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Autore: Elisempreeli    26/02/2021    2 recensioni
Racconto mordace in cui parlo di uno dei tanti misteri esistenti nell'universo. Ispirazione avuta da un comunissimo lunedì mattina. Ma si sa, sono quelle le ispirazioni più geniali! E chissà che un sorriso non riesca a strapparlo pure a voi lettori!
Genere: Comico, Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra i mille misteri che popolano l'universo, ce n'è uno che resterà per sempre un Mistero con la emme maiuscola.
 
Quando il dentista ti parla.
 
Questo esemplare di essere umano è solito fare le domande più disparate proprio quando il suo interlocutore è evidentemente impossibilitato a rispondere, con il risultato di mettere quest’ultimo in tangibile difficoltà e in imbarazzo nel doversi esprimere solo attraverso vocali e versi da cavernicolo, e invano il malcapitato spera di non sembrare un idiota ma passa esattamente per tale.
 
Mi sorge spontaneo chiedermi se la facoltà di Odontoiatria offra un corso di Comunicazione tra quelli di Fisica, Chimica e Anatomia, perché altrimenti tutta questa loro loquacità non si spiega. E non venitemi a dire che tutti quelli che studiano per diventare dentisti sono animali socievoli, perché non vi credo nemmeno se leggo tutti i loro nomi sulla lista che Dio possiede sulla sua scrivania divina.
 
L'uomo dentista è capace di intrattenere dei lunghi e fitti monologhi aspettando poi che tu ribatta qualcosa, che argomenti la sua tesi, che concordi o anche che tu sia contrario, ma diamine di' qualcosa prima che la sua autostima finisca rovinosamente nella tua bocca con il rischio di essere inghiottita e si perda nel tuo stomaco, o peggio, venga espulsa per i canali posteriori.
Niente da fare, sono tipi ostinati, i dentisti, più ostinati delle carie che si ritrovano a curarti per l'ennesima volta che prendi appuntamento.
 
La mia mente fa troppo voli pindarici per essere solo le dieci del mattino, non so se sia un buon segno e se piuttosto io non debba prendere appuntamento con uno psichiatra. Lo chiederò oggi alla seduta dallo psicologo.
 
Finalmente le porte dell'ascensore si aprono e premo il pulsante numero quattro. Mi guardo allo specchio che ho difronte e controllo la dentatura facendo un sorriso da cane affacciato al finestrino dell'auto, giusto per essere sicuro di non avere frammenti di colazione tra i denti. Non vorrei che mangiare i cereali Ceerios a 25 anni fosse motivo di fraintendimento con chi dovrà addentrarsi nella mia bocca.
 
L'ascensore si ferma al quarto piano, esco e mi dirigo verso la porta con la targa dorata che recita "studio dentistico Zarzen". Io ci avrei aggiunto "lasciate ogni speranza voi ch'entrate", giusto perché Dante sta bene in ogni situazione.
Suono il campanello e scatta la serratura.
 
Una delle segretarie dietro alla scrivania mi accoglie con un buongiorno un po' troppo allegro per essere lunedì mattina, ma chissà perché mi trasmette quel poco di positività che il mio corpo può sopportare.
Mi dice di aspettare nella sala d'aspetto -mi chiedo dove altrimenti- e che il medico sarà presto libero. Credo mi si legga in faccia la mia voglia matta di andare sotto ai ferri.
 
"Signor Bianchi, prego, si accomodi" mi fa sempre uno strano effetto essere chiamato signore, ma ahimè non ho modo di contrastare la vecchiaia che avanza imperterrita senza scrupoli.
 
Mi distendo sul lettino dallo strabiliante potere soporifero e attendo che il dentista prepari i suoi strumenti di tortura. Ma diamine è solo un controllo, perché devo sempre drammatizzare le cose.
 
"Si sta avvicinando la primavera, eh, ha visto come si allungano le giornate?"
Oh no, iniziamo.
Direziono lo sguardo su di lui per rassicurarlo che lo sto ascoltando, mentre invece il mio scopo è solo quello di non bruciarmi la retina a causa della luce che mi ritrovo direttamente puntata in faccia.
 
"Pensi, l'altro giorno ho persino fatto una camminata sul Carso con mia moglie e i miei figli, sembrava piena estate! E a lei, piace fare camminate nella natura?"
 
"Aaahammmhahahh" emetto una risposta che per quanto ne so può significare sia che adoro la natura sia che la detesto, lascio a lui scegliere quale delle due comprendere.
 
"Eh, sì, la natura ha il suo fascino...ricordo ancora i bei tempi andati, con gli amici, a fare scampagnate..."
Provo la tattica della comunicazione tramite alzata di sopracciglia e roteamento degli occhi, ma non ottengo molto risultati.
 
"Dunque, vedo che la situazione qui è abbastanza buona, le prescrivo solo un collutorio più specifico per contrastare il tartaro, e la prossima volta controlliamo come procede, che mi dice?".
Ho ancora i suoi arnesi nella bocca, cerco di farglielo capire con un verso e muovendo la lingua, ma evidentemente nel linguaggio dei dentisti questo significa "tutto chiaro capo!". Mi serve un manuale, subito.
 
"Ah ma certo, ora la libero", grazie al cielo qualche segnale è stato recepito.
 
Mi alzo e mi dirigo nella sala d'attesa per prendere il cappotto. La segretaria mi fa la ricevuta ed io sborso i miei guadagni per nemmeno un misero quarto d'ora passato ad affinare le mie tecniche alternative di comunicazione.
 
Chiudo la porta alle mie spalle, chiamo l'ascensore e premo il pulsante per il piano terra. Mi sto di nuovo guardando allo specchio sulla parete.
Onestamente non ci vedo poi tanta differenza tra un Labrador che sfreccia a tutta velocità su una Renault Clio e me in questo momento.
   
 
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