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Autore: Elisempreeli    04/03/2021    2 recensioni
Mi piacciono le farfalle. Volano libere, come i momenti di felicità. E mi ricordano che "da queste profonde ferite usciranno farfalle libere".
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ritrovo in una radura, sono attorniata da alberi che con le loro fronde mi proteggono e mi nascondono. Gli alberi rappresentano molto per me, mi ricordano che avere una chioma florida non basta se non possiedi prima delle radici solide capaci di ancorarti al terreno, di ancorarti a te stesso. E mi rammentano che a volte serve ripararsi sia dal troppo sole sia dalla troppa pioggia, che si può far filtrare la luce e allo stesso tempo creare ombra.

In questa radura, catturo gli attimi di felicità come fossero farfalle.
Li vedo fluttuare davanti a miei occhi ed è troppa la tentazione di acchiapparli tutti, in un turbinio di colori e sensazioni che mi disorientano.
Sono un esploratore ancora alle prime armi, con un equipaggiamento arrangiato all'ultimo, nemmeno avessi deciso di uscire due secondi fa, armato solo di un piccolo e ridicolo retino che non è in grado di contenere tutti i momenti-farfalla che vorrei. 

Capita che, quando muovo il mio strumento nella mia forsennata caccia, vi si incastrino anche quegli schifosi momenti-mosca, o i fastidiosi momenti-zanzara, per non parlare poi dei terribili momenti-ragno. 
Dopotutto sono i rischi del mestiere, in una radura si deve accettare il pacchetto completo.

È una consolazione che esistano i momenti-farfalla, attimi di consapevolezza nei quali la rinascita sembra una cosa semplice, naturale, e la felicità diventa reale e tangibile, anche se solo per il tempo di un battito d’ali. Nonostante la mia scarsa maestria e precisione nei movimenti, ogni tanto riesco lo stesso a fare entrare anche loro nel mio retino, ed è lì che mi chiedo se sia stata una semplice casualità o colpo di fortuna, se io stia effettivamente affinando le mie capacità, o ancora se ci sia stato lo zampino del Destino, ma forse chiederselo non ha poi molta importanza se alla fine ciò che mi resta è sempre una domanda e non una risposta.
Se non apprezzo e non vivo i momenti-farfalla per quel che sono, per me rimarranno sempre un perché e non saranno mai un quando, un come, o perché no, anche un chi.

Dopo averli ammirati in tutta la loro bellezza, invece di tenerli imprigionati ora voglio dar loro la possibilità di volare liberi, di aprire le ali e di raggiungere il cielo.
Perché si sa, se le farfalle sono fatte per volare, i momenti belli esistono nella loro fugacità ed è impossibile trattenerli, ma è possibile goderne nel poco tempo in cui rimangono nella rete dei nostri cuori.
E forse è proprio così che si diventa degli esploratori esperti, volendo catturare con la prospettiva di liberare e non di possedere avidamente.

Liberare non significa abbandonare per sempre, né possedere vuol dire controllare in eterno.

E poi perché penso anche alle stupende parole di Alda Merini, "da queste profonde ferite usciranno farfalle libere", così ora mi dico che da questi momenti, felici o meno che siano, uscirà una me stessa libera..
 
   
 
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