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Autore: jarmione    22/02/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Avevo promesso ad Evelyn80 il seguito.

E' già scritto, devo solo revisionare i vari capitoli e poi pubblicarli; dato che lavoro e, per fortuna, non manca, se ritardo vi chiedo scusa.

Buona lettura

 

 

 

 

IL GIORNO DELLA MALEDIZIONE

 

 

Jareth volò in alto nel cielo, allontanandosi da quel posto smielato il più velocemente possibile.

La terra di Ooo era sempre stata un luogo troppo caotico per i suoi gusti; i suo Goblin erano cento volte più tranquilli e meno stupidi.

Osservò la boccetta che aveva nelle zampe.

Era davvero sicuro di volerla usare? Non era solo Sarah che avrebbe subito la vendetta, ma sarebbero finiti di mezzo anche altri innocenti di tante altre terre e mondi.

Ma ormai era tardi per tornare indietro.

Volò ancora fino a scomparire in un bagliore di luce e riapparire altrove, dove l'oscurità regnava sovrana.

L'unica luce derivava da un falò su di una montagna.

Ogni sera, alcuni membri, tra i cattivi, dei vari mondi si radunavano lì e si raccontavano le malefatte del giorno, oppure usavano quel luogo come rifugio per stare tranquilli.

Jareth aveva partecipato alcune volte, ma era già da tempo che non andava.

Quando venne visto, gli occhi furono puntati su di lui.

Si tramutò nella sua forma Fae e si avvicinò

Solo una donna anziana era lì, accanto al fuoco.

“Jareth!” si stupì “Non mi aspettavo di vederti”

“Sono qui per affari” rispose “Mamma Dalton” salutò con un cenno del capo l'anziana e sorridendole con fare amichevole “E' sempre più bella”

“E tu sei un adulatore, Jareth” ridacchiò lei, facendogli l'occhiolino “Se solo avessi qualche anno di meno...”

“Lei sarebbe la mia regina” Confermò Jareth, facendole il bacia mano “Come mai si trova qui?” domandò, anche perché non si aspettava di trovare qualcuno proprio quella sera.

“Avevo bisogno di tranquillità” rispose la donna “Dovevo riflettere”

“La vedo turbata” osservò Jareth “Cosa la cruccia in questo modo, mia dolce signora”

Mamma Dalton non aveva bisogno di parlare per farsi capire.

Guardò Jareth negli occhi e lui intese subito.

“Capisco...” si portò la mano al mento “...è una bella grana, me ne rendo conto”

“Non ho grandi soluzioni” aggiunse la donna “Mio figlio Averell manda sempre tutto in malora e non lo fa nemmeno apposta”

“Forse la soluzione ce l'ho io” commentò Jareth mostrando alla donna la boccetta.

Mamma Dalton la osservò, ma non aveva idea di che cosa fosse e, per tale motivo, non disse nulla.

Continuava ad osservare il fuoco davanti a lei, seduta su di un masso lì vicino, immersa nei suoi pensieri.

Jareth fece lo stesso, sedendosi accanto a lei.

“Non posso dire di comprendere a pieno il suo stato” disse lui “Ma, se può esserle d'aiuto, ho un modo per far uscire i suoi figli dalla prigione”

Mamma Dalton guardò la boccetta che Jareth si rigirava fra le mani

“Quella?”

Lui annuì “Non ha proferito parola in merito, quindi deduco che sappia già a cosa serve”

La donna scosse la testa “Non sono esperta di cose magiche, sono più una donna razionale e pratica” rispose “Spiegami”

Jareth sospirò, ci mancava solo che doveva fare lezione di magia ad una donna che non la possedeva.

Cercò di essere breve.

“Posso solo dirle che non appena verserò il contenuto di questa ampolla nel falò, le nostre vite cambieranno radicalmente e noi due, compresi i suoi figli, staremo bene”

Mamma Dalton era scettica.

“Devo forse dedurre che lei non è d'accordo con la mia causa?”

Mamma Dalton rifletté “Non posso dire di essere favorevole” commentò “Ho quattro figli in un penitenziario ed una figlia affidata a loro...”

“Come già detto, le posso garantire, mia dolce signora, che i suoi figli staranno bene e vivranno in un luogo diverso da quello attuale”

“Ma, Evelyn, mia figlia...”

“Sono al corrente del suo stato” disse Jareth “Però ammetto che so solamente gli effetti sulle persone esistenti...ma non so quelli che avrà su bambini ancora non nati”

Mamma Dalton rabbrividì “No...” scosse la testa “Ecco un motivo per cui non sono d'accordo!”

la donna si alzò in piedi e puntò il dito contro Jareth “Non mi importa il motivo per cui vuoi fare quello che stai per fare, ma non sarà mio nipote a subire gli effetti collaterali di quella cosa!” esclamò “Esistono anche innocenti e non saranno i miei figli e mio nipote a finire in mezzo al tuo tarlo mentale!”

Mamma Dalton, di istinto, gli tirò una borsata in testa e si voltò con l'intenzione di andarsene.

Jareth, per la prima volta, si infuriò con la donna e mosse la mano in avanti, bloccandole il cammino e sollevandola a mezz'aria.

Anche se per un bambino non nato non c'erano garanzie, prometteva una vita normale a tutti ed un posto di livello se lo seguiva.

Ma la donna era ostinata; per lei la famiglia veniva prima di tutto.

Se lei non acconsentiva avrebbe pagato.

Lui avrebbe “salvato” solo i figli di lei in quanto non li conosceva e non aveva nulla contro di loro

“Io posso offrirle la libertà, denaro e potere...” le disse “...le sto offrendo la possibilità di riscattarsi”

Pian piano la rimise a terra e le diede il permesso di muoversi “Che cosa sceglie? Con me o contro di me?”

“Tu sei pazzo, Jareth” sibilò la donna “Sarò una furfante e rapino la macelleria del paese ogni giorno, ma sono leale nei confronti della mia famiglia, perciò mi dispiace...” si mise la borsetta a tracolla “...Non sono incline a ottemperare alla tua richiesta”

Jareth sospirò e si voltò, dandole le spalle “Sa una cosa, Mamma Dalton?” un altro sospiro “L'ho sempre considerata una donna ragionevole, nonché una grande alleata, in lei ho sempre trovato una madre dolce e pronta ad aiutarmi quando ne ho avuto bisogno...” strinse i pugni e poi mosse una mano facendo apparire una sfera “...Vorrei che mi credesse quando le dico...che farà molto più male a me che a lei” senza preavviso, si girò di scatto e lanciò la sfera contro la donna che, di riflesso, si portò le mani davanti al volto per ripararsi.

Ovviamente non servì a nulla.

Nel giro di un istante, Mamma Dalton si pietrificò; nel suo sguardo un grido di aiuto.

Quel gesto, anche se premeditato, lo fece restare sconvolto.

Lanciò un grido che rimbombò per tutta la zona.

Aveva fatto un gesto stupido.

Ma ormai era fatto; si ricompose e cercò di stare calmo.

Aprì la boccetta, che emise un rivolo di fumo viola per segnalare che il contenuto è attivo.

Fece un profondo respiro e versò il contenuto nel falò

“Mi dispiace, Sarah” mormorò, voltandosi verso la stutua di Mamma Dalton “Se tu mi avessi ascoltato, nulla sarebbe successo...lo sto facendo per te”

Venne avvolto da una spessa nube viola.

Il respiro gli mancò.

  
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