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Autore: Clodie Swan    11/03/2021    6 recensioni
Una giovane donna aspetta in riva al mare il ritorno del suo amato. Passano mesi, ed anni ma nulla riesce a separarla dal mare e dalla speranza di vederlo giungere di nuovo. Ispirato ad una storia vera. Questa storia partecipa al contest
"Paint The Sky With Stars” indetto da LuceV sul forum di Efp.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pacchetto Watermark:

-Mare
-Nave
-Cappello (copricapo in genere, ovviamente)

 

Love is an ocean

In your heart is the island

where memories wash on the shore.

Love is an ocean.

Has the night taken from you

the one who belongs to you?

No. Love is forever.

Poema di Roma Ryan che ha ispirato il brano strumentale Watermark

 

La notte sulla spiaggia era bella come in sogno. Un cielo blu limpido, cosparso da milioni di stelle, si rifletteva sull’acqua del mare, calmo come una tavola. I piedi nudi di lei percorsero la sabbia bianca e finissima, fino alla riva. Le onde le bagnarono l’orlo del vestito bianco, come morbide carezza, in uno sciabordio armonioso, l’unico suono che regnava nella quiete notturna. La ragazza chiuse gli occhi godendosi l’aria salmastra e lasciò che il vento le spettinasse i lunghi capelli scuri. Si abbandonò alla nostalgia e ai ricordi. Riaprì gli occhi guardando l’orizzonte, in cerca di lui.
Lo stava ancora aspettando.
Si conoscevano da quando erano bambini, erano inseparabili e nessuno si sorprese quando molti anni più tardi si fidanzarono. Ciò nonostante, Manuel tremò quando andò a chiedere la sua mano, e il padre di Rebeca, si commosse quando diede il suo consenso e baciò in fronte il ragazzo. Sarebbero stati felici. Non vedevano l’ora di sposarsi ma non avevano abbastanza soldie le loro famiglie avevano ancora a casa tanti fratellini piccoli da crescere.
“Ho trovato un lavoro su un peschereccio.” annunciò un giorno Manuel trionfante. “Al mio ritorno potremo prenderci una casetta e ci sposeremo.”
Rebeca annuì con le lacrime agli occhi, non voleva separarsi da lui ma era necessario.
“Tornerò presto.” le promise. Lei gli strappò un ultimo, interminabile bacio e poi lo lasciò andare.
“Ti aspetterò.”rispose Rebeca “Non importa quanto ci vorrà.”
Erano passati giorni, settimane, mesi, ma lei non si staccò dalla spiaggia e dal molo, ogni giorno andava scrutare l’oceano in cerca della sagoma della nave che le avrebbe riportato il suo amore.
“Rebeca.” le dicevano “Non tornerà più.” Lei non ci credeva.
“Rebeca.” diceva qualcun altro “C’è stato l’uragano. Il mare non ha restituito nessuno.” Ma lei non ascoltava.
“Devi lasciar perdere, devi dimenticare.” Ma lei non se ne andava.
Rimase lì ad aspettò. Aspettò. E poi aspettò ancora.

 

Andrés si era separato dal gruppo per scattare una foto dal lungo mare e si ritrovò qualcosa di bianco e grande che gli ondeggiava intorno al viso. Per un attimo pensò che si trattasse di un gabbiano, invece era un cappello. Un grande e largo cappello di paglia. Si guardò intorno e vide in lontananza una donna anziana, vestita di bianco, che agitava un braccio rivolta a lui. Andrés scese gli scalini che portavano alla spiaggia, trascinandosi lo zaino pesante e la chitarra sulle spalle ed andò a restituire il cappello. La donna lo accolse con un sorriso amabile dipinto sul volto. Era di statura piccola, con i capelli neri raccolti, striati d’argento, la pelle grinzosa segnata dal sole e gli occhi scuri, pieni di dolcezza. Da giovane doveva essere stata carina. Riprese riconoscente il cappello e se lo mise intesta.
“Grazie, chico.”disse con semplicità la nonnina. “Fa molto caldo oggi.” Andrés sorrise colpito dallo strano abbigliamento della donna : sembrava un abito da sposa, ma non poteva essere. La signora si volse verso il mare e guardò assorta un punto lontano.

“Mi chiamo Rebeca. Sto aspettando il mio amore.” spiegò accennando l’orizzonte. “Vuoi un dolcetto?”
Andrés notò un carrellino che si tirava dietro. “Grazie.” rispose accettando l’offerta. “Le dispiace se aspetto per un po’ insieme a lei?”
Passarono qualche minuto a conversare, seduti sulla sabbia. Andrés era un musicista, Rebeca vendeva dolcetti tipici che preparava lei stessa. Il ragazzo suonò alla chitarra vecchie ballate che la vecchietta aveva amato da giovane. Rebeca gli regalò altri dolci e gli raccontò la sua storia. Andrés ascoltò a bocca aperta, guardando l’anziana in abito bianco, dallo sguardo perso e sognante rivolto verso il mare. Pensò a quello che doveva aver provato quella donna in tutti quegli anni, e cosa avesse provato Manuel disperso nell’oceano, in balia dei flutti, quando aveva capito che non sarebbe mai più potuto tornare a casa.

Giorni e notti si erano succeduti, i sogni della sua giovinezza erano andati alla deriva, ed il tempo gli era stato rubato, il tempo che avrebbe dovuto passare con lei, che lo aspettava in piedi sulla sua riva.*

“Mi piacerebbe scrivere una canzone su di lei.”mormorò il giovane prima di accomiatarsi.

 

Faceva caldo quella sera e Rebeca decise di fermarsi a dormire sulla spiaggia. Si sentiva troppo stanca per tornare a casa. Aveva venduto tutti i suoi dolcetti e posato il cappello sopra il carrettino ormai vuoto. Con le mani modello una piccola montagna di sabbia che le avrebbe fatto da cuscino e vi stese sopra un pareo blu. Aveva dormito lì molte volte in quegli anni, cullata dal mormorio del mare. Si coricò guardano il sole che tramontava, tingendo il cielo di rosso, e si accorse che avevano cominciato a radunarsi dei nuvoloni. Un coro di gabbiani agitati cercò di avvisarla che era in arrivo una tempesta, ma lei non ci badò. Sentì che le forze l’abbandonavano e tutto quello che desiderava era poter riposare, lì dove aveva visto per l’ultima volta Manuel.A destarla fu il crepitio della tempesta. Un vento caldo, proveniente dall’Africa, sferzava l’aria sollevando i cavalloni. Cominciò a piovere, ma era una pioggia fina fina che non dava fastidio. Uno squarcio in mezzo alle nuvole rivelò il colore ancora infuocato del cielo e sulla linea  dell’orizzonte fece la sua comparsa una nave. Era un’imbarcazione piccola e senza pretese il giorno in cui era partita, ma al suo ritorno, nonostante le reti strappate e lo scafo consunto, aveva qualcosa di maestoso mentre affrontava le onde con coraggio. Rebeca vide una figura sulla prua che guardava nella sua direzione. Si sollevò su un fianco, aspettando l’arrivo della nave, lasciando che la brezza tiepida le portasse via le lacrime: Manuel stava tornando.

Troverò un modo per tornare a casa.
La mia luce sarà la luna
E il mio sentiero l'oceano.
La mia guida la stella del mattino
Mentre navigo verso casa da te.

Chi allora può riscaldare la mia anima?
Chi può sedare la mia passione?
Fuori da questi sogni, una barca
Salperò a casa da te.**

La nave impiegò diverso tempo per arrivare. La tempesta nel frattempo si calmò e il cielo assunse un colore violetto. Le stelle comparvero una ad una, mentre Manuel saltava in acqua e lentamente la raggiungeva. Non era invecchiato di un giorno: gli stessi riccioli scuri, la stessa pelle abbronzata, lo steso fisico asciutto, impregnato di salsedine. Avanzò con la camicia bianca, slacciata fino al petto e i pantaloni neri inzuppati d’acqua. Il suo sguardo era pieno di tristezza quando le fu vicino e le offrì una mano per rialzarsi. Rebeca si sentì leggera come una piuma, senza più dolori alle ossa, al pieno delle forze. Manuel le accarezzò il viso e le sciolse i capelli, che le ricaddero neri e setosi intorno alle spalle. La donna si guardò le mani e si accorse che non erano più nodose e avvizzite ma di nuovo affusolate e morbide come batuffoli di cotone.

“Mi hai aspettato.” disse finalmente Manuel.
“Te lo avevo promesso.”sussurrò lei
“Potevi dimenticarmi. Trovare un altro...”disse ancora, visibilmente dispiaciuto.
“Non avrei mai potuto!”ribatté Rebeca solennemente.
“Hai passato tutti questi anni da sola...”mormorò commosso Manuel.
“Mi sono sembrati pochi giorni ora che sei tornato.” lo rassicurò l’amata accarezzandogli il volto.

Manuel scoppiò in lacrime e la strinse tra le braccia. Rebeca pianse con lui e lo abbracciò forte per un tempo indefinito.“Sei pronta per andare a casa?” le chiese quando ebbe sciolto l’abbraccio. Rebeca annuì e lo prese sottobraccio. La nave era sparita e nel cielo limpido la luna disegnava un sentiero azzurro sulla superficie dell’acqua. Lo percorsero insieme per scomparire nell’infinito.

 

La vecchietta si era addormentata per sempre con il sorriso sulle labbra. Non ci volle molto tempo per organizzare il suo funerale e tutti furono concordi che le ceneri di Rebeca sarebbero state gettate in mare dal molo sui cui si era recata ogni giorno. Vi parteciparono molte più persone del previsto, la notizia finì perfino sui telegiornali locali, e il sindaco propose di farle erigere una statua. La storia di Rebeca continuò a vivere nella canzone che quel ragazzo, come promesso, scrisse per lei e che in breve diventò un grande successo. Il mondo poté così conoscere la vicenda di quella donna in abito da sposa che aspettò fedelmente il ritorno dell’amato per lunghi anni sulla riva del mare.

 

* tratta da On your shore

* *tratta da Exile

 

Note dell’autore: la storia è ispirata ad un fatto realmente accaduto in Messico ad una donna di nome Rebeca Mendez Jimenez di Puerto Vallarta. Da giovane Rebeca si fidanzò con Manuel, ue poco prima del matrimonio, nel 1971, questi partì per una battuta di pesca, promettendo all'amata di tornare al più presto. Sfortunatamente il peschereccio sul quale il ragazzo si imbarcò non fece mai ritorno. Rebeca, disperata, continuò ad aspettarlo al Muelle de San Blas, vestita in abito da sposa. La donna morì nel settembre del 2012, dopo aver aspettato il suo grande amore per tutta la vita. Durante un viaggio nella cittadina di Puerto Vallarta, il cantante dei Maná, Fernando Fher Olvera, conobbe l'anziana Rebeca e, ascoltata la sua storia, decise di scriverne una canzone.

Ho scoperto questa canzone soltanto di recente e mi sono incuriosita. La sua storia mi ha commosso e ho pensato che meritasse di essere condivisa. Ho cambiato solo nome del cantante nella storia, visto che non si tratta di una ff su gruppi musicali, il personaggio di Andrès è comunque ispirato a lui. L’occasione di scriverla è arrivata con questo contest, in cui i brani di Watermark rispecchiano in qualche modo la malinconia di questa vicenda.

  
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