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Autore: Flos Ignis    21/02/2021    0 recensioni
Tratto dal testo:
Voleva una famiglia, qualcuno di cui prendersi cura e che avrebbe ereditato le sue conoscenze: la vera vita eterna che voleva era quella della memoria, essere ricordato per aver cambiato per sempre il concetto stesso di vita.
E quel bambino era l'incarnazione della sua anima, il suo uguale e opposto.
Il Desiderio si era fatto Verità, e per Randou non ci sarebbe stato mai un momento in cui si sarebbe sentito più felice.
Fantasy!AU
Il titolo deriva dal concetto giapponese "ikigai", che implica la necessità di una ragione di vita per essere felici.
Da molto tempo aspettavo di scrivere su questo fandom, molte idee sono nate nel vedere i meravigliosi personaggi che noi tutti amiamo, ma alla fine il mio debutto ho deciso di dedicarlo a una versione alternativa della nascita di Chuuya.
Il suo legame con Randou/Rimbaud verrà mostrato in una nuova luce, così come quello con il suo ex "partner in crime" Dazai.
Volete vedere come un nuovo mondo ha inciso sui rapporti di questi tre personaggi, dal modo in cui si sono conosciuti a quello in cui si sono relazionati? Venite a vedere se vi piace la mia risposta.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La guida

 

Chuuya si era rivelato incredibilmente difficile da crescere.

Perchè sì, il suo corpo era cresciuto - anche se non tanto quanto il rosso avrebbe voluto - e con esso il ragazzo si era evoluto e aveva imparato. Se Randou non avesse saputo la verità avrebbe giurato che il suo protetto era veramente l'adolescente che sembrava, con tanto di sbalzi umorali e fase di ribellione - che però, a onor del vero, sembrava più un tratto intrinseco del suo carattere che un sintomo dei suoi imminenti quindici anni.

Randou con il tempo si era dedicato sempre meno allo studio della vita eterna per concentrarsi sul modo con cui il ragazzo maturava, apparentemente con lo stesso ritmo degli esseri umani, mentre in verità la magia che gli donava il soffio vitale era di ben altra fattura: sembrava che il tempo toccasse Chuuya con gentilezza, chiedendo il permesso per scorrere attarverso di lui.

Un giorno il rosso avrebbe potuto apprendere il modo di invecchiare e sarebbe rimasto per sempre immutabile... sarebbe stato anche immortale? Possibile che il suo inconscio gli avesse fatto creare quella piccola vita per realizzare il suo desiderio primario?

Randou non voleva morire. Gli anni iniziavano a pesargli sulle spalle e anche se si era appena addentrato nei quaranta si sentiva molto, molto più vecchio dentro.

A sua insaputa, dietro l'angolo lo attendeva il prezzo dovuto alla magia che aveva utilizzato per dare vita al suo desiderio, al suo giovane protetto Chuuya.


 

*****


 

Le strade di Kyoto erano molto affollate in quel periodo dell'anno, il che non faceva altro che logorare i nervi già provati del rosso adolescente; non sopportava le persone in generale neppure nel suo giorno migliore, figurarsi quando era costretto a interagire con loro per qualunque motivo! Che era proprio quello che era costretto a fare in quel momento.

-Bene ragazzi, noi insegnanti vi lasciamo nelle abili mani di Dazai Osamu, la guida incaricata di rispondere alle vostre domande sul castello Nijo che abbiamo appena visitato. Vi prego di approfittarne, appena torneremo a scuola dovrete affrontare un test per verificare quanto avrete appreso.-

Chuuya soffocò un'imprecazione piuttosto colorita per semplice bisogno, sapendo che la sua insegnante teneva sempre un orecchio nella sua direzione ben conoscendo la sua lingua lunga e biforcuta.

Non che a lui importasse particolarmente, ma poi lei avrebbe parlato con quel bastardo di Randou e lui avrebbe ricominciato con la solita, infinita ramanzina sul fatto che dovesse vivere come tutti gli altri adolescenti per mescolarsi meglio nell'ambiente. Dato che "aveva una natura fin troppo unica, imparare a fingere di essere comune era di fondamentale importanza". Lo stesso cumulo di stronzate di sempre, ma voleva evitarsi le orecchie fumanti e il mal di testa che gli veniva sempre in quelle occasioni.

Si rassegnò a fare almeno finta di prestare attenzione, quando notò che quegli allocchi dei suoi compagni erano stati spediti ognuno verso un luogo ben specifico dove avrebbero trovato le informazioni per le loro monografie, perciò era rimasto solo con la guida che lo guardava con una certa malizia nello sguardo.

Gli fece subito saltare i nervi.

-Che hai da guardare?-

Il sorrisetto che ricevette in risposta non fece altro che erodere l’ultimo barlume di pazienza che aveva mantenuto.

Gli ringhiò in faccia e poi gli girò le spalle, deciso a evitare l’ennesima denuncia per comportamenti violenti.

Quella maledetta guida dai ricciolini castani però non sembrava possedere alcun istinto di sopravvivenza, dato che lo afferrò per il colletto del cappotto scuro per trattenerlo.

E a quel punto, Chuuya non si trattenne più.

-Mollami subito, bastardo!- cercò di tirargli un pugno sul naso, ma l’altro lo schivò senza lasciar cadere neanche di un millimetro il suo sorriso irritante.

-Buono ragazzino, non c’è bisogno di ricorrere alla violenza.-

-Il tuo sorriso mi urta i nervi, lasciami andare e non ti farò saltare i denti.-

-Tu stai fermo e non dirò alla tua insegnante che ti stai comportando come un monello di strada.-

Il rosso lo fissò in cagnesco, prima di grugnire un assenso e mettere le mani serrate a pugno nelle tasche, a indicare le sue intenzioni – più o meno – pacifiche.

A sua volta il signor Osamu lo lasciò libero di muoversi, continuando a fissarlo con uno sguardo imperscrutabile e un sorriso canzonatorio in volto.

Gli sembrava di vedere curiosità nei suoi occhi, ma non poteva metterci la mano sul fuoco. Non era mai stato un asso nell’empatia, arte fondamentale per i maghi a sentire il caro paparino.

-Allora?-

-Allora cosa?-

-Non dovresti farmi domande? La tua insegnante mi paga per questo.-

-Se ti pago io invece? Mi lasci in pace?-

L’uomo piegò la testa di lato, non smettendo neppure un istante di incrociare i loro sguardi. A ben vedere, non poteva avere più di venti, venticinque anni al massimo. Come faceva a essere una guida in un luogo tanto prestigioso?

-Magia.-

A Chuuya si gelò il sangue nelle vene. L’altro gli aveva appena letto nel pensiero? Era anche possibile una cosa del genere?

Domanda sciocca e inutile, visto che la sua stessa esistenza avrebbe dovuto essere impossibile.

-La sento su di te. Dimmi ragazzino, sei forse un mago?-

Fu un breve sollievo quello che provò: quell’irritante sfacciato non sembrava in grado di carpire i suoi pensieri, ma doveva avere comunque qualche dote percettiva se poteva percepire la sua essenza.

-Non pratico la magia, è illegale senza un dispaccio imperiale.- Chuuya si girò per darsela elegantemente a gambe dopo la sua sparata gigantesca, ma le parole del signor Osamu lo bloccarono.

-In un certo senso, sono sicuro tu abbia detto la verità. È illegale in questo paese praticarla senza un regolare permesso. E tu non puoi praticare un’arte, se tu stesso sei l’arte. Questione di semantica, suppongo. Ho ragione?-

Chuuya si sentiva come un animale braccato. Il segreto della sua nascita rischiava di non essere più tale, la sua vita da quel giorno in poi aveva il potenziale per diventare un vero inferno.

Sempre che sarebbe sopravvissuto. Non era chiaro cosa il governo avrebbe fatto di lui una volta scoperta la sua natura, ma di certo non si sarebbero limitati a una pacca sulla spalla e delle tiepide congratulazioni.

-Che cazzo stai dicendo?-

-Sono un uomo piuttosto intelligente, ragazzino. È inutile fingere che ciò che ho detto non corrisponde a verità.-

E l’adolescente ribelle decise di essere perfettamente ragionevole.

-Ma vattene un po’ al diavolo!-

E se ne andò alzando il dito medio alle sue spalle, decidendo che sparire dalla circolazione fosse la sua migliore opzione. In ogni caso, non avrebbe mai più rivisto quel pallone gonfiato.


 

 

  
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