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Autore: 9Pepe4    16/02/2021    1 recensioni
Non seppe per quanto rimase lì impietrita, ma poi la voce di Nicky la riscosse: «Nile? Va tutto bene?»
Lei rialzò di scatto la testa. «Sì, io…» Non riuscì a reggere i loro sguardi preoccupati, e si morse il labbro. «Io…»
Loro attesero e Nile esitò, passando lo sguardo da Nicky a Joe. Non era sicura…
«Ho solo visto la data di oggi» si sentì dire, quasi tutto d’un fiato. «È… è il compleanno di mio fratello».
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy / Andromaca di Scizia, Joe / Yusuf Al-Kaysani, Nicky / Nicolò di Genova, Nile Freeman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per il ricordo
 
Quando giunsero alla casa sicura dove avrebbero trascorso qualche settimana pioveva a dirotto. Andy parcheggiò l’auto ad una certa distanza, e da lì corsero tra l’erba bagnata sotto grossi scrosci d’acqua fredda.
La casetta a due piani sembrava un po’ sgangherata, ma Nile aveva freddo, i piedi fradici e non vedeva l’ora di entrarci. Dopo un paio di tentativi, Andy convinse le chiavi a collaborare con la serratura, e tutti e quattro si riversarono nell’ingresso.
Nicky aprì il quadro elettrico per accendere la corrente, Joe premette un interruttore e la lampadina sopra le loro teste guizzò e si illuminò.
Nile si guardò attorno. Non che ci fosse molto da contemplare, a parte il muro screpolato, l’appendiabiti invaso dalle ragnatele e le mattonelle arancioni del pavimento. Si sfilò la giacca zuppa, constatando con sollievo che se non altro il cappuccio le aveva conservato i capelli relativamente asciutti, e quando rialzò gli occhi Nicky le stava porgendo un asciugamano.
«Oh» mormorò lei. «Grazie».
Lui aveva ciuffi di capelli castani appiccicati alla fronte, e le rivolse un cenno del mento prima di tornare a girarsi verso Joe. Nile procedette subito ad asciugarsi per bene la faccia, e in quel momento l’insistente picchiettare della pioggia cessò di colpo.
Nile sbatté le palpebre, e si avvicinò alla finestrella che dava sul giardino – Andy aveva aperto gli scuri non appena erano entrati. Non c’erano dubbi. L’acquazzone si era concluso.
Fece a stento caso a Joe che la affiancava per guardar fuori a sua volta e borbottò, incredula: «Sul serio?»
«Qualcuno lassù ha un gran senso dell’umorismo» concordò Joe.
Lei si girò di scatto a guardarlo, e lui le sorrise apertamente, i riccioli bagnati attaccati al cranio e le rughe d’espressione attorno ai suoi occhi che si facevano più marcate.
Dopo il modo in cui Andy aveva accolto la sua fede, Nile aveva evitato di parlarne ulteriormente, ma alcune cose che aveva visto fare o sentito dire da Joe o Nicky durante il loro viaggio sin qui… ecco, le facevano nascere delle domande. Ma forse per loro era più una questione culturale che religiosa.
In ogni caso, però, le faceva piacere sentire qualcuno parlare con naturalezza di Dio, e si ritrovò a rispondere al sorriso di Joe.
Poi anche Andy si avvicinò. «Oh, giusto in tempo» commentò. «Così posso fare un salto al supermercato».
Nile la guardò. Si erano già fermati al supermercato, lungo la strada. Era entrato solo Nicky, ed era stato rapido, anche se il tempo che era stato via era comunque bastato perché Joe, seduto sul sedile del guidatore, si facesse teso come una corda di violino mentre fissava fuori dal finestrino.
Adesso entro, aveva detto… salvo rilassarsi di colpo quando Nicky era apparso nel parcheggio, le braccia cariche di cibo.
«Abbiamo abbastanza pasta per almeno qualche giorno» obiettò ora Nicky, e Nile pensò che era la cosa più stereotipicamente italiana che gli avesse mai sentito dire.
«Ma non abbastanza cioccolato» replicò Andy.
Joe, che stava lasciando che Nicky gli tamponasse attentamente i capelli con un asciugamano, alzò la testa. «Te ne ha comprato un bel po’, capo». E poi, inclinando il viso di lato: «Lo hai già finito?»
«Questo corpo mortale ha bisogno di più energie» commentò Andy, con leggerezza, e a Nile non sfuggì il modo in cui sia Joe che Nicky sussultarono appena.
Lo vide anche Andy, e con un’espressione di scuse cinse brevemente il collo dell’uno e poi dell’altro.
«Va bene» cedette Joe. «Vengo con te».
«No, voi iniziate a preparare la casa» replicò Andy. «Da sola passerò più inosservata».
Era evidente che a Joe non piaceva l’idea, e Andy gli sventolò davanti la propria pistola: «Non sono indifesa».
«Porta anche un telefono» suggerì Nicky, posando una mano sul braccio di Joe.
«Vi chiamo appena arrivo» garantì Andy. «E se ci sono problemi».
Seppur con riluttanza, Joe annuì. «Molto bene».
Così, Andy uscì, e loro rimasero in piedi nell’atrio finché Nicky non esordì: «Qualcuno vuole un tè caldo?»
Nile si voltò subito verso di lui. «Sì, per favore».
«Un’ottima idea» concordò Joe.
Sistemarono le proprie giacche bagnate alla bell’e meglio su un termosifone dopo averlo ripulito un po’, quindi entrarono nella prima stanza, una piccola cucina dalle pareti e il pavimento rivestiti da mattonelle bianche con motivi floreali di un verde sbiadito. Nile e Joe si occuparono di aprire gli scuri della finestra e togliere il telone di plastica dal tavolo e dalle sedie verniciate di bianco mentre Nicky riportava in vita i fornelli e l’acqua e lavava un tegamino per poi riempirlo e metterlo sul fuoco.
Dopo essersi tolta scarpe e calzini bagnati, Nile si sedette a capotavola con gratitudine, ma non poté fare a meno di domandare: «Non dovremmo preparare la casa?»
«Si inizia preparando la cucina» rispose Nicky, e i suoi occhi chiari erano così seri che lei davvero non riuscì a capire se fosse una battuta o meno.
Ma difatti, mentre l’acqua si scaldava, lui iniziò a sistemare nei vari ripiani e nel frigorifero il cibo che aveva appena comprato.
Nile fece per alzarsi per aiutarlo, ma Joe la fermò con una mano sul suo braccio e scosse impercettibilmente la testa. Lei corrugò la fronte, ma immaginava che se c’era qualcuno che poteva sapere se Nicky voleva o no una mano quello era proprio Joe, quindi si risedette.
«Scegli che tè vuoi» le disse Nicky, mettendole davanti un’ammirevole collezione di bustine.
Nile optò per una tisana allo zenzero e gliela porse. Poco dopo, erano tutti e tre seduti, ciascuno con davanti una tazza fumante. Nile chiuse le mani attorno alla propria con un piccolo mugolio di piacere.
Joe, dal canto suo, sfilò un libro stropicciato dal proprio zaino. Nile riconobbe subito la copertina lucida che ritraeva un uomo aitante dalla camicia strappata e una donna dalla chioma fluente.
Joe lo aveva comprato in un autogrill ad un prezzo osceno e Nile si era sinceramente chiesta cosa volesse farne. Non lo conosceva bene, ma aveva già avuto modo di sentirlo citare classici e poesie e non avrebbe mai immaginato potessero piacergli anche libri di quel genere.
Eppure ora lo aprì e si mise a divorarlo con grande interesse tra un sorso di tè e l’altro. Un paio di volte, si fermò per leggere ad alta voce e con molto sentimento delle drammatiche dichiarazioni d’amore.
Le leggeva a Nicky, che era seduto di fronte a lui, e Nicky lo ascoltava senza batter ciglio, sorseggiando tranquillamente il proprio tè.
Da parte sua, Nile si sentiva come se le sue sopracciglia stessero cercando di raggiungerle l’attaccatura dei capelli. Ad un certo punto, le capitò di incontrare lo sguardo di Joe, e lui le fece l’occhiolino.
Poco dopo, la lettura di Joe venne interrotta dalla chiamata di Andy, che a quanto pareva era finalmente arrivata al supermercato. Lui abbandonò il libro sul tavolo, aperto e capovolto, e parlò brevemente con Andy prima di riattaccare.
Quasi d’istinto, Nile si infilò la mano nella tasca dei jeans dove conservava ancora il proprio telefono. Perennemente in modalità aerea, per ora, anche se immaginava che prima o poi avrebbe dovuto separarsene del tutto.
Senza pensarci, guardò sotto il tavolo la foto di sua madre e suo fratello, passando un dito sopra di loro… poi gli occhi le caddero sulla data e il respiro le si bloccò in gola.
Non era possibile. Non era possibile. Come le era sfuggito il senso del tempo?
Non seppe per quanto rimase lì impietrita, ma poi la voce di Nicky la riscosse: «Nile? Va tutto bene?»
Lei rialzò di scatto la testa. «Sì, io…» Non riuscì a reggere i loro sguardi preoccupati, e si morse il labbro. «Io…»
Loro attesero e Nile esitò, passando lo sguardo da Nicky a Joe. Non era sicura…
«Ho solo visto la data di oggi» si sentì dire, quasi tutto d’un fiato. «È… è il compleanno di mio fratello».
Con orrore, si rese conto che le erano salite le lacrime agli occhi, e se le asciugò in fretta e furia, ma la sua gola rimaneva serrata.
«Oh» disse Joe, con molta comprensione, e in un attimo si era alzato e le era venuto accanto per darle un rapido abbraccio.
Nile non se lo aspettava, ma onestamente non le dispiacque.
Lo sguardo di Nicky guizzò da Joe a lei. «Mi dispiace» le disse poi, con sincerità, mentre Joe tornava a sedersi. «Sai» aggiunse dopo un momento, «non sei obbligata a parlarne, se non vuoi. Ma se vuoi… siamo qui».
«È solo che…» Nile chinò la testa, le labbra le tremarono. «Mi manca. Tanto. E mi chiedo…»
Non ce la poteva fare. Non ce la poteva fare. Ma Nicky continuava a guardarla senza impazienza o aspettative, e Joe trovò la sua mano e le diede una stretta, e Nile scoprì che si sbagliava. Ce la poteva fare.
«Mi chiedo se ho fatto la scelta giusta» confessò. «E so che… ricordo come è stato, quando è morto mio papà, e il pensiero che attraversino di nuovo tutto quel dolore a causa mia…»
Joe le strinse di nuovo la mano, come per ancorarla. Nile si ritrovò di colpo a pensare che le sarebbe piaciuto parlare di quello che stava passando con Booker, ma non era sicura che era qualcosa che avrebbe dovuto dire ad alta voce.
«E poi…» Serrò la mascella. «Andy mi ha detto che non ricorda sua madre o le sue sorelle, e io…»
Aiuto, si disse poi, non è che aveva appena rivelato un grosso segreto, giusto? Ma né Nicky né Joe sembrarono sorpresi.
«Hai paura di dimenticare la tua famiglia» concluse Nicky, piano.
Nile annuì. Andy le aveva detto che il problema non era ciò che il tempo rubava, ma ciò che non potevi dimenticare… ma onestamente, almeno per il momento, dimenticare le faceva molta paura.
Ci fu un momento di silenzio, e Nicky guardò Joe come per fargli una domanda, e dopo un istante Joe prese parola.
«Anch’io avevo un fratello» disse, e Nile lo guardò sbattendo le palpebre.
«Sì?» osò chiedere.
Joe annuì. «E due sorelle. Tutti e tre più giovani di me».
«Oh» mormorò Nile, sentendosi come se non avesse la più pallida idea di cosa le stava uscendo di bocca. «Siamo tutti e due dei primogeniti».
Joe sorrise, e ci fu uno sbuffo da parte di Nicky. «Così pare».
«E tu… tu li ricordi?» domandò Nile, incerta.
Joe tornò serio, distolse per un momento lo sguardo. «Sì e no» rispose. «Non ricordo i loro volti, o il suono della loro voce, ma ricordo altre cose».
Per esempio?, avrebbe voluto chiedere Nile, ma si trattenne. Forse era una domanda troppo personale.
«E sai cosa aiuta?» aggiunse Joe, con una breve occhiata in direzione di Nicky.
«Cosa?»
«Avere qualcuno con cui parlarne» rispose Joe con semplicità. «Due memorie… o tre, o quattro… sono meglio di una».
«Ah» disse Nile, sentendosi un po’ irrigidire.
La cosa evidentemente non sfuggì a Nicky, che intervenne dalla propria sedia: «Non devi parlarne subito».
«Decisamente no» assicurò Joe. «Solo quando sei pronta. E quando vorrai, noi saremo qui. E anche Andy».
«E anche Booker» aggiunse Nicky, molto sommessamente, «tra cento anni».
La testa di Joe ebbe uno scatto nervoso al nome di Booker, ma lui non obiettò.
Nile li guardò senza sapere bene cosa dire. Non si sentiva decisamente pronta, ma forse in futuro… Pensandoci, non le sarebbe dispiaciuto parlare di tutte le cose idiote che faceva suo fratello, o di quelle più tenere.
«Poi tu hai un vantaggio che noi non avevamo» aggiunse Joe, e al suo sguardo interrogativo indicò il suo telefono. «Foto, video. Potrebbero aiutare, se ricordare il loro viso è quello che vuoi».
“Come potrebbe non essere quello che voglio?” pensò Nile, ma le si serrò il petto e decise di non dirlo ad alta voce.
Le venne in mente un’altra cosa, invece. «Voi non avevate dei ritratti o cose del genere?» chiese, sperando non fosse una domanda troppo personale. «Non devi rispondere se non vuoi, ma ecco… tu disegni».
E neanche male. Lo aveva visto fare alcuni schizzi: di paesaggi che avevano superato, della loro auto, di una bottiglietta vuota che Andy aveva buttato sul cruscotto… e naturalmente di Nicky, Nicky che guardava fuori dal finestrino con aria distante, o Nicky che dormiva nel sedile posteriore con una guancia schiacciata contro la cintura di sicurezza.
«Ah, be’, questo è uno sviluppo più recente» disse Joe, aprendosi in un sorriso.
Nile aveva sempre nutrito un certo amore per la storia dell’arte, e nonostante l’infelicità del momento le piacque che Joe sembrasse così lieto di parlare di argomenti del genere.
«Quindi non disegnavi quando vi siete conosciuti» dedusse.
“Alle crociate” ricordò, con un brivido. Chissà quando avrebbe smesso di farle effetto, l’età dei suoi nuovi compagni.
Adesso si sentì anche un po’ stupida per non aver messo in conto che inizialmente Joe potesse non aver fatto alcune cose che faceva nel presente. Dopotutto, in così tanti anni uno faceva in tempo a cambiare, a scoprire nuovi hobby.
«No, no, disegnavo anche allora» rispose però Joe. «Ma erano più… frasi, o arte geometrica, astratta».
«Dovresti vedere la sua resa di alcuni versetti del Corano» le disse Nicky. «O dei nomi del Signore».
Eccoli di nuovo, i loro disinvolti accenni a Dio. Ma forse qui era solo questione di arte?
«Di certo a Nicky sono piaciuti» commentò Joe con affetto. «Non gli ci è voluto molto, prima di iniziare a chiedermi di insegnargli a scrivere in arabo». Scosse la testa. «Comunque, dicevamo. I ritratti non erano molto popolari. Non so quanto sai dell’Islam, ma la rappresentazione di esseri viventi porta il rischio dell’idolatria, e non era… ben visto… cercare di ricreare le opere di Allah. Quindi quello è arrivato più avanti».
Nile annuì. Vedeva che Joe si stava appassionando al discorso ed era pronto a continuare, e onestamente le interessava, ma anche…
«Le opere di Allah» si ritrovò a ripetere. Fece una pausa. «Posso chiedervi una cosa?»
«Certo» rispose Joe con uno sguardo curioso, mentre Nicky si limitò a far cenno di sì in silenzio.
«Voi… ecco… voi credete ancora in Dio?»
Joe parve sorpreso dalla domanda. «Sì, certo» disse poi.
Dunque non era solo una questione culturale e artistica.
La mano di Nile salì istintivamente a toccare il crocifisso che portava al collo. «E non vi vengono mai… insomma, dei dubbi?»
A quello, Joe rise. «I dubbi vengono a tutti» rispose. «O meglio, a tutti a parte Nicolò».
Nile si girò verso Nicky e lui chiarì subito: «Sta scherzando, vengono anche a me. Del resto, è bene mettere in discussione la propria fede di tanto in tanto».
Nile si morse la guancia e annuì, per poi tornare a rivolgersi a Joe. «Quindi quando hai commentato che lassù qualcuno ha un gran senso dell’umorismo… dicevi sul serio? Scusa, è una domanda stupida».
Ma Joe aggrottò appena la fronte. «Ho detto così?»
«Sì» confermò Nile. «Sai, quando ha smesso di piovere non appena siamo entrati in casa».
«Oh, già» ricordò Joe. «Ma sì, lo credo davvero… Pioggia a parte, basti guardare il fatto che l’amore della mia vita è un…» – arricciò le labbra – «…cattolico».
Nile rimase a bocca aperta, presa in contropiede.
«In verità, l’ironia sta nel fatto che l’amore della mia vita è un musulmano» disse Nicky quasi gravemente. «Lo sai da quanto tempo non cucino una carbonara come si deve, Nile? Un’amatriciana?»
Finalmente al passo con lo scherzo, Nile rise, mentre Joe si portava una mano al cuore fingendosi mortalmente offeso.
«Guarda cosa mi tocca sentire…»
«Non sono una gran fan della carne di maiale, in realtà» commentò Nile, e Joe emise un «ha-ha!» trionfante e si allungò per battere il pugno contro quello di Nile.
Nicky disse qualcosa in italiano che Nile non capì, ma che probabilmente non era un commento positivo.
«A mio fratello piace molto, invece» si trovò ad offrire.
Subito dopo, le venne un po’ di nervosismo che quella sua uscita su suo fratello venisse trattata come chissà cosa, ma Nicky si limitò a sembrare decisamente compiaciuto.
«Ordinava sempre la pizza all’ananas e al salame piccante» aggiunse allora Nile, sentendosi incoraggiata, e Joe scoppiò in una risata fragorosa mentre la soddisfazione di Nicky si trasformava in una smorfia.
«Una vittoria e una sconfitta» borbottò Nicky.
«È italiano» sottolineò Joe, rivolto a Nile.
«Ah, giusto» ricordò lei. «Gli italiani non vedono di buon occhio la pizza all’ananas».
«Oltretutto» la informò Joe, «ci è voluto un po’ perché Nicolò accettasse anche solo l’autentica pizza italiana. I pomodori non lo convincevano».
«Non convincevano nemmeno te» gli ricordò Nicky pazientemente.
Già, pensò Nile, con un improvviso senso di vertigini. Sia Joe che Nicky – per non parlare di Andy – erano più vecchi dello sbarco di Colombo in America.
«Sì, c’è stato una specie di incidente...»
«Yusuf» cominciò Nicky.
«Che incidente?» volle sapere Nile, sporgendosi in avanti con curiosità.
Joe guardò Nicky per un momento, poi riportò gli occhi su di lei. «La farò breve: abbiamo mangiato pomodori verdi, non avevamo idea di che colore avrebbero dovuto essere… e i nostri stomaci non hanno gradito».
Nile sgranò gli occhi. «Ah».
Il pensiero di due guerrieri immortali che si trovavano assaliti dai crampi perché non sapevano distinguere un pomodoro maturo da uno acerbo, però, era innegabilmente comico.
«Da lì, Nicky ha trovato estremamente offensivo che tanti piatti italiani avessero incorporato i pomodori» continuò Joe, in tono divertito. «Ci è voluto un soggiorno a Napoli per persuaderlo che la pizza fosse una buona invenzione. E a quel punto è diventato molto pignolo al riguardo…»
La voce di Joe si spense mentre dall’ingresso provenivano alcuni suoni, e poi Andy comparve sulla soglia della cucina con le braccia colme di enormi e variopinte confezioni di dolciumi. Ci fu un momento di silenzio.
«Troppi dolci adesso possono ucciderti, capo» constatò Joe, quasi costernato.
Per tutta risposta, Andy strappò coi denti l’involucro di una barretta. «Maledetta mortalità».
Nicky si alzò per andare a prendere il resto delle confezioni, che lei gli cedette senza storie, e poi si diresse a sistemarle nella credenza.
«Mio fratello una volta ha mangiato due gigantesche barrette di cioccolato una dopo l’altra» si ritrovò a raccontare Nile.
Andy venne a sedersi accanto a lei, nel posto appena lasciato libero da Nicky. «Mi piace il ragazzo».
«Oggi è il suo compleanno» le disse Nile, e l’empatia passò sul viso di Andy.
«Vuoi fare qualcosa?» le chiese, seriamente. «Rompere qualche bottiglia, andare ad urlare nel bosco… ubriacarti?»
Nile formò con le labbra le parole rompere qualche bottiglia, presa alla sprovvista da quei suggerimenti, ma poi scosse la testa. «Solo parlarne, credo».
Si sentiva quasi un po’ stupida per quanto velocemente era passata dal non sentirsi in grado di dire niente al voler dire tutto, ma era abbastanza sicura che nessuno glielo avrebbe fatto pesare.
«Si è sentito male, dopo la storia delle barrette» puntualizzò, con un’occhiata eloquente ad Andy. «Anche se ha detto che se proprio doveva morire, il cioccolato era l’unico avversario degno di ucciderlo».
«Ecco, ecco» annuì Andy, «mi sembra una morte onorevole». E poi, rivolta a Nicky e Joe che si erano immobilizzati a fissarla: «Ragazzi, scherzo, va bene? Cercherò di non morire di diabete».
«E io cercherò di aiutarti» disse Nicky, senza fare una piega. «Ho appena messo i tuoi dolciumi sotto chiave».
Nile si coprì la bocca con una mano per non mettersi a ridere. «Mia madre ha dato via tutti i dolci di mio fratello, dopo quella storia».
«Tu non osare farlo, Nicky» minacciò Andy, brandendo un cucchiaino da tè come se fosse un’arma pericolosa.
E probabilmente lo era, nelle sue mani.
«Non lo farà» disse Joe, «purtroppo nel caso tu andresti solo a comprarne degli altri».
«Sì, mio fratello non aveva una grande indipendenza economica» commentò Nile.
Nei momenti che seguirono, in cui Andy si informò se suo fratello sapesse scassinare una credenza e Joe sospirò «per favore non distruggere la nostra credenza, capo» mentre Nicky si spostava davanti al mobile come se fosse già pronto a difenderlo, Nile si ritrovò a sorridere tanto da farsi dolere la mascella.
Aveva ancora una stretta al cuore, certo, e avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere al fianco di suo fratello, ma… Aveva altre persone a cui voleva bene. Persone come lei, che la capivano. E forse, pensò, forse parlare della propria famiglia, e ricordarla insieme a loro, sarebbe stato meno difficile del previsto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
E finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa su questo film, yay! Posso solo sperare sia stato bello leggerlo quanto lo è stato scriverlo…
Tanti ringraziamenti vanno a melianar per tutto il supporto, nonché l’aiuto a trovare un titolo (che, se vogliamo, è anche una pseudo-citazione dell’Amleto, dalla battuta di Ofelia dall’Atto IV: “Ecco del rosmarino, per il ricordo”) ❤
Ah, il fatto che Joe legga un simile romanzo e ne legga alcune parti ad alta voce a Nicky è stato ispirato da un commento su tumblr, non appena riuscirò a ritrovarlo metterò qui un link
  
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