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Autore: Shoshin    10/03/2021    2 recensioni
Ricordava che a volte la nonna la portava nel suo studio, metteva il cartello “scrittura intensiva: non disturbare” e chiudeva la porta. Sari poteva farle tutte le domande che voleva e lei rispondeva sempre con le parole più chiare e semplici che poteva.
Una volta Sari le aveva chiesto perché avesse deciso di essere una scrittrice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Misako Kurata, Sari Hayama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ticking Away'
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Scrittura intensiva: non disturbare.

Sari si divertiva un mondo con sua nonna.
Quando era ancora molto piccola, e contro la volontà di suo padre, lei le aveva regalato una macchinina elettrica come la sua, le aveva insegnato ad accenderla e a guidarla. Sari, però, preferiva sempre farsi portare dalla nonna, anche se stava diventando grande e in quell’automobilina ci stavano sempre più strette. Avevano quindi lasciato quella nuova a casa di Sari per usarla insieme quando erano lì.
Nonna Misako adorava gli scherzi. Una volta, sfrecciando nella macchinina con lei, aveva fatto finta di investire il piccolo Oji sotto gli occhi del suo papà che prontamente lo aveva sollevato sopra le loro teste al loro passaggio.
«Visto come è attento tuo padre Sari? La nonna testa i suoi riflessi anche fuori dalla palestra!»
E poi ridendo a squarciagola avevano continuato la loro corsa nei corridoi della casa.
Ricordava che a volte la nonna la portava nel suo studio, metteva il cartello “scrittura intensiva: non disturbare” e chiudeva la porta. Sari poteva farle tutte le domande che voleva e lei rispondeva sempre con le parole più chiare e semplici che poteva.
Una volta Sari le aveva chiesto perché avesse deciso di essere una scrittrice. Le sembrava un lavoro così serio e noioso.
Per lei, sua nonna avrebbe potuto essere un’animatrice, aprire un parco giochi, oppure avrebbe potuto fare il clown nel circo che ogni tanto passava in città. Avrebbe potuto lavorare anche in tv insieme alla mamma. Quando sua madre la portava con sé, lei spesso pensava che anche sua nonna si sarebbe divertita un mondo insieme a loro.
Invece le era capitato di entrare nel suo studio e vederla silenziosa e concentrata a battere le dita sul computer. A volte sembrava che non la ascoltasse, che non la sentisse nemmeno arrivare.
«Perché ti piace scrivere nonna?» le aveva chiesto. Era una bambina fin troppo curiosa Sari e non era stato un caso che avesse usato quella domanda. Ascoltare suoi perché era una delle poche cose che le facevano distogliere gli occhi dai tasti. Sari la vedeva girarsi nella sua direzione a fissarla da sopra le lenti degli occhiali con un sorriso.
«La mia bambina curiosa… Vediamo» le aveva detto, abbassando lo schermo del computer. Aveva afferrato un libro a caso dalla sua scrivania e aveva cominciato a sfogliarlo e poi a scorrere le dita sulle pagine. «Mi piacciono le parole Sari, mi piace scegliere quelle giuste.»
Sari arricciò le labbra, non soddisfatta da quella spiegazione, suscitando una leggera risata a sua nonna.
«Ad esempio» continuò lei «potrei dirti che sei una gran ficcanaso» le puntò un dito sul naso e la spinse un po' più lontana «Oppure potrei dirti che sei una bambina molto curiosa. E potrei aggiungere che tutta questa curiosità potrebbe causarti delusioni, talvolta.»
Sari annuì, stava cominciando a capire.
«Allora tu aggiusti le parole quando scrivi?» le chiese. Era come quando Sakue le diceva che era matta da legare nel perdere tempo dietro quel nuovo compagno di classe e invece lei voleva a tutti i costi farlo parlare un po' di più. Sakue doveva essere più gentile, come le parole di nonna Misako.
Lei ancora le sorrideva. Non era mai stata arrabbiata con Sari, nemmeno quella volta che aveva tirato i capelli a Oji.
«Mi piace raccontare qualcosa nel modo appropriato Sari. E a te cosa piace fare?» nonna Misako appoggiò il libro di nuovo sulla scrivania, si era alzata e si era messa a cercare qualcosa nella stanza.
«Karate!» Rispose subito lei. Era una delle sue cose preferite andare in palestra con il suo papà. «Ma anche giocare mi piace tanto nonna. Con le mie amiche, e con Oji.»
Sari salì sulla sedia della nonna lasciata vuota e cominciò a roteare dandosi leggere spinte contro la scrivania. Poi si fermò all’improvviso.
«Ascoltare la musica è un lavoro?» chiese. Aveva pensato di nuovo a quel nuovo compagno che non parlava con nessuno. Aveva sempre le cuffiette nelle orecchie e sembrava non sentire nulla di tutto quello che accadeva intorno a lui, come nonna Misako quando scriveva.
«Solo se lo fai in radio. Trovato!» Sua nonna tornò da lei, in mano un diario nuovo con due unicorni sulla copertina. Si accucciò davanti a lei e glielo mise in mano. «L’ho visto in un negozio e ho subito pensato a te, puoi scriverci quello che vuoi. Puoi aggiustare le parole come faccio io, o disegnare, quello che più ti piace.»
Sari spalancò la bocca e subito dopo le braccia, lanciandosi addosso a sua nonna. I regali inaspettati erano sempre i migliori, sua mamma glielo diceva sempre. E sua nonna era la migliore, anche questo le diceva sempre.
«Grazie nonna! Lo posso usare a scuola? Ci posso scrivere i compiti? Posso mostrarlo alla mamma?» Sari si allontanò un po’ da lei e la vide annuire. Poi scese dalla sedia per raggiungere la porta, mentre sua nonna si metteva di nuovo comoda davanti al suo computer, senza mai toglierle gli occhi di dosso.
«Sari?»
La voce di sua nonna la raggiunse quando già lei era nel corridoio, e la fece tornare indietro. La trovò ancora girata verso la porta, ad aspettarla.
«La nonna spera che tutta questa curiosità ti porti anche tanta gioia» le disse, guardandola da sopra le lenti dei suoi occhiali. Sari si chiese quali parole avesse aggiustato sua nonna in quel momento, glielo domandò.
«Quali parole hai aggiustato stavolta?»
«Sempre le stesse bambina. Sei una gran ficcanaso. Chiudi quando esci.» Si mise a ridere e le diede le spalle e così fece anche Sari tirando a sé la maniglia e guardando la porta. “Scrittura intensiva: non disturbare”.





Buon pomeriggio! ^^
Non sapevamo cosa fare e abbiamo pubblicato. XD
No, non è vero.
Tra qualche giorno arriverà la nostra long e abbiamo fatto un po’ mente locale su tutto il materiale che abbiamo scritto, connesso con la storia che racconteremo.
Il flash di questa shot è arrivato quando la long era già conclusa. E’ un’aggiunta, un arricchimento di quel racconto che abbiamo amato scrivere.
Abbiamo deciso di pubblicarlo oggi, per farvi annusare un po’ l’aria, per farvi un’idea di chi sarà protagonista della long.
E nella speranza che questo piccolo momento fra nonna Misako e la piccola Sari possa piacervi tanto quanto tutto quello che verrà! :)
Un abbraccio,
Shoshin ♥






   
 
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