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Autore: fenris    15/03/2021    2 recensioni
Pochi mesi dopo la prima sconfitta di Voldemort, l'intero mondo magico attraversa la sua più grande crisi. Le Ley Line, i condotti magici che attraversano l'intero pianeta, si risvegliano spedendo quasi la metà della popolazione mondiale sulla Terra dei Rifts, un mondo post apocalittico dove i pericoli sono in ogni angolo e le più varie nazioni si rimettono in sesto combattendo l'una contro l'altra o contro creature per cui i mortali non sono misere pedine. Vent'anni dopo un uomo cammina insieme ai propri compagni nella speranza di ritrovare i propri cari prima che la loro vita sia spezzata dall'ennesima battaglia
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rifts chronicles '
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Se si poteva dare un pregio a Voldemort, è che sapeva come rendere le sue ultime battaglie spettacolari e soprattutto difficili per qualsiasi avversario. Il mago un tempo conosciuto come Tom Riddle si muoveva come una saetta tra i suoi avversari, schivando incantesimi e laser mentre rispondeva con le proprie magie o evocando altri serpenti.


 

Il Sacro Terrore evocato da Luna era già sparito, troppo danneggiato dai continui attacchi per proteggere la sua Trasmutatrice, che ora combinava i suoi incantesimi con quelli di Hermione e Ginny, distruggendo alberi nel loro tentativo di ferire il loro nemico con le loro dimostrazioni di potere, tra lampi fiammeggianti e oggetti lanciati con la telecinesi.


 

I combattenti più fisici del gruppo, cioè Galahad, Theo, Moody ed Harry si muovevano con agilità mescolando le loro abilità magiche con quella all'arma bianca. L'esperienza dei primi due in particolare si stava rivelando più che utile ogni volta che guadagnavano abbastanza spazio per menare poterosi colpi al mostruoso avversario, e la Psi- spada di Theo bruciava le sue scaglie con facilità.


 

Harry era il più aggressivo di tutti. Muoveva la sua spada fino a stancarsi, facendo ricorso a qualsiasi goccia di energia magica che avesse in corpo, saltando sulle spalle di Voldemort per cercare di decapitarlo o sparargli i suoi migliori incantesimi per indebolirlo poco a poco.


 

Per l'ennesima volta vesse scagliato a terra da un brusco movimento dell'avversario. Riuscì a sollevarsi appena in tempo per schivare una potente saetta e osservare il resto del campo di battaglia, e i suoi occhi verdi si posarono su Neville che stava tenendo a bada alcuni serpenti senza accorgersi di uno che stava per arrivare alle sue spalle.


 


 


 

“ Spostati, Neville!”, gridò Harry sparando un raggio di energia per distruggere il rettile che aveva quasi morso l'amico.


“ Grazie!”, rispose questi creando sua volta un potente raggio gelido che sparò contro Voldemort, ricoprendo le sue scaglie con un fitto strato di brina. Infuriato lo stregone creò una potente ragnatela di fulmini che aveva lui come epicentro, colpendo tutti i suoi avversari, che restarono non poco intrizziti dalla scossa nonostante le protezioni Mega- danno.


 

“ Perchè resistete? La maggior parte di voi sono purosange. Potreste avere un nuovo posto nel mio mondo.”, esclamò inferocitò l'anziano Serpeverde, gesticolando con le sue dite artigliate mentre approfittava della temporanea paralisi dei suoi avversari per riprendersi.


 

“ Oh, non venderci quella cretinata. A te non fregava niente della purezza del sangue.”, gli rispose Ron tornando a sparare, alternandosi a volte con dardi infuocati e raggi energetici.


 

“ Infatti. Volevi solo una scusa per radunare seguaci per la tua stupida guerra.”, disse Theodore, lanciando a sua volta una serie di fulmini dalla sua Psi- spada, riempiendo la pelle del nemico con piccole ferite prima di gettarsi su di lui, venendo avvolto da un altro serpente creato col braccio dell'obbiettivo. Il Cyber Cavaliere dovette trattenere il fiato per non soffocare in quella presa squamosa.


 

“ Già, seguaci possibilmente più fedeli dei tuoi genitori- disse sibilante l'uomo, che aveva notato la somiglianza del giovane con Nott senior- quanto ci hanno messo a rinnegarmi, eh? Si sono già venduti dopo che sono sparito per colpa di Harry Potter?”, chiese stringendo con più forza, rendendo il giovane guerriero quasi viola prima che Neville gli sparasse dove poco prima si trovava il gomito, riuscendo a liberare il compagno di squadra.


 

“ Lascia stare i nostri genitori e pensa al tuo problema più incombente. Me.”, disse il giovane druido buttando a terra l'E- Clip scarica per prenderne un'altra e tornare a sparare contro il nemico, che riassunse la sua forma di serpente e percorse l'intera radura cercando di fuggire, trovandosi bloccato da una certa sacerdotessa di Lugh.


 

Prima che Voldemort potesse chiudere le sue zanne su Ginny e inghiottirla intera, la rossa riuscì a portare la sua Staffa della forza davanti all'occhio della bestia per sparare un potente fiotto di energia magica che lo spedì indietro con un fiume di sangue proveniente dalla parte colpita. Nonostante il dolore, il malvagio mago non si arrese e formò un altro raggio di energia per ferire la ragazza, venendo però bloccato da una forte presa telecinetica causata da Ron, Hermione e Luna, mentre Moody gli lanciò addosso una rete formata da vari raggi di energia, robusta quanto la sua armatura Mega- danno.


 

Harry quindi scattò con tutta la forza che aveva nelle gambe, attivando nuovamente la Spada di gelo, raffreddando l'aria con tutto l'intento di infilare la lama nella carne di quell'assassino. Voldemort si liberò per un istante deciso a impedire quell'attacco, venendo bloccato da un doppio assalto a base di fulmini di Theo e Galhad, bloccandogli la vista per un singolo e fatale istante.


 

La spada del moro si piantò quindi nella testa da cobra di Voldemort, che urlò mentre le sue molecole si sgretolavano grazie all'energia congelante che circondava l'arma.


 

“ Ritornerò....”, disse il serpente umanoide con un ultimo ringhio prima che il suo corpo si rompesse in migliaia di squame, lasciando solo il suo anello per terra. Per diversi istanti nessuno volle cantare vittoria, temendo fosse l'ennesimo trucco e si limitarono ad ansimare pensando che Voldemort sarebbe riapparso da quell'oggetto quasi insignificante. Solo quando Harry fece sparire la sua spada di ghaiccio tutti si lasciarono andare, cadendo a terra e prendendo grossi respiri di sollievo.


 

“ Oh, santi dei, ce l'abbiamo fatta. Credevo che ci avrebbe mangiato alla lunga.”, disse Ron lasciandosi andare a terra, prendendo giusto un po' di respiro prima di aiutare Hermione coi feriti, usando le proprie abilità curative per chiudere le loro ferite.


 

“ Bene, non resta che distruggerlo, sperando che le nostre armi Mega- danno funzionino.”, disse Galahad una volta che tutti furono di nuovo in sesto, a osservare quell'oggetto causa di tanti guai.


 

“ Provo io.”, affermò Nott, avvicinatosi una volta ripreso con la Psi- spada in mano, calandola sull'Horcrux finendo solo per per spingerlo via. Continuò per qualche secondo a calare la lama di energia sull'anello, prima di avvolgerlo tra le fiamme con la sua pirocinesi, ma anche dopo era intatto.


 


 

“ Mhh, come temevo. L'energia di questo mondo deve averlo rafforzato all'inverosimile. Ci vorrà qualche oggetto sacro o un'arma runica di un certo livello.”, disse nuovamente Galahad incrociando le braccia tatuate. Tutti inarcarono un sopracciglio a quel commento, le armi citate dall'Atlantideo erano rarissime e si trovavano solo in antichi templi o nei mercati degli Splugorth a prezzi altissimi. E anche se maghi e folletti avevano portato dal loro mondo vari metodi per incantare un oggetto in maniera più versatile, le loro armi non raggiungevano ancora il livello di potere di altri artefatti di quella dimensione.


 


 

Non avrebbero neanche potuto chiedere al re di distruggerlo personalmente, siccome Caliber- X era un'arma più tecnologica che mistica.A Luna però venne in mente una cosa e si rivolse verso Ginny.


 


 

“ Ehi, Ginny, tu non hai una delle staffe dell'albero sacro?”, domandò all'amica.


 

“ Pensi che funzionerebbe?”, chiese questi alzando la sua Staffa della forza, ricordando il giorno in cui l'aveva ottenuta. Due anni prima aveva accompagnato in missione il grande sacerdote dove il loro gruppo rischiò la vita. Fu col sacrificio di molte vite e con un colpo fortunato che lei inflisse a un capo Fomoro che riuscirono a tornare. Arrivata davanti all'albero senti una sorta di richiamo provenire da esso e avvicinandosi si ritrovò senza neanche accorgersene la sua nuova arma in mano, caso rarissimo da quando avevano ricostruito Hogsmeade.


 

“ Considerando la natura degli Horcrux e dell'Albero millenario potrebbe anche succedere. Di certo è quanto di più vicino abbiamo a un oggetto sacro.”, s'intromise Hermione. Anche gli altri concordarono e dunque la sacerdotessa decise di provare. Tenendo ben stretta la sua staffa si avvicinò al vecchio anello dei Gaunt e canalizzò un rivolo di magia nel bastone, alzandolo sopra la testa.


 


 

“ Lugh, signore di ogni arte, protettore delle isole britanniche, rispondi alla mia chiamata e concedimi il potere di distruggere quest'abominio.”, disse con tono aulico prima di buttare la punta della staffa sull'anello. Con sua enorme sorpresa il colpo si fermò però a mezz'aria, bloccandole le braccia mentre ognuno dei presenti sentì l'energia nell'aria aumentare all'improvviso.


 

“ S- si sta già rigenerando?”, domandò Neville spaventato. Ron espanse ancora una volta i suoi sensi, avvertendo il potere che ora sembrava avvolgere la radura e tutti loro, concentrandosi in particolare attorno a Ginny e la sua arma.


 

“ No, non è qualcosa di malvagio. Forse...”, disse mentre anche i suoi compagni cominciavano ad accorgersi della vera origine di quel fenomeno. Linee bianche apparvero sopra l'anello, che cominciò a lievitare mentre attorno ad esso si formava un grande volto umano dotato di corna al quale tutti si inchinarono.


 

L'apparizione non aveva lineamenti ben definita a parte le lunghe corna da cervo, ma era non di meno bellissima ed emanava una grande aura di carisma e potere che sembrò dare ulteriore sollievo agli stanchi animi di coloro che avevano sconfitto Voldemort.


 

“ Alzati, giovane Weasley. Anche quest'oggi mi hai servito bene. Ma il vostro lavoro non è finito.”, disse la voce di Lugh rivolta alla sua servitrice, che alzò lo sguardo sconvolta da quell'insperato richiamo.


 

“ Mio signore. Non ho parole per l'immensa fortuna che ho nel ritrovarmi al vostro cospetto.”, disse la sacerdotessa con un filo di voce, chinando il capo in pura umiltà e rispetto.


 

“ Non si tratta di fortuna, ma di dovere. Il vostro nemico sarebbe stato un pericolo per tutte le isole britanniche se avesse recuperato il suo potere e influenza. Vi siete fatti valere come grandi campioni nel sconfiggerlo. Eppure ancora un pezzo della sua immonda anima sopravvive nel vostro mondo nativo.”, disse grave il capo del pantheon celtico.


 

“ Sapete dove si trova dunque?”, domandò Ginny, ma il dio cornuto scosse la testa, ogni movimento accompagnato quasi da un cambiamento nell'energia magica della radura.


 

“ No, purtroppo. Negli altri piani del Megaverso le mie abilità divinatorie sono piuttosto limitate. So solo che è l'unico Horcrux rimasto nel vostro mondo e che fu affidato a uno dei suoi seguaci più influenti. Sarà vostro dovere trovarlo e distruggerlo una volta per tutto. Inoltre, giovane Potter...”.


 

“ Sì, mio signore...?”, chiese il suddetto strisciando umilmente, sentendo il proprio potere impallidire in confronto a quello di Lugh. Cos'era l'essere che avevano appena combattuto di fronte al vero signore dell'Inghilterra?


 

“ Tu avrai un grande ruolo nel distruggere molti altre creature maligne nel corso della tua vita. E l'oggetto che sto per liberare dall'essenza di Voldemort ti aiuterà nelle tue missioni. Esso venne creato da colui che regola il flusso delle anime e assieme ad altri due oggetti, uno dei quali già possiedi, ti darà un potere che non puoi immaginare.”, affermò il dio con un tono a metà tra il paterno e l'aulico. Ma Harry non era esattamente eccitato all'idea di usare qualcosa appartenuto a Voldemort, per quanto potere gli avrebbe dato.


 

“ Non voglio niente che sia stato usato da Voldemort in una simile maniera. Ho già dovuto ospitare un pezzo della sua anima”, disse il giovane Mago da battaglia stringendo i pugni infuriato prima che i bianchi occhi di Lugh divennero più sottili e l'aura che emanava più pesante al punto che anche Ginny per un istante ebbe paura.


 

“ Quest'oggetto non è semplicemente un artefatto necromantico. E' il tuo diritto di nascita e nelle tue mani sarà uno strumento di giustizia.”, istruì nuovamente la divinità, con parole più ferme che mai.


“ Comprendo, lord Lugh. Farò in modo di non deludere né voi, né Camelot.”, non potè che dire Harry chinando il capo mentre lo sguardo di Lugh passò sul resto della spedizione.


 

“ Per quanto riguarda voi altri, avete combattuto con grande valore e abilità. Nelle prossime battaglie che attraverseranno le nostre isole e tutta la Terra dei Rifts, il vostro aiuto sarà fondamentale, avete la mia benedizione.”, concluse il dio mentre una forte energia bianca si concentrava attorno all'anello di Voldemort, diventando sempre più intensa.


 

Infine, con un rumore simile a uno scoppio, la luce si disperse assieme al volto di Lugh e l'oggetto cadde a terra. Con molta prudenza, Harry lo prese e vi infuse un po' di magia, notando con piacere che qualsiasi traccia di Voldemort era scomparsa, lasciando spazio a un potere sì oscuro, ma non propriamente malefico, che avrebbe analizzato più a fondo il prima possibile.


 

“ Fatemi capire bene. Abbiamo sconfitto Voldemort, il più malvagio mago del nostro mondo, trasformato in un serpente umanoide... e poi abbiamo assistito a un'apparizione di Lugh. Che ha dato ad Harry un'artefatto appartenuto al suddetto Voldemort.”, disse Ron, trascinandolo via dai suoi pensieri.


 

“ Una buona sintesi, Weasley.”, gli rispose Moody.


 

“ Bene, quindi credo che almeno fino all'arrivo dei Gargoyle alle nostre porte nient'altro potrà sorprendermi.”, disse il rosso mettendo le sue armi sul furgone e sdraiandosi in cerca di riposo assieme a Neville e Theo.


 

“ Hermione, secondo te che potrebbe essere davvero quest'anello?”, chiese intanto Harry ad Hermione, che prese la sua mano per guardarlo con attenzione.


 

“ Su due piedi non so dirti. Potrebbe essere una semplice batteria di potere o una nostra versione delle armi runiche. Se non è originario di questa dimensione potrei trovare qualcosa nella biblioteca di Hogwarts quando torneremo.”, disse la castana salendo a sua volta sulla jeep.


 

“ Ragazzi, siamo veramente fieri di voi. Vi siete battuti come veri cavalieri e non avete tentennato. Ci sarà una grande festa per voi appena torneremo.”, disse Galahad una volta messosi al proprio posto mentre Moody prendeva il volante.


 

Prima che però potesse mettere in moto, un'intensa esplosione fu visibile a poca distanza da loro, nei pressi di una collina.


 

“ Cos'è quello?”, domandò Theo osservando altre esplosioni seguire, similmente a fuochi artificiali.


 

“ Sembra che qualcuno stia combattendo.”, gli rispose Moody, osservando diversi incantesimi venire usati nell'arco di pochi secondi.


 

“ Che dite, andiamo? Potrebbero essere dei Gargoyle.”, disse Luna e per stanchi che fossero, tutti annuirono. Ogni demone ucciso lì sarebbe stato un demone in meno ad assediare la loro casa.


 

La squadra ripartì a tutto motore per la sua prossima battaglia.


 

*****


 

Con uno sbuffo, Arthur uscì da un portellone sfasciato dell'aeronave, alzando il volto per osservare dopo quasi vent'anni il cupo cielo inglese, mentre attorno a lui si trovavano container sparsi ovunque e altri pezzi fumanti della Plato's dream. Era riuscito a uscire relativamente indenne dallo schianto grazie a un prototipo di campo di forza personale che aveva creato per il Samas di Koromi, ma era bastato a non farsi uccidere, nonostante i graffi qui e là.


 

“ Forza, Arthur, sono solo altri trenta o quaranta chilometri di cammino e riabbraccerai i tuoi figli... e Molly. Non sono niente dopo quello che hai già affrontato fin'ora.”, si disse il Tecnomago scendendo agilmente a terra e osservando la situazione. La lega Mega- danno del veicolo aveva resistito abbastanza bene all'impatto col terreno, il più era stato fatto dagli attacchi dei loro assalitori. In particolare l'enorme buco nella zona di carico da cui il suddetto si era sparpagliato da New Hogsmeade fino a lì.


 

Assumendo che fosse sopravvissuto alle prime lotte contro i Gargoyle, avrebbe fatto del suo meglio per riportare la nave alla sua vecchia gloria o in alternativa riciclare i suoi resti affinchè potesse aiutare molte altre persone. Intanto però doveva tornare a casa e Morrigan non sembrava essere in vista. Anche il sistema di comunicazione della Plato's dream era andato.


 

L'uomo cominciò dunque ad aprire le varie casse, cercando un qualche veicolo per raggiungere New Hogsmeade o almeno qualcosa per segnalare la propria posizione. La sua ricerca fu interrotta poco dopo dal suono di alcuni motori. Usò un incantesimo di invisibilità e assistette all'arrivo di una pesante unità Avenger, accompagnata da un buon numero di Gargoyle armati fino ai denti, incluso un Lord, riconoscendoli grazie alle descrizioni dei libri di Erin Tarn.


 

Il robot era una corpulenta macchina, quasi tozza, dotata di diversi spuntoni sparsi su ginocchia e spalle, con una grossa copertura sul petto e una postura umanoide. La testa ricordava in maniera grossolana un pipistrello e il petto era estremamente corazzato, mentre tra le mani metalliche teneva una grossa mazza.


 

Il Lord appariva abbastanza simile ai suoi sottoposti, ma era molto più muscoloso e alto, con scintille di fuoco che provenivano dalla sua bocca. Sebbene non fosse ovviamente Zertsrun, capo assoluto dell'impero Gargoyle, non lasciava dubbi sul perchè quelli come lui fossero i naturali leader della specie. Con un gesto mandò uno dei Gargoyle più piccoli ad aprire le casse sparse intorno.


 

“ Uh, quanta roba ci ha mandato Lazlo. Saranno felici di sapere che utilizzeremo i loro gingilli a fin di bene.”, disse una delle creature volando su uno dei container ancora chiusi, forzando il portone con una lancia per poi rifarsi gli occhi davanti a tutti gli oggetti tecnomagici all'interno.


 

I suoi compagni lo imitarono in fretta, cominciando a testare fucili e vibro lame sulle rocce attorno, ridendo al pensiero dei morti che avrebbero causato. Arthur rabbrividì nel guardare quello spettacolo. Lui e i volontari di Lazlo avevano portato armi e attrezzature per difendere i civili di Camelot e New Hogsmeade contro quell'orda assetata di conquiste. Non avrebbe permesso che qualcosa che lui stesso aveva costruito danneggiasse in alcun modo i suoi cari.


 

“ Non giocateci troppo, ci serviranno per l'assedio.”, disse severo il Lord, trovando a sua volta un container contenente alcune armature potenziale.. I sub demoni furono sul punto di andarsene, quando Arthur gli colpì tutti con scariche d'energia.


 

“ Se volete quelle armi dovrete prima vedervela con me!”, disse caricando altra energia nella sua elettrobacchetta e correndo via tra i container per usare il terreno a proprio vantaggio, mentre i Gargoyle cominciavano a sorvolarlo, sparando colpi che schivava appena e a cui rispondeva approfittando dei vari detriti per nasconderli o per spedirli contro gli invasori con la telecinesi.


 

“ Benvenuto, Tecnomago. Sarai un piacere mostrare la sua testa come trofeo.”, disse il lord, prendendo un grande respiro e sputandogli contro un ampio getto di fuoco, nuovamente evitato con un'immenso colpo di culo.


 

“ Prima dovrai prenderla! E non sei certo il primo a volerla!”, ringhiò il mago creando un altro raggio di energia che bucò uno dei demoni volanti. Con un po' di telecinesi riuscì anche a impossessarsi della sua arma, una lunga spada segettata con un meccanismo nell'impugnatura. Con un singolo gesto i denti cominciarono a ruotare aggressivamente, riempiendo l'aria con una canzone che prometteva morte.


 


 

Quando i successivi Gargoyle gli si lanciarono contro, diede loro una serie di precisi fendenti, ringraziando l'addestramento datogli da Koromi nella scherma tra un viaggio e l'altro. Sebbene non avesse una grande maestria del corpo a corpo paragonato all'amica, grazie al meccanismo dentato in continua rotazione, l'arma gli permise di crearsi un certo spazio e ferire i propri assalitori, finchè non potè finirli coi propri incantesimi in piogge di sangue che bagnarono lui e l'erba d'Inghilterra..


 

Era comunque consapevole che non sarebbe resistito a lungo. I demoni erano comunque in numero superiore ed erano nati per il combattimento, circondandolo da ogni lato per impedirgli di resistere mentre il Lord e il pilota osservavano senza neanche intervenire, certi che lo scontro sarebbe finito a favore dei loro simili.


 

Fortunatamente si sbagliavano. Una raffica di fulmini si abbattè sull'Avenger, spingendolo indietro di alcuni metri mentre una tempesta di laser si abbattè sul Lord, che riuscì appena in tempo a teletrasportarsi più in alto per vedere chi aveva interferito.


 

Una jeep si stava avvicinando rapidamente al luogo della battaglia. Il veicolo era occupato da varie figure corazzate e dotate di una forte aura magica. Tutti scesero uno ad uno mentre i Gargoyle rimasti ignorarono uno stanco Arthur per dirigersi contro i loro nuovi avversari, inclusa l'unità Avenger. Lo scontro fu violento si dal primo istante, in un vortice di armi e luce che rese impossibile vedere chi fosse in vantaggio.


 

Tuttavia Arthur vide uno dei suoi soccorritore correre verso il Lord, riuscendo più volte a ferirlo nonostante questi si fosse trasformato in pietra vivente. Il Tecnomago fu lesto a unirsi nuovamente alla lotta con la sua nuova motosega attivata al massimo.


 

“ Non ho ancora finito con voi.”, disse a denti stretti lanciando dardi energetici contro il Gargoyle prima che questi potesse sputare un altro getto di fuoco contro il Mago di battaglia, che solo in quel momento riuscì a guardare come si deve l'uomo di cui era venuto in soccorso.


 

“ Arthur, sei proprio tu?”, domandò una volta fuori portata di tiro dall'attacco del nemico . Il Tecnomago strabuzzò un paio di volte gli occhi, le dita ancora serrate alla spada sega prima di riconoscere il vecchio amico.


 

“ Moody?”, domandò infine avvicinandosi all'auror, prima che però un potente pugno fatto di pura roccia lo schiantasse a svariati metri di distanza.


 

' Promemoria. Nell'aldilà ringraziare chiunque abbia inventato le leghe Mega- danno.', pensò Arthur rialzandosi nonostante i lividi ricevuti dal colpo. Non fosse stato per la sua armatura sarebbe stato sicuramente rimasto ucciso dal colpo del Gargoyle Lord, la cui carne si era trasformata in pietra vivente. Ruggì furioso sputando un'altra raffica fiammeggiante che Arthur bloccò con una barriera magica, sentendo un'incredibile pressione premere su di lui.


 

Continuò a canalizzare energia magica nel suo scudo, rendendolo più spesso e luminoso, ma anche il fiato infuocato del Gargoyle stava aumentando di intensità mentre si avvicinava sempre di più alla propria preda. Arthur pianse e fece perno su ogni particella di energia magica nel suo corpo e attorno a lui per resistere, continuando a dirsi quanto fosse arrivato vicino.


 


 

“ Inutili maghi, non...”, provò a dire il Lord prima che Moody piantasse il proprio pugno, avvolto da una potentissima aura magica nella sua schiena, riuscendo infine a bucargli lo stomaco mentre poco lontano il resto dei suoi compagni poneva fino allo scontro, uccidendo anche il pilota degli Avengers. Arthur ansimò pesantemente mentre faceva sparire la sua barriera e cadde a terra, facendo larghi respiri prima che Moody gli offrisse la mano, ancora circondata da piccole particelle di energia.


 

“ Hai combattuto bene, Arthur. Se il re ti avesse visto, ti starebbe già offrendo un posto alla tavola rotonda.”, disse ammirato l'ex Auror mentre l'amico stringeva la mano mettendosi a fatica in piedi e dandosi una mezza sistemata all'abito da pilota.


 

“ Grazie, Malocchio, detto da te è un vero onore. Ho passato gli ultimi anni in nord America e lì se non ti adegui in fretta sei carne morta. Ho fatto pratica coi miei amici- spiegò prima di avvertire il rumore molto familiare di un motore- e credo che stiano arrivando.”, disse sorridendo girandosi per vedere Morrigan salire a tutta velocità la pianura, il muso di drago circondando da scintille di fuoco con tutti gli altri sistemi difensivi pronti a uccidere qualsiasi altro mostro si fosse presentato.


 

“ Siamo arrivati in ritardo?”, domandò Zhen Hi con tono ansimante, scendendo dal camion assieme ai compagni, già armati e pronti alla lotta se fosse stato necessario.


 

“ Non per ringraziare i miei salvatori- disse allegro Arthur prendendo Moody per una spalla- per cominciare vi presento Alastor Moody, il miglior Auror del mio mondo nativo.Me l'aspettavo che in un modo o nell'altro sarebbe sopravvissuto a quest'inferno.”.


 

“ Sarà un piacere combattere con voi in questa guerra, gente come voi è sempre bene accetta. Seguitemi intanto, è giusto che incontriate un paio di persone. Ron, Ginny, toglietevi gli elmi.”, disse allegro l'Auror , scioccando il Tecnomago mentre osservava due dei maghi che l'avevano salvato scoprire il volto per rivelare familiari volti lentigginosi accompagnati da chiome rosse che fecero perdere un battito al viaggiatore finalmente tornato in patria.


 

“ Papà, sei proprio tu?”, domandò Ginny avvicinandosi piano all'uomo, che stava balbettando nervoso.


 

“ Ginny.... io... l'ultima volta che ti ho visto eri minuscola.”, disse il Tecnomago, cercando di dire qualcosa che avesse un senso che però era incapace di trovare. I suoi figli erano comunque nella sua stessa posizione, rivolgendogli un'espressione altrettanto stupefatta.


 

“ E'.... bello rivederti, papà.”, disse Ron, non meno emozionato del padre, per cui in quel singolo istante tutto ebbe finalmente senso. Le lotte che aveva affrontato, i viaggi nei peggiori luoghi del continente americano, i nemici che avevano giurato vendetta contro di lui e anche i momenti che aveva vissuto coi propri compagni. Tutto in preparazione per la riunione con la sua famiglia.


 

“ Torniamo a casa?”, disse Moody dopo un po' che i tre Weasley si erano guardati in silenzio, troppo emozionati anche per abbracciarsi.


 

“ Sì, è fin troppo che aspetto questo giorno.”.


 


 

*****

Poche ore dopo, Arthur scese da Morrigan assieme ai propri compagni, balbettando mentre guardava New Hogsmeade. Ron si mise accanto a lui e indicò con orgoglio le porte della città fortezza. Una grande folla era venuta a salutare il loro ritorno.


 

Era bellissimo. La loro gente era sopravvissuta. Avevano trasformato quel mondo strano e ostile nella loro casa, e la sua famiglia era con loro.


 

“ Vai, amico mio, te lo sei meritato.”, disse Ross all'amico, spingendolo mentre alcune persone avanzavano venendo loro incontro. Si trattava ovviamente di Molly insieme al resto dei loro figli, tutti col viso ricoperto da lacrime di gioia.


 

“ Molly, ragazzi.... io non so proprio cosa dire.”, non potè che ammettere Arthur, pulendosi la fronte sudata, osservando i ragazzi uno a uno. Erano già più alti di lui nella maggior parte dei casi, Bill era un autentico armadio, Percy aveva più l'aria di un burocrate, ma non sembrava certo digiuno di scontri. E Fred e George vestiti da Tecnomaghi come lui? Buon sangue non mente, sembra.


 

Molly aveva chiaramente sofferto quanto lui, nel proteggerli tutti e mandare avanti la casa. Il suo viso era pieno di rughi con alcune cicatrici qua e là, ed era probabile che avesse dovuto rimpiazzare più di un arto o un organo per poi rimpiazzarli con bio- sistemi. Ma era ancora bellissima ai suoi occhi, forse anche di più del giorno in cui si erano sposati.


 

“ Non dire niente.”, rispose la psionica prendendo una mano del marito per portarsela al viso e assicurarsi che fosse reale.


 

Gli si gettò tra le braccia, piangendo mentre anche il resto dei suoi figli si avvicinava sotto lo sguardo commosso del resto del team Morrigan.


 

“ E'.... è bello esssere a casa.”, disse Arthur, piangendo a sua volta mentre un vento di speranza sembrava avvolgere quella scenetta, spazzando via la guerra per lasciar spazio a un piccolo angolo di felicità.


                                                                                                              *****

Uff, altro lavoro della cui qualità non mi sento sicuro, ma non è finita. Tra poco arriva l'epilogo.

  
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