Sento il suono del campanello di casa. Mi alzo controvoglia dal divano e raggiungo l’atrio. «Arrivo». Dico più per abitudine che per altro, soprattutto perché lo faccio a mezza bocca. Apro la porta ed un ragazzo con una felpa con ricamato il logo di un corriere mi saluta.
«Oh, è in casa». Dice, prendendo una penna da dietro l’orecchio. «Intanto firmi qui. È il marito di Sana Hayama?»
Annuisco, prendendo il portadocumenti tra le mani. Firmo senza nemmeno leggere. Sempre a comprare online… Il ragazzo sparisce dentro il furgone per qualche minuto ed io comincio a perdere la pazienza. Farei prima io se andassi lì. Stavo guardando un video sul karate interessante e quello lì mi ha interrotto.
Lo vedo uscire di schiena, abbassare la rampa e tornare sul furgone, il carrello è l’altra cosa che noto. Un carrello pieno di pacchi, grandi e piccoli. Quanto cavolo ha comprato? Penso sia sbiancato perché il corriere mi guarda, mi sorride. «Moglie affetta da shopping compulsivo?» Scherza, ma credo che, a questo punto, non dica una gran fesseria. «Li scarico qui, signore. Ne ho altri da dover ritirare».
«Altri?» Sento la gola secca.
«Sì, signore». Fa una pausa, appoggiando un pacco a terra. «Almeno altri quindici, ma sono tutti piccolini».
Deglutisco.
Non so quanto ci ho messo a portarli tutti in casa. Quarantacinque pacchi. Cinque abbastanza grandi e pesanti. Gli altri tutti piccoli e ben imballati, sia con il cartone che con il cellophane. Che diavolo hai comprato, Sana? Il nostro conto in banca è in rosso, per caso, ora?
Li lascio lì, in entrata, non li apro anche se la tentazione è tanta, ma Sana starà sicuramente tornando a casa con Sagami, dopo aver portato Sari alle prove di teatro.
La porta si apre ed ancora devo finire di vedere il video sul karate. Le raggiungo per salutarle, ma Sari spalanca gli occhi e la bocca. «Mamma! Sono arrivate!» Urla, seguita poi da Sana. Si mettono tutte e due a saltellare, tenendosi le mani.
«Avete svaligiato insieme un negozio online?» Si voltano verso di me, Sari corre subito tra le mie braccia come fa sempre, Sana invece mi sorride e corre a prendere un taglierino.
«È stata un’offerta imperdibile, Akito! IMPERDIBILE!» Dice, aprendo uno dei pacchi più grandi. «Guarda!» Tira fuori un libro, poi lo guardo meglio. Non è un libro.
Indico i pacchi più piccoli. «Mi vuoi dire che quegli altri...» Non finisco la frase che mi anticipa.
«Foto, Akito! Tutte le foto di… di sempre! Non le avevamo mai stampate! Foto nostre, del matrimonio, di Sari». I suoi occhi si illuminano. «E le metteremo in questi album. Insieme. Ho comprato anche un pacco solo di biadesivo!» Saltella, aprendo un altro scatolone. Mette tutti gli album, tanti, sopra il tavolo della sala. Deglutisco, con Sari ancora tra le braccia. Insieme.
«Le sistemerai tu?»
Sana si volta, si avvicina, si alza in punta di piedi e schiocca un bacio sulla mia guancia prima di unire le nostre labbra. «Certo, amore, certo che le sistemeremo insieme». Fa una pausa, mi dà un altro bacio. Sento la sua lingua disegnare il contorno della mia bocca. «Lo sai che io le attaccherei storte, quello sarà il tuo compito. Io e Sari te le passiamo, però». Sorride ancora mentre il mio sguardo ricade su tutti quei piccoli pacchetti.
La prima foto di Sari. Sana che mi bacia durante il matrimonio. Sari che sta in piedi da sola per la prima volta. La manina di Sari che stringe un mio dito. Sari al lunapark, sulla ruota panoramica, vicino a me che non mi sento bene. Sari che dà da mangiare ad un asinello. Sari con Misako, che la lancia in aria per riprenderla subito dopo tra le sue braccia. Deglutisco.
Non finirò mai di attaccare foto. È un incubo. Questo è solo un incubo. Sospiro. «Va bene». Dico, accarezzando i capelli di Sana, poi quelli di Sari. «Le sistemeremo insieme». La guancia di Sari è calda sotto il palmo della mia mano. Ho più di quanto potessi mai meritare. Le sorrido. Adesso ci saranno tanti album da sfogliare nel nostro futuro, al contrario di quelli inesistenti del mio passato.