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Autore: inzaghina    05/03/2021    1 recensioni
Rinchiuso nella prigione di Azkaban, il pensiero che riesce a guidare Sirius in un'oscurità governata da incubi e torture è la certezza di essere innocente - insieme alla volontà di tornare ad abbracciare il figlioccio che gli è stato strappato insieme alla libertà.
[Storia partecipante al contest "Acquerelli - contest fiume" indetto da Juriaka e giudicato da BessieB sul forum efp]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Gocce di memoria

 
 
 
“Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà 
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un'eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso”
 
 
La calda luce del mattino si rifletteva sul pavimento di linoleum, calpestato da Sirius mentre passeggiava ansiosamente avanti e indietro nel corridoio in cui gli avevano intimato di aspettare. Ogni porta che si apriva lo portava a voltarsi verso il punto in cui James e Lily erano spariti qualche ora prima, costringendolo a riabbassare lo sguardo deluso quando si ritrovava a fissare sconosciuti, o Guaritori che andavano di fretta. Si maledisse per l’abitudine di non portare l’orologio, che aveva finito con il fargli perdere la cognizione del tempo, e si chiese se non fosse il caso di avvertire Remus e Peter di raggiungerlo, nonostante l’accordo fosse quello di contattarli solo dopo aver parlato con James.
“Pronto a conoscere il tuo figlioccio, Felpato?” la voce del suo migliore amico lo colse alle spalle e il Malandrino si voltò repentinamente.
“Da dove sei saltato fuori? Eri andato di là…” ribattè, indicando vagamente il corridoio al lato opposto.
“Li hanno spostati in una camera della maternità e la strada era più breve arrivando di qui,” dichiarò James, le cui labbra sottili erano piegate nel sorriso più contagioso che Sirius avesse mai visto, “e poi mi piace coglierti di sorpresa, dovresti saperlo…”
Sirius scoppiò in una delle sue caratteristiche risate, più simili a un latrato che ad altro. “Vedo che la notte insonne non ha influito sulla tua pessima vena ironica,” celiò.
“Come avrebbe potuto? Oggi è il giorno più felice della mia vita, anzi, uno dei più felici… Lily non mi perdonerebbe mai se depennassi con superficialità il giorno in cui mi ha finalmente reso un uomo onesto.”
Stavano ancora ridendo quando entrarono nella stanza dipinta di verde menta e raggiunsero il letto vicino alla finestra, in cui era seduta una Lily dall’espressione stravolta, eppure estatica.
“Sirius, ti presento Harry,” dichiarò la ragazza, porgendogli un fagottino avvolto in una coperta di un tenue color malva.
Il giovane non aveva immaginato l’entità dei sentimenti che l’incontro con il bambino avrebbe suscitato in lui; osservò il viso leggermente raggrinzito e il naso che pareva la copia sputata di quello di James, poi si concentrò sulle guance rosee e sulla bocca più minuscola che avesse mai visto, prima di sorridere accarezzando con delicatezza la massa spettinata di folti capelli neri e scuotere la testa, divertito. “Mi duole comunicarti che i tuoi uomini di casa ci metteranno più di te a prepararsi per uscire, Lily.”
“Dubito che Harry possa essere più lento di suo padre,” controbatté velocemente la neomamma.
“Sapete che non mi piace quando vi coalizzate contro di me,” si lagnò James.
Sirius ghignò, prima di tornare a scrutare il neonato che stringeva tra le braccia, disposto a promettergli anche tutto il mondo — se solo lo avesse chiesto. Accarezzò nuovamente la testa di Harry, avvicinandolo a sé per inalare il profumo dolce di talco, e di vita, tipico dei neonati. “È così piccolo,” mormorò tra sé e sé.
“Speravi fosse già pronto a cavalcare una scopa?” lo prese in giro Lily.
“Magari a organizzare qualche scherzo a suo padre…” ribattè, strizzandole l’occhio.
“Insistete con quest’alleanza che tende a escludermi, dovrei preoccuparmi?”
Harry scelse quel momento per spalancare gli occhi, una perfetta replica di quelli materni, e sgranarli alla vista dello sconosciuto che lo teneva in braccio, prima di iniziare a lamentarsi piuttosto vivacemente.
“Credo di averlo spaventato,” dichiarò Sirius, consegnandolo nuovamente a Lily.
“Chi non sarebbe terrorizzato, ritrovandosi a guardare la tua brutta faccia?” ridacchiò James.
Il pianto di Harry si fece via via più sommesso, tranquillizzato dalla voce materna che ben conosceva e dalle carezze delicate del suo orgogliosissimo padre. Sirius rimase incantato a osservare la famiglia del suo migliore amico, cullando l’idea di seguire le orme di James, in un futuro non troppo lontano.
Sicuro che non avrebbe commesso i medesimi errori dei propri genitori.
 
Un pianto disperato lacerò improvvisamente quell’immagine idilliaca; Sirius sgranò gli occhi e si guardò intorno tentando invano di capire cosa potesse aver spaventato Harry, peccato che il bambino fosse sparito — e con lui anche i suoi genitori. Le pareti umide e fredde, così come il buio che minacciava di fagocitarlo, gli ricordarono in pochi attimi che quello che aveva appena rivissuto era uno dei pochi ricordi che quel luogo maledetto non gli aveva ancora strappato via. Riusciva ancora a percepire la pelle morbida di Harry sotto alle sue dita, il suo aroma d’innocenza e di nuovi inizi, la speranza che albergava negli occhi di Lily e James e quella certezza infondata riguardo alla vittoria finale del Bene Supremo.
Avevano vinto, sì, ma a quale prezzo?
James e Lily avevano trovato la morte, traditi dalla persona che lui stesso aveva proposto loro come Custode Segreto, senza avere la possibilità di festeggiare la fine di quel regno di terrore.
Harry era rimasto orfano, non avrebbe serbato alcun ricordo dei suoi meravigliosi genitori e avrebbe dovuto convivere con il peso dell’essere sopravvissuto.
E lui si consumava giorno dopo giorno in una cella, rinchiuso per un crimine che non aveva commesso.
 
Scoprire che Peter faceva la bella vita in una numerosa famiglia di maghi, che lo aveva addirittura portato in vacanza con loro, lo aveva sconvolto e aveva riacceso in lui una scintilla che credeva ormai sopita sin dal momento in cui aveva perso il conto dei giorni passati in quell’inferno. Il traditore doveva pagare per ciò che aveva fatto e l’unico a poter fare in modo che accadesse era lui, ma non sarebbe stato di nessun aiuto se fosse rimasto in quell’oltretomba governato da incubi e terrore.
Sollevò lo sguardo verso la feritoia che permetteva alla luce di squarciare l’oscurità, rendendosi conto che incombeva un’altra notte — e che presto gli avrebbero portato la cena. Il microscopico angolo di cielo che riusciva a intravedere sembrava illuminato dalla luce lunare, compagna di così tante scorribande durante gli anni a Hogwarts, quando tutto era più semplice e Sirius ingenuamente credeva che sarebbero rimasti amici per sempre.
Quando sentì la porta aprirsi non ci rifletté troppo a lungo, prese un profondo respiro e, facendosi guidare dalla flebile luce, si trasformò nel cane nero che una volta era stato maestoso e sgusciò nel corridoio insieme ai suoi carcerieri. Il corpo pulcioso era così magro che passò tra i Dissennatori senza destare alcun sospetto, poi gli bastò seguire l’aroma salmastro per raggiungere uno degli ingressi lasciati incustoditi e trovarsi sulla spiaggia ghiaiosa dell’isola sulla quale sorgeva Azkaban. L’acqua era gelida, ben più di quanto si fosse aspettato, ma la prospettiva di tornare indietro lo allettava decisamente meno rispetto a quella di annegare nel Mare del Nord — per lo meno sarebbe morto sotto al cielo trapuntato di stelle.
La costa non sembrava troppo distante, nonostante le correnti fossero forti, ma Sirius non aveva alcuna alternativa: doveva trovare Harry, scoprire come stava e rivederlo con i suoi occhi, dandosi la possibilità di raccontagli la verità su quanto era accaduto. Si tuffò tra le onde e percepì una sensazione bruciante ai polmoni, ma non perse tempo a tentare di acclimatarsi, scegliendo semplicemente di nuotare con tutta la, poca, forza che aveva e sperare per il meglio. Giunse sulla spiaggia mentre albeggiava e non si fermò a riposare, pronto a mettere quanta più strada possibile tra sé e il luogo orribile in cui aveva passato tanti, troppi, anni.
Si fermò solo giunto nei pressi di una cascina isolata, si ritrasformò in umano e rubò dei pantaloni e una camicia stesi nell’aia, oltre ad alcune pesche, delle prugne, una bottiglia d’acqua e una consumata sacca di cotone.
Era finalmente libero.
 
Lo sconvolgimento che provò, nello scoprire di essere rimasto recluso per dodici anni, lo accompagnò per alcune settimane, prima di essere sostituito dalla furia cieca e dalla sete di vendetta nei confronti di Peter. Seguirono mesi vissuti in clandestinità, alternando occhiate fugaci a un Harry decisamente cresciuto e fughe notturne alla ricerca di qualcosa da mettere sotto ai denti. Poteva davvero considerarsi libero, se il resto del mondo continuava a ritenerlo colpevole di tutti quegli omicidi e, soprattutto, del tradimento di James e Lily? Questa domanda lo tormentava più del desiderio di rivalersi nei confronti Peter, ormai, e Sirius temeva di ricadere nel medesimo errore che lo aveva condotto ad Azkaban. Non doveva perdere di vista l’obiettivo: raccontare a Harry la verità e tentare di costruire un rapporto con lui, nonostante tutti gli anni persi.
 
Nel momento in cui si trovò faccia a faccia con lui, il desiderio di accarezzarlo come quel primo giorno s’impadronì di ogni fibra del suo essere, nonostante la paura che potesse non credergli. Ci vollero pochi minuti perchè Harry si dimostrasse esattamente per quello che era: il degno erede di suo padre, pronto a dargli l’occasione di raccontare la sua versione dei fatti. Rivide la stessa luce che infiammava gli occhi di James, nonostante le iridi di Harry fossero innegabilmente identiche a quelle di Lily, e si emozionò quando il ragazzo decise di salvare Peter per non trasformare anche Remus e lui in due assassini.
James avrebbe desiderato la stessa cosa.
 
La rabbia per il futuro strappatogli dalla fuga di Peter, scemò non appena vide il suo figlioccio apparire davanti alla cella temporanea nella quale era stato rinchiuso, a cavallo del più bizzarro dei destrieri. L’ebbrezza di volare aggrappato a lui, nonostante la durata effimera, servì a ripagarlo almeno in parte di tutti quegli anni passati nella desolazione più profonda. Una volta raggiunta la torre ovest, Sirius era consapevole che una nuova separazione incombeva su di loro, eppure la sua fuga necessaria sarebbe stata ben più facile da sopportare — ora che Harry era a conoscenza della verità.
“Non potrà mai ringraziarti…”¹ si ritrovò a sussurrare, accarezzando la guancia del ragazzo, imitando quel gesto avvenuto nel primo giorno di vita di Harry.
Il ragazzo gli sorrise incerto, prima di spronarlo ad andarsene.
“Sei… davvero il figlio di tuo padre, Harry…” si premurò di dirgli, prima di alzarsi in volo con l’Ippogrifo che lui e Hermione avevano salvato.
Il sorriso che Harry gli rivolse era ben più luminoso di quello che lo aveva preceduto, Sirius deglutì a vuoto rendendosi conto di come l’espressione assunta dal figlioccio fosse identica a quella sfoggiata da James nei momenti più felici della sua vita.
Assaporando l’inebriante profumo della libertà, si ripromise di fare tutto il possibile per rivederlo il più presto possibile.
Era ora di dimostrarsi degno del suo ruolo di padrino.

 
 
 



¹ Questa frase e la successiva sono tratte da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”.
 
Nota dell’autrice:
Se non mi complico la vita non sono contenta, quindi eccomi qui a consegnare la prima di tre store a tre giorni dalla scadenza di un contest fiume… a mia discolpa mi sono iscritta solo un paio di mesi fa, quando altri partecipanti si sono ritirati.
Non ho molto da dire sulla storia, tranne che era da tempo che desideravo concentrarmi su questo momento cruciale della saga e sono stata felice di riuscire a scrivere qualcosa che mi soddisfacesse abbastanza.
Il rapporto tra Sirius e Harry è qualcosa di cui credo che siamo stati derubati, quindi ho cercato di dar loro un po’ di gioia almeno nella mia piccola fic.
Tutti i dettagli relativi alla fuga da Azakaban e quella da Hogwarts sono tratti da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”.

 
 

 
 
   
 
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