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Autore: Sia_    14/02/2021    6 recensioni
“Sto cercando di capire se questa tua nuova vena malefica mi piace o meno.” S’affretta a rispondere e Hermione scrolla la testa in segno di disappunto: non può lasciarla stare e basta? Deve sempre cercare un modo per tirare avanti la conversazione e portarla all’esasperazione.
“Cioccolatini con i lassativi, come può piacerti?”
“Stai parlando la mia lingua dell’amore, Hermione.” La mano di Fred si allunga a metterle a posto il colletto della camicia, piegato sotto al maglione grigio e ne approfitta per toccare la pelle del collo con le nocche. La sfiora appena, ma può percepire un mutamento sul volto della giovane, “Se non ti conoscessi bene, penserei che ti sei innamorata di me.”
“Non mi conosci bene”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Non sei d'accordo?

 

La luce penetra improvvisamente dalla finestra e le schiarisce la parte sinistra del volto, costringendola a un risveglio brusco. Maledice le mattine e maledice Lavanda, che s’è svegliata di buon umore e ha tirato le tende della stanza. Nasconde la faccia sotto il cuscino e si gira di spalle nel letto, mugugnando una lamentela. Possibile che le sue compagne siano interessate solamente a cose così… Così? Hermione maledice anche sé stessa e sfrega la fronte contro il materasso nel tentativo di cacciare via i pensieri insistenti. 

“Non ti alzi, cara?” Lavanda si appoggia alla colonna del baldacchino, mentre con la bacchetta continua ad arricciarsi i capelli, “È un giorno speciale, bisogna prepararsi.” 

La strega, ancora nascosta sotto il pesante piumino, trova la forza per riemergere e socchiude gli occhi, “È sabato e sono le sei e mezza.” 

“È il quattordici di febbraio, Hermione cara.” 

Il prefetto non manca di alzare un sopracciglio sdegnata. “Ed è sabato e il sabato la gente normale dorme a quest’ora.” 

“In effetti, non mi aspettavo potessi capire.” 

Hermione si siede, appoggia la schiena alla testata del letto, “Come scusa?” 

È San Valentino.” Lavanda sbrocca, un movimento repentino della mano è il segno dell’ennesimo boccolo su quella testa bionda, Hermione lo osserva mentre ricade sulle spalle e si unisce ai precedenti. “Si regala cioccolata, si fanno confessioni d’amore al ragazzo di cui si è innamorate e poi ci sono i bacini e… ”

“Ti prego, risparmiami il resto” le dice, passandosi una mano sul volto e allontanando le coperte. 

“Anche tu dovrai pensarle certe cose: abbiamo seguito con interesse le tue avventure con Krum l’anno scorso.” 

“L’anno scorso, appunto,” fa in fretta a mettere le cose in chiaro, superando Lavanda e aprendo il baule in fondo al suo letto, “oggi avrei voluto dormire.” 

“Capisco che il bulgaro ti abbia rubato il cuore, ma continuando così finirai per restare zitella tutta la vita.” 

Hermione serra gli occhi, cacciando giù la voglia di incenerirle i preziosi boccoli. Caccia via anche quella, recuperando la cravatta dal comodino e fiondandosi in bagno senza degnarsi di rispondere a quella provocazione. Bisogna essere delle persone speciali per credere a certe baggianate, Hermione pensa, mentre si guarda allo specchio e l’occhio le cade inevitabilmente sui ricci che non hanno niente di tutto quel composto che ha in testa Lavanda nell’altra stanza. 

Le importa poco, davvero pocoÈ un timido pensiero che le sfiora la mente e poi scappa via, come quel sole mattutino che è già stato coperto da una montagna di nuvole. Tempo di scendere a colazione, si è già messo a piovere e l’umidità, Hermione osserva soddisfatta, rovina i preziosi boccioli di Lavanda. Rovinerebbe anche i suoi ricci, se non fossero raccolti in una crocchia scomposta sul suo capo. Un po’ se ne vergogna, perché in Sala Grande non sembra esserci una sola ragazza che non si sia preoccupata di risultare carina quel giorno.

Quando lo sguardo le cade sul grosso portone, alla ricerca di Harry e Ron, e nota l’arrivo dei gemelli, prende velocemente  in mano la Gazzetta del Profeta palesando un disinteresse non indifferente. 

“È sabato mattina.” Le fa notare uno dei due, accomodandosi al suo lato, mentre l’altro non le lascia via di fuga e la circonda dalla parte opposta. 

“Ed Hermione Granger è stranamente in anticipo sulla sua tabella del fine settimana, non è che qualcuno è impaziente di vedere il proprio innamorato?” 

Sapeva che essere chiamata cara da Lavanda per due volte avrebbe sortito il suo effetto. 

“Confessare il proprio amore al principe azzurro.” 

“Ballare sotto la pioggia con l'anima gemella.” 

“Regalare cioccolata fatta a mano e… ”

Hermione alza gli occhi al cielo, tagliando di netto il discorso dei due, “Pensavo di regalartene un po’, Fred.” 

“E a me?” George si indigna, il gemello lo saluta con un movimento della mano e fa apparire un largo sorriso sul volto, in segno di chiara e meritata vittoria. 

“Ad Angelina non piacerebbe passare il San Valentino da sola, mentre il suo ragazzo è chiuso in bagno a causa di cioccolatini ripieni di lassativi, o no?” 

“Certamente no, Hermione.” Concorda il gemello in questione, annuendo col capo.

La strega a questo punto si gira verso Fred, che ha appoggiato il gomito al tavolo e il capo al palmo della mano, “Cosa c’è?” gli chiede gentilmente, cercando di trattenere un sorriso in risposta alla smorfia che è stampata sul volto del giovane. 

“Sto cercando di capire se questa tua nuova vena malefica mi piace o meno.” S’affretta a rispondere e Hermione scrolla la testa in segno di disappunto.

“Cioccolatini con i lassativi, come può piacerti?” 

“Stai parlando la mia lingua dell’amore, Hermione.” La mano di Fred si allunga a metterle a posto il colletto della camicia, piegato sotto al maglione grigio e ne approfitta per toccare la pelle del collo con le nocche. La sfiora appena, ma può percepire un mutamento sul volto della giovane, “Se non ti conoscessi bene, penserei che ti sei innamorata di me.” 

“Non mi conosci bene” risponde repentinamente lei, mentendo spudoratamente: se c’è qualcuno che la capisce, seduto a quella tavola in quel momento, è il gemello. 

Fred inclina il capo e alza l’angolo delle labbra.

“La tua poca conoscenza non… Non sono innamorata di te, Fred.” 

“D’accordo.” Il gemello si rimette più dritto sulla panchina, muovendo anche lei; o forse è sballonzolata a causa delle risate senza fine di George, che ora si sta tenendo lo stomaco per il dolore. Fantastico

“Non dire d’accordo come se non ci credessi, è snervante.” 

“Tu non dire che non sei innamorata di me come se lo pensassi, è faticoso starti dietro.” 

Hermione boccheggia per qualche secondo, poi alza l’indice della mano destra, “Io lo penso veramente.”

D’accordo.” Fred alza le spalle, scrollando il capo.

“D’accordo.” Ripete la giovane, ricacciando lo sguardo nella Gazzetta del Profeta, provando un sentimento di leggerezza quando sente che George li lascia per andare a recuperare un posto vicino ad Angelina. 

Ora che ci pensa bene, Fred è una di quelle persone che è bella anche ieri e lo è oggi e lo sarà domani: ha sempre quest’aria di vita che lo accompagna e che lo rende più splendente di chi riempie il resto della Sala Grande. Poco le importa se è tanto simile a George e che George sia solo qualche metro più in là;  Fred è speciale, non speciale come le persone che credono alle baggianate d’amore di una festa qualunque, ma speciale a suo modo, che è tutto un modo speciale di essere speciale. Hermione stringe il giornale che ha tra le mani, allucinata dal suo stesso terribile pensiero. 

“Sei comunque in anticipo.” Il gemello la risveglia dalla valanga di pensieri impuri che le ha riempito il cervello nel giro di qualche secondo – le hanno suggerito che forse, inconsciamente, lei è innamorata di Fred. 

“Scusa?” Finge di non aver sentito e non distoglie gli occhi dal giornale: se lo guardasse adesso, sarebbe come trovare la conferma di quei timori, sarebbe scoprirsi innamorata per la prima volta e poi sarebbe scappare via dall’ansia e dalla paura. E poi sarebbe sprofondare in un mare di angoscia, perché tra tutti è finita per avere Fred nel cuore: così diverso, così pieno di energia, di vita. Così avventuriero, che quando le sistema il colletto del maglione – come se quello fosse normale di suo –, le sfiora la pelle con le nocche e la teletrasporta in un altro mondo. 

“Il sabato è il tuo giorno di riposo e invece sei qui di prima mattina ad affogare i tuoi tormenti in una triste tazza di tè tiepido e il muso in un giornale che non stai leggendo.” Le fa notare, un goccio di ironia gli colora la voce e Hermione deve reprimere l’istinto di sorridere. Non dovrebbe sorridere così facilmente a Fred Weasley, capirebbe troppo presto che prima ha mentito. A sua discolpa, ha mentito senza sapere di mentire: credeva davvero di non essere innamorata di lui. Come lo credeva quella mattina, sfregando la fronte con il materasso e pregando Merlino di incenerire Lavanda Brown e la sua fretta. Nel letto si tranquillizzava per dei sentimenti che non aveva: avrebbe dovuto prenderlo come un segnale, ché se ti svegli pensando a qualcuno un motivo ci deve essere e quel motivo adesso le prende il cuore e il cuore ride nel petto per la stupidità della strega. Come ha fatto a non capirlo prima? 

I segnali c’erano, chiari come le stelle nel cielo di San Lorenzo: le sue guance a fuoco, le parole sconnesse, i sussurri imbarazzati, il piede che sbatte a terra non per rabbia, ma per il fastidio di… Quello non può ammetterlo nemmeno a sé stessa. 

“Sono stata svegliata bruscamente,” spiega, “a quanto pare è San Valentino e Lavanda è particolarmente felice.” 

 Fred ride, “Adesso capisco il tuo umore da Dissennatore.”

Hermione chiude il giornale e lo appoggia alla panca, proprio dove prima era seduto George e avvicina la tazza di tè alle labbra, prendendosi tempo per trovare una risposta. Lo sorseggia lentamente, più lentamente di quello che farebbe solitamente e alza gli occhi sul gemello, che non smette di guardarla per un solo secondo. Ha addentato una tortina e segue la velocità dei suoi movimenti per masticarla. Fantastico. Gli osserva la mascella, l’incavo del collo e scende appena verso la clavicola, prima che questa venga finalmente nascosta dalla divisa. 

“Ce n’è di cibo su questa tavola, dovresti smetterla di mangiarmi con gli occhi, Hermione.”

La strega tossisce, presa alla sprovvista e appoggia la tazza sul piattino, “Non ti sto mangiando con gli occhi.” S’affretta a puntualizzare, arrossendo sulle guance. 

Dire che lo sta mangiando con gli occhi sarebbe riduttivo, probabilmente. Sarebbe più appropriato dire che lo sta divorando e neanche ci pensa due volte a masticare come si deve. 

D’accordo.” 

“Devi smetterla di dirlo.” 

“Devo smetterla di dire d’accordo?” 

Hermione gli lancia un’occhiata eloquente, come a chiedergli di finirla. Non si accorge che mentre lo dice la sua lingua si appoggia per un attimo alle labbra e che il suo pomo d’adamo mette in scena una commedia qualche metro sotto? Evidentemente no. Forse il gemello dovrebbe smettere di parlare in generale o dovrebbe smettere di esistere: anche da fermo le accende qualcosa che non saprebbe spiegare neanche con un tema lungo otto pergamene. 

“Sì, devi smetterla.” 

D’accordo, la smetto.” 

La strega prende un lungo respiro, “Non sai quanta voglia abbia di schiantarti contro un muro.” 

Fred si rimette a ridere, pulendosi le mani dalle briciole della tortina, “Probabilmente tanta, devo solo cercare di capire se è la stessa che hai sempre o se ho alzato il mio record personale.” 

Hermione sorride, non riesce più a trattenersi, “Tu pensaci, poi fammi sapere cosa ne hai tirato fuori.” 

“Te ne stai andando?” 

“In Biblioteca.” Dà per scontato che Fred lo voglia sapere e, allo stesso modo, limita la loro possibilità di vedersi ancora per tutto il resto della mattinata. Non la seguirà anche lì, non è così pazzo da decidere di morire di noia. Il gemello si appunta quella mossa e alza gli occhi al cielo: sa che Hermione ha bisogno dei suoi spazi e che giocare a quel gioco per troppo tempo la mette in agitazione, ma ci rimane sempre un po’ male quando devono separarsi. 

“Ci vediamo dopo, allora.” 

Non è una domanda, ovviamente. È il turno del gemello di mettere le cose in chiaro – dovrebbe segnare da qualche parte, che Fred le sta lasciando dei messaggi con un senso.

D’accordo.”

 

 

Lo evita in tutti i modi, Hermione, si imbarca persino in una conversazione fitta con Lavanda Brown. Lo evita per una serie innumerevoli di motivi e sulla cima di quel mucchio ci sono i suoi lampanti sentimenti. È innamorata. Merlino, è innamorata del gemello. 

Niente panico, si impone per l’ottava volta quella giornata. Si accorge presto che imporsi del controllo, mentre una ragazza del suo anno si avvicina a Fred e gli lascia tremante un pacchetto di cioccolatini tra le mani, non fa per lei. Picchietta il piede a terra nell’esatto secondo in cui una smorfia malandrina capitola sul viso del gemello. Niente panico. 

“Hermione cara, tra poco ho un appuntamento con un Tassorosso dell’ultimo anno, non lo trovi eccitante?” 

“I tuoi boccoli hanno fatto colpo.” 

Lavanda sorride raggiante, passandosi una mano tra i capelli per ostentare quel dato di fatto, “Li avessi fatti anche tu, adesso saresti nella mia esatta posizione.” 

“Siamo entrambe sedute, nel caso non l’avessi notato.” Hermione per un secondo si chiede dove si siano persi Harry e Ron dopo pranzo, costringendola a soccombere sotto il peso delle frecciatine della sua compagna di stanza. Come se non fosse stato abbastanza averla davanti gli occhi al suo risveglio. 

“Sciocchina, intendevo che avresti anche tu un appuntamento.” 

L’idea di incenerirle i capelli torna a farsi spazio nella sua mente e la sua mano, a dirla tutta, si muove verso la bacchetta che ha nella tasca, ma non arriva a sfiorare il legno perché qualcuno le ferma il braccio. È Fred, che si è piegato dietro la poltrona e sta mitigando un sorriso divertito, “Ti stavo cercando.” si limita a sussurrarle, lanciando un'eloquente occhiata a Lavanda che arrossisce sulle guance. 

Fantastico: adesso deve anche ringraziarlo per averle evitato un omicidio e qualche anno ad Azkaban. “Ti stavo aspettando” gli risponde, inclinando il capo verso di lui e alzandosi dalla poltrona. Fred le ferma un braccio dietro la schiena, salutando l’altra ragazza con un movimento repentino delle dita. 

Escono in fretta dalla Sala Comune, giusto il tempo di augurare a Lavanda un ottimo appuntamento. “Grazie per il salvataggio.” 

“Ti stavo davvero cercando.” 

Oh. Hermione reprime la voglia di sciogliersi in quell’esatto punto del corridoio, ben conscia che il corpo di Fred è ancora così vicino al suo. “Grazie per il tempismo, allora.” 

Il gemello le sorride ed è inevitabile che lei finisca per appoggiarsi alla sua spalla con il capo. Al diavolo le occhiate degli altri, è lui che li ha messi in quella situazione compromettente: è venuto a prenderla davanti a Lavanda Brown, per Merlino, nel giro di qualche ora lo saprà tutta la scuola. E poi saprà che in realtà non c’è niente da sapere. 

“Non vuoi conoscere il motivo per cui ti sono venuto a cercare?” 

“Per scappare dall’ennesima ragazza che ti regala cioccolata?” 

Il braccio di Fred la lascia andare, mentre si mette a ridere piano, “No, ma mi annoiavo e stranamente sei la cosa meno noiosa che mi riempie le giornate ultimente.” 

“Dovrei prenderlo come un complimento?”  

“L’idea è quella, ma puoi fare un po’ come vuoi.” Fred si incastra in un piccolo passaggio segreto dietro un arazzo impolverato e le offre la mano per seguirlo. Hermione cancella la voglia di scappare via e incastra le dita con quelle del gemello, sparendo presto dietro il tessuto pesante. Accendono le bacchette per farsi luce e salgono gli stretti scalini che si trovano davanti: si aggrappa bene la strega, un po’ spaventata di scivolare giù e farsi male, un po’ spaventata che Fred decida di lasciarla andare. 

“Dove stiamo andando?” 

“È una sorpresa,” il sussurro di Fred rimbomba per quel cunicolo e le entra dentro in profondità, scaldandole il cuore. Una sorpresaper lei, con lei. Adesso capisce perché tanto è impossibile svegliarsi la mattina e cercare di convincersi che non è innamorata di lui, se ogni tanto prende e fa così. 

“L’ultima volta che volevi sorprendermi, mi hai colorato i capelli per tre settimane.” 

Il gemello si ferma sulle scale e si appiattisce contro il muro per farla passare davanti a lui, “Sei stata sorpresa però.” 

Hermione si gira a guardarlo, è a qualche centimetro di distanza e pensa che in fondo non vale la pena continuare a salire se può baciarlo lì e arrivare a dimenticare il suo nome, “Senza dubbio.” 

Fred si morde la gengiva per evitare di ridere e la segue velocemente, tenendole una mano sulla schiena per tranquillizzarla. 

“Quindi dovrei prepararmi e essere sorpresa come quella volta o ti sei deciso a… ” finisce di parlare quando si ritrova in una piccola stanza, un’enorme finestra si apre sul prato della scuola ed è facile intravedere anche larga parte del Lago Nero. “L’hai trovata.” 

“Non mi ero dimenticato, so che stavi ancora impazzendo per capire dove si trovasse questo posto, perché da fuori era impossibile arrivarci.” Glielo deve aver detto l’anno scorso, quando si erano incontrati per caso fuori dalle mura e si erano messi a passeggiare insieme; una delle prime volte, seguite presto da altre centinaia. 

“Non mi piace la tua evidente ironia.” 

Sicura?” 

Hermione si appoggia al davanzale,  voltando il capo verso il gemello che ha le mani incrociate sul petto e un sopracciglio alzato, “Forse un po’ mi piace.” 

Fred si avvicina a passi lenti, tocca a sua volta il davanzale con una mano e la intrappola contro il muro, “C’è un modo per renderlo certo?” La pioggia comincia a bagnare le dita ad entrambi, ma non si spostano e rimangono a studiarsi qualche secondo di troppo. Gli occhi di Hermione tornano a fare quello che hanno fatto a colazione, ma al contrario e salgono dalla clavicola per stanziare un po’ sulle labbra umide e trovare lo sguardo del gemello che brilla di una luce divertita. Annuisce, alzandosi sulle punte e prendendo una spinta contro il muro per raggiungere meglio la bocca di Fred. Glielo rinfaccerà finché vivranno, di essere stata lei ad averlo baciato per primo, ma non le importa quando il sapore del gemello è così intenso e non le importa quando la mano di Fred finalmente si sposta dalla pietra per tornare dietro la sua schiena e stringerla. Le importerà più avanti, quando la pungerà nell’orgoglio e le colorerà le guance in Sala Comune in piena notte, le importerà quando cominceranno a circolare voci per la scuola e lei non avrà modo di tenerle a freno. 

Fred la sta baciando

Niente ha senso e niente importa, se le labbra di Fred studiano la composizione delle sue e scoprono che sono fatte apposta per tenersi insieme. Le dita della strega vanno a perdersi tra i capelli rossastri del gemello, incoraggiandolo a chiedere di più da quel contatto. 

Vai di fretta?” le chiede divertito, nascondendo quella domanda in un bacio veloce. “Hai altro da fare dopo?”

“Potrebbe essere.” 

“Speravo di poterti prenotare fino a stasera, che ingenuo.” 

Hermione scuote il capo, “Se ci tieni tanto, posso anche rimandare il resto delle cose che dovevo fare a domani.”

“Sei libera anche stasera, quindi?” Fred la stringe più forte tra le braccia, appoggiando la sua fronte a quella della giovane che ride e non aspetta una risposta per rubarle le labbra ancora una volta.

“Anche domani a colazione, in verità.”

“Una considerevole quantità di tempo per una persona che non è nemmeno innamorata di me e che mi vuole rifilare cioccolatini pieni di lassativo, non sei d’accordo?” 

 
È solo una sciocchezza, perché io dovrei studiare per l'esame di settimana prossima e infatti ora corro via. Buon San Valentino a tutti!
Sia ❤

 
   
 
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