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Autore: crazy lion    10/02/2021    1 recensioni
Dal testo:
Eppure, aver letto quei commenti le aveva fatto ricordare che dava ancora molto peso alle parole della gente, che potevano ferire come lame affilate dritte al cuore.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Demi Lovato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What Other People Say

 
Demi era su Facebook. Girava tra i commenti sotto i suoi post. A un certo punto capitò su una foto che aveva postato su un altro social, Instagram. Mostrava le sue gambe, sulle quali c'era un po' di cellulite.
Guarda, è grassa scriveva una ragazza sotto la fotografia.
Ma perché fai vedere queste cose? Non ti vergogni?
Sei solo una drogata.
Commenti del genere fioccavano, ma c'era anche chi la sosteneva e le diceva di non dare ascolto a quelle cattiverie e di continuare a lottare.
Demi aveva avuto una ricaduta, un paio d'anni prima, due anni e sette mesi per la precisione, ed era andata in overdose. Superare quel momento era stata dura, aveva avuto bisogno di privacy e di calma, ma ce l'aveva fatta. Con I Love Me aveva fatto capire di aver intrapreso un percorso per volersi bene e che aveva fiducia in se stessa. E aveva scattato quella foto perché non si vergognava del suo corpo, non più. Non aveva più avuto episodi di anoressia o bulimia, non ne soffriva da tempo, ma il rischio di ricadute era sempre dietro l'angolo, per questo andava ancora in terapia. E quei commenti facevano male. Anche se si accettava, la ferivano. Gli hater erano sempre pronti a sputare veleno. Li rilesse e le mancò il respiro. Si mise le mani davanti agli occhi per impedirsi di continuare. Ma poi sorrise appena.
Rispose ringraziando chi la sosteneva.
Io mi accetto così come sono, se a voi non sta bene non è un mio problema disse invece a chi le andava contro.
Non voleva essere maleducata e di certo sarebbe uscito qualche articolo sui giornali dicendo che si era comportata male, ma non le interessava. Non sopportava gli hater, anche se averli era inevitabile nella sua situazione.
Andò al pianoforte, in salotto, con Batman che la seguiva e cantò parole che per lei significavano moltissimo.
I used to call my mom every Sunday
So she knew her love wasn't far away
But now I'm all fucked up out in LA
'Cause I care more about what other people say
I used to not take chances with God's name
But it's been so long since I last prayed
And now I'm all fucked up and my heart's changed
'Cause I care more about what other people say
Quella canzone non era sua ma di Sam Fischer, avevano duettato insieme. Ora lei aveva superato i suoi brutti momenti, ma il percorso per riprendersi del tutto era ancora lungo. Aveva sempre cercato di farsi accettare da tutti, di eccellere in ogni campo, dalla scuola, al canto, alla recitazione, al suonare la chitarra e il pianoforte. Aveva nascosto i suoi disturbi alimentari, l’autolesionismo, la droga e l’alcol per anni, per dare un'immagine perfetta di sé, che piacesse alle persone, almeno fino a quando tutto era venuto alla luce. Ma, si disse, se così non fosse stato non sarebbe mai guarita e non avrebbe assaporato di nuovo il gusto della vita. Eppure, aver letto quei commenti le aveva fatto ricordare che dava ancora molto peso alle parole della gente, che potevano ferire come lame affilate dritte al cuore.
Devo chiamare mia madre.
Non la sentiva da alcuni giorni. Prese il cellulare, andò nella rubrica e trovò il numero. La donna rispose dopo tre squilli.
"Pronto?"
"Ciao mamma" disse la ragazza, con la voce che le tremava.
"Ciao, tesoro mio!" La dolcezza di sua madre le scaldò il cuore. "Ti sento strana, è successo qualcosa? Stai male?"
Si preoccupava per lei. E Demi sapeva che la amava e che ogni mamma si preoccupa per i suoi figli, ma a volte credeva di non essere così importante per gli altri.
"Sì, ho solo un po' di pensieri." Le raccontò quanto successo. "Non riesco ad accettarmi del tutto e a lasciarmi quei commenti alle spalle."
"Demi, ascoltami." Lei prese un respiro tremante, ma la lasciò continuare. "Quelle persone non sanno quello che stanno dicendo. Sono solo brave a offendere e non si preoccupano di come gli altri possono sentirsi. Solo tu sai quanto hai sofferto e quanto lotti ogni giorno e io lo vedo, questo. Hai tante persone che ti vogliono bene: io, Eddie, le tue sorelle, il tuo team e gli amici. E poi hai i fan, quelli che ti stimano e ti amano. Noi ti accettiamo per quella che sei, non devi essere diversa per conformarti alla massa o cambiare per gli altri."
Demi sorrise; il trucco era accettare se stessi e, se avesse voluto cambiare, avrebbe dovuto farlo solo per lei.
"Hai ragione mamma, ma non è facile."
"Nessuno ha detto che lo è, ma tu ce la farai. Sei forte, l'hai dimostrato in tutti questi anni e ogni volta che sei caduta sei sempre riuscita a rialzarti. Ti pieghi ma non ti spezzi."
Demi pensò che la mamma aveva troppa stima di lei, che ci credeva eccessivamente.
"Grazie, davvero" disse comunque.
Si sentiva meglio e il suo sorriso tornò luminoso. Parlare con la mamma le aveva sempre fatto bene.
"Di nulla tesoro mio, ti voglio bene."
“Anch’io, tantissimo.”
Quando la telefonata finì, Demi spense il computer. Per il momento non avrebbe più pensato a quegli stupidi commenti degli hater e decise di rilassarsi guardando un film con il suo cane vicino.
 
 
 
CREDITS:
Sam Fischer e Demi Lovato, What Other people Say
   
 
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