Serie TV > Altro
Segui la storia  |       
Autore: jarmione    01/03/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quanto tempo era passato?

Un secondo? Un istante? Secoli?

Tutto a Storybrooke si era fermato, comprese le persone.

Stretti l'uno all'altro, immobili, sembravano freezzati.

Amy spalancò gli occhi all'improvviso, un residuo di nube viola scomparve proprio in quell'istante senza lasciare traccia.

Respirò come se fosse appena riemersa dopo ore di apnea e si accorse che intorno a lei c'era un silenzio glaciale,che durò poco.

“Amy...” udì accanto a se.

Volse lo sguardo verso quella voce, così calda e così familiare.

Lui era lì, la stava osservando con gli occhi lucidi e la bocca spalancata.

“Papa...”

“Dio mio, Amy” la ragazza si ritrovò stretta in un abbraccio soffocante e pieno di paura...paura che lei scomparisse da un momento all'altro.

Ricambiò quella stretta, sentendo le sue lacrime scorrere lungo le guance.

“Ti ricordi di me?”

lui annuì.

Ricordava, ricordava tutto; ogni cosa, ogni gesto, ogni parola...ogni vita.

Michael aveva nella sua testa due vite, quella fasulla e quella reale; il problema è che quella fasulla lo stava tormentando, specie per tutto quello che aveva dovuto fare a causa del sindaco...o meglio, re di Goblin.

“Perdonami, Amy”

Lei non sapeva cosa dire.

Come poteva perdonare a suo padre qualcosa che non aveva commesso?

Non poteva perdonarle qualcosa che neanche sapeva di aver fatto o che, se lo sapeva, non l'aveva scelto lui.

Rimase stretta a lui ancora un po', voleva sentirlo a pieno, voleva essere sicura che fosse tutto reale.

Quando si divisero, Amy lo guardò negli occhi “Che cosa era quella cosa viola che ho visto?”

Michael scosse la testa “Non lo so, ma sono intenzionato a scoprirlo”

Amy annuì e poi spostò il suo sguardo oltre le spalle del padre.

Ad osservarli c'era qualcun altro.

“Ciao, ragazzina” ammiccò Loki, venendo ricambiato da un cenno del capo della ragazza.

Ma altro aveva attirato la sua attenzione.

Amy lo guardò negli occhi parecchio, prima di capire che poteva usare il suo nome...il suo vero nome.

“Sherlock...”

lui aveva un mezzo sorriso, ma era anche preoccupato.

Si avvicinò e la strinse forte a se “Sei più astuta di quanto pensassi” la stretta si fece più salda “Perdonami, Amy”

Lei non riuscì più ad essere arrabbiata con lui, anzi! Si era persino scordata il perché lo fosse.

L'importante era averlo con lei.

“Ehm...” un colpo di tosse li fece voltare “Mi spiace disturbare, ma sta succedendo il finimondo la fuori” disse Loki, indicando alle sue spalle e facendo sentire a tutti il rumore di gente inferocita.

“Sherlock!” un'altra voce e un'altra persona apparvero nella stanza “Devi venire a vedere”

“Dottor Gale...”

“Amelia, ben svegliata” il dottore si accorse di essere osservato intensamente “Voi andate, penso io a lei”

Michael e Sherlock annuirono.

“Amy, torno presto” la rassicurò Michael

Sherlock allungò una mano e strinse quella di lei, avvertendo un pizzicorino sul palmo...sembrava carta.

“A dopo, Amy” Sherlock ammiccò e se ne andò, seguendo Michael.

“Me ne vado anchio” disse Loki “Meglio non essere presenti in questi casi” salutò con un cenno del capo e se ne andò.

“Prevedo caos” disse il dottore, avvicinandosi ad Amy “Approposito, il mio vero nome è John, John Watson”

Amy sorrise e lasciò che John la visitasse.

Quella nube e quell'onda di energia avevano creato non solo panico, dovuto al risveglio così improvviso, ma anche rabbia e rancore.

Molti avevano intuito che il sindaco era coinvolto ed avevano radunato la folla affinché si ribellino.

Il problema era che il sindaco non si trovava.

 

*****

 

Dopo la scomparsa della nube, Sarah aprì gli occhi e si accorse che Jareth si posto davanti a lei come a volerle fare da scudo.

Si guardò attorno, senza capire.

Non era cambiato nulla...o no?

“Jareth...?”

lui si voltò e le sorrise “Sì, mia preziosa?”

Lei non trovava le parole per esprimere nulla; tutto ciò che aveva in testa, oltre al caos, erano le stesse domande che aveva già posto:

Perchè?” oppure “Che cosa hai fatto?”

Ma aveva già le risposte e quindi era inutile ripeterle.

“Non è...cambiato nulla” mormorò infine, guardandolo sperando fosse vero.

“Tu credi?” domandò lui, muovendo la mano e facendo apparire dal nulla una palla di cristallo.

Sarah non potè fare a meno di trattenere il fiato e indietreggiare; l'aveva fatto davvero, aveva portato la magia in quel luogo.

Jareth sorrise ed infine rise; una rista che non prometteva nulla di buono.

“Che intenzioni hai?” chiese Sarah, non ottenendo risposta “Hai detto che volevi la tranquillità, come pensi di ottenerla con la magia?”

“La otterrò, non temere” rispose Jareth mentre faceva ondeggiare la sfera sulla mano “La otterrò senza problemi”

Quest'ultima frase lasciò intendere a Sarah che la tranquillità che cercava l'avrebbe ottenuta con la forza.

“No...no, Jareth, non farlo!” implorò lei.

“Mi stai implorando, Sarah Williams?” il suo viso si avvicinò pericolosamente a quello di Sarah, così vicino da sussurrarle nell'orecchio “Non mi hai implorato così quando ho rapito il tuo amato fratellino”

Sarah si sentì male. Tutto si aspettava tranne che il rinfaccio di quella volta.

Jareth la schernì con un sorriso e la superò “Ricordati che faccio sempre tutto per te, mia preziosa” e si avviò lungo la stessa strada dalla quale erano giunti, cambiando, poi, la sua forma e scomparendo fra gli alberi in un fruscio di ali.

 

*****

 

Luke raggiunse l'abitazione dove Evelyn era stata rinchiusa. Si sentiva uno schifo e sperava che fosse tutto a posto.

Quando spalancò la porta, dopo aver avuto un piccolo litigio con la chiave, entrò con un po' troppa foga.

“Evelyn!” la chiamò, ma nulla.

Si accorse subito dopo che era stesa a terra priva di sensi.

“Evelyn!” subito la soccorse, prendendola in braccio “Evy, svegliati” ma lei non si mosse.

Luke frugò nelle tasche e tirò fuori il cellulare, cercando di trovare subito i numeri di suo interesse.

 

*****

 

Quando Michael e Sherlock uscirono in strada videro un gruppo ampio di persone che camminavano in direzione del municipio.

In testa c'era il nuovo sceriffo.

“Ma che diavolo...?” Michael intuì che qualcosa non andava.

“Ho cercato di fermarlo, ma è stato inutile” una voce alle sue spalle lo fece trasalire “Approposito, Charles Xavier” aggiunse, prima che qualcuno potesse porre domande.

“E come l'avresti fermato?” domandò Sherlock “Non sembri tanto forte da bloccarlo”

Charles non rispose, ma Sherlock cambiò espressione in un batter d'occhio.

“Un mutante, interessante”

Charles proseguì il discorso “Posso entrare e controllare la mente delle persone, ma lui non mi permette di accedere”

“Prima o poi mi spiegherai meglio” disse Michael tagliando corto “Seguitemi”

si avviò verso la folla, cercando di raggiungere al più presto la testa.

“Dov'è il Dottore?” domandò Sean

“E' andato al Bad & Breakfast” rispose spiccio Charles, aggiungendo poi “Erik li ha incitati bene” riferendosi alla folla.

“Non l'avevo notato” disse sarcastico Michael, raggiungendo Erik e parandosi davanti a lui “FERMI!” gridò a gran voce, obbligando la folla a fermarsi.

“Fatti da parte Kostner, o chiunque tu sia!”

Michael non sapeva da dove cominciare, ma non era così che doveva andare.

Avrebbe voluto avere KITT con lui, almeno avrebbe saputo cosa fare.

“Ascoltatemi!” ordinò “Qualunque cosa stiate provando, qualunque sia la motivazione che vi spinge a fare questo, io vi capisco e sono pienamente d'accordo con voi!”

nessuno fiatò e lui proseguì “Con la forza non si otterrà nulla”

“Fatti da parte” sibilò Erik, mutando la sua espressione da arrabbiato ad infastidito “E tu...” rivolto a Charles “...smettila di cercare di entrare nella mia testa!”

Michael e Charles si scambiarono un'occhiata e quest'ultimo gli fece intendere che avrebbe fatto qualcosa.

Michael non poté fare altro che spostarsi e lasciarli passare.

“Hai in mente un piano?” domandò Sherlock, rivolto a Charles.

“Dammi un minuto” chiuse gli occhi e porto un dito alla tempia, come se stesse pensando intensamente a qualcosa...o qualcuno.

“Non lo trovo...” si concentrò ancora “Il sindaco...Jareth, non è qui”

“Come può non essere qui?” domandò Michael “E' impossibile, nessuno ha lasciato la città e neanche lui può andarsene”

“Lo so! Ma non c'è, è impossibile”

“O forse non stai cercando attentamente” si intromise Sherlock “Non so se ci avete fatto caso, ma ne dubito, che sotto alla quantità esagerata di profumo che utilizza vi è un lievissimo odore di penne bruciate” spiegò “E questo anche prima di oggi, ergo, Jareth non è un semplice stregone, ma credo possa mutare la sua forma in un pennuto e...” alzò gli occhi verso il cielo, sorridendo, mentre un barbagianni, dalle piume bianche e oro, sorvolava sulle loro teste.

Michael spalancò la bocca “Non ci credo...”

“Dovevo aspettarmelo” si rimproverò Charles “Ti servirà aiuto” aggiunse rivolto a Michael “So a chi chiedere, tu inizia ad andare verso la casa del sindaco” Michael annuì e si avviò “Sherlock...” non disse altro...non a voce, per lo meno.

Sherlock annuì e si avviò.

 

*****

“Dottor Gale!” qualcuno chiamò John dall'altro reparto e lui, dopo essersi assicurato che Amy stesse bene, se ne andò lasciandola sola.

Nonostante il caos creatosi dallo spezzarsi della maledizione, Amy si aspettava di sentire molto più caos di quello.

Invece, la maggior parte delle persone, stavano approfittando per ritrovarsi e abbracciarsi.

Amy avrebbe voluto fare lo stesso con sua madre e con suo zio, ma non sapeva dove fossero; appena fuori di lì, sarebbe andata subito a cercarli.

E KITT... -Accidenti! KITT!- è vero, si era scordata di KITT!

Le prese il panico; dove era? Stava bene? La maledizione lo aveva ritrasformato in macchina?

Prese il suo orologio dal comodino accanto al suo letto e se lo mise, attivandolo

“KITT?” chiamò “KITT, mi senti?”

Ma nulla, il suo orologio rimase in silenzio.

Un fremito percorse tutta la sua schiena e dovette fare un profondo respiro per calmarsi.

-Un passo alla volta, Amy- pensò -Prima di tutto, esci da questo posto e poi vedi il da farsi-

Si rimise le scarpe, ricordandosi solo in quel momento del pezzetto di carta che aveva in mano.

Era un biglietto; lo aprì.

 

Cappella familiare 5

 

Non c'era scritto altro.

Amy rabbrividì; avrebbe dovuto tornare al cimitero e non era certo il luogo che voleva vedere in quel momento.

Ma se Sherlock le aveva dato quel biglietto, voleva dire che quel luogo era importante.

Si mise anche la giacca ed uscì dalla stanza, fermandosi appena vide la figura di Jeff Darwin entrare nell'ospedale.

Amy fece mente locale per ricordare il nome che aveva letto dell'uomo; alla fine se lo ricordò

“Joe...?”

L'uomo si voltò verso di lei “Tu!” le punto il dito contro con fare minaccioso, ma tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu... “Dove è mia sorella?”

sembrava preoccupato.

“I-io...”

“Signor Dalton?” la voce di un infermiera richiamò la loro attenzione “Lei è Joe Dalton?”

“E allora?” domandò lui bruscamente

“Potrebbe venire con me?” chiese la donna gentilmente, ignorando le maniere brusche con cui Joe aveva comunicato “Si tratta di...” guardò le carte che aveva in mano “...sua sorella, Evelyn Dalton”

Joe la seguì senza far storie, lasciando Amy da sola.

Mina...Evelyn era lì?

Che era successo? Perchè?

Fece per seguire Joe, ma una mano sulla sua spalla la obbligò a fermarsi.

“E' tutto a posto, si riprenderà presto” disse una voce maschile.

“Chris...”

“Luke” sorrise appena lui “Lucky Luke”

Amy si battè una mano sulla fronte; faticava a ricordarsi tutti i nomi che aveva letto e sentito.

“Che è successo?” chiese

“Semplice crisi di panico” spiegò Luke “Nelle sue condizioni non è l'ideale, ma sta bene non temere” sospirò, assumendo uno sguardo cupo “Capisci perché devo portarla via di qui?”

Amy annuì

“Finché non sarà tutto finito non intendo lasciarla a Storybrooke” proseguì lui “Ne va della sua salute...e quella del bambino, anche lui pare stare bene”

Amy sospirò “Non credo che possiate uscire dalla città”

“Si è spezzata la maledizione, magari è libero anche il confine” azzardò lui, ma Amy scosse la testa.

“Jareth è troppo astuto e maligno” disse lei “Sarebbe troppo facile”

“Che cosa suggerisci?”

Amy ragionò.

Qualunque cosa stesse bloccando il confine era sicuramente pericoloso.

Poteva essere una magia o altro.

E se fosse stato qualcosa di non visibile?

Troppe erano le domande e nessuna risposta era adeguata.

Solo KITT avrebbe potuto aiutarli; ma era ancora un lupo? Oppure era tornato ad essere una macchina?

In entrambi i casi, Amy era sicura che lui poteva aiutarla; pensò al foglietto che le aveva dato Sherlock con il riferimento del cimitero.

Non sapeva perché, ma era sicura che una risposta l'avrebbe trovata proprio lì.

“Amy” Luke richiamò la sua attenzione “Se posso fare qualcosa, dimmelo”

“Ma...Evelyn, lei...”

“Starà bene” la rassicurò lui “è con suo fratello e a breve arriveranno anche gli altri”

Amy si sentì più tranquilla...più o meno; non si fidava di Joe, ma finché c'erano gli altri tre...

“Seguimi”

Ed insieme, uscirono dall'ospedale, imboccando il sentiero che portava all'interno della foresta.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: jarmione