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Autore: sweetnight87    02/03/2021    4 recensioni
Come avete immaginato Emma alle prese con la sua piccola Hope dopo aver partorito ed essere stata dimessa dall’ospedale? Nella mia one shot ho provato a immaginare e raccontare proprio i primi giorni da neo mamma alle prese con tutto ciò che non aveva mai fatto con Henry, visto la decisione di darlo in adozione.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La giornata di mamma Emma.

 

Hope era nata da poche ore.

Emma l’aveva da subito presa tra le braccia nonostante queste tremassero per l’emozione e per la paura di non essere all’altezza del compito che l’aspettava. Certo avrebbe avuto accanto Killian, Henry e tutta la sua numerosa e meravigliosa famiglia, ma l’ansia persisteva comunque.

D’altronde avrebbe fatto tutto dall’inizio, avrebbe fatto tutto ciò che con Henry si era persa, ne sarebbe stata capace? La domanda che non la lasciava in pace era sempre la stessa: -Sarò all’altezza?-

Killian senza dubbio era pronto, si era esercitato con bambolotti e pannolini, aveva preparato il latte, l’aveva scaldato e provato la temperatura rigorosamente sulla parte interna del polso. E sarebbe stato bravissimo, ma era certa che sarebbe capitolato dinnanzi a ogni singola richiesta della loro bambina. A Hope sarebbe bastato fare due moine e chiamarlo “papino” per rigirarlo come un calzino. Da cosa l’aveva capito? Dal modo in cui l’aveva visto guardare la loro bimba quando gli era stata messa tra le braccia.

Lo sguardo innamorato, completamente perso ad ammirare il delicato fagottino rosa che teneva tra le braccia, sarebbe stato il migliore dei papà. Killian poi era orgoglioso, Hope era anche una sua creazione. Era il frutto dell’amore, del vero amore con la sua Emma e gli somigliava.

Mentre papà Killian continuava a  coccolare la sua principessa, mamma Emma chiedeva all’ostetrica di rispondere alle mille domande che erano sorte, oltre a tutte quelle che nei mesi precedenti aveva appuntato su un block notes. Aveva giurato a sè stessa che sarebbe stata la mamma migliore del mondo e di cose da imparare ne aveva tante.

 

Due giorni dopo la nascita di Hope, mamma e figlia finalmente possono tornare a casa.

Il parto è stato sicuramente doloroso, ma è andato tutto bene e Whale ha stabilito che non vi è motivo alcuno per non mandare a casa le sue pazienti.

“Amore, di papà, benvenuta a casa”

Emma sorride dolcemente, Killian è completamente rapito dalla loro bambina.

“Vogliamo farle fare il tour della casa adesso o ci possiamo sedere tutti e tre sul divano per un attimo?”

“Certo love!”

Seduti sul divano, Emma ha la testa poggiata sulla spalla di Killian e Hope dorme beatamente in braccio al suo papà.

Dopo qualche istante di silenzio Emma prende in giro Killian “pensi di allattarla tu? O pensi che possa farlo io e così tenerla un po’?”

Killian scoppia a ridere fragorosamente, poi con delicatezza adagia Hope tra le braccia della sua mamma.

“Oh Emma, è il regalo più bello che potessi farmi!” 

Emma si allunga verso suo marito e lo bacia con dolcezza, ma ben presto la situazione sta per farsi rovente e devono fermarsi.

Killian sospira mentre Emma compiaciuta sorride “quindi mi desideri ancora nonostante sia un vero disastro?”

“Love non sei e non sarai mai un disastro, se bellissima anche se stanca e con qualche chilo in più!”

Emma lo guarda dritto negli occhi “come prego?”

“Love, ecco io non volevo dire che sei ingrassata, solo che sei gonfia ecco tutto, ma d’altronde è comprensibile, hai partorito da due giorni nostra figlia”

“Diciamo che farò finta di credere alle tue parole!”

Emma pochi attimi dopo scoppia a ridere, Killian le fa la linguaccia, “comunque, anche se fossi ingrassata, cosa che non sto dicendo sia avvenuta, c’è sempre un’attività molto piacevole che possiamo fare per tornare in forma...” Lo sguardo malizioso e quel sorriso furbetto tipici di Killian la fanno sorridere “Non so bene se lo meriti, sai! Comunque una cosa è certa, allattando tornerò prestissimo in forma senza bisogno di fare altre attività!”

Killian la guarda fingendosi scioccato da quella rivelazione, ma Emma sa bene che non ha creduto a una sola parola, sa come sia impossibile ad entrambi non approfittare di ogni momento per coccolarsi e amarsi.

Guardare Emma allattare Hope è pura poesia per Killian.

 

 

“Love, se vuoi resto  a casa per oggi!”

“Killian, tranquillo! Io e Hope ce la caveremo alla grande!”

“Sei sicura love? D’altronde penso che David capirà se oggi non vado!”

“Killian, tranquillo! Se dovessi avere bisogno ti chiamo, adesso però vai. Non fare tardi!”

“Love, per caso mi stai cacciando?”

Emma ride, gli poggia un leggero bacio sulle labbra e l’accompagna in direzione della porta.

Un poco convinto Killian si decide ad andare a lavoro alla stazione dello sceriffo. “Sei proprio sicura?” Lo chiede un’ultima volta, ma sa bene che Emma non cambierà idea.

Eppure ha partorito da poco, sarebbe logico restarle accanto e farla riposare mentre lui si occupa di tutto il resto, ma conoscendo quella gran testarda di sua moglie avrebbe dovuto immaginare che sarebbe andata a finire in quel modo.

“Finalmente sole piccole Hope!.” Emma indossa una comoda tuta e una felpa, i capelli raccolti in una cipolla un po’ disordinata.

Guarda la sua bambina che dorme beatamente e si ritrova a sorridere quando si rende conto di essere entrata nella modalità mamma, lei che non aveva mai creduto di possedere l’istinto materno.

“Allora Hope, che ne pensi se tu resti qui nella tua carrozzina mentre mamma cerca di fare ordine?”

La piccola continua a dormire beatamente e mamma Emma la guarda rapita, innamorata follemente. Quando finalmente decide che è il momento di mettersi a lavoro, inizia proprio dalla stanza della piccola, piega e mette a posto dei vestiti, sistema la giostrina con gli unicorni sopra la culla, la stessa giostrina che avrebbe dovuto essere sua quando era piccola.

Sposta alcuni mobili per trovare loro la giusta sistemazione nella stanza ed esserne così finalmente soddisfatta e convinta della disposizione, finisce di attaccare al soffitto le stelline che al buio s’illuminano e decide di metterne anche alcune sulla parete vicino alla culla.

Sono piccole cose da fare che ha dovuto interrompere quando è entrata in travaglio, intanto Hope continua a dormire beata, ed Emma sta finendo di sistemare le lettere dello stancil che andranno a comporre il nome di HOPE sulla parte, quando dei piccoli gorgheggi richiamano la sua attenzione.

“Ma buon giorno piccina della mamma, deduco tu abbia fame, vero? Immagino anche che il tuo pannolino contenga scorie nucleari da smaltire”

Emma sorride come un’ ebete. È felice! Serena e felice come mai avrebbe immaginato di essere anni prima.

In effetti il pannolino di Hope conteneva scorie altamente nocive, per non parlare della gran quantità, ma Emma non si è persa d’animo, così come se l’avesse sempre fatto con una naturalezza che non credeva di possedere cambia la sua bambina per poi finalmente sedersi sulla sedia a dondolo per allattarla.

Una volta scostata la maglia, avvicinata Hope al seno e  la piccola inizia a ciucciare ed Emma prova un brivido, un brivido di pura gioia per quella magnifica sensazione. Una sensazione incapace di spiegare a parole a chiunque le chiedesse di farlo.

Mentre Hope continua la sua poppata, mamma Emma canta per lei una ninna nanna che ha sempre intonato quando la sua bimba ancora nella pancia era più agitata.

 

Poco dopo aver allattato la piccola Hope, Emma decide di tenerla in braccio nonostante le mille cose da fare. Non vuole rinunciare nè a mettere un po’ in ordine, nè a instaurare un solido legame con la sua bambina.

“Hope, sai che cosa facciamo adesso? La mamma ti mette in fascia, così stiamo insieme mentre io mi occupo di tutto quello che c’è da fare, anche perché appena il tuo papà ritorna da lavoro ti monopolizza quindi è meglio che approfitto adesso per tenerti con me.

Si rivede molto in quel momento in sua mamma quando teneva il suo fratellino Neal sempre in braccio. Sente anche lei la necessità di quel contatto adesso e non vi rinuncerà.

“Pensavo fosse molto più facile indossare questa fascia, ma non è così! Hope, secondo te la tua mamma riuscirá  ad avere la meglio su un pezzo di stoffa? Assurdo, ho combattuto e ho vinto contro nemici del calibro di Peter Pan e adesso uno stupido pezzo di stoffa ha la meglio sulla Salvatrice” Hope con i suoi grandi occhioni azzurri la fissa ed Emma si ritrova a sorridere felice dimenticando la frustrazione per quel dannato aggeggio per neonati.

Circa quarantacinque minuti dopo Emma ha vinto la sua prima battaglia da mamma e ha messo Hope in fascia.

“Allora piccola, adesso che finalmente sono riuscita a vincere direi che possiamo metterci a lavoro”

Emma che da quando la piccola Hope è venuta al mondo ha  iniziato a farle tantissime foto non poteva non immortalare anche quel momento e dopo il selfie di rito inviato nella chat di famiglia si mette finalmente a lavoro accompagnata dalla sua bimba.

Insieme hanno messo a posto il carico di vestiti usciti dall’asciugatrice,caricato la lavatrice e svuotato la lavastoviglie.

La mattina era trascorsa in un soffio. Emma cantava e  dolcemente ballava, mentre la sua Hope accoccolata stretta a lei si era addormentata  nuovamente.

Quel contatto fa stare bene entrambe. Emma non sente la mancanza del lavoro alla stazione dello sceriffo, nè le pesa occuparsi delle faccende domestiche, ha preparato tre impasti per tre differenti tipi di torte e altrettanti impasti per diversi tipi di muffin.

Ha preparato anche il suo pranzo, le porzioni sono state più abbondanti del solito, ma ha una fame da lupi ultimamente.

Finito di pranzare, la piccola Hope aveva richiesto nuovamente le sue attenzioni e tra un cambio pannolino e una nuova poppata alla fine aveva deciso di sedersi sul divano a leggere un libro, ovviamente con la sua bambina sempre in fascia.

“Mi sento tanto un canguro! E mi piace da morire piccola mia averti qui a stretto contatto con me!”

Aveva accarezzato la guanciotta di Hope e si era immersa nella lettura ma dopo un paio di capitoli il sonno aveva vinto, così si era diretta in camera da letto al piano di sopra. Sapeva che avrebbe dovuto mettere Hope nel suo lettino, ma la voleva vicina così l’aveva lasciata in fascia si era messa dei cuscini dietro la schiena e la testa e aveva chiuso gli occhi.

 

Emma riapre gli occhi quando si era sente chiamare.

“Ki... Killian! Ma che ora è?” Biascica, ancora mezza addormentata.

“Love, sono le sei di pomeriggio”

“Le sei?”

Emma era incredula, aveva dormito tutto quel tempo? Si era chinata a guardare Hope e la sua piccola dormiva beatamente.

“Love, adesso per cena ci penso io, tu e la piccola continuate a riposare”

Emma avrebbe voluto replicare, ma Killian non ammetteva un no come risposta, sicuramente non erano passate inosservate tutte le cose che aveva fatto in casa durante la giornata.

Proprio mentre Killian stava dando un bacino sulla testolina della piccola Hope, lei aveva aperto gli occhi.

“Buon pomeriggio piccola corsara di papà”

Emma, si era sistemata sul letto e aveva allentato la fascia per permettere a Killian di prendere tra le braccia la loro bambina, lui felice l’aveva stretta a sè e aveva iniziato a fare le vocine buffe.

“Il temibile capitan Uncino che fine ha fatto?”

Emma aveva iniziato a prenderlo in giro, “se ti vedesse il tuo acerrimo nemico Barba Nera sai che risate che si farebbe?”

Killian le fa la linguaccia, poi rivolto a Hope “vedrai se non sarò il pirata più temibile dei sette madri quando ti gireranno intorno i ragazzi”

Emma a quel punto scoppia a ridere, “ mio padre non ti ha ucciso, quasi... Ma alla fine hai sposata la sua bambina...”

“La mia invece non la sposerà nessuno!” 

Emma alza gli occhi al cielo e scuote la testa rassegnata per i tempi futuri, per fortuna la piccola Hope ancora non è in età da fidanzati, anche perché non sarebbe pronta nemmeno lei stessa a lasciare andare la sua piccolina, il ruolo di mamma le piace e non rinuncerà tanto presto e per nessun motivo al mondo a pomeriggi come quello appena trascorso.

Si ritiene assolutamente soddisfatta e ogni paura è sparita eppure non lo credeva possibile, non avrebbe scommesso un dollaro sulla sua capacità di fare la mamma sin dall’inizio, invece le è venuto naturale e chissà magari in un futuro non tanto lontano un nuovo arrivo potrebbe ingrandire la famiglia.

 

Fine.

 

 

 

 

 

  
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