chiaro, Junior emise un verso, un misto di stupore e incredulità.
“…ma cosa…cosa diavolo è...!?-
Quel pensiero martellò la mente del guerriero, ancora confuso e perplesso per quella scoperta inaspettata.
-Confuso? – fece Pacti, sbiascicando tra le parole – ti capisco. Al tuo posto lo sarei anche io-.
Prima che Junior potesse capire cosa avesse in mente, la fanciulla afferrò le ciocche tese e con una forza sorprendente tirò a sé il suo prigioniero. In un batter d’occhio, i due si trovarono a faccia a faccia.
-Ora apri le orecchie – disse lei –Io verrò con te a cercare Gohan. Che ti piaccia o no-.
In quel preciso istante, avendola a pochi centimetri dal viso, Junior potè studiarla in ogni minimo dettaglio. La soffice pelle rosata era ricoperta da sottili segni in rilievo che radiavano un colore verde ambrato. Sembravano tante scaglie, proprio come quelle dei serpenti. Anche la lingua aveva cambiato forma, e ad ogni frase si mostrava lunga e biforcuta. Questo spiegava lo strano sibilo nella sua voce. Ovviamente, anche la sua forza era mutata. Junior era ancora scosso e deglutendo cercò di mantenere il controllo. Nonostante tutto, non aveva alcuna intenzione di cedere e dargliela vinta. Non era da lui.
-Scordatelo!- fu la risposta secca del guerriero, rifiutando qualsiasi resa, anche sotto tortura.
Gli occhi della fanciulla, grandi e vermigli, si dilatarono. Era un bruttissimo segno.
-Risposta sbagliata- disse lei, e subito dopo il povero Junior si trovò a volare per aria. Le lunghe ciocche di capelli,fungendo da liane, lo avevano tirato su e lanciato pesantemente contro il suolo. Una grossa nuvola di polvere si alzò in quel punto, spandendosi e confondendosi con la nebbia del maltempo. La prateria aveva assunto un’atmosfera lugubre e spettrale, uno scenario da far accapponare la pelle. Intanto, Pacti rimase immobile, aspettando che il cumulo di polvere sfumasse grazie alla pioggia. All’improvviso il suo sesto senso la mise in allarme e la sua mente le suggerì che doveva scansarsi immediatamente. Era come se una leggera scarica elettrica le avesse trapassato il cervello. Una sfera di energia, luminosa e veloce, era sbucata dal punto in cui Junior era atterrato. Pacti riuscì a deviare in tempo quel colpo micidiale che spazzò via un cespuglio di rovi. Una mano artigliata la prese alla sprovvista e le afferrò la gola. Con una velocità inverosimile la spinse lontano, facendola sbattere contro l’albero di mele, lo stesso dove pochi minuti prima si era appollaiata. Il colpo fu così pesante che alcuni frutti caddero per terra.
-Sei cascata nel mio tranello. Mi è bastato distrarti per metterti in difficoltà -.
Pacti, ferma e dolorante contro il tronco, riconobbe subito quella voce, nonostante le arrivasse da molto lontano. Sbattendo le palpebre e mettendo a fuoco vide il guerriero dalla pelle verdastra avvicinarsi. La cosa assurda era che la mano si trovava ancora stretta al suo collo, mentre lo stesso Junior si trovava almeno a due o tre metri di distanza. Solo allora realizzò che il braccio del guerriero si era allungato in maniera innaturale. Pacti ne rimase esterrefatta, mentre Junior la raggiunse. Aveva abbandonato il mantello e il turbante. In quello stato, appariva più atletico e meno formale. Pacti notò le antenne sulla fronte, un dettaglio alquanto singolare che le suscitò curiosità.
-Devo essere sincero. Non sei affatto male- ricominciò a parlare Junior, curvando un sorriso –Non so che razza di creatura tu sia, ma ormai ho capito il tuo segreto: sei capace di prevedere in anticipo le mie mosse. Sei una sorta di veggente, vero?-.
La fanciulla non rispose, mentre con le dita cercava di sciogliere la presa sul suo collo. Ma ovviamente era tutto inutile. Junior lo prese come una conferma e allargando il suo sorriso beffardo alzò l’altro braccio.
-Che ti serva da lezione. Questo è quello che succede a sottovalutarmi – aggiunse il guerriero ormai pronto per sfoderare un nuovo attacco. Si concesse un attimo per contemplare il viso di lei. Era ancora bella e piena di fascino, ma quelle scaglie le davano un aspetto minaccioso, bestiale, pericoloso.
Poi, Pacti emise una risatina, pacata ma insolita. A quella reazione, Junior temporeggiò.
-Eh? Che hai da ridere?- le chiese, mentre una strana sensazione cominciava a strisciargli nelle viscere.
-Niente. E’ solo che mi piacciono i tuoi occhi…- sussurrò la fanciulla, mostrando a scatti la lingua biforcuta. I suoi occhi si dilatarono, le pupille si assottigliarono ulteriormente e sembravano irradiare una luce cristallina. Junior fissò intensamente quello sguardo da rettile, immobile come una statua.
-Sì, guardami- diceva lei, e in poco tempo una sorta di magia ebbe il suo effetto sull’ignaro guerriero. Non si accorse nemmeno di quel torpore. Neanche che la sua mano aveva allentato la presa e la fanciulla si liberò senza alcuna fatica. Aggrappata al busto possente, ne approfittò e con un morso si attaccò al collo di Junior. Quest’ultimo, risvegliato dall’ipnosi, lanciò un urlo di dolore. Dopo qualche minuto, in cui aveva cercato disperatamente di liberarsi, alla fine Pacti lo lasciò andare, stremato e affannato.
-Cosa…cosa mi hai fatto?...- disse, portandosi una mano sul collo. In quel punto preciso vi erano due fori, profondi e orrendamente maciullati.
-Niente. Ti ho solo dato un morsetto – rispose lei, con una punta di sarcasmo. Con la punta delle dita si pulì l’angolo della bocca da un rivolo di sangue viola. Era il sangue di Junior.
-Maledetta!...Non riesco più a muovermi…- proferì lui, facendo fatica perfino a parlare. Sentiva il collo andare in fiamme, così come anche il resto del corpo che si stava riscaldando. La fronte era imperlata di sudore ma nonostante ciò avvertiva brividi freddi. Per un essere umano quelli erano i segni di una comune febbre.
-Il mio veleno sta entrando in circolo nel tuo corpo – gli spiego finalmente la fanciulla. Junior si sentì quasi soffocare appena ebbe quella rivelazione. Disteso su un fianco, alzò lo sguardo verso di lei.
-Stai tranquillo, non morirai- lo rassicurò, donandogli un sorriso – ma resterai paralizzato per parecchio tempo-.
Il guerriero digrignò i denti. Se qualche attimo prima aveva avvertito il brivido della paura , in quel preciso istante la rabbia prese il soppravvento, bruciando come un incendio nel suo animo.
-Non preoccuparti, mentre te ne starai qui a fare un riposino, andrò io a cercare Gohan- lo informò, mentre cercava di raccogliersi i capelli ondeggianti.
-Cosa?!- esclamò Junior, agitandosi di botto – Non oseresti! Te lo proibisco!-.
Pacti gli dava le spalle e aveva da poco intrecciato la chioma. Quando si voltò, Junior sbatté le palpebre, atterrito. L’aspetto della fanciulla era tornato normale. Le scaglie da serpente erano scomparse e l’epidermide color rosa era di nuovo liscio e perfetto.
-Se siamo arrivati a questo punto non è colpa mia- fece lei, con la voce cristallina e senza quel sibilo strisciante – Se non fosse stata per la tua testardaggine ci saremo risparmiati tutta questa perdita di tempo-.
-Senti chi parla!...-.
Il guerriero non aveva più fiato in gola. Il veleno gli stava prosciugando le energie. Sentendosi sconfitto ulteriormente, senza poter usare la voce, sfogò tutta la frustrazione e l’ odio nella mente.
“ Che mostro…”
Lo sguardo della fanciulla si oscurò, come se la stessa nebbia avesse ricoperto i suoi splendidi occhi. Un velo di amarezza e di sconforto le incupì l’espressione del volto. Junior se ne accorse e per un attimo rimase interdetto. Aveva pensato ad alta voce? Ma le sue condizioni, la febbre, i dolori, non gli permettevano di analizzare in maniera lucida, quindi lasciò perdere. Intanto, la giovane donna si voltò e senza aggiungere altro si lanciò in volo verso il cielo. Junior la vide sparire oltre l’orizzonte, mentre i lampi illuminavano l’intero panorama.
“Non doveva andare a finire così…”   
   
           

 

 

   
 
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