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Autore: evelyn80    15/03/2021    11 recensioni
«Aveva appena riposto la Stratosambora – la sua amata chitarra – nel bagagliaio dell'auto, quando Luca si rese conto di aver dimenticato le chiavi di casa nell'aula della Factory Music dove aveva appena tenuto la sua ultima lezione di musica. [...] Tornò sui suoi passi per andare a recuperarle, ma non appena provò a spingere la porta d'ingresso ebbe una brutta sorpresa: Marilena – la segretaria della scuola – era già uscita, chiudendo a chiave.»
Quattordicesima classificata a pari merito al contest "Storie Alfabetiche" indetto da Lady.Palma sul forum di EFP
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Luca'
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La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo

 

 

Aveva appena riposto la Stratosambora – la sua amata chitarra – nel bagagliaio dell'auto, quando Luca si rese conto di aver dimenticato le chiavi di casa nell'aula della Factory Music dove aveva appena tenuto la sua ultima lezione di musica. Buttò il giubbotto di pelle sul sedile del passeggero e tornò sui suoi passi per andare a recuperarle, ma non appena provò a spingere la porta d'ingresso ebbe una brutta sorpresa: Marilena – la segretaria della scuola – era già uscita, chiudendo a chiave.
«Cazzo», sibilò il ragazzo, passandosi una mano nel caschetto di capelli biondi, «e ora come diamine faccio?».

Decise di fare il giro dell'edificio per vedere se poteva trovare un altro accesso, magari una finestra lasciata aperta. E, difatti, ne trovò una che affacciava proprio sull'aula di canto, quella del suo migliore amico e collega di band.
«Fausto, sei un grande», mormorò tra sé e sé, ringraziandolo mentalmente mentre si apprestava a scavalcare il davanzale. Girò attorno lo sguardo, furtivo, per essere sicuro che nessuno lo vedesse e potesse scambiarlo per un ladro, poi si lasciò cadere pesantemente sul pavimento della classe.
«Ho un futuro da malvivente, se mai dovesse andarmi male la carriera musicale», sussurrò con un ghigno mentre, in punta di piedi, si dirigeva verso la propria aula. Infilò piano il corridoio, e stava proprio per scivolare nella stanza quando l'allarme antifurto scattò, il suono stridulo della sirena a spaccargli i timpani. Lanciò un grido acuto.
«Ma che cazzo!», esclamò, tappandosi le orecchie e correndo alla scrivania per recuperare le chiavi. Nonostante fosse sicuro di averle lasciate sul piano di formica, però, non riuscì a trovare il mazzo da nessuna parte. «Ora sì che sono nella merda!», gridò di nuovo, guardandosi freneticamente intorno alla ricerca delle chiavi perdute che, però, sembravano essere sparite nel nulla.
Piegò le ginocchia per chinarsi a guardare sotto le sedie e finalmente le vide, nell'angolo opposto della stanza: evidentemente dovevano essergli cadute di tasca e qualcuno dei suoi allievi doveva averle calciate via senza accorgersene, oppure se ne era reso conto ma aveva preferito starsene zitto.
«Quasi quasi, la prossima volta gli faccio studiare tutti gli accordi di Fight fire with fire dei Metallica», sibilò con rabbia per poi fiondarsi in fondo alla stanza, raccogliere le chiavi e correre di nuovo alla finestra aperta, prima che gli agenti della vigilanza privata facessero irruzione nell'edificio e lo cogliessero con le mani nel sacco... anzi, nel mazzo.
Rimase agganciato alla valvola del termosifone mentre scavalcava di nuovo il davanzale, e fu costretto a dare uno strattone che gli strappò inevitabilmente i jeans nuovi. Sibilò per il disappunto, ma non poté fermarsi a constatare il danno per paura che i vigilanti fossero proprio dietro l'angolo, pronti ad arrestarlo senza neanche stare a sentire le sue ragioni.
Trasse un lungo respiro per calmarsi soltanto quando fu di nuovo al sicuro, a bordo della sua auto: ce l'aveva fatta, nessuno avrebbe mai potuto accusarlo di aver fatto scattare l'allarme!
Una volta chiuso lo sportello con la sicura e messa la cintura di sicurezza, Luca mise in moto la macchina e si immise nel leggero traffico del piccolo paese di provincia, proprio quando dal lato opposto della strada faceva la sua apparizione l'automobile bianca e blu della vigilanza privata. Veloce svoltò a destra, con un ultimo sguardo allo specchietto retrovisore: i due agenti stavano scendendo dalla macchina guardandosi attorno circospetti.
Zufolando un motivetto allegro con le labbra – per festeggiare lo scampato pericolo – portò la mano destra alla tasca posteriore dei pantaloni, tastando alla ricerca del proprio portafogli e lasciandosi sfuggire un gemito quando non lo trovò: evidentemente doveva essergli caduto mentre scavalcava il davanzale, e ora si trovava là, in bella vista sul pavimento dell'aula della Factory Music, muto testimone della sua piccola effrazione.

 

Spazio autrice:

Devo ringraziare innanzi tutto Lady.Palma per aver indetto questo contest così stimolante, al punto tale da farmi abbandonare la mia risoluzione di non partecipare ad altri concorsi in questo periodo, e facendomi rispolverare il mio OC Luca che da tempo avevo riposto in un cassetto.
La sfida del contest consiste nello scrivere una storia che abbia ogni frase che inizia con ogni lettera dell'alfabeto, in ordine alfabetico appunto, dalla A alla Z. Per comodità, le ho messe in grassetto per farle risaltare nel testo. La sfida nella sfida è quella di creare una storia che non sia forzata nonostante l'obbligo, e devo dire che mi sono divertita moltissimo a scrivere questa piccola shot, che spero possa soddisfare la giudice.
Lascio qualche piccola informazione sul mio OC.
Luca è un giovane chitarrista (e la sua chitarra si chiama “Stratosambora” perché è una Fender Stratocaster “Richie Sambora”) che, tra i suoi vari impieghi, annovera l'essere maestro di chitarra alla “Factory Music”, una scuola privata di musica di mia invenzione. Oltre a questo, suona in una Tribute Band insieme a suo fratello Mirko, che suona il basso, e ai suoi migliori amici Fausto e Andrea, rispettivamente cantante e batterista. Fausto, come lui, insegna canto alla scuola di musica.
La canzone citata nel testo, “Fight fire with fire” dei Metallica, è classificata come una delle canzoni con accordi più difficili, per questo Luca pensa di usarla come “punizione” per i suoi allievi.
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

  
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