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Autore: Mercurionos    15/02/2021    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 19 – SVU: Saiyan Victims Unit, Parte 7 – Anno 2, 1/5 Germinale
 
Il saiyan non si curò nemmeno di voltarsi verso di lui.
“Cosa vuoi?”
Il ragazzo lasciò svanire la morsa invisibile in cui aveva stretto il principe.
“Che tu mi stia ad ascoltare.”
Vegeta allora si voltò, incuriosito. La voce di Gladyolo era molto diversa da come se l’aspettava: non sembrava volerlo ammonire come al solito, con tono severo e deciso. Quel giorno pareva preoccupata, quasi stanca. Vegeta squadrò brevemente il ragazzo. Un velo di fatica copriva gli occhi di Gladyolo; le sue labbra pallide, come erano sempre state, erano lievemente aperte e si lasciavano sfuggire silenziosamente un respiro lento e affannato.
 
Allergico alle buone maniere, Vegeta volle assecondare la richiesta del giovane: “E dai, parla! Fa freddo.”
“Non qui.”
Gladyolo fece cenno di seguirlo, e si lanciò verso l’alto. Superati i palazzi perlacei di Lafiordi, cominciò a muoversi verso sud. Volò per qualche chilometro, sempre attento che Vegeta lo stesse seguendo. Qualche istante più tardi si lasciò cadere. Vegeta si guardò attorno e analizzò le vicinanze: erano atterrati sul fianco spoglio di una montagna, tra rocce nere e cumuli di terra gelida. La città dalla quale erano partiti ormai non si vedeva più, il cielo era ovattato da spesse nubi fumose, non un singolo albero era in vista, nemmeno il muschio pareva voler vivere in un luogo tanto inospitale ed isolato.
 
“Perché?”
Vegeta non comprese il senso della domanda: “Che cosa?”
“Non ti sei chiesto il perché di tutto questo, Vegeta?”
“Parli della missione o del senso della vita in generale? In ogni caso: non m’interessa.”
“Togli lo scouter.”
Vegeta inarcò un sopracciglio. Gladyolo rimosse l’apparecchietto dal lato del proprio capo e lo gettò in terra. Il saiyan allora fece lo stesso.
“Non ti chiedi mai nulla, giusto?”
“Al momento mi chiedo se vuoi essere riempito di botte.”
“Non pensi ad altro? Tu vuoi solo trovare qualcuno da pestare e non immagini neanche che, prima o poi, sarai tu stesso a venire sconfitto. Se continui così non vivrai molto a lungo.”
“Innanzitutto devi trovare qualcuno in grado di tenermi testa, idiota.”
“Mirk è più forte di te.”
Vegeta sobbalzò: “Qu- Questo è ancora da vedere!”
“Kiwi è più forte di te.”
“Balle!”
“Io sono più forte di te.”
 
Vegeta non rispose. In più di un anno non era ancora riuscito a sondare le vere capacità di Gladyolo. In un battito di ciglia si trovava in mano ai suoi poteri, stretto in una forza incredibilmente superiore alla propria. E, ogni volta che ricordava quella sensazione, il suo odio per il ragazzino da capelli paglia aumentava.
“Mi hai fatto togliere lo scouter in modo che gli altri non sentissero come mi prendi in giro?”
“Ti ho fatto una domanda.”
“E cosa devo chiedermi? Cosa significa ‘perché’? Dobbiamo fare una stupida missione da ritardati, fine!”
“No. Noi dobbiamo fare una stupida missione da ritardati… Per Freezer.”
 
Il principe saiyan corrugò la fronte.
“Tu non ti chiedi davvero mai nulla. – continuò Gladyolo – Se ci viene assegnata una missione, devi chiederti: ‘Perché noi?’ Se devi essere accompagnato da me come un lattante, devi chiederti: ‘Perché ora?’ Se Freezer ti chiede di trovare un assassino, tu devi chiederti: ‘Perché?’”
“Freezer cos’ha a che fare con questa missione?”
“Ma sei cieco? Non con questa missione, con tutto! Tutto quello che vedi, tutte le persone che incontri, quella città, per quanto mi riguarda tutto il dannato pianeta… Tutto rientra nella sua visione! Niente accade per caso, qui. Se Freezer ci ha assegnato questa missione senza capo né coda, c’è un motivo!”
“E sentiamo, quale sarebbe?”
“Non lo so! Ed è questo il problema!”
 
“Ti fai decisamente troppi problemi. Va’ a farti una dormita, principino.” Vegeta stava perdendo la pazienza. I discorsi intricati come quello non erano il suo forte.
“Io mi faccio tutti i problemi necessari a salvarci le chiappe, imbecille! Tu continui a vivere senza chiederti nulla, ed è già un miracolo che tu abbia compreso di essere stretto nelle grinfie di Freezer, ma sei convinto di essere il suo giocattolo preferito!”
Lo sguardo perplesso di Vegeta fece imbestialire il ragazzo. Gladyolo si avvicinò al saiyan, non gli staccò gli occhi decisi e infiammati di dosso, finché si trovò a poche spanne da lui: “Tu. Non sei. Nessuno. Non sei speciale, non sei un trofeo inestimabile, non sei ineguagliabile. Puoi essere sostituito da un momento all’altro, e non te ne sei mai reso conto. Sei patetico.”
 
Vegeta alzò un braccio, strinse la mano, sopra la spalla, e si piegò in avanti. Ma Gladyolo fu più rapido di lui: Vegeta volò all’indietro per un paio di metri, prima di ricadere sul gelido selciato montano. Presto si portò una mano al viso arrossato e contorto in una smorfia di dolore.
“Questa missione è una trappola. – Gladyolo riprese a parlare al saiyan ancora disteso in terra – Non so come, non so quando, ma Freezer vuole insegnarti una lezione. E se non lo stai a sentire, prima o poi manderà qualcuno a farti fuori. Ti rimpiazzerà, ti butterà come si butta un giocattolo guasto, e poi troverà qualcun altro con cui divertirsi. Cercherà un altro mondo su cui giocare, inventerà altri scenari, altre storie, troverà nuovi personaggi, ancora e ancora. E tu sarai dimenticato.”
 
Vegeta si rialzò affondando i gomiti nella ghiaia, e vide lo sguardo del principe di Pyaneta: non aveva mai percepito una tale delusione negli occhi di un uomo. Non seppe come reagire. Si sentiva pronto a rispondere a tutto il suo odio, tutta la sua rabbia e la sua stanchezza, ma non a così tanta tristezza.
“Fai di testa tua, e ti rimuoveranno dal tabellone. Segui le regole e stai al gioco, e sopravvivrai.”
Gladyolo afferrò il proprio scouter, si circondò di aura e scappò tra le nubi, lasciando un confuso Vegeta disteso al suolo. Il saiyan si massaggiò per qualche minuto il naso incrinato, ma non si mosse. In silenzio, ammirò il grigio splendore del paesaggio che lo circondava. Ordinati e immobili, grossi pietroni, molto più grandi di lui, si erano piazzati qua e là, incastrati nel fianco della montagna. Il vento scivolava sulle loro fredde pelli di roccia, sollevando la polvere. Quella terra morta, lontano dalla città, lontano dalle colorate pianure ad ovest, era in pace.
 
Vegeta si alzò, scivolò su ciottoli che cominciarono a rotolare, sempre più in fretta, sempre più in basso. Caddero sui loro simili con duri scricchiolii, alcuni si incagliarono sbalzandone altri, e più e più ruzzolarono lungo la scarpata di pietra graffiando il terreno. E poi, qualche metro più in là, in basso, caddero oltre il dirupo e svanirono, senza alcun suono, e il caos cessò. Nuovamente la montagna era caduta nel pacifico silenzio di morte.
 
Vegeta si avvicinò ad un macigno lucido, tra quelli vicini era indubbiamente quello più grande, e vi poggiò sopra una mano. Era gelido e immobile, come tutto ciò che lo circondava. Vegeta digrignò i denti, si avventò sulla dura pietra con foga, ancora e ancora, scagliava tremiti nel cuore della montagna. I suoi guanti si dilaniarono, squarciati dalla roccia scabra, ma la sua pelle era acciaio, e continuava ad incidere il macigno. Vegeta si stancò. Ansimando, le mani pulsanti, si lasciò cadere all’indietro e volle ammirare la distruzione causata, ma la grande pietra era ancora lì. Scalfita, con qualche crepa qua e là, ma ferma, come prima, come lo era sempre stata. E lui, impotente, non era riuscito a far altro che a sollevare un po’ di polvere.
 
Passarono tre giorni prima che Vegeta decidesse di riunirsi al resto del gruppo. Il tempo a disposizione per completare la missione era ormai scaduto. Appena vide il principe, Radish lo salutò con un cenno del capo. Pump si avvicinò rapida a lui, così Vegeta, istintivamente, strinse i denti pronto ad essere bersagliato di insulti e rimproveri.
“Come stai?”
Il ragazzo sgranò gli occhi, stupito. Allora lanciò uno sguardo a Gladyolo. Il biondino gli rispose annuendo, con la stessa espressione scoraggiata di qualche giorno addietro. Il gruppetto si abbandonò ad uno strano, quasi irreale, calmo chiacchiericcio serale. Non parlarono dell’indagine, ferma da quando il principe si era staccato dal gruppo, che ovviamente era stata considerata un fallimento da Sorbet, né parlarono del comportamento di Vegeta, né qualcuno volle sapere cosa si fossero detti i principi in privato. Tranquilli, ma solo perché spensierati, e questo ora Vegeta lo sapeva bene, aspettarono il calare della notte finché tutto si spense.
 
Note dell’Autore, edizione speciale ultralunga:
FINALMENTE ho finito il capitolo 19. Oggi è il 20 ottobre 2020 e sono passati ben tre mesi da quando ho cominciato a scrivere “Saiyan Victims Unit”. Temo che Voi Lettori abbiate notato la mia difficoltà nello scrivere questo capitolo, il mio primo tentativo di scrivere una storia… Con un mistero. Circa. Che non si è risolto. Non ancora.
 
Questo “capitolo indagine” è un’idea vecchia quanto il capitolo 1 della storia e doveva essere qui, doveva finire così, doveva essere scritto. Era tutto nei miei piani in ogni caso. Al momento sono terribilmente preso dall’inizio della laurea magistrale, quindi ho voluto dedicare quanto più tempo possibile a finire il capitolo. Dovevo finirlo a tutti i costi, altrimenti chissà quanto diventava lungo, chissà quando sarebbe uscita l’ultima parte!
 
Spero davvero che non vi sia dispiaciuto, in ogni caso. L’ambizione di poter dare una svolta originale alla narrazione forse è stata un po’ esagerata, considerando le mie abilità non ottime di scrittore. Per fortuna l’ultima parte è quella di cui sono più convinto, almeno stilisticamente. Vi sarei incredibilmente grato se condivideste con me le vostre opinioni, in modo da poter migliorare ancora, magari anche riscrivere completamente questo capitolo in occasione della versione definitiva della storia.
O di cancellarlo, se non vi è piaciuto proprio!
 
Ma forse mi sto facendo troppi problemi?! Non lo so! Ditemelo voi con una recensione! Grazie in ogni caso per aver letto il capitolo 19!
 
Non perdetevi assolutamente il capitolo 20! Riuscirò ad essere più convinto di quello che scrivo?

Spoiler, tre mesi dopo: no.
   
 
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