Film > The Phantom of the Opera
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Autore: eliseCS    08/03/2021    0 recensioni
Cosa succede se Des si annoia, Amy e Una si impicciano un po’ troppo e Morty si fa prendere la mano?
Succede che un teatro prende fuoco, risponderebbe T. guardando tutti con disapprovazione.
Ma d’altronde, essendo il maggiore, scuotere la testa alle azioni dei suoi fratelli è quello che sa fare meglio.
È per questo che cerca di convincersi che se ancora sta aiutando Des è solo perché vuole evitare di far precipitare gli eventi un’altra volta – decisamente quel lampadario non avrebbe sopportato una seconda caduta.
E se stavolta Des sembra sicuro di quello che sta facendo, Amy è come sempre entusiasta e Morty sembra non interessato, dovrà ricordarsi che a Una non piace essere lasciata in disparte.
.
Perché forse la Musica della Notte non era ancora arrivata alle sue ultime battute e quella Christine era semplicemente quella sbagliata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/The Phantom, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Épilogue
love lives on
 
 
 
Quella giornata di inizio autunno era piacevolmente soleggiata e tiepida. La bambina corse lungo il marciapiede precedendo i genitori che erano scesi dall'auto subito dopo di lei.
«Grace aspetta che attraversiamo tutti insieme» la richiamò la madre facendola correre indietro ad aggrapparsi alla mano che il padre le aveva porto nel frattempo. Attraversarono la strada dirigendosi poi verso l'ingresso dell'Opéra Garnier.
Una volta al sicuro all'interno la bambina si liberò dalla presa dei genitori anticipandoli di nuovo saltellando appena facendo ondeggiare i riccioli scuri sulle spalle. Non era la prima volta che metteva piede in quel posto, sapeva benissimo dove andare. I due genitori non si preoccuparono più di tanto lasciandola andare avanti pur continuando a seguirla.
«Monsieur Destler, Madame, buon pomeriggio» li salutò uno degli addetti alla sicurezza mentre lasciavano la zona del foyer aperta ai turisti per immettersi in quella che portava alla sala prove dove si tenevano le lezioni di danza. Entrambi ricambiarono il saluto accompagnandolo con un sorriso e un cenno del capo. D'altra parte era impossibile che passassero per il teatro senza che nessuno li riconoscesse.
Christine De Chagny, ora Destler, lavorava ancora come fisioterapista per la compagnia di ballo ed Erik era ormai il direttore artistico del teatro da diversi anni - senza contare che occasionalmente si esibiva lui stesso con opere composte da lui o prestando la sua voce per le rappresentazioni che più lo ispiravano.
 
 
 
In quegli undici anni le cose erano sicuramente cambiate.
Tanto per cominciare Erik si era alla fine sottoposto agli interventi necessari affinché non dovesse più indossare la mezza maschera. Così facendo la cerimonia era stata rimandata, ma quando Christine aveva risposto alla sua domanda non aveva voluto sentire ragioni: non si sarebbe mai permesso di rovinare le foto del matrimonio.
Certo, non era stata una passeggiata: con il suo carattere aveva fatto scappare più di qualche infermiera e i medici avevano trovato pane per i loro denti in tema di risposte sagaci, ma alla fine aveva cercato di controllarsi davvero il più possibile. Tenendo in mente che in partenza era stato il padre di Christine a rendere il tutto possibile si era persino scusato – o forse era stato solo perché dopo il secondo intervento il chirurgo plastico aveva minacciato di ritirarsi perché i suoi nervi stavano per saltare...
Sperava di essersi fatto perdonare per tutto quando, una volta che il suo viso era completamente guarito, aveva invitato tutti ad una serata all'Opéra – la prima volta che si era fatto vedere in pubblico senza maschera – per un suo concerto solista al pianoforte dedicato a Christine che aveva lasciato tutti senza fiato e che aveva dato inizio alla sua aggiunta carriera da artista.
 
E poi Christine era rimasta incinta: il suo lato protettivo - possessivo aveva raggiunto nuovi picchi ma allo stesso tempo nessuno l’aveva mai visto comportarsi in modo cosi innamorato.
Quando Louis, il loro primogenito, era alla fine nato c'era stata la vera e propria trasformazione; per non parlare poi di quando era nata Grace quattro anni dopo. Con i figli pareva un uomo completamente diverso: certo, sempre inflessibile per quanto riguardava il rispetto delle regole, ma non perdeva mai occasione per viziarli.
Aveva appoggiato fin da subito il desiderio di Louis di fare danza classica, ancora così piccolo ma così motivato gli aveva ricordato qualcuno... e quando Grace gli aveva chiesto di suo volontà se poteva insegnarle a suonare il pianoforte era quasi scoppiato a piangere.
Christine e quei due bambini erano i suoi miracoli, il segno che alla fine la felicità era possibile anche per lui, che forse dopotutto il destino non ce l'aveva con lui come più volte gli era stato ripetuto in passato.
 
 
 
«Stanno ancora provando... posso restare a guardare?» la voce di Grace li richiamò entrambi.
Effettivamente dalle porte semiaperte della sala prove usciva ancora la musica del pianoforte unita ai richiami dell'insegnante di danza; sporgendosi appena si poteva riuscire a vedere i bambini che si apprestavano ad eseguire gli ultimi esercizi della lezione.
«Va bene, ma mi raccomando di non disturbare» si raccomandò Christine mentre Grace sorrideva contenta sgusciando dentro lo stanzone per sedersi nel suo solito angolino e seguire rapita i movimenti dei ragazzini e di suo fratello in particolare.
La donna diede un'occhiata all'orologio: «Mi sa che ne avranno per più di un paio di minuti. Siamo arrivati davvero in anticipo oggi» commentò rivolta al marito.
Lui si limitò a sorriderle furbo offrendole il braccio, che lei accettò. Le bastarono un paio di svolte lungo il corridoio per capire dove la stava portando.
 
Da quando c'erano i bambini il rifugio sul lago era diventato – con rimpianto di entrambi – disabitato.
Erik si era premurato di sigillare tutti gli ingressi in modo che nessuno avrebbe potuto accedervi neanche per sbaglio, ma non era un segreto che tutti e due fossero dispiaciuti per l'abbandono del posto.
Christine era rimasta molto più che sorpresa quando Erik le aveva comunicato che stava seriamente pensando di rivelare l'esistenza del lago sotterraneo al pubblico. Avrebbero potuto dire che il posto era stato rinvenuto durante le ultime ristrutturazioni dei livelli più inferiori del teatro e delle fondamenta, ed essere quantomeno sfruttato come attrazione turistica. Non che gli andasse così a genio che persone a caso potessero profanare il suo tempio della musica – di sicuro per l'accesso ci sarebbe stato un rigido regolamento scritto personalmente da lui – ma era comunque meglio che lasciare il luogo in balia dello sfacelo del tempo.
Oltre all'ingresso in Rue Scribe e quello attraverso il salto dell’impiccato, Erik aveva mostrato a Christine un'altra delle gallerie d'accesso per raggiungere il lago. Partiva sempre da uno dei vecchi camerini, solo che invece che da una botola si entrava attraversando uno specchio...
 
Incrociarono un'altra coppia lungo il corridoio, si stavano tenendo a braccetto: lui sembrava più giovane di Erik di qualche anno, aveva capelli castani e particolari occhi dorati; lei invece era ancora una giovane donna, sicuramente sotto i trenta, con i capelli biondi, gli occhi azzurri e le labbra a cuore.
Li superarono salvo poi fermarsi di colpo.
Ritornarono sui loro passi, Erik che chiamava uno sbalordito «Des?» mentre Christine pronunciava un «Amy?» quasi sottovoce.
Al che i due si fermarono a loro volta a fronteggiarli sorridendo apertamente alla coppia che li stava guardando incredula.
Erik non aveva più rivisto Des da quella volta che l’altro l'aveva avvertito dell'arrivo del suo malessere, e Christine non aveva incontrato Amy se non in quell'unica occasione al parco. Erano passati anni ma entrambi non erano cambiati di una virgola.
Marito e moglie si guardarono confusi a vicenda nel constatare che entrambi sembravano conoscere quelle persone, ma Amy fu più svelta di loro prendendo la parola per prima: «Sono così felice per voi! Te l'avevo detto che le cose sarebbero andate per il meglio!» esclamò abbracciando Christine di slancio. Des si limitò a scambiare una cauta stretta di mano con un altrettanto guardingo Erik redarguendo poi la sorella con lo sguardo.
«Tutto si è concluso come era destino che fosse» disse semplicemente. «E so che forse non ti piacerà, ma credo che ti troverai d'accordo con me sul fatto che è arrivato il momento di lasciarsi completamente alle spalle il Fantasma dell'Opera e le sue vicende. Adesso hai una famiglia a cui pensare dopotutto» così detto Des ed Amy fecero per allontanarsi, di nuovo a braccetto, ma Christine li segui di qualche passo.
«Ma Amy... Aspetta! com'è possibile? Tu...»
La ragazza sorrise facendole l'occhiolino: «Te l'ho detto quella volta Christine, ricordi? L'Amore non muore mai, e neanche invecchia se proprio vogliamo dirla tutta...»
«Auguro ad entrambi il meglio che il Destino avrà in serbo per voi» si congedò Des. «E... Erik? Non ce l'ho mai avuta con te, voglio che tu lo sappia».
Prima che potessero davvero rendersene conto erano già spariti così come erano apparsi.
 
E alla fine non ci fu nessun rifugio sul lago aperto al pubblico, nessuna galleria o segreto passaggio rivelato al mondo.
E forse la leggenda del Fantasma dell'Opera sarebbe rimasta nient'altro che una storia narrata da una ragazza spaventata nelle pagine del suo diario vecchio di un secolo, ma la Musica della Notte avrebbe continuato a risuonare tra le mura dell'Opéra Garnier di Parigi per lungo tempo ancora.
 
 
 
 
 








RINGRAZIAMENTI SPECIALI
A storia conclusa posso finalmente ringraziare coloro che l'hanno resa possibile, in particolar modo colui grazie al quale ha avuto inizio, più o meno centocinquanta anni fa, per le strade di Parigi, perché si annoiava.
Dedico quindi una menzione speciale a Destino, Amore, Tempo, Fortuna e Morte.
(Des, fammi un fischio la prossima volta che ti annoi, narrare le tue gesta è sempre un piacere)













Come promesso eccomi puntuale con l'aggiornamento, probabilmente per la prima volta da quando ho iniziato a caricare i capitoli di questa storia... Dopo due anni finalmente siamo riusciti a vederne la fine.
Come avevo detto nel capitolo precedente l'epilogo era già pronto da un pezzo, motivo per cui le modifiche che ho apportato rileggendolo prima di pubblicarlo sono state minime e per lo più riguardanti orrori ortografici: il finale è rimasto com'era la prima volta che l'avevo scritto (e per una volta potrei dire di non essere troppo dispiaciuta da come è venuto).
Nonostante so che probabilmente questi ultimi capitoli non saranno considerati praticamente da nessuno, dopo i "ringraziamenti speciali" mi sembra doveroso ringraziare le persone che all'inizio seguivano questa storia, e in particolare 
ondallegra che agli inizi mi spronava ad andare avanti con le sue recensioni.
Di solito quando termino una fic mi piace concludere dicendo "alla prossima storia", ma sarò sincera: non scrivo qualcosa da più di un anno ormai, mi sembrava corretto finire di pubblicare questa storia giusto perchè i due capitoli rimasti erano pronti, ma onestamente non credo ci saranno altri lavori da parte mia in un futuro più o meno immediato.
Di nuovo grazie a tutti per il supporto, mi scuso ancora per i tempi indecenti che vi ho fatto aspettare per il finale...

E.

 
   
 
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