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Autore: Sia_    07/03/2021    3 recensioni
“Ti devo ricordare che sono un prefetto fino a domani?”
Roxanne alza l’angolo della bocca con un fare che copia spudoratamente quello di zio George, “Prefetto-perfetto.”
Dominique scuote il capo e incrocia le braccia al petto, ma non riesce a contenere l’ombra di un sorriso sulle labbra, “Sei impossibile, An.”
“Lo so.”
[Storia partecipante al contest "La rivincita delle femslash" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Dominique Weasley, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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Diamoci tempo


[novembre 2023]

Il vento taglia la pelle delle guance di Dominique e la costringe a nascondersi meglio sotto il pesante mantello che ha recuperato di fretta prima di uscire. Ha lo stesso profumo della Tana, Molly deve essersi messa ad aggiustare l’orlo sgualcito sulla poltrona del salotto, impregnando la stoffa scura di cannella, di libri e di legna bruciata. Chissà se gli occhi le si riempiono di lacrime a causa del freddo o a causa di quell’odore nelle narici che non ha voglia di andarsene via; sa di Roxanne, ha lo stesso sapore delle sue labbra morbide. 

Dominique si accascia sulle pietre, abbastanza lontano dal mare per evitare di bagnarsi i pantaloni lunghi e appoggia gli stivaletti neri poco più in là, così da distendere le gambe. Respira il silenzio delle onde che si infrangono sulle rocce: è un rumore incessante, le entra nei polmoni e allo stesso tempo le toglie il fiato. Sa di lei anche quello. 

Sa tutto di Roxanne, perché tutto è Roxanne. È il colore della spiaggia, che altro non è che la sfumatura della sua pelle d’inverno, mentre d’estate è più scura di qualche grado e ricorda a Dominique l’aroma del caffè. È l’odore di cenere e quello dei campi di grano ed è il rumore incessante delle onde. 

“Scricciolo.”

La voce di Bill la spaventa e lei si gira, stringe d’impulso le mani attorno alla mantella fino a far diventare le dita bianche, “Papà?” Gli fa spazio sulla pietra perché ha quello sguardo che fa solo se vuole parlare di qualcosa di serio, come quando ha costretto Victorie a raccontargli di Teddy.

“Sei scappata fuori d’improvviso, mamma mi ha chiesto di controllare che fosse tutto a posto.”

Le labbra di Dominique si fanno sottili, ma riesce magicamente a fingere davanti alla preoccupazione del padre e scuote il capo, “Va tutto bene, te lo prometto” sussurra, rompendo presto il contatto visivo. Bill capirebbe che è una bugia, il suo lavoro è spezzare incantesimi. Bill capirebbe e cercherebbe di insinuarsi dove non c’è spazio, è tutto occupato da Roxanne. 

Bill però ha compreso grazie a quel viso girato, grazie ai passi pesanti della figlia che hanno ferito gli scalini di legno poco prima. Sono anni che Bill capisce e non dice mai niente, crea a sua volta un silenzio fin troppo rumoroso e non sa cosa fare di tutto quel vuoto pieno che fa finta di non vedere. 

Sorride premuroso e passa una ciocca dei suoi capelli dorati tra le dita, “L’orecchino, dove l’hai messo?” chiede a bassa voce, le sue parole vengono sovrastate da un’onda che si infrange sulle pietre e che arriva a schizzi sulle loro scarpe. Buffo, che se ne sia accorto solo adesso.

“L’ho perso.” Taglia corto Dominique. Sa benissimo dov’è il suo orecchino a forma di zanna: ce l’ha Roxanne, ritirato nel cassetto del comodino. In un modo tutto contorto quindi, è vero che non ce l’ha più e che non tornerà indietro. 

“Qui in casa? Possiamo cercarlo insieme, se ti va” Bill si sforza anche di capirla e questo è più doloroso dell’indifferenza, pensa Dominique; mentre se ne rende conto, cancella l’immagine del suo prezioso cimelio sepolto sotto un mucchio di carta rosata in un cassetto a casa di zio George. 

“L’ho perso a scuola, papà,” si impunta Dominique, l’ombra della bugia che le calca il volto, “mi dispiace.” 

“Fa niente, scricciolo, fa niente” Bill le passa un braccio dietro la schiena e la stringe forte. Finge di non sentire il pianto della figlia che si accascia su di lui, impossibilitata a mentire ancora un solo secondo – è poco più di un sussurro, quel pianto, ma lo sentirebbe anche se fosse dall’altra parte del mondo. “Fa niente” le ripete, accarezzandole i capelli. 

 

[2014]

Dominique striscia a fianco della sorella, la segue sempre quando arrivano alla Tana perché ha paura di non andare bene in nessun luogo. Victoire puntualmente le chiede di lasciarle un po’ di spazio, dice che la opprime, ma la verità è che vuole passare il tempo con Teddy. 

“Non capisco perchè non puoi stare con me.” 

Victoire scuote il capo e lancia un’occhiata all’amico, che la sta aspettando appoggiato allo stipite della porta a braccia incrociate. “Stiamo sempre insieme a casa, Dominique.” 

“Questa è casa.” Stringe le mani in due pugni. Tana è casa, ma è più di quello che è casa davvero, perché la Tana è nonna Molly che prepara i dolci che mamma non fa mai dal momento che sono troppo calorici, la Tana è nonno Arthur che spiega ai nipoti i vari modi in cui possono essere usate le papere di gomma. 

“Ci gioco dopo con te, te lo prometto.” Victoire tenta ancora, mentre i capelli di Teddy prendono una sfumatura rosastra – sta per cedere e invitare la sorella più piccola a venire con loro nel giardino. 

“E cosa faccio nel frattempo?” La prima che fa un passo indietro è Dominique, lancia lo sguardo verso il salotto e l’occhio le cade su Fred che sta giocando con James sul tappeto. Le si stringe il cuore nel petto siccome l’ultima volta che ha giocato con loro hanno litigato per qualcosa di così stupido che non ha il coraggio di andare a chiedere se si può unire.  

“Rose non viene?” Victoire si ammorbidisce, accarezza i capelli biondi della sorella e sorride quando questa scuote il capo e si mordicchia il labbro. 

“Zio Ron è troppo impegnato, anche zio Percy e non ci sono nemmeno Molly e Lucy.”

“Puoi giocare con Roxanne, è di là con nonna in cucina.”

Roxanne è una vipera, mi infila sempre i fuochi artificiali di zio George nelle tasche!” Dominique torna a stringere i pugni e le guance le si colorano di una buffa sfumatura rossastra. “Non voglio giocare con lei.”

Teddy le si avvicina, le appoggia una mano sulla spalla con fare fraterno e praticamente lo è, visto che sta sempre intorno a Victoire, “Basta non farsi cogliere impreparati, mettili anche nelle sue tasche.”

“Teddy, no!” Victoire lo scansa e l’amico si mette a ridere di gusto, prendendosi la pancia tra le mani, “Assolutamente no, Dominique, niente fuochi artificiali.” 

“Ma non ho ancora fatto…”

“Promettimelo, niente fuochi artificiali, promettimelo.”

 

[2016]

Roxanne lascia aperta la porta della cucina ed esce correndo nei prati della Tana, inseguendo l’ombra di Dominique. “Tra qualche minuto sarà pronta la cena” le ricorda quando finalmente la riesce a raggiungere e si piega poi sulle ginocchia per riprendere fiato. 

Solo un po’, poi torniamo indietro.” La maggiore le allunga la mano e le sorride dolcemente: sembra farle capire che il suo intento, alla fine, è proprio quello di scappare via con lei. Prendere e lasciare indietro gli altri, affinché gli ultimi momenti che possono passare insieme siano davvero solo per loro. “Fino a quando nonna non si mette a urlare, dai.”

Roxanne sorride e prende la mano della cugina nella sua. C’è un contrasto disarmante tra la pelle diafana di una e la pelle dell’altra, che è dello stesso colore dell’aroma del caffè: la diversità è accentuata dagli ultimi raggi di sole che si posano su di loro come farfalle sui fiori a metà primavera. È la fine dell’estate invece e Dominique domani parte per la prima volta e se ne va a scuola fino alle vacanze natalizie. Non si vedranno per mesi e tenersi per mano è la promessa di non dimenticare un solo giorno. 

“Mi mancherai, Nì.” Roxanne si accascia sulla spalla dell'amica con fare drammatico e poi strofina la fronte contro il maglioncino giallo che indossa la più grande. 

Dominique sorride e le accarezza il braccio con due dita, “Anche tu mi mancherai, An, ma ti scriverò sempre sempre, te lo prometto.”

 

[2023]

La torre di Astronomia non è mai stata così piccola. Roxanne, mentre aspetta e aspetta, conta che è larga venticinque passi e mezzo, ma se si impegna bene forse ne vengono fuori solo ventiquattro. Riprova la misura cinque volte prima che il viso di Dominique spunti dalla porta. “Cominciavo a credere che mi avessi dimenticata.” 

“Non potrei mai, An,” appoggia la tracolla a terra e si avvicina di poco alla cugina, “se solo ci provassi, mi riempiresti la stanza dei fuochi artificiali di tuo padre.”

Vero e forse dovresti ignorarmi per un po’, sarebbe estremamente divertente.” Roxanne tentenna sul posto, indecisa se annullare la distanza che è rimasta o se aspettare lì dov’è. Vuole stringere il corpo di Dominique fino a romperlo e vuole ricomporlo pezzo per pezzo, magari tenendone uno per sé, per quando la cugina finirà la scuola e la scuola sarà vuota.

“Ti devo ricordare che sono un prefetto fino a domani?”

Roxanne alza l’angolo della bocca con un fare che copia spudoratamente quello di zio George, “Prefetto-perfetto.”

Dominique scuote il capo e incrocia le braccia al petto, ma non riesce a contenere l’ombra di un sorriso sulle labbra, “Sei impossibile, An.”

“Lo so.” 

Aspettare ha tutto un significato nascosto, scopre Roxanne qualche attimo dopo. Quando le braccia di Dominique si incastrano dietro la sua schiena sente un dolore al petto, che diventa presto una fitta piacevole e calda. Serra le labbra, caccia via quella sensazione e prende un respiro. Respira Dominique e non ha più senso cacciare via niente: anche il profumo provoca quel vuoto pieno nel suo cuore. 

“Non voglio che finisca” sussurra nell’orecchio della cugina senza lasciarla andare. 

“Non fare la melodrammatica, staremo insieme a casa di nonna quest’estate e poi verrai da me e faremo il bagno e poi verrò da te e mi riempirai il letto di qualsiasi cosa abbia inventato zio George durante l’anno.” Dominique prova a rassicurarla, ma nemmeno lei lascia la presa e nemmeno lei crede davvero che non finisca. 

“E poi io tornerò ad Hogwarts e tu no.” 

Nessuna delle due dice niente per qualche secondo, non servono le parole se tutti sanno già tutto. Respirano una strana tensione nell’aria e l’aria non finisce mai, continua ad entrare e uscire, anche se non la percepiscono del tutto. Sentono solo le dita di Roxanne che giocano con i capelli dorati dell’altra e le braccia di Dominique che si stringono sul corpo della più piccola. Non dicono niente, ma parlano di ogni cosa. 

“E poi tornerai ad Hogwarts e io no, .” 

Una delle due sorride e l’altra si mette a ridere: neanche fossero già al binario nove e tre quarti per dirsi addio. Avranno ancora così tanto tempo, ma sembra non avere valore perché quel giorno è l’ultimo giorno che Dominique camminerà per quei corridoi insieme a Roxanne, l’ultimo giorno che si terranno per mano, l’ultimo giorno, forse, per dirsi qualcosa che tengono dentro e che pesa come un macigno. Si accontentano del silenzio anche per quello, le parole fanno paura. 

Il prefetto si stacca un po’ e le passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio, “Ho una cosa per te.”

“Mi hai preso un regalo? Il mio compleanno è a gennaio, Nì.”

Dominique scuote il capo, “Lo so che è a gennaio, volevo solo… Volevo solo, sai…”

La piccola combina guai annuisce con un sorriso e lascia andare anche lei la presa, giusto per rendersi conto che la cugina non le ha preso proprio niente, ma le sta dando tutto allo stesso tempo. “Non posso accettarlo.” Si ribella, allontanandosi di qualche centimetro.

“Voglio che lo abbia tu.” 

“Ma è di Zio Bill, è tuo e tu ami il tuo orecchino a forza di zanna.” Tenta ancora una volta Roxanne, imbarazzata e allo stesso lusingata.

“Amo più te, An.”

 

[2014]

Nonna Molly passa lo sguardo prima su una nipote e poi sull’altra, sconcertata. Incrocia le braccia al petto, maledicendo il suo George e cacciando giù la figura di un altro figlio che le manca ogni giorno. “Vi rendete conto che è una cosa oltremodo pericolosa?” chiede a voce alta. 

“Nonna, che è successo?” Victoire entra in cucina dalla porta sul retro, Teddy le è subito dietro e ha i capelli colorati di un viola scuro. Lo sguardo di lei cade sopra Roxanne e Dominique, che sono in piedi con le tasche dei maglioni bucate. 

Fuochi artificiali.” Molly scandisce bene le parole, osservando le due ragazze che arrossiscono sulle guance in modo colpevole, “Aspettate che lo dica ai vostri genitori, rovinare così dei bei vestiti!”

“Ha iniziato lei, nonna!” Dominique caccia indietro le lacrime e indica la cugina più piccola, che boccheggia nel tentativo di trovare una scusa. Ha iniziato lei, è vero

“Mi aspettavo un po’ più di senno da te, visto che sei la maggiore!” 

Victoire si morde il labbro inferiore e si gira verso Teddy, che sta tentando in tutti i modi di non ridere. Lo fulmina con lo sguardo e questo, un po’ spaventato, si ritrae di qualche passo prima di correre via ed essere inseguito da una ragazzina infuriata, “Gliel’hai suggerito tu, fermati immediatamente che ti faccio cambiare il colore di capelli nove volte!”

Roxanne li guarda interessata, “Fanno sempre così?” sussurra alla cugina ancora livida di rabbia per essere stata ripresa. 

“Fanno sempre sempre così, secondo me mia sorella ha una cotta per Teddy.”

Che schifo!”

Dominique si gira a guardare Roxanne per la prima volta e accenna un sorriso grazie a quella sincerità, “Vero? Lo penso anche io…” 

“Ti va di andare a giocare nella vecchia camera di papà? Mi ha detto che da qualche parte c’è ancora un baule pieno dei primi Tiri Vispi che hanno inventato lui e zio Fred, ma non l’ho ancora trovato.”

 

[2018]

“Scricciolo?” Bill da un paio di tocchi alla porta e sbircia nella camera della figlia. 

Dominique si appresta a pulirsi le labbra dalle briciole della torta che ha preparato mamma quella mattina, “Papà, che succede?” 

“Niente di particolare.” S’affretta a spiegarle, entrando nella stanza. Si siede vicino a lei sul letto, le toglie le ultime briciole rimaste e sorride. “Domani torni ad Hogwarts e volevo salutarti per bene.”

“È già il terzo anno, cos’è questa formalità?” 

Incrocia le gambe e si gira verso il papà che si mordicchia il labbro, “Volevo darti una cosa, me lo chiedi sempre e pensavo fosse un bel regalo per il mio scricciolo che se ne va da casa per un sacco di mesi e mi lascia da solo.” 

“Prenditela anche con Louis, pure lui ti lascia solo!” 

Bill si mette a ridere e si passa una mano nei lunghi capelli rossi, “Vorrà dire che darò il mio orecchino a Louis e non a te.” 

“Il tuo orecchino a forma di zanna?” Dominique si fa dritta sul letto e si sporge verso di lui, finisce per cadere e si appoggia al suo petto con le mani, “Papà, sul serio?” 

 

[dicembre 2023]

“Mi stai ignorando.” Roxanne tamburella le dita sul tavolo. Il sussurro è abbastanza forte per raggiungere Dominique che è dall’altra parte della superficie.

La maggiore alza gli occhi sulla cugina, tenta irrimediabilmente di non cedere, ma sente che i suoi occhi verdi cominciano a pizzicare. “Che cosa dovrei fare?” le chiede, deglutendo e ritraendosi di qualche passo. 

“Parlarmi,” Roxanne apre le mani, poi ne porta una ad accarezzarsi il collo, “non mi hai rivolto parola tutta la sera…”

Le labbra di Dominique si divaricano un poco, ma lei si appresta a chiuderle: è il primo pezzo della corazza che ha deciso di mettersi attorno, il primo strato che si cuce addosso per proteggersi da un dolore che le schiaccia il petto e le toglie il respiro. “Forse non ho niente dire.” La guarda, incontra gli occhi nocciola della cugina e perde tutti i bei propositi che si era fatta durante gli ultimi mesi. 

“Non capisco.” Roxanne scuote il capo, calca sul pavimento con un movimento del piede e lancia lo sguardo verso il salotto per paura che qualcuno entri in cucina. 

Dominique ride, ma rompe subito la risata, “Lo so che non capisci, non capisci mai.”

 

[luglio 2023]

Dominique sta tentando in tutti i modi di pulirsi dalla sabbia che ha sulle mani, ma più ne toglie, più ne trova tra le dita: è una battaglia inutile. 

La risata di Roxanne la raggiunge in fretta, “Faresti prima ad andare a lavarti in mare, Nì.” 

“Dici?” la guarda, socchiudendo gli occhi a causa della luce del sole. Il suo tono di voce è ironico e non passa tanto prima che sul viso abbronzato dell’amica compaia un sorriso rilassato. 

Roxanne si alza in piedi e la invita a seguirla con un movimento del capo, “Andiamo a fare un tuffo.”

“L’acqua è congelata, An.” Dominique storce il naso e tenta ancora di togliere la sabbia dalle mani, questa volta pulendosi contro le gambe.

“Ti scaldo io.”

La spiaggia diventa d'improvviso l’inferno, è come essere abbracciati dalle fiamme eterne del peccato. Forse sono davvero le fiamme eterne del peccato, perché è Roxanne e Roxanne dovrebbe essere solo una cugina e niente di più, non dovrebbe avere quello spazio nel suo cuore. Invece è tutto, supera anche il ghiaccio dell’acqua che le tocca la pelle delle cosce e la fa urlare per la sorpresa, supera anche la paura di buttarsi ad occhi chiusi nell’abisso.

“F-fa freddo, An.” riemerge, le braccia le circondando il corpo bagnato nel tentativo di bloccare il contatto con l’aria fresca del pomeriggio. 

“Fa un freddo cane!” urla Roxanne, avvicinandosi divertita alla cugina e stringendola a sé. Le appoggia la fronte alla scapola e la tiene stretta, mentre le onde del mare cercano di spostarle di qualche centimetro. “Non lo facciamo mai più, è stato stupido.”

“Non ho più la sabbia tra le mani, però” Dominique sorride, mentre respira la pelle di Roxanne mischiata alla salsedine che ha sulle labbra.

“Ha funzionato.” 

Le dita di Roxanne accarezzano la schiena della cugina e si confondono tra le gocce di acqua che cadono dalle punte dei capelli dorati. 

“Ha funzionato.”

Dominique allontana la fronte e cerca gli occhi dell’altra. L’ha sentito davvero? Ha sentito davvero quel battito incessante e feroce sotto la pelle ambrata? Prova a cercare una conferma che arriva in pochi secondi. L’ha sentito perché quel battito c’è, esiste ed è davvero così feroce da spaccare il petto per il dolore. 

“Ha funzionato” ripete in un sussurro la minore, ignara che la sua mano si sia spostata senza averla comandata. Sta accarezzando la guancia bagnata di Dominique, la percorre lentamente ed è come le fiamme del peccato. 

Le sue labbra sono come le fiamme del peccato, così morbide contro il pollice. Il suo sapore è come le fiamme del peccato, così dolce e salato allo stesso tempo nella bocca di Roxanne. Ne vuole ancora, ancora e ancora. 

 

[2021]

James chiude gli occhi e si appoggia al tronco dell’albero, mentre ascolta con poco interesse Dominique che ripete, per l’ennesima volta, gli ingredienti dell’Amortentia

“Consumerai la pagina, a furia di leggerla.” La canzona divertito, ma lei fa finta di non ascoltare e nemmeno si degna di muovergli la gamba in segno di disaccordo. 

“Puoi anche studiare da solo, invece che rompere i…” È Roxanne che si infervora, ma non riesce a finire la frase perché viene interrotta da un colpo di tosse dell'amica che sta evidentemente cercando di censurarla. 

“Deve per forza stare qui? Non è nemmeno il suo programma.” James incrocia le braccia al petto e allontana la cugina più piccola con un movimento del piede. 

“Mi piace la voce di Nì, per questo sono qui,” Roxanne sorride tranquillamente e poi scuote le spalle, “la tua non mi piace, quindi potresti stare zitto.” 

Non si accorgono, presi come sono a litigare, che Dominique ha smesso di parlare per qualche secondo e che è arrossita sulle guance. Non si accorgono che qualcosa si mette improvvisamente nel posto giusto, lì nel petto della maggiore, che adesso stringe il libro di Pozioni con le dita fino a farle diventare più bianche di quanto la sua pelle già non sia. 

Non si accorgono che Dominique è pronta a guardare Roxanne in un modo diverso da quello che ha sempre fatto: la vedrà con una luce diverse negli occhi e poi seguirà il profilo del suo viso e studierà la sua voce, il tono che ha quando sta per fare una battuta, imparerà i suoi movimenti, il suo profumo e poi terrà ogni scoperta nascosta nella sua anima, fino a farsi male. 

 

[2016]

Roxanne, 

Sai che Hogwarts non è per niente come la descriveva Teddy? Avrei dovuto capirlo dal modo in cui Victoire cercava di non ridere, anche se lei ride per tutto quello che fa il fratellone. 

Hogwarts è straordinaria, vorrei che la potessi vedere con me. Con me un po’ ci sei, ti penso sempre durante le lezioni! Sono toste, ma credo di essere in pari con tutto, anche grazie ai consigli di zia Hermione. Devi cominciare a prendere ripetizioni da lei, è davvero molto brava. 

Chissà che stai facendo adesso... Mi manchi, Roxanne, con te non è lo stesso. 

 

[dicembre 2023]

“Cosa non capisco?” Roxanne appoggia le mani allo schienale di una sedia, le stringe e manda giù la scelta di Dominique di non guardarla per qualche minuto. Sta cercando le parole per ferirla di meno o per ferirla di più, ancora non lo sa.

“Io ti amo.” Sceglie invece di usare un sussurro, lacerato da un singhiozzo trattenuto, “Credevo che l’avessi capito, dopo l’orecchino.”

Le labbra di Roxanne si trasformano in due linee, “L’avevo capito.” 

“È l’unica cosa che riesci a dire? Non ti fai sentire per mesi e mesi mentre sei a scuola, neanche una lettera, neanche una risposta e l’unica cosa che… L’avevo capito?” Dominique incrocia le braccia al petto e poi si mordicchia il pollice. Non si cura del volume della voce, più alto dell’ultima dichiarazione che è uscita dalle sue labbra e non si preoccupa nemmeno dell’attenzione che potrebbe richiamare dal salotto. 

Roxanne rimane in silenzio, guarda verso il tavolo rovinato, focalizzandosi sul taglio che ha fatto lei da bambina con uno dei tanti fuochi artificiali di papà. 

“Non l’hai mai indossato.” È Dominique che continua a riempire quel silenzio, non trema più e non sente le fiamme dell’inferno che le accarezzano la pelle. Non v’è peccato, se una si tira improvvisamente indietro. “Freddy mi ha detto che l’hai nascosto nel cassetto in camera dopo che sei venuta da me quest'estate.”

Siamo cugine, Nì.”

 

[2015]

“Non mi piace Dominique” sussurra Roxanne, grattandosi il mento con fare misterioso. 

“Guarda che sono qui” risponde prontamente l’interpellata, mangiucchiando uno dei biscotti appena sfornati da Molly. 

“Non dico te, è che non mi piace che tutti ti chiamano Dominique.” 

“Mi chiamano Dominique perché è il mio nome.” Le suggerisce, alzando gli occhi dal libro che zio Charlie le ha regalato sulle creature magiche per fissarli sulla cugina che ha le braccia incrociate e sta guardando fuori dalla finestra con un broncio. 

“Posso chiamarti ? È particolare e sarebbe solo mio.” 

 

[dicembre 2023]

Siamo cugine, Nì.”

“Non chiamarmi Nì.” La ferma immediatamente Dominique, tornando a guardarla. Gli occhi le si sono riempiti di lacrime, ma non ha intenzione di scappare via. 

“Come dovrei chiamarti?” 

“Non chiamarmi e basta.” Le suggerisce, avvicinandosi al tavolo e toccando a sua volta la sedia davanti a quella a cui è appoggiata Roxanne. “Lasciami un po’ di tempo prima di tornare a farlo.”

La più piccola annuisce e si sforza di rimanere dov’è. Possibile che Dominique non capisca? Possibile che non si renda conto che la ama nello stesso modo, che le appartiene nello stesso modo e l’unico motivo per cui tiene l’orecchino nel cassetto è perché ha una paura matta di perderlo? Non riesce a dirlo però, le parole non hanno mai smesso di fare paura. 

Sono cugine, è davvero l’unica cosa con cui ha potuto riempire il silenzio. L'ha detto per fermare sé stessa ed evitare di trascinare l'altra dove non merita di stare: in un mondo di pregiudizi e odio. Non può permetterlo e sa che, sotto sotto, non potrebbe permetterlo nemmeno la sua dolce . È un amore che non potrebbe andare da nessuna parte, un amore che non può scegliere improvvisamente di alzarsi e scappare via: dove potrebbe recarsi? Rimarrebbe l'onta, il passato, il pensiero di aver spaccato una famiglia. 

“Solo un po’ di tempo” dice ancora Dominique, strizzando gli occhi. Probabilmente s’è resa conto lei stessa di quello che ha preteso, probabilmente s’è resa conto che è meglio così. Non c'è futuro in un amore che non può essere vissuto, non c'è futuro se l'unico bacio che si sono mai date è solo il ricordo feroce delle fiamme del peccato. 

“Se passi al negozio di papà prima della fine delle vacanze ti lascio l’orecchino.” 

“Cosa?” Dominique si affretta a negare con il capo, “Non voglio che ce l’abbia nessun altro se non tu. Tienilo, Roxanne, so che sotto sotto ti è sempre piaciuto tanto quanto a me.”

“Mi piaceva su di te.” 

 

[2020]

Le dita di Roxanne le accarezzano il lobo dell’orecchio e scendono verso la zanna bianca. La guarda bene, ne studia le sfumature grigiastre, così in contrasto con i capelli dorati della cugina che se ne sta seduta a leggere un libro. Lei, invece, ha il capo appoggiato alle gambe della prima e sorride. “Dovresti studiare anche tu.” La ribecca la maggiore, staccando gli occhi dalle pagine. 

“Tra qualche minuto inizio.”

Dominique scuote il capo e chiude il libro, “Lo stai dicendo da un’ora piena e non hai ancora controllato se hai portato qualcosa con te nella tracolla.” 

“Sto facendo qualcosa di molto più importante del compito di Pozioni.” 

“Sarebbe?” 

“Guardarti, ti ho mai detto che sei bellissima? L’orecchino di zio Bill poi ti dona in un modo particolarmente meraviglioso, sei tipo una dea e…”

Dominique si mette a ridere e la tira su con una spinta dei palmi, “Studia, per Merlino.

 

[dicembre 2023]

“Non dovresti dire certe cose.”

“Non dovrei, no.” Roxanne acconsente e si allontana dalla sedia, “Non avresti dovuto dire nemmeno tu che mi ami e io non avrei dovuto baciarti questa estate.”

“Diamoci tempo, non voglio perderti.” È un'assoluta verità. Non voglio perderti risuona tra le pareti della cucina, rimbalza sulla carta da parati e va un po' verso la più piccola e un po' torna verso Dominique, a raccontare quello che ha trovato in giro. Ha trovato la teglia di biscotti preparata da Molly, ha trovato l'impasto lasciato nella biella di ceramica bianca, ha trovato le labbra di Roxanne tirate dall'ansia e il battito del suo cuore feroce. Ha trovato che anche se non si vogliono perdere, si stanno perdendo comunque. Ha trovato che dovranno imparare ad accontentarsi del vento della primavera, del caldo del sole dell'estate, del freddo della neve d'inverno e dovranno smettere di cercare le fiamme. Non ci deve essere spazio per quelle. 

Roxanne ci rinuncia dopo qualche secondo, annulla con amarezza quella sensazione che le ha detto per mesi, mentre era sola ad Hogwarts, di combattere per la sua Nì e si mette a ridere, “Non mi perdi, se non erro sei in debito con me di nove galeoni per una scommessa.” 

Dominique scuote il capo e incrocia le braccia al petto, ma non riesce a contenere l’ombra di un sorriso sulle labbra, “Sei impossibile.”

“Lo so.” 

 
Questa storia partecipa agli Oscar della Penna 2022 indetti sul Forum Ferisce più la penna.
Arrivare fin qui è stata una fatica, ma sono contenta di esserci. Roxanne e Dominique mi hanno consumato l'anima, tolto il sonno e fatto dannare per giorni, ma non avrei voluto nessun altro con me. Scoprirle è stata la parte più bella di questo viaggio, seppur sia convinta che sarà la prima e le ultima volta che toccherò questa coppia: i rapporti tra cugini mi mettono in difficoltà. 
Perché prendersi tanta pena? Il contest di VigilanzaCostante era troppo interessante per tirarmi indietro ed eccomi qui, qualche giorno dopo essermi iscritta, con una pazzia. Ho scelto di lavorare sul pacchetto di Dominique Weasley, che preveda l'obbligo di utilizzare l'elemento "orecchino a forma di zanna". Ci ho provato, insomma. 
Spendo due note sulle date prima di scappare via dall'imbarazzo: conto che Dominique e Roxanne abbiano tre anni di differenza, la prima nasce nel 2004 e fa gli anni indicativamente a marzo e la seconda nel 2007, con il compleanno a gennaio. 
Spero che la storia sia stata interessante, 
Sia 
   
 
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