Vegeta-Sej
*
Capitolo 1 – Polunga
*
C’è stato un
tempo in cui il popolo saiyan, era libero.
Libero di
conquistare pianeti e schiavizzare chi dei loro abitanti osava ribellarsi.
C’è stato un
tempo in cui il popolo saiyan, era temuto.
La loro fama,
era nota in ogni angolo dell’universo, bastava solo nominarli, che il panico si
propagava a macchia d’olio.
C’è stato un
tempo in cui, il popolo saiyan non aveva nemici.
Nemici in grado
di tenergli testa o superarli in forza, fino a quando, un tiranno di nome
Freezer, s’impose su di loro e per la paura che un giorno potessero diventare
più forti di lui, trasformandosi nel leggendario Super Saiyan, prese la barbara
decisione di far saltare in aria il loro pianeta d’origine: Vegeta-Sej.
C’è stato un
tempo in cui, dopo l’ascesa di Freezer, il principe Vegeta, Radish e Napa,
risparmiati da morte certa, vennero reclutati nel suo esercito, servendolo come
si confà ad un sovrano che si rispetti, sottomettendosi al suo volere.
Anche prima lo
facevano, ma la situazione era cambiata notevolmente da quando il re e i suoi
sudditi erano passati a miglior vita, non avevano più un posto dove tornare di
loro proprietà, ma erano diventati parte integrante del suo esercito.
Nessuno di loro
tre erano felici di ciò, e la sola cosa che speravano un giorno, era quella di
ribellarsi, una volta che il principe Vegeta fosse riuscito a diventare un
super saiyan, ovviamente, era lui il predestinato.
C’è stato un
tempo in cui, il desiderio del principe venne esaudito, ma la morte di Freezer,
non avvenne per mano sua, ma di una terza classe, un saiyan dal cuore puro
chiamato dai terrestri Goku.
Ma Goku, era
troppo buono, e gli risparmiò la vita, come fece per il principe Vegeta qualche
mese prima, e chi finì il lavoro iniziato da quel saiyan, chiamato nel suo
pianeta d’origine Kakaroth, fu niente meno che il figlio del principe, Trunks,
venuto dal futuro, mettendo fine ad un’era.
I saiyan
sopravvissuti erano due: Goku e Vegeta, ma con loro non sarebbe morta definitivamente
la loro stirpe come voleva Freezer, ma avrebbe continuato a vivere con i loro
figli.
Gohan, Goten,
Trunks e l’ultima arrivata, la figlia di Gohan e Videl: Pan.
*
La
vecchia signora avanzava lentamente per quel corridoio buio e cavernoso, dove
dalle pareti scendeva lentamente dell’acqua, probabilmente dell’umidità
accumulatasi negli anni.
L’odore
di chiuso e muffa faceva da padrona, ma a nessuno dei due sembrava dar
particolarmente fastidio, troppo concentrati nel loro obiettivo finale, che
qualsiasi altra cosa sarebbe passata in secondo piano, come il sorcio viola con
la coda lunga e grigia che gli passò velocemente accanto, con in bocca un altro
suo simile morto e mezzo divorato.
Non
era raro vedere del cannibalismo tra animali, e loro non erano di certo persone
che si facevano facilmente impressionare.
La
mano rugosa e rachitica, stringeva una torcia infuocata, e anche l’alieno
davanti a lei faceva lo stesso.
Con
l’altra mano, teneva su la gonna nera del vestito, odiava infangarla, e sulla
testa, teneva il cappuccio del mantello verde scuro, da cui sbucavano capelli
lunghi e bianchi, assieme al naso bitorzoluto.
Era
bassa.
Non
si sa di preciso quanti anni avesse, quel suo aspetto avrebbe potuto ingannare,
però l’alieno che la stava accompagnando in quel labirinto interrato, la
conosceva benissimo e aveva una vaga idea di quanti secoli potesse avere.
“Ne
sei sicura, vecchia?” Chiese.
“Si”
Asserì alzando il volto rugoso, da cui sbucavano due intensi occhi azzurri.
“Lo
sai che non si torna più indietro” L’alieno verde, non si era preso nemmeno la
briga di rivolgersi a lei, con il dovuto rispetto.
“Non
farmi altre domande idiote, esegui l’ordine per cui ti pago.”
“Non
lo hai ancora fatto.” Constatò fermandosi davanti a lei dopo essersi girato di
scatto, e spostato la torcia in modo da non bruciarla, era più alto di lei, di
almeno mezzo metro.
L’altezza,
era una caratteristica del popolo namecciano, era raro incontrare alieni di
quella specie bassi, a meno che non siano bambini o vecchi, che con l’avanzare
dell’età, tendevano ad accorciarsi.
La
vecchia sogghignò “A tempo debito, tu pensa ad evocare il Drago Polunga, e il
resto verrà da se”.
Il
namecciano arricciò le labbra, non essendo convinto delle sue parole, ma la
condusse lo stesso verso il cuore della caverna, dov’erano custodite le sette
sfere del drago di Neo Namecc.
Dopo
essersi trasferiti sul nuovo pianeta, i sette saggi, avevano deciso all’unanime
di non custodire più le sfere del drago individualmente, ma di nasconderle in
un luogo sicuro.
Appesero
le due torce alla parete della stanza, già illuminata da quelle palle che
pulsavano e pronte per essere usate.
Il
namecciano sposò la coperta, rivelando il suo tesoro, e alla vecchia, si
illuminarono gli occhi dopo aver spalancato la bocca per lo stupore.
Era
la prima volta che vedeva uno spettacolo simile, il suo sapere si limitava a grossi
tomi che aveva letto e a racconti di pochi viandanti.
“Ci
siamo!” Si sfregò le mani attenta a non graffiarsi con le unghie lattescenti a
stiletto.
“Pronuncia
la formula” Gli ordinò con un ghigno soddisfatto, da cui fuoriusciva un
incisivo inferiore giallo.
“La
mia ricompensa, prima.” Gli allungò la mano attendendo gli venisse posato
quanto chiesto.
Riluttante,
prese da una tasca interna del mantello una manciata di monete d’oro e qualche
gioiello, che gli tirò addosso subito dopo.
“La
formula.” Insistette.
Il
namecciano la guardò torvo mentre si apprestava a raccogliere gli ultimi
oggetti del suo premio dal pavimento dal terreno umido e fangoso.
Anche
se in un primo momento era restio, pronunciò delle parole nella sua lingua e le
sfere magiche, pulsarono di più e quando ebbe finito, apparve il dio drago, che
s’innalzò in tutta la sua maestosità, distruggendo la caverna, facendo ricadere
addosso a loro delle rocce molto piccole, che sembravano quasi sabbia.
Si
coprirono con i mantelli.
La
terra tremò, e i cielo di fece scuro.
Gli
alieni che aravano i campi, si spaventarono e i vecchi saggi dei sette
villaggi, custodi delle sfere, si riunirono poco distanti, chiedendosi chi
stesse invocando Polunga e il motivo.
*
“Ricorda,
i saggi hanno potenziato il drago, quindi il tuo desiderio può essere avverato,
però perché la cosa funzioni, li dovrai sottoporre a periodici trattamenti con
le Gemme Rosa, del pianeta Zuul”
“Me
lo hai già detto questo, ora sbrigati ad esaudire il mio desiderio”.
“Chi
mi ha invocato?” Chiese con voce grossa e spaventosa l’enorme drago.
Il
namecciano deglutì, l’ultima volta che lo aveva visto era solo un bambino, e
ricordava bene che in quel periodo, il suo pianeta d’origine stava per essere
distrutto a causa di uno scontro tra Freezer e un saiyan di nome Goku.
Quella
volta, il drago era la cosa più spaventosa che avesse mai visto in tutta la sua
breve vita e gli ci volle un bel po’ perché non apparisse più nei suoi incubi
peggiori.
“S-sono
stato io, Akim” Balbettò.
“Dimmi,
che cosa desideri?” Il suo muso verde e squamoso si palesò davanti a lui.
“Avanti,
chiedi di ripristinare il pianeta Vegeta-Sej”.
Akim
sospirò e pronunciò la formula in lingua namecciana.
“Niente
di più facile” Gli enormi occhi s’illuminarono di un rosso acceso “Il pianeta
Vegeta-Sej, è stato ripristinato. Qual è il secondo desiderio?” Domandò
impaziente.
“Resuscitare
i suoi abitanti”
Il
namecciano non era molto convinto di ciò, aveva sentito storie di quel popolo,
formato da barbari, che torturavano e uccidevano solo per conquistare pianeti,
e chi risparmiavano, veniva ridotto in schiavitù.
Si
ricordò di Goku però, e se la sua mente non gli stava giocando un brutto
scherzo, anche lui era un saiyan, cresciuto sulla Terra si, e non aveva mai
conosciuto una persona più valorosa di lui.
Assecondò
la vecchia un’altra volta e il dio drago, l’accontentò, non prima di averlo
messo in guardia sulle possibili conseguenze che avrebbe portato quel
desiderio.
“La
prego, Polunga. Faccia come ho chiesto.” Lo disse in lingua namecciana,
inginocchiandosi al suo cospetto per ricoprirlo di rispetto.
“Vi
resta un solo desiderio.” Sembrava alquanto spazientito, ma questo non spaventò
le due persone che gli stavano davanti.
Nel
frattempo arrivarono anche i saggi di tutti i villaggi.
Ansimavano
ed avevano il fiatone, oltre che agli occhi sbarrati.
“Akim!
Che stai facendo?” Gli sbraitò uno dei saggi.
E
prima che potesse raggiungerlo per ordinare a Polunga di andarsene, la vecchia
megera, lo anticipò, facendo chiedere al namecciano di teletrasportarla sul
pianeta Vegeta-Sej.
Così
fece, e mentre i saggi si stavano avvicinando, videro sparire quell’individuo e
le sfere del drago.
“Che
cosa hai fatto?”
*
Sul
pianeta di Lord Beerus, gli allenamenti di Goku e Vegeta proseguivano ad un
ritmo sfrenato.
I
due saiyan, stavano affrontando in un combattimento corpo a corpo il loro
maestro Whis, mentre Lord Beerus si stava gustando un invitante frappè alla
fragola in una coppa di cristallo, gentilmente offerto da Bulma, che glielo
aveva appena fatto recapitare direttamente dallo scettro dell’angelo.
Tirò
su con la cannuccia bianca, causando il tipico rumore di risucchio quando si
termina una bevanda.
“E’
proprio necessario?” Chiese il maestro al dio della distruzione, odiava quel
rumore stridulo.
Si
spostò appena in tempo, prima che i due saiyan lo centrassero, e al posto del suo,
colpirono i rispettivi volti.
“Sta
attento, Kakaroth.” Sbraitò Vegeta, il suo avversario c’era andato giù pesante,
ma cercò di non darglielo a vedere.
“Dai
Vegeta, non dirmi che ti ho fatto male” Sogghignò Goku.
“Ti
faccio vedere io che cosa significa fare male”. Stava per scagliargli un
destro, quando vide l’espressione alquanto preoccupata di Whis.
“Va
tutto bene?”
“In
realtà no, dobbiamo tornare subito sulla Terra!”
“Che
cos’è successo?” Domandò curioso Goku.
Whis
scosse la testa “Non c’è tempo per spiegare, stanno arrivando”
“Chi?”
Entrambi i saiyan chiesero strabuzzando gli occhi.
“I
saiyan!” Rispose lapidario richiamando il cubo di trasporto.
**
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Ma ciaoooo! Come vedete, non faccio a tempo a
finire una storia, che ne inizio subito un’altra XD
E spero vi abbia
incuriosito un po’ la trama e questo primo capitolo, dove non è successo ancora
praticamente niente, mi sono solamente limitata a descrivere un po’ la
situazione iniziale.
Come avrete
capito, rivedremo i saiyan e spero di caratterizzarli al meglio, ma metto la
nota OOC, perché non si sa mai; voi fatemi sapere nel corso della storia come
li troverete.
Intanto
ringrazio chi vorrà seguirla, chi mi vorrà lasciare due righe (anche critiche),
e anche chi leggerà soltanto.
Non è mia
intenzione fare un rating rosso, ma non escludo nei prossimi capitoli di poter
fare cambio colore.
Che altro
dire…speriamo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: I saiyan.
Baci, Erika
*
P.S. penso
aggiornerò settimanalmente, e sempre di domenica, almeno per il momento.