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Autore: aurora giacomini    12/03/2021    4 recensioni
Sono innamorata della notte. Un amore che non considero a senso unico: mi protegge e consola da sempre.
C'è però qualcosa di ancor più tangibile da cui posso trarre giovamento.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12 Marzo 2021
 
 
La Notte
 
 
Il sole che tramonta dietro la bianca collina, ora rossa ed arancio causa i raggi dell'astro morente, mi trasmette un senso di laconica allegria.
E' l'ora in cui i sensi si risvegliano e l'anima prende il suo respiro.
Probabilmente, se potessi trasfigurare la notte in un'entità portante le stesse fattezze della mia specie, corteggerei la creatura con drammatico trasporto. La farei mia. Strappandola senza rimorso all'Uomo.
Non mi è possibile farlo. Lascerò dunque la fantasia libera di vivere. Immaginerò le tenebre come braccia protettive avvolte al mio corpo. La luna come un occhio che, attraverso le sue fasi, si ridurrà fino a sembrarmi un candido sorriso. 
“Comincia a fare fresco...” sospira la donna che ho seduta al fianco.
Mi volto a guardarla. Ormai è quasi impossibile scindere la pelle dalle ombre.
“Sei bellissima...” le dico. Un secondo prima che possa replicare imbarazzata, decido di condividere i miei pensieri.
“La tua pelle nera mi ricorda la notte... il tuo sorriso la luna...”
Nasconde il viso dietro le lunghe e sottili dita, “no...” mugugna.
“No cosa?” Sbuffo con le narici, divertita dal suo tenero disagio.
“Non farlo... m'imbarazzo da morire...!”
“Non è certo colpa mia se m'incanti... e poi, ci siamo solo noi quassù.” Le sposto una ciocca scura dietro l'orecchio, “noi esseri umani lo facciamo così spesso: guardiamo ben oltre ciò che possiamo scorgere, bramando desideri foschi e a cui spesso non sappiamo neppure dare un nome. Quando ci basterebbe voltarci.”
Finalmente scosta le mani e mi guarda, “scema...”
L'unica parte di lei che ancora riesco nitidamente a distinguere è la bianca ed inviolata sclera, ne faccio il punto di riferimento sperando di puntare alle pupille, “sei la notte in cui posso rifugiarmi anche quando il sole mi affligge con quel suo sguardo bieco ed accusatorio...”
Il bianco si fa così grande da sembrarmi davvero il pallido satellite. Un secondo dopo, labbra carnose e tiepide catturano le mie.
“Il mio latticino...” sussurra, ancora così vicina da farmi piacevolmente rabbrividire l'anima.
“Speravo in una 'Via Lattea'...” rido, “ma va bene.”
Mi bacia ancora.  “La mia alba... la mia Aurora...” altro bacio, “le luci vibranti del Nord che colorano la mia vita...”
“Sì, però ora divento un peperone... altroché latte...!” 
  
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