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Autore: Luschek    26/02/2021    1 recensioni
«Vuoi… sdraiarti sulle mie gambe? Puoi usarle come cuscino. Cioè, hai capito, come facevamo quando…»
«Sì. Va bene» lo interrompe. Non ha bisogno che completi la frase.
Il volto di Haibara s’illumina e lui divarica le gambe, affinché Nanami possa stendervi in mezzo, sebbene ogni suo movimento sia saturo di riluttanza.
[...]
La mano dell’altro gli pettina le ciocche bionde e, rilassato da quelle carezze, Nanami socchiude le palpebre. Potrebbe addirittura addormentarsi, se nient’altro disturberà quella ritrovata pace.
«Oh, Nanami. Alla fine hai ricordato?»
«…Cosa?»
«Il motivo per cui sei diventato uno sciamano.»
{Avvertimenti: spoiler! | Pairing: Haibara Yu/Nanami Kento}
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haibara Yu, Nanami Kento
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ritrovarsi in Malesia 

 

Avvertimenti: Spoiler del capitolo 120.  

Pairing: Haibara Yu x Nanami Kento. 

 

Nanami non percepisce più la parte sinistra del cranio friggere, come se qualcuno gli avesse gettato un secchio di olio bollente addosso. Non sente neanche l’orbita leggera — quella dove il bulbo oculare si è sciolto a causa dell’elevata temperatura della lava —, anzi, quando solleva le palpebre scopre di vederci da entrambi gli occhi. Si sfiora il volto, sorpreso, e apprende che non indossa i suoi fedeli occhiali. Di certo non gli servono, tuttavia questa mancanza gli porta addosso una sensazione di disagio — la stessa che si prova quando ci si ritrova nudi di fronte ad una platea. Non sono né gli occhiali né le sue percezioni, però, la sua priorità in questo momento.  

Senza darsi tregua, l’uomo si tira a sedere e scruta l’ambiente circostante. I colori che prevalgono sono il fucsia degli ibischi e il verde del prato su cui si trova. All’orizzonte scorge una distesa d’acqua, un breve stralcio di spiaggia che si interseca con la natura. Dietro di lui si erge una distesa di palme, le cui fronde sono scosse da una brezza placida e fresca. Questo paesaggio Nanami lo conosce a memoria: è identico alle fotografie che era solito scrutare, quando rimuginava su quale luogo avrebbe voluto mettere radici una volta in pensione. Si trova in Malesia in questo momento. 

È consapevole che, tuttavia, questo è impossibile. Fino ad una manciata di minuti prima, si trovava a Shibuya e Haibara — no, quella era un’allucinazione — gli indicava Yuuji. Nanami freme dalla paura, quando ripensa al greve fardello che ha affidato al giovane: da qui in avanti sta tutto nelle tue mani.  

Con quale coraggio ha pronunciato quelle parole al bambino? 

È stato così sciocco, da parte sua… oppure è stato giusto affidare tutto a quelle mani piccole e a quegli occhi ingenui? È pur sempre uno sciamano. No, non è solo uno sciamano. È un ragazzo privato della sua innocenza — a Nanami ribolle il sangue nelle vene quando realizza ciò, eppure la sua espressione non si scompone.  

Il rancore non lo porterà da nessuna parte: soprattutto adesso che non è più fatto di carne ed ossa. Le emozioni sono sempre state una stigma, per lui. Lo portano a prendere decisioni di cui, ogni tanto, si pente, come successe dopo la morte di… 

«Nanami?»  

Il cuore manca di un battito — a lui sembra così, nonostante sia impossibile. Non si volta, perché non ne ha il coraggio, come quella volta in cui scappò senza voltarsi dietro. L’unico rumore che giunge alle sue orecchie, adesso, è lo scroscio delle onde del mare. Poi sente qualcosa di morbido sfiorargli i capelli biondi — una corona di fiori, quelle che l’altro amava intrecciare — e dei polpastrelli solleticargli la nuca. Nanami è perseverante come pochi, ma Haibara ha il difetto — o pregio — di essere testardo, difatti gli si piazza davanti — sedendosi, perché lui non avrebbe la malizia di guardarlo dall’alto in basso. 

Si osservano — Nanami gli fissa il mento, in realtà, perché non ha il coraggio di guardarlo negli occhi — ed è lo spettro dei suoi rimorsi a spezzare la quiete. 

«Sembri stanco.» 

Vorrebbe ammettere che sì, è stanco da morire, sebbene adesso non avverta la solita pesantezza che gli grava sulle spalle o le gambe intorpidite, però si limita ad annuire. Pare che il suo corpo — o è la sua anima? — non risenta più della spossatezza terrena, ma la sua mente eccome se percepisce la confusione causata da tutto ciò che ha vissuto nelle ultime ore. Le immagini del volto stupefatto di Yuuji, di faccia-cucita compiaciuto, degli umani trasfigurati, di Maki e Naobito che venivano arsi vivi, del superuomo che è stato capace di uccidere una maledizione in un battito di ciglia… come può descrivere ad Haibara l’orrore a cui hanno assistito i suoi occhi? 

«Qui puoi riposare quanto vuoi. Non c’è bisogno che tu mi racconti subito… abbiamo tutto il tempo del mondo, ora.» 

Nanami invidia la forza di Haibara: nonostante sia tre metri sotto terra, è ancora in grado di sorridere per dargli manforte. Gli ricorda qualcuno che ha imparato a conoscere bene nell’ultimo periodo. 

«Vuoi… sdraiarti sulle mie gambe? Puoi usarle come cuscino. Cioè, hai capito, come facevamo quando…» 

«Sì. Va bene» lo interrompe. Non ha bisogno che completi la frase. 

Il volto di Haibara s’illumina e lui divarica le gambe, affinché Nanami possa stendervi in mezzo, sebbene ogni suo movimento sia saturo di riluttanza. Quando appoggia la testa sul basso ventre dell’altro, gli sembra che il tempo si sia cristallizzato in uno dei tanti momenti che ha trascorso col ragazzo. Pare che non sia cambiata una virgola, ma la verità è che nulla è rimasto uguale a come lo ricordava. 

La mano dell’altro gli pettina le ciocche bionde e, rilassato da quelle carezze, Nanami socchiude le palpebre. Potrebbe addirittura addormentarsi, se nient’altro disturberà quella ritrovata pace.  

«Oh, Nanami. Alla fine hai ricordato?» 

«…Cosa?» 

«Il motivo per cui sei diventato uno sciamano.» 

Le labbra di Nanami si piegano in un sorriso appena percettibile. Sì, ha ricordato. 

 

Note dell’autrice  

Eccoci arrivati alla fine di questa piccola OS! In quest’ultima settimana ho divorato il manga di JJK e be’… Questo è il risultato! Nanami, Hanami (sì, la maledizione!) e Inumaki sono i personaggi a cui ho dato l’anima (e, per non smentirmi, nel manga non è che facciano una bella fine), quindi aspettatevi parecchie storie su di loro in futuro! È un peccato che ci siano così poche opere su questo manga, ma confido nel fatto che il fandom si movimenterà più in là! Essendo la prima volta che scrivo su questi personaggi, mi farebbe piacere ricevere un feedback sul carattere, perché devo ancora inquadrarlo bene… in ogni caso, ringrazio chiunque spenderà un po’ del proprio tempo per leggere questa OS! 

 

Un abbraccio,  

Luschek 

   
 
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