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Autore: LadyHeather83    27/02/2021    5 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 1 – Polunga

*

C’è stato un tempo in cui il popolo saiyan, era libero.

Libero di conquistare pianeti e schiavizzare chi dei loro abitanti osava ribellarsi.

C’è stato un tempo in cui il popolo saiyan, era temuto.

La loro fama, era nota in ogni angolo dell’universo, bastava solo nominarli, che il panico si propagava a macchia d’olio.

C’è stato un tempo in cui, il popolo saiyan non aveva nemici.

Nemici in grado di tenergli testa o superarli in forza, fino a quando, un tiranno di nome Freezer, s’impose su di loro e per la paura che un giorno potessero diventare più forti di lui, trasformandosi nel leggendario Super Saiyan, prese la barbara decisione di far saltare in aria il loro pianeta d’origine: Vegeta-Sej.

C’è stato un tempo in cui, dopo l’ascesa di Freezer, il principe Vegeta, Radish e Napa, risparmiati da morte certa, vennero reclutati nel suo esercito, servendolo come si confà ad un sovrano che si rispetti, sottomettendosi al suo volere.

Anche prima lo facevano, ma la situazione era cambiata notevolmente da quando il re e i suoi sudditi erano passati a miglior vita, non avevano più un posto dove tornare di loro proprietà, ma erano diventati parte integrante del suo esercito.

Nessuno di loro tre erano felici di ciò, e la sola cosa che speravano un giorno, era quella di ribellarsi, una volta che il principe Vegeta fosse riuscito a diventare un super saiyan, ovviamente, era lui il predestinato.

C’è stato un tempo in cui, il desiderio del principe venne esaudito, ma la morte di Freezer, non avvenne per mano sua, ma di una terza classe, un saiyan dal cuore puro chiamato dai terrestri Goku.

Ma Goku, era troppo buono, e gli risparmiò la vita, come fece per il principe Vegeta qualche mese prima, e chi finì il lavoro iniziato da quel saiyan, chiamato nel suo pianeta d’origine Kakaroth, fu niente meno che il figlio del principe, Trunks, venuto dal futuro, mettendo fine ad un’era.

I saiyan sopravvissuti erano due: Goku e Vegeta, ma con loro non sarebbe morta definitivamente la loro stirpe come voleva Freezer, ma avrebbe continuato a vivere con i loro figli.

Gohan, Goten, Trunks e l’ultima arrivata, la figlia di Gohan e Videl: Pan.

*

La vecchia signora avanzava lentamente per quel corridoio buio e cavernoso, dove dalle pareti scendeva lentamente dell’acqua, probabilmente dell’umidità accumulatasi negli anni.

L’odore di chiuso e muffa faceva da padrona, ma a nessuno dei due sembrava dar particolarmente fastidio, troppo concentrati nel loro obiettivo finale, che qualsiasi altra cosa sarebbe passata in secondo piano, come il sorcio viola con la coda lunga e grigia che gli passò velocemente accanto, con in bocca un altro suo simile morto e mezzo divorato.

Non era raro vedere del cannibalismo tra animali, e loro non erano di certo persone che si facevano facilmente impressionare.

La mano rugosa e rachitica, stringeva una torcia infuocata, e anche l’alieno davanti a lei faceva lo stesso.

Con l’altra mano, teneva su la gonna nera del vestito, odiava infangarla, e sulla testa, teneva il cappuccio del mantello verde scuro, da cui sbucavano capelli lunghi e bianchi, assieme al naso bitorzoluto.

Era bassa.

Non si sa di preciso quanti anni avesse, quel suo aspetto avrebbe potuto ingannare, però l’alieno che la stava accompagnando in quel labirinto interrato, la conosceva benissimo e aveva una vaga idea di quanti secoli potesse avere.

“Ne sei sicura, vecchia?” Chiese.

“Si” Asserì alzando il volto rugoso, da cui sbucavano due intensi occhi azzurri.

“Lo sai che non si torna più indietro” L’alieno verde, non si era preso nemmeno la briga di rivolgersi a lei, con il dovuto rispetto.

“Non farmi altre domande idiote, esegui l’ordine per cui ti pago.”

“Non lo hai ancora fatto.” Constatò fermandosi davanti a lei dopo essersi girato di scatto, e spostato la torcia in modo da non bruciarla, era più alto di lei, di almeno mezzo metro.

L’altezza, era una caratteristica del popolo namecciano, era raro incontrare alieni di quella specie bassi, a meno che non siano bambini o vecchi, che con l’avanzare dell’età, tendevano ad accorciarsi.

La vecchia sogghignò “A tempo debito, tu pensa ad evocare il Drago Polunga, e il resto verrà da se”.

Il namecciano arricciò le labbra, non essendo convinto delle sue parole, ma la condusse lo stesso verso il cuore della caverna, dov’erano custodite le sette sfere del drago di Neo Namecc.

Dopo essersi trasferiti sul nuovo pianeta, i sette saggi, avevano deciso all’unanime di non custodire più le sfere del drago individualmente, ma di nasconderle in un luogo sicuro.

Appesero le due torce alla parete della stanza, già illuminata da quelle palle che pulsavano e pronte per essere usate.

Il namecciano sposò la coperta, rivelando il suo tesoro, e alla vecchia, si illuminarono gli occhi dopo aver spalancato la bocca per lo stupore.

Era la prima volta che vedeva uno spettacolo simile, il suo sapere si limitava a grossi tomi che aveva letto e a racconti di pochi viandanti.

“Ci siamo!” Si sfregò le mani attenta a non graffiarsi con le unghie lattescenti a stiletto.

“Pronuncia la formula” Gli ordinò con un ghigno soddisfatto, da cui fuoriusciva un incisivo inferiore giallo.

“La mia ricompensa, prima.” Gli allungò la mano attendendo gli venisse posato quanto chiesto.

Riluttante, prese da una tasca interna del mantello una manciata di monete d’oro e qualche gioiello, che gli tirò addosso subito dopo.

“La formula.” Insistette.

Il namecciano la guardò torvo mentre si apprestava a raccogliere gli ultimi oggetti del suo premio dal pavimento dal terreno umido e fangoso.

Anche se in un primo momento era restio, pronunciò delle parole nella sua lingua e le sfere magiche, pulsarono di più e quando ebbe finito, apparve il dio drago, che s’innalzò in tutta la sua maestosità, distruggendo la caverna, facendo ricadere addosso a loro delle rocce molto piccole, che sembravano quasi sabbia.

Si coprirono con i mantelli.

La terra tremò, e i cielo di fece scuro.

Gli alieni che aravano i campi, si spaventarono e i vecchi saggi dei sette villaggi, custodi delle sfere, si riunirono poco distanti, chiedendosi chi stesse invocando Polunga e il motivo.

*

“Ricorda, i saggi hanno potenziato il drago, quindi il tuo desiderio può essere avverato, però perché la cosa funzioni, li dovrai sottoporre a periodici trattamenti con le Gemme Rosa, del pianeta Zuul”

“Me lo hai già detto questo, ora sbrigati ad esaudire il mio desiderio”.

“Chi mi ha invocato?” Chiese con voce grossa e spaventosa l’enorme drago.

Il namecciano deglutì, l’ultima volta che lo aveva visto era solo un bambino, e ricordava bene che in quel periodo, il suo pianeta d’origine stava per essere distrutto a causa di uno scontro tra Freezer e un saiyan di nome Goku.

Quella volta, il drago era la cosa più spaventosa che avesse mai visto in tutta la sua breve vita e gli ci volle un bel po’ perché non apparisse più nei suoi incubi peggiori.

“S-sono stato io, Akim” Balbettò.

“Dimmi, che cosa desideri?” Il suo muso verde e squamoso si palesò davanti a lui.

“Avanti, chiedi di ripristinare il pianeta Vegeta-Sej”.

Akim sospirò e pronunciò la formula in lingua namecciana.

“Niente di più facile” Gli enormi occhi s’illuminarono di un rosso acceso “Il pianeta Vegeta-Sej, è stato ripristinato. Qual è il secondo desiderio?” Domandò impaziente.

“Resuscitare i suoi abitanti”

Il namecciano non era molto convinto di ciò, aveva sentito storie di quel popolo, formato da barbari, che torturavano e uccidevano solo per conquistare pianeti, e chi risparmiavano, veniva ridotto in schiavitù.

Si ricordò di Goku però, e se la sua mente non gli stava giocando un brutto scherzo, anche lui era un saiyan, cresciuto sulla Terra si, e non aveva mai conosciuto una persona più valorosa di lui.

Assecondò la vecchia un’altra volta e il dio drago, l’accontentò, non prima di averlo messo in guardia sulle possibili conseguenze che avrebbe portato quel desiderio.

“La prego, Polunga. Faccia come ho chiesto.” Lo disse in lingua namecciana, inginocchiandosi al suo cospetto per ricoprirlo di rispetto.

“Vi resta un solo desiderio.” Sembrava alquanto spazientito, ma questo non spaventò le due persone che gli stavano davanti.

Nel frattempo arrivarono anche i saggi di tutti i villaggi.

Ansimavano ed avevano il fiatone, oltre che agli occhi sbarrati.

“Akim! Che stai facendo?” Gli sbraitò uno dei saggi.

E prima che potesse raggiungerlo per ordinare a Polunga di andarsene, la vecchia megera, lo anticipò, facendo chiedere al namecciano di teletrasportarla sul pianeta Vegeta-Sej.

Così fece, e mentre i saggi si stavano avvicinando, videro sparire quell’individuo e le sfere del drago.

“Che cosa hai fatto?”

*

Sul pianeta di Lord Beerus, gli allenamenti di Goku e Vegeta proseguivano ad un ritmo sfrenato.

I due saiyan, stavano affrontando in un combattimento corpo a corpo il loro maestro Whis, mentre Lord Beerus si stava gustando un invitante frappè alla fragola in una coppa di cristallo, gentilmente offerto da Bulma, che glielo aveva appena fatto recapitare direttamente dallo scettro dell’angelo.

Tirò su con la cannuccia bianca, causando il tipico rumore di risucchio quando si termina una bevanda.

“E’ proprio necessario?” Chiese il maestro al dio della distruzione, odiava quel rumore stridulo.

Si spostò appena in tempo, prima che i due saiyan lo centrassero, e al posto del suo, colpirono i rispettivi volti.

“Sta attento, Kakaroth.” Sbraitò Vegeta, il suo avversario c’era andato giù pesante, ma cercò di non darglielo a vedere.

“Dai Vegeta, non dirmi che ti ho fatto male” Sogghignò Goku.

“Ti faccio vedere io che cosa significa fare male”. Stava per scagliargli un destro, quando vide l’espressione alquanto preoccupata di Whis.

“Va tutto bene?”

“In realtà no, dobbiamo tornare subito sulla Terra!”

“Che cos’è successo?” Domandò curioso Goku.

Whis scosse la testa “Non c’è tempo per spiegare, stanno arrivando”

“Chi?” Entrambi i saiyan chiesero strabuzzando gli occhi.

“I saiyan!” Rispose lapidario richiamando il cubo di trasporto.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ma ciaoooo! Come vedete, non faccio a tempo a finire una storia, che ne inizio subito un’altra XD

E spero vi abbia incuriosito un po’ la trama e questo primo capitolo, dove non è successo ancora praticamente niente, mi sono solamente limitata a descrivere un po’ la situazione iniziale.

Come avrete capito, rivedremo i saiyan e spero di caratterizzarli al meglio, ma metto la nota OOC, perché non si sa mai; voi fatemi sapere nel corso della storia come li troverete.

Intanto ringrazio chi vorrà seguirla, chi mi vorrà lasciare due righe (anche critiche), e anche chi leggerà soltanto.

Non è mia intenzione fare un rating rosso, ma non escludo nei prossimi capitoli di poter fare cambio colore.

Che altro dire…speriamo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: I saiyan.

Baci, Erika

*

P.S. penso aggiornerò settimanalmente, e sempre di domenica, almeno per il momento.

  
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