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Autore: Elisempreeli    17/02/2021    2 recensioni
Vi capita mai di immedesimarvi in un'altra persona? Ecco, a me piace anche immaginare cosa provino alcune entità inanimate, come oggetti o paesaggi, o come la protagonista di questo racconto.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I modi e i tempi in cui nasco sono del tutto casuali e imprevedibili. Basta un niente come un tutto per provocare la mia nascita. Una parola di troppo, una non detta, uno sguardo, un gesto, uno schiaffo sulla guancia o una sensazione di pugno allo stomaco, davvero chi più ne ha più ne metta. Può passare un'ora, un giorno, mesi o addirittura anni tra una mia nascita e l'altra. Quelle che avvengono dopo anni sono le più faticose e allo stesso tempo sono quelle che sanno di vera rinascita, una rigenerazione che non ha nulla di naturale se non un'effimera espulsione di liquido dal bulbo oculare. In molti mi considerano infantile, certo è facile prendersi gioco dei più piccoli e indifesi, di chi non ha bocca per rispondere e mani per scuotere chi gli sta difronte. Mi credono infantile e capricciosa per la mia mancanza di forma, per il mio liquefarmi appena varco la soglia delle palpebre, per l'impulsività con cui a volte posso correre. C'è chi si ostina a trattenermi, ed è a loro che faccio più male. Prima o poi trovo sempre il modo di scappare, di appannare la vista del malcapitato di turno che per x motivi si ritrova nella situazione di vedere la realtà in modo diverso, con un po' più di consapevolezza e meno ostinazione. Mi si immagina sempre come una conseguenza della sofferenza, eppure sono anche capace di trasformarmi in una fonte di gioia. Ma la sofferenza va di gran lunga per la maggiore, questo ve lo concedo. Dopo la mia nascita, cado sempre. Magari mi lascio scorrere lenta lungo le pareti di pelle a volte morbida a volte ruvida, non faccio distinzioni su chi devo lasciarmi andare. Nasco dal neonato quando ha fame o se necessita di essere cambiato -certi tipi di espulsioni non sono di mia competenza, per fortuna- nasco dal bambino che si è perso al supermercato e che davanti a tutti urla mamma, lo stesso bambino che anni dopo si perde in se stesso e resta nascosto nel buio della sua stanza. Nasco dalla ragazza appena mollata dal fidanzato, come se interrompere una relazione si traducesse in un divertente lancio con la fionda, nasco dalla donna commossa per la scena di un film che in realtà mi fa nascere per l'ennesima alzata di mano del marito, lui, che invece la ama tanto ma che ripetutamente dopo la decima birra se ne dimentica. Nasco dall'uomo di mezza età frustrato e depresso della sua vita non vissuta, magari che ha appena perso un'altra scommessa alle corse dei cavalli, che di sicuro mentre corrono stanno piangendo pure loro. Davvero non risparmio nessuno. Ci sono volte in cui non faccio nemmeno in tempo ad averne un contatto ravvicinato, con coloro che mi fanno nascere, perché la loro testa è sorretta solo dalle loro mani e per ovvie ragioni di gravità io precipito direttamente dal loro occhio a terra, o sulla manica della loro maglietta, o su di un foglio di carta, ricevendo come ringraziamento le loro imprecazioni per aver creato una visibile macchia che stona tra le parole chiare ed ordinate. Come ho detto, i modi e i tempi sono del tutto liberi e in balìa del caso, diciamo che ad un certo punto mi lascio andare alla sua imprevedibilità. E diciamo pure che posso sopportare tutto, il fatto che si voglia trattenermi come gli insulti che ricevo, e riconosco anche che avere la vista annebbiata non sia piacevole. Ma quando, durante la mia corsa in discesa, si cerca di bloccarmi con un fazzoletto dell'ultimo secondo e mi si mischia a quel sudicio moccio, capite anche voi che a tutto c'è un limite, questo proprio non posso accettarlo. Il mio destino è cadere, almeno fatemelo fare in maniera dignitosa. E so bene cosa vi state chiedendo, se io sono capace di piangere, e la risposta è no. Ma come, una lacrima incapace di piangere? Esatto, non sono in grado di fare ciò che invece dico con semplicità agli altri di fare. Forse capita anche a voi. Non sono degna delle mie lacrime o posso esserlo troppo, Madre Natura ha deciso che l'unica mia possibilità per essere libera è proprio cadere, strana la vita, eh? Si cade e poi si piange, si piange e poi si cade. Io cado e mi libero Mi libero e cado.
   
 
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