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Autore: Flos Ignis    07/03/2021    1 recensioni
Storia partecipante al Contest "Let’s cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP
Tratto dal testo:
Deku era un fottuto pazzo, ecco cos’era. I colpi che Katsuki gli aveva inferto durante le varie fasi della loro vita comune dovevano aver fatto morire troppi dei suoi neuroni, o l’increspata massa di ricci verde foresta impediva al suo cervello di connettersi.
Non c’era altra spiegazione all’evidente tentativo di suicidio in cui si stava cacciando il suo compagno di classe.
Avrebbero dovuto accorgersene tutti diversi mesi prima di quelle tendenze, non era come se fosse la prima volta che quel cretino si lanciava in prima linea davanti a un pericolo mortale, rompendosi inevitabilmente diverse ossa.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tra tutti noi, tu sei quello che dovrebbe tenersi più alla larga da quel pazzo! Non è più sotto l’effetto della cancellazione!-

-E allora chi lo terrà lontano dal suolo?-

Deku era un fottuto pazzo, ecco cos’era. I colpi che Katsuki gli aveva inferto durante le varie fasi della loro vita comune dovevano aver fatto morire troppi dei suoi neuroni, o l’increspata massa di ricci verde foresta impediva al suo cervello di connettersi.

Non c’era altra spiegazione all’evidente tentativo di suicidio in cui si stava cacciando il suo compagno di classe.

Avrebbero dovuto accorgersene tutti diversi mesi prima di quelle tendenze, non era come se fosse la prima volta che quel cretino si lanciava in prima linea davanti a un pericolo mortale, rompendosi inevitabilmente diverse ossa.

Katsuki cercò di fermare il salto vertiginoso che si era dato Deku per raggiungere un potenziato Shigaraki, ammirando impotente mentre usava i viticci del Black Whip per combattere a mezz’aria con un controllo che in allenamento aveva a malapena raggiunto.

Il bastardo era tenace, doveva riconoscerglielo.

Non che questo fermò le bestemmie che Katsuki continuò a urlargli con tutto il fiato che aveva in gola, mai stanco di insultare quel dannato nerd.

Inevitabilmente gli tornò in mente ciò di cui aveva parlato con All Might qualche settimana prima, durante uno degli allenamenti di Deku a cui si era costretto a partecipare...


 


 

Katsuki non è stupido.

A una prima occhiata poteva essere categorizzato come un bullo, o come un atleta tutto muscoli e senza cervello nel migliore dei casi. Nel corso degli anni quasi nessuno si era preso la briga di notare che il suo rigore di allenamento per il fisico non era niente in confronto all’impegno che metteva negli studi, consapevole del fatto che la forza bruta, sebbene sempre gradita, non sarebbe bastata a volte. E dove non arrivavano i muscoli doveva arrivare l’ingegno.

Il risultato era che il suo cervello era veloce a memorizzare le nozioni e intuitivo nell’unire frammenti di informazioni apparentemente privi di connessione.

Da lì a notare una potenziale catastrofe all’orizzonte il passo era stato davvero breve.

-Deku è in pericolo, non è vero? E tu non gliene hai ancora parlato.-

Non voleva essere un’accusa, se c’era una persona al mondo che meritava ogni grammo del rispetto che poteva provare era proprio l’uomo rachitico di fronte a lui, ma il suo tono di voce è risultato più aggressivo di quel che intendeva, come succedeva in continuazione.

Non se ne pente quanto dovrebbe però in quel momento: è preoccupato per ciò che accadde al quarto successore di One For All, ha dei dubbi sulla vera natura di quel quirk e su quanto sia effettivamente sicuro utilizzarlo. Ci sono dei buchi neri nella storia della trasmissione del quirk, vuoti di memorie che non fanno predire un futuro roseo per i futuri utilizzatori. Era stato presente alle lezioni di storia di All Might con Deku, e la storia di quell’uomo e della sua morte l’aveva preoccupato dalla prima volta che l’aveva sentita.

-Non ho prove per il mio sospetto, trovo inutile caricarlo di un nuovo fardello prima di essere sicuro della sua esistenza. So che sei preoccupato per lui, anche io…-

-Non mi interessa di lui in particolare...-

-Giovane Bakugou, a questo punto mentire lo trovo inutile, non credi? Inoltre, non hai motivo di fingere proprio con me, che vedo ogni giorno come lo osservi con cura e preoccupazione negli occhi.-

Katsuki rimase in silenzio a quella dichiarazione, inizialmente incerto su cosa fosse saggio rispondere. Quanta verità poteva dire, quanta era pronto ad ammettere a qualcuno che non fosse lui stesso?

-Lui… non si rende davvero conto di quanto è speciale, persino dopo tutti i progressi che ha fatto. È sempre stato così. Prima mi faceva proprio incazzare, cercavo di tenere le distanze da lui… Seppellivo dentro di me la mia sensazione di impotenza. E in cambio, me la prendevo con lui…-

-Si può dire che la tua partecipazione al suo addestramento sia un modo per rimediare ai tuoi errori… giusto?-

Sì cazzo.

Non che lo avrebbe ammesso ad alta voce.

Non che questo cambiasse qualcosa. Sembrava che fosse il suo destino vegliare sul dannato nerd che da piccolo aveva bullizzato.

Katsuki fece un sorriso un po’ storto.

Che karma del cazzo.

 

 

 

La battaglia con Shigaraki non stava andando per niente bene. Appariva evidente che stavano per perdere in modo devastante, i colpi che Deku aveva continuato a subire lo stavano portando rapidamente al punto di non ritorno e Katsuki… beh, anche lui stava per raggiungere il suo limite. Ma di rabbia.

Quanto poteva essere stupido quel dannato nerd per correre con tanta noncuranza verso la morte, ogni singola volta?

Rendeva il suo lavoro di vigilare di nascosto su di lui particolarmente complicato e a Katsuki le complicazioni non piacevano per niente. Lui di solito preferiva le soluzioni dirette e più semplici possibili, le vite degli eroi erano già troppo complicate.

Quel ragazzo lo faceva incazzare così tanto!

Gli faceva bollire il sangue il fatto che non poteva sistemare da solo la situazione, ma se le lezioni di recupero per la licenza provvisoria gli avevano insegnato qualcosa era che a volte era necessario collaborare con altri eroi.

-Endeavor, Mezza Faccia! A Deku serve aiuto!-

Il fuoco di padre e figlio combinato alle sue esplosioni ha riportato in parità la situazione, ma solo per poco tempo.

Vide Deku iniziare a perdere il controllo del suo potere, gli sembrava persino di sentire le sue ossa scricchiolare per protesta.

Il tempo accelerò in maniera bizzarra mentre vedeva il pazzo coperto di mani rispondere colpo su colpo, finché Endeavor non venne quasi ucciso. Mezza Faccia si era ferito mentre cercava di aiutare, e si era subito precipitato a cercare di bloccare l’emorragia del padre.

Katsuki capì di essere rimasto solo nel dare supporto a Deku, ma anche lui non era più in forma. Le braccia, le spalle e soprattutto i polsi urlavano per il dolore causato dalle potenti esplosioni ravvicinate che aveva provocato senza i suoi guantoni, ormai inutilizzabili.

Shigaraki stava per sferrare un ultimo colpo. Nel momento di maggior bisogno, il potere di Deku stava venendo meno e si stava ritrovando indifeso di fronte alla personificazione della morte.

Il One For All è un potere maledetto.

Katsuki ne era convinto, mentre prendeva la decisione più stupida della sua intera vita.

I suoi occhi rossi erano fissi sul loro nemico mentre puntava la mano verso il volto pieno di lentiggini del suo amico, che si era riempito di pura impotenza. Non avrebbe fatto in tempo a difendersi.

E fu allora che il suo corpo si mosse da solo.

Provocò un’esplosione il più velocemente possibile per dare propulsione al salto, dandosi la spinta necessaria a raggiungere i due avversari a mezz’aria. Pochi istanti divennero una vita intera, la vita che aveva passato accanto a quel ragazzo che stava cercando di salvare a tutti i costi per farsi perdonare dai suoi peccati.

E tutto quello che era accaduto tra loro gli apparve davanti agli occhi chiaro come il sole.

I litigi quando erano ancora alle medie, il villain di fango, il primo giorno alla UA, l’attacco alla USJ, il festival sportivo, il salvataggio e conseguente rivelazione a Kamino, l’esame per la licenza provvisoria, la lotta disperata al Ground Beta, la discussione su One For All, gli allenamenti condivisi…

Il villain di fango.

Soprattutto quel giorno.

Quando Katsuki era stato catturato e nessuno degli eroi aveva avuto abbastanza fegato per intervenire, l’unico che aveva fatto un passo avanti era stato quel dannato nerd senza quirk e senza possibilità alcuna di farcela.

Ma Deku era stato l’unico a venire in suo soccorso, ed era stato in quel preciso momento che aveva contratto un debito impagabile nei confronti del ragazzino che aveva bullizzato per tanto tempo.

Detestava essere in debito con quel ragazzino idealista e testardo, ma temeva che qualunque cosa avrebbe fatto quella verità non sarebbe mai cambiata.

Non che questo l’avrebbe fermato dal provare a fare ammenda.

E proprio per questo motivo, e perchè, molto al di sotto della superficie, era così simile per idealismo e testardaggine al suo più vecchio amico…

...si era ritrovato un buco nel petto al suo posto.

-Smetti di provare… a vincere… da solo!- anche se non sapeva se stava rimproverando Deku o il vecchio se stesso.

Non ebbe il tempo di pensarci, perché per lui la battaglia era finita nell’oblio di un istante, con le urla del suo più vecchio amico alle sue spalle e una serie di ferite che lo trapassavano da parte a parte.


 


 

In quel momento non avevo pensieri per la testa… Il mio corpo… si è mosso da solo.

 

 

 

Quando riprese i sensi la prima percezione a tornare fu l’udito. I rumori erano quasi dolorosi nella loro intensità, aveva la sensazione di sapere cosa fossero ma alle sue orecchie dolenti in quel momento erano tutti solo un mare di rumore irriconoscibile.

Katsuki dovette forzarsi ad aprire gli occhi per capire chi c’era vicino a lui, perché anche se alcuni suoni gli erano familiari non riusciva a collegarli a nessun volto in particolare. La prima persona che vide fu uno sconosciuto, dai tratti confusi, ma il suo camice bianco gli chiarì che si trattava di un medico. E questo gli fornì la prima informazione utile: si trovava in ospedale.

Poi girò sperimentalmente la testa, sbattendo velocemente le palpebre per schiarirsi la vista, e accanto a lui trovò l’ultima persona che si aspettava.

Deku era pallido come un cadavere, le lentiggini risaltavano in modo inquietante contro le bende che gli coprivano gran parte del volto sciupato. Continuando la sua indagine capì che il ragazzo era seduto su una poltrona accanto al suo letto, con una flebo attaccata a ogni braccio e una gamba ingessata. Allungando le orecchie si concentrò su di lui e sul suo respiro che pareva leggermente affannato, ma tutto sommato l’aveva visto messo peggio.

Inoltre, era sveglio.

E lo fissava.

Katsuki allora richiuse gli occhi per continuare a riflettere, cercando di ignorare il dolore che iniziava a infiltrarsi nei suoi pensieri a ogni respiro graffiante, ma era troppo tardi: il nerd l’aveva visto a occhi aperti.

-Kacchan, finalmente! Sei stato in coma per due giorni dopo la battaglia, temevamo che...- poi si interruppe, ma non c’era bisogno che finisse la frase, entrambi sapevano bene che era stato a un passo dal finire in una fossa.

Fece per rispondere in modo ironico che ci voleva ben più di un pazzo con mille mani per farlo crepare, ma per la prima volta si accorse della mascherina per l’ossigeno sulla sua bocca e di quanto fosse secca la sua gola, tanto che tossì appena cercò di protestare per l’apparecchio medico sulla sua faccia.

Chi cazzo aveva dato il permesso di infilargli dei tubi nel naso?

Si agitò talmente tanto che il medico che era nella stanza accorse da lui per aumentargli il dosaggio di morfina per tenerlo buono, facendo agitare Katsuki ancora di più. Non voleva medicine, aveva bisogno di stare sveglio per avere risposte.

Come era finita la battaglia? Mezza Faccia ed Endeavor come stavano? Shigaraki era stato sconfitto? E l’Unione dei Villain?

Ne aveva altre mille di domande, ma prima che riuscisse a strapparsi la mascherina dalla faccia per esporle con la sua solita veemenza la morfina fece effetto e lo mandò in un attimo nel mondo dei sogni.

Non si accorse del putiferio che scatenò Deku per sapere come stesse e cosa gli avesse dato il dottore, né del fatto che era stato lui a cercare di trattenere le sue braccia mentre cercava di liberarsi dai tubicini dei macchinari e che per questo la sua stessa flebo si era rotta.

Non si accorse di niente, tranne del silenzio e dell’assenza di dolore in cui fu spedito.




 

Quando fu di nuovo cosciente, seppe subito di sentirsi già molto meglio. Non servì tempo per ricordare dove fosse, respirare era di nuovo un automatismo e non più un’agonia e soprattutto gli avevano tolto quegli stupidi tubi dalle narici.

Girò immediatamente la testa per cercare Deku, e come immaginava era ancora al suo posto, sulla poltrona di velluto scuro di fianco al suo letto. Quel dannato nerd non si era allontanato da lui neppure dopo anni di abusi, credere che l’avesse abbandonato per qualche ora di silenziosa attesa sarebbe stato un insulto.

Quasi rise però, perché il ragazzo si era addormentato così com’era e la testa gli penzolava in modo piuttosto comico. Si concesse uno sguardo morbido mentre abbracciava con gli occhi la sua figura così com’era, addormentato al sicuro e al suo fianco, prima di costringersi a riassumere il suo solito atteggiamento per risvegliarlo.

Le sue domande non avrebbero trovato risposte da sole.

-Oi, Deku!-

Il ragazzo spalancò quei suoi occhi grandi e profondi come foreste e li puntò all’istante su di lui, allarmato per il rumore improvviso, ma vedendolo sveglio tirò un enorme sospiro di sollievo.

-Kacchan, mi hai spaventato! Come ti senti, devo chiamare un medico?-

-Non ti azzardare, prima dobbiamo parlare.-

-Sono d’accordo.- Deku è diventato serio, quasi arrabbiato, tanto che riprese a parlare a velocità sostenuta senza dargli il tempo per aprire bocca.

-Come ti è saltato in mente di farti colpire in quel modo da Shigaraki? Kacchan, sei diventato pazzo tutto di colpo? Hai idea di quanto tu sia stato vicino a morire? I medici ti hanno ripreso per i capelli, c’è voluta una squadra intera di quirk medici e due interventi per salvarti la vita, e hai davanti settimane di medicine e controlli e…-

-Deku, stai zitto per amor del cazzo!-

Katsuki ora era incazzato davvero. Tra tutti, proprio Deku si permetteva di rimproverarlo per la sua avventatezza in battaglia? Gli aveva fottutamente salvato la vita e lui aveva il coraggio di fare la parte di quello arrabbiato?

Ora le prende.

-Deku, cazzo, se non l’avessi fatto saresti dannatamente morto, sii grato! Pensavi che ti avrei lasciato fare la parte dell’eroe solitario che si immola per tutti? Scordatelo completamente! Devi smetterla di cercare di fare tutto da solo, non sei buono a niente da solo cazzo! E poi proprio tu stai dicendo a me che sono stato spericolato? Vedi di abbassare la cresta, ti mancano almeno cento anni prima di guardarmi così dall’alto in basso, hai almeno una decina di ricoveri in più di me nell’ultimo anno che dimostrano quanto tu sia avventato! Resta zitto e stai a guardare mentre ti sorpasso e divento io il numero uno! Non intendo lasciarti il podio senza combattere, mi hai sentito?-

Katsuki riprese fiato dopo quella lunga tirata. Si sentiva meglio, ma probabilmente aveva ancora un buco nel polmone o roba del genere perché il suo fiato era limitato.

La fiamma indignata negli occhi di Deku si era estinta, sostituita da una preoccupazione ancora più irritante.

-Kacchan, dai, parliamone quando ti sentirai meglio. Tanto hai davanti a te settimane di riposo a letto.-

-Settimane!?-

-Cosa ti aspettavi? È un miracolo che tu sia ancora vivo!-

-Sei serio? Tu saresti morto sul colpo se non ti avessi salvato il culo!-

-Ma perché l’hai fatto Kacchan? Hai rischiato tu di morire in questo modo!-

Katsuki riflettè per qualche istante su quale risposta fosse quella giusta. Quanto poteva permettersi di essere onesto, quanto orgoglio sarebbe stato in grado di sacrificare…?

Ma tanto per cominciare, la verità qual’era?

Aveva iniziato a rispettare, pur riluttante, il ragazzo accanto a lui. Aveva provato rimorso per le sue colpe, ma quando aveva iniziato a seguirlo nel suo allenamento si era sentito meglio.

Quando combatteva il suo cervello era troppo concentrato su ciò che accadeva intorno a lui per essere distratto da cose futili come i sentimenti…

E non era mai stato un campione di autoanalisi.

Forse avrebbe dovuto iniziare a pensarci: qual’era la vera ragione dietro il suo sacrificio?

Non poteva rispondere che era certo sarebbe sopravvissuto, perché non era la verità.

Non poteva affermare che aveva avuto un piano, perché non era la verità.

Non poteva dire che l’aveva fatto solo per proteggere il ragazzo accanto a lui, perché anche se quella era la verità, era troppa verità e non credeva sarebbe mai stato pronto per dirla nella sua interezza al diretto interessato.

Non poteva neppure aggirare la domanda, non era da lui e il dannato nerd era troppo ostinato per lasciar perdere.

Come poteva esprimere il suo senso di colpa, il suo rispetto e tutto il miscuglio di affetto e irritazione che era solo una parte di quanto provava per Deku?

L’unica soluzione che trovò, fu una mezza verità che gli doveva da troppo tempo.

-In quel momento non avevo pensieri per la testa… Il mio corpo… si è mosso da solo.-


 


 

  
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