Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    25/02/2021    5 recensioni
Mamoru durante la seconda serie, nel periodo in cui ha rotto con Usagi o in altri momenti in cui teme di averla persa. I suoi pensieri, la sua sofferenza.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Senza di te

Senza di te

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


 

1 - Dopo che Rubeus si è portato via Usagi (episodio 74)

Cosa si provava a sentirsi impotenti, capaci solo di alzare gli occhi al cielo e aspettare?

Quando Mamoru aveva visto sparire oltre le nuvole l'ufo che si era portato via Usagi e Chibiusa, si era sporto in avanti, boccheggiando, chiedendosi se le sue gambe avrebbero potuto farlo saltare sino all'atmosfera. Si era guardato intorno in cerca una soluzione - un altro ufo magari, su cui imbarcarsi - ma intorno a sé aveva trovato solo la desolazione di una città addormentata, il silenzio rotto dalle grida di quei pochi che si erano accorti dell'oggetto non identificato riapparso nei cieli.

Se Luna e Artemis non fossero stati accanto a lui, si sarebbe accasciato sulle ginocchia.

«Torneranno» disse la compagna felina di Usagi. «Usagi è stata impulsiva, ma ce la farà!»

«È da sola» si sentì dire Mamoru.

«No» dichiarò Artemis. «Ci sono le ragazze là sopra con lei. Usagi riuscirà a liberarle e tutte insieme torneranno a casa!»

Avrebbe voluto avere la loro fiducia - la loro speranza. Per quel che ne sapeva Usagi era stata tramortita appena il nemico l'aveva vista mettere piede sulla sua astronave. Ora magari lei giaceva svenuta, inerme, con la mano dell'alieno Rubeus tesa verso il suo corpo, il palmo aperto già brillante di energia letale.

No, cercò di dirsi. Se lei fosse morta, se ne sarebbe accorto. Non sarebbe morta, non poteva morire! Non l'aveva lasciata per farla morire!

A cosa era servito, se quando le stava lontano lei correva pericoli ancora più grandi? Usako era andata via senza avvertirlo perché non si fidava di lui. Non erano più una squadra, lui stesso le aveva detto che la salvava per dovere e non perché voleva. Per questo lei non gli aveva chiesto una mano ed era andata a recuperare le sue amiche da sola.

Ho sbagliato tutto! Morirai lo stesso, per di più senza avermi accanto a te.

«Mamoru-san.»

Abbassò lo sguardo verso Luna. Gli occhi di lei erano pieni di compassione.

«Non possiamo fare niente stando qui. Torniamo a casa tua. Ci raggiungeranno là quando torneranno.»

La sua gola si riempì di un'ironia feroce, amara. «Hai molta fiducia.»

«Nonostante tutto, Usagi non è da sola. C'è Chibiusa con lei.»

«È una bambina» dichiarò risentito lui. «Ha bisogno che Usagi la protegga, sarà d'intralcio!»

Luna non si lasciò spaventare dal suo tono. «Chibiusa ha dei poteri. E anche se non potrà aiutare Usagi in battaglia, con la sua sola presenza la spingerà a essere più coraggiosa.»

Ma che stava dicendo? «Prima Usagi ce l'aveva con lei.»

«Si stava solo sfogando. Tiene a Chibiusa.»

... già. Usagi amava Chibiusa, nonostante quello che diceva e il modo in cui a volte si comportava. Usagi amava tutti - persino uno come lui, che non faceva altro che farla soffrire.

«Torneranno» ripeté Artemis come un mantra, mentre si incamminavano. «Torneranno.»

Svuotato di energie, Mamoru non replicò più.

Tornò a casa seguito dai due gatti, mesto e sconfitto. Inutile.

   

La sua attesa si protrasse per quasi un'ora - cinquantadue interminabili minuti.

Poi, mentre scrutava il cielo dal balcone di casa, venne acceccato da un'esplosione talmente potente da soverchiare i primi raggi di sole.

Il suo cuore mancò tre battiti prima di tornare a pompare sangue nelle vene.

Non poteva essere. I detriti che riempivano il cielo erano dell'astronave?

«Sono tornate!» urlò Luna.

Mamoru sobbalzò. «Dove?»

«Ho visto un punto di luce che si muoveva verso la Terra. Dev'essere il teletrasporto Sailor! Andiamo, corriamo da loro!»

Mamoru non se lo fece ripetere due volte. Corse, fuori di casa e giù in strada, per cinque isolati.

Poi, girando un angolo, vide un gruppetto di cinque ragazze più una bambina, che chiacchieravano ridendo, tutte sane e salve. In lui il sollievo divampò come una fiammata che lo arse vivo.

Usagi dovette sentire il suo sguardo su di sé, perché alzò la testa. Sul suo volto l'amore esplose come una flebile speranza.

«Mamo-chan!» A urlarlo era stata Chibiusa, che gli corse incontro. Mamoru si concentrò su di lei, chinandosi per abbracciarla e smettere di guardare Usagi. Gli incubi rimangono veri, si ripeté in testa. Non puoi cedere adesso, non puoi mandare tutto all'aria.

Le Inners, notandolo accanto a loro, non stavano dicendo nulla, lasciando che fossero lui e Usagi a parlare per primi.

La ragazza che amava e non poteva abbracciare smise di mordersi le labbra. «Hai visto? Ce l'ho fatta.»

In lui tornò a farsi viva la rabbia e la preoccupazione che lo avevano avvolto quando se l'era vista sparire da sotto il naso. «Hai messo in pericolo te stessa e le altre andando da sola. Sei stata imprudente.» 

«Ehi» A Jupiter il suo tono non piacque affatto. «Usagi ha preso la decisione che ha ritenuto migliore, non hai alcun diritto di-»

Toccandole un polso Usako le impedì di continuare. «Non importa. Forse ha ragione lui, ma...» La pena con cui lo guardò gli strappò metà cuore. «Non potevo perdere anche te.»

Mamoru rimase a dondolare come foglia senza voce in mezzo alla strada.

A Usagi tremavano le labbra. «Chibiusa.» Sporse la mano in avanti. «Torniamo a casa, prima che la mamma si accorga che non ci siamo.»

Mamoru si sentì un po' abbandonato quando anche Chibiusa si allontanò da lui, correndo da Usagi.

«Piccola» le disse, spingendola a voltarsi a metà strada. «Sono contento che tu sia tornata sana e salva.»

La felicità di lei fu mitigata, stranita, come se si fosse resa conto che non avrebbe dovuto essere l'unica a cui venivano rivolte quelle frasi. 

«Grazie, Mamo-chan. Andiamo?» Chibiusa afferrò la mano di Usagi e per un momento Mamoru si dimenticò della propria solitudine e sofferenza. Era bello vederle unite e in sintonia. Le quattro Inners le circondavano e le custodivano, felici quanto lui di saperle serene insieme.

L'intero gruppo perse la trasformazione mentre si avviava.

Luna seguì le ragazze con un piccolo tentennamento, quasi a malincuore mentre lo lasciava. Mancò di dirgli quello che le passava per la testa e se ne andò. Artemis non la seguì immediatamente. «Mi dispiace» dichiarò.

«Per cosa?» domandò Mamoru.

«Per quello che ti costringi a fare, qualunque sia il motivo. Si vede che ci stai male.»

Anche se non annuì, fu come se lo avesse fatto per Artemis, che dopo un ultimo sguardo lo lasciò.

Mamoru se ne tornò a casa da solo.

Per tutto il percorso lo martellò un'unica domanda.

Sto davvero facendo la cosa più giusta?

 

 

1 - FINE

 


 

  NdElle: ho concepito questa mini-storia dopo aver riguardato l'episodio 74 nel gruppo FB Guardiamo insieme anime!

All'inizio non sapevo neppure dove pubblicarlo, perciò alla fine ho creato questa raccolta. E' possibile che la riempia di altri capitoli, anche se non è sicuro. E' una raccolta deposito, per tutte le volte che riguarderò questo periodo dell'anime in cui Mamoru è così cretino da stare lontano da Usagi anche se la ama :D Se avrò altri pensieri suoi da comunicarvi, li metterò qui!

Manca davvero il punto di vista del personaggio durante la fase di rottura con Usagi, è una mancanza dell'anime storico che ho voluto iniziare a colmare con questo capitolo. Ditemi che ne pensate :)

 

Elle

 

Su FB: Verso l'alba e oltre (dove trovate anticipazioni e miei pensieri)

Su Youtube: mio canale a tema Sailor

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre