Film > Pirati dei caraibi
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Autore: pierres    21/02/2021    3 recensioni
L’altro giorno l’ha vista, con le sue mani fatte di spuma d’onda, le dita di madreperla, carezzare distrattamente una vecchia camicia bianca trovata in fondo all’armadio.
«Era di papà?»
Sua madre non si volta. C’è sul suo volto un’immobilità fatiscente, un sorriso arcaico, sembra avere labbra di marmo e occhi di pasta vitrea, mentre ripiega con cura la stoffa e la seppellisce di nuovo sotto strati di polvere e ricordi.
«No» dice soltanto.
Henry non fa domande.
[Era mia]

-
«E tua mamma chiede mai di me?»
[Sparrabeth]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Henry Turner, Jack Sparrow, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Un lupo di mare, un gran marinaio… finché non è incappato in ciò che fa tribolare gli uomini»

«Cos’è che ci fa tribolare?»


«Che può essere?»

 

 

 






Jack a volte si ritrova in taverne marcescenti senza capire come c’è arrivato, con una bottiglia in mano e un mal di testa catastrofico, e per farselo passare d’altronde non può far altro che bere ancora – beve, la bottiglia è sempre piena, i porti sono tantissimi, al diavolo i debiti, al diavolo le ciurme e le navi e- beve beve beve e basta.

E le taverne sono piene di ragazze, come piacciono a lui, dai fianchi larghi, la bocca a cuore, quegli occhioni da cerbiatto capaci di spillarti fino all’ultimo quattrino – li perde tutti, i soldi, poi ne ruba degli altri e ne spende di nuovo, e lentamente i giorni trascorsi in mare si accorciano e si allungano quelli passati a dimenticarsi chi è, tra rum e sottane piene di pezze.

Una volta poi è ubriaco perso, ubriaco davvero, guarda davanti a se’ e chi vede? Chi vede, non ci crederete mai, non ci credeva nemmeno lui ma deve essere lei, è lei per forza, guarda quei capelli e quella pelle pallida e quei fianchi stretti – ed è così perso, così perso e così ubriaco, e la testa gli gira così tanto-

«Elizabeth!»

E se lei potesse fermarsi un secondo, ma solo un secondo, veramente un istante, e passargli le sue dita sottili sulla fronte, le sue dita fresche e la sua mano che profuma di agrumi e tutte le cose buone dell’universo, sedersi accanto a lui un minuto e raccontargli cos’ha fatto in questi diciassette anni, com’è invecchiata, se anche lei si ricorda di [timoni, corde, spade, com’era bella a prua con il vento tra i capelli, com’era bella con la sabbia tra le dita, con il fuoco dietro le spalle, con la sottoveste bianca, con i vestiti da pirata, con le sottane di broccato, con quel neo sul collo, con quelle labbra piene di tutto e vuote di lui] quando erano insieme ai vecchi tempi, delle loro avventure – se potesse solo un attimo respirare ancora il suo profumo, non l’ha più scordato…

La ragazza si volta confusa, chiede qualcosa che lui non afferra - è carina davvero, naso dritto, lentiggini, un bel seno prosperoso. Indossa un vestito verde, tiratissimo in vita, e una scollatura decisamente apprezzabile (ma non è lei, ovvio che non sia lei, e per un attimo fa così tanto male-)

Sorride. Si arriccia i baffi.

«Perdonami, gioia. Ti avevo scambiata per un’altra»

Lei lo squadra da capo a piedi, forse per valutare quante monete possa nascondere nelle maniche a sbuffo della camicia sdrucita e nelle tasche dei pantaloni pieni di patacche – addosso non ha altro, nemmeno le scarpe.

Proprio poche, bambina, vorrebbe risponderle, ma teme di vomitarsi sui piedi scalzi.

«Posso essere chi vuoi tu, mio marinaio» tuba piano lei, avvicinandosi con un sorriso mordace.

Magari potessi, dolcezza.

Si lascia slacciare i pantaloni, a occhi chiusi – nella stanza affollata della bettola non entra nemmeno un soffio di vento salato.

Magari potessi.

 

 

 

Vedere William dopo così tanto tempo gli provoca una sgradevole fitta allo stomaco – si mantiene bene, il fabbro. Sarà quella storia del cuore nel forziere, e tutte quelle cose lì.

E’ contento che sia di nuovo lì, comunque, sul ponte della sua nave. Ha sempre gli stessi occhi giovani di allora.

«Allora? Torni dalla tua bella, adesso?»

William ride, ma ha qualcosa nello sguardo che gli si appiccica alla faccia, come un polpo fastidioso: sembra quasi voglia dire chissà che, ma non osa.

«Sì. Sì, è decisamente l’ora»

Silenzio, adesso. Insopportabile. Henry tentenna un po’, sposta lo sguardo da lui a suo padre, titubante – non capisce.

Neanche Jack capisce, è sempre stato così semplice portare avanti una bugia [sempre, ma adesso non è sempre, adesso è adesso, e lei non se lo meritava, diciassette anni sola chiusa in un dannato corsetto, dietro ai vetri chiari di una finestra quando tutto ciò di cui ha bisogno sono il vento e l’orizzonte, quando tutto ciò di cui ha bisogno è il mare, tutto ciò di cui ha bisogno è-]

«Prenditi cura di lei» 

Avrebbe potuto essere felice, lì – lì, con lui e con i gabbiani.

«L’ho sempre fatto»

Gli pianta gli occhi nei sui, William, come a sfidarlo a dire il contrario – ma non avrebbe senso – forse una volta, quand’erano giovani, ci avrebbe provato, gli avrebbe dato del bugiardo. Forse una volta, quando c’era ancora la sua figura magra sul ponte a guardarlo con la coda dell’occhio, provando a non farsene accorgere. Quando c’era ancora qualcosa per cui lottare.

Adesso è tardi – sta tramontando il sole, la speranza l’ha già fatto da un pezzo.

 

 

 

La bussola chiusa in tasca punta in una direzione sola, ed è davanti a lui. Jack la saprebbe a memoria la strada: prima il piccolo porto, poi la città bassa, la via degli artigiani, la salita della collina, il cancello coi battenti di ferro, poi il portone bianco e infine l’ingresso e il pavimento di marmo. Elizabeth lì, bella come sempre, con qualche ruga in più, tutti i baci che non ha mai avuto l’ardire di dargli ancora lì, ad un soffio dallo sbocciarle sulle labbra.

La chiude in cassetto di quelli che non usa mai, così non dovrà riaprirlo e vederla ancora lì, irrimediabilmente rotta. Tanto valeva che la lasciasse in quella lurida bottega - diciassette anni e forse di più, e non ha mai cambiato direzione.



 

 

 

 

 

«Cos’è che ci fa tribolare?»

«Che può essere?»

 

«Una donna»





























Note: amici, sono come l'erba cattiva: non muoio mai. Non so bene quanto sia ancora attivo il sito, né tantomeno il fandom. In realtà non so bene quanto sia ancora attiva nemmeno io.
Queste os (definiamole così) le ho trovate sepolte nel vecchio pc, le ho lette, ho pensato non fossero così male. Lasciatemi una rece se vi va - anche per raccontarmi un po' di questo bel sito dove ho passato l'adolescenza. Siamo gli ultimi sopravvissuti?
Un bacione.
pierres
  
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