Avevamo aspettato troppo, presi a studiarci, a
provocarci,
entrambi chiusi nelle nostre fortezze.
La solitudine che ci aveva accompagnati per anni,
era fiorita e ci
aveva uniti.
Mi ricordai del libro di Goethe che mi aveva
così tanto colpito
quando l’avevo letto e quella frase che mi aveva emozionato :
“In
questo lasciare e prendere, fuggire
e ricercarsi,
sembra davvero di vedere una determinazione superiore:
si dà atto a tali esseri di una sorta di volontà e capacità di scelta, e si trova del tutto
legittimo un termine tecnico
come affinità elettive.”
Solo
che la nostra era stata una
sorta di “solitudine” elettiva.
Appoggiai
la fronte al vetro,
consapevole che non avevo avuto molto e non avevo dato altrettanto.
L’orgoglio
si era portato via tutto.
Se
qualcosa era stato seminato ora
era congelato. Freddo, sospeso alla mercé del caso.