Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Stylesmyobsession    17/03/2021    0 recensioni
Come faccio a dirti che ti amo?
è quello che penso quando sono con te. Quando i tuoi occhi blu si incastrano nei miei.
Come faccio a dirti che ti amo senza mandare a puttane tutto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come faccio a dirti che ti amo?
È quello che penso costantemente quando mi sei accanto. Ecco, adesso sei seduto accanto a me, sul tappeto di casa mia, strimpelli la mia chitarra e scrivi parole confuse su un quaderno che IO ti ho regalato.
Doni anche a lei questi momenti? Questa intimità più forte del sesso, questa intimità più forte del vederti camminare nudo per casa. Regali anche a lei la tua voce angelica nonostante tu abbia la faccia da cattivo ragazzo?
Dimmi che sei così solo con me, dimmi che solo io ti faccio essere così libero.
“allora, ti piace?” mi guardi abbozzando un sorriso e i tuoi occhi azzurri guizzano alla ricerca di una risposta.
“tanto”
“l’ho scritta pensando a te”
Stronzo.
Hai sentito anche tu il mio cuore fare un salto? Siamo sicuri che sia ancora nella mia gabbia toracica? Perché potrei giurare di averlo visto saltare via e cadere tra le tue mani, guardati… sei ancora sporco del mio sangue ma no, tienilo. Il mio cuore è tuo, è sempre stato tuo.
“pensando a me?”
“si” sembri imbarazzato adesso, abbassi lo sguardo sorridendo e torni a suonare ma stavolta non canti. Guardo di sfuggita il quaderno poggiato davanti alle tue gambe incrociate, non ho prestato attenzione alle parole prima e cerco sul foglio qualcosa che possa farmi capire quello che dici di me in questa maledetta canzone.
Ti osservo strappare via il foglio e nasconderlo nella tasca dei tuoi jeans, non vuoi che legga, non vuoi che conosca le tue emozioni. Eppure le mie sono così chiare.
Cerco di nascondere l’imbarazzo e la delusione quando metti via la chitarra e distendi le gambe davanti a te. Recuperi la sigaretta che stavo chiudendo e la porti alle labbra senza mai staccarmi gli occhi di dosso. Sento il respiro mancare quando socchiudi le palpebre facendo scattare la fiamma davanti al tuo viso.
Aspiri.
Soffi via.
È questo che si prova quando vivi costantemente con la persona di cui sei perdutamente innamorato e no, non puoi dirmi che non ho la certezza che sia amore perché lo so.
I tuoi capelli sempre in disordine, la tua barba incolta, i tuoi occhi azzurri come il mare, il tuo sorriso contagioso, la tua allegria, la tua simpatia, la tua testardaggine, la tua gelosia, la tua malizia.
Tutto mi piace di te. Tutto mi colpisce. Tutto di te è impresso sulla mia pelle come un tatuaggio, e lo sai che i tatuaggi non si cancellano.
Ricordo perfettamente come mi sono sentita quando mi dicesti che avevi chiesto a Sam di uscire, e come mi sono sentita quando l’hai portata a una delle nostre feste, a quando ti ho visto baciarla, sfiorarle i fianchi con dolcezza nascondendo l’eccitazione del momento. Ricordo perfettamente la sensazione di inadeguatezza che sentivo quando sapevo che eri con lei e quanto io mi sentissi stupida a non aver ammesso prima che ti amo.
Abbiamo 25 anni ormai e la vita scorre troppo velocemente per i miei gusti. Facciamo il lavoro che amiamo, viviamo in delle case bellissime e siamo felici. Certo, non sono mancate le scappatelle con qualche ragazzo qua e là ma non ho mai avuto il coraggio di tirare su una storia seria se so che ci sei tu.
Lo vedo il tuo sguardo geloso quando mi vedi con qualcuno, quando qualche ragazzo ci prova un po' troppo o quando il tuo amico Jeff mi sfiora il sedere mentre balliamo. L’ho notata la tua mascella contratta quando mi vedi pomiciare con qualcuno e come se mi sfidassi cominci anche tu a farlo con lei.
Allora dimmi cos’è. Perché ti comporti così? Forse solo una sensazione di possesso dopo tutta la vita vissuta insieme?
“ho lasciato Sam”
Come una doccia fredda mi riporti alla realtà e mi porgi la sigaretta per farmi aspirare dalle tue dita. Un’abitudine che non lasci mai, come se volessi avere il controllo sul mio corpo e non mi permetti di prendere la sigaretta che stringi tra le dita. Mi osservi attento aspirare il fumo acre e attendi che lo soffi via prima di ricominciare a parlare.
“perché?” ti chiedo fingendo preoccupazione
“perché l’ho tradita”
Deglutisco in fretta il fumo, la saliva e la notizia che mi hai dato. Perché non me l’hai raccontato? Chi è lei? Un’altra che ti porterà via da me?
“Sam lo sa?”
“si, le ho detto la verità”
“e non si può rimediare? Non puoi essere perdonato?” ridacchio nervosamente
“non voglio essere perdonato perché l’ho fatto con coscienza”
“e chi è lei?” ti chiedo nascondendo la curiosità
Aspiri ancora l’ultimo tiro, come al solito non me ne hai lasciato nessuno in più, poggi il peso del tuo corpo sulle braccia poggiate a terra accanto al tuo petto e chiudi gli occhi sorridendo.
Cosa stai pensando? Lasciami entrare almeno per un attimo nella tua testa.
“non è stato un tradimento… fisico”
“vi siete baciati?”
“no”
“vi siete scambiati messaggi sconci?”
Sorridi divertito e torni a guardarmi facendomi annegare in quelle iridi cristalline
“ci ho provato un paio di volte ma o fa finta di non capire o semplicemente non ha mai colto la vere intenzioni dietro quei messaggi”
“allora che cosa?”
Ti passi una mano sulla barba e guardi altrove e accendi l’ennesima sigaretta. Il mio salotto è ormai impregnato del tuo profumo e dell’odore acre delle sigarette che fumi. Non me ne lamento.
“è che anche quando ero con Sam, pensavo a lei.. e questo non è tradimento?”
Facco spallucce e penso a tutte le volte in cui io, nuda tra le braccia di un altro, penso a te.
“è che lei sembra non capirlo. Eppure sono secoli che ci provo”
Ti guardo stranita e sospiro “mio dio e non mi hai mai detto lei chi è?”
“forse non la conosci” sostieni il mio sguardo e mi porgi ancora la sigaretta, provo a sfilarla dalle tue dita ma tiri indietro la mano e schiudi le labbra soffermandoti sulle mie, ti guardo aggrottando le sopracciglia e tu sorridi “non fare la bambina, tira” sussurri porgendomela ancora. Mi avvicino lentamente alle tue dita protese verso di me e aspiro sostenendo il tuo sguardo “brava”
“non hai intenzione di dirmi chi è?”  neghi con la testa sorridendo appena e sento di impazzire.
Non puoi negarmi ancora una volta l’accesso alla tua mente, ai tuoi pensieri.
Lo fai un po' troppo spesso ultimamente.
“e sai una cosa? La odio perché non faccio che pensare a lei a quelle dannate labbra che vorrei baciare e…” sospiri sorridendo imbarazzato distogliendo lo sguardo dal mio. La sigaretta continua a consumarsi tra le tue labbra e la tiri via solo per soffiare il fumo “…e a quanto vorrei fare l’amore con lei”
Non puoi farmi questo. E lo so che sono la tua migliore amica, e tu il mio. E che queste cose le dici solo al tuo migliore amico e quindi tu le dici a me ma come faccio a dirti che sto soffrendo da morire a sentirti parlare così di una persona che non sono io quando… io parlo così di te.
Mi sollevo dal pavimento cercando di non piangere dal nervoso e ti giri a guardarmi confuso “dove vai?”
“a prendermi una coca cola, la vuoi?” annuisci tornando a fumare la sigaretta
“anche lei è ossessionata dalla coca zero come te” ti sento urlare quando sono ormai in cucina.
 
L’amore è un bastardo. L’attrazione ancora di più. Quante volte abbiamo dormito nello stesso letto da quando eravamo bambini ad ora? Parecchie.
Molte delle quali di nascosto perché la tua ragazza era gelosa. Venivi da me ogni volta che eri ubriaco, quando litigavi con lei e nonostante ti preparassi il letto della stanza degli ospiti mi ridevi in faccia e venivi a dormire nel mio.
“abbiamo sempre dormito insieme” dicevi ogni volta quando ti posizionavi nel mio lato del letto, e te l’ho sempre lasciato fare perché si, prenditi anche il mio lato del letto.
 
“e la mia coca?” sobbalzo sentendoti parlare. Così sopraffatta dai pensieri nemmeno ti ho sentito arrivare e la lattina ancora stretta tra le mie dita la faccio scivolare oltre il bancone della cucina fino ad arrivare a te.
“credi io debba dirglielo?”
“se davvero sei sicuro di non voler stare più con Sam, si” faccio spallucce e mi giro per non dover sostenere il tuo sguardo, comincio a fare cose senza senso cercando di occupare le mani e la mente.
“e se lei non vuole la stessa cosa che voglio io?”
“Lu.. può capitare ma non lo saprai mai se non le dici la verità. Va da lei adesso e diglielo”
ti sento sospirare pesantemente oltre le mie spalle e sono tentata di girarmi per vedere il tuo viso, non ho il coraggio.
“okay, andrò da lei”
“si ma..” vorrei chiederti ancora di dirmi chi è ma sei già oltre la porta.
 
È almeno mezzora che torturo il gel sulle mie unghie in attesa di un messaggio. Non sei tornato quindi ipotizzo che la tua dichiarazione sia andata bene. New York scorre veloce oltre la finestra anche se a me sembra che il tempo si sia fermato nell’esatto momento in cui te ne sei andato. Sento il sangue scorrere veloce nelle vene e guardo il telefono in attesa di un messaggio.
È questo che mi tocca quando si tratta di te. L’ansia, la preoccupazione, il dolore, l’autocommiserazione. Ti prendi il meglio di me e spero ogni volta di avere qualcosa in cambio ma non è più così da un po'.
*ei bambola sei a casa?* guardo distrattamente il messaggio di Sophie e sono tentata di non rispondere ma il campanello comincia a suonare insistentemente. Sophie e la sua brutta abitudine di presentarsi a casa senza avvisare e mandare un messaggio solo quando è ormai alla porta.
Mi alzò lentamente dal davanzale sul quale sono rimasta per ore “arrivo”. Sento ancora il tuo profumo nella stanza e mi guardo allo specchio nell’ingresso cercando di fingere un sorriso prima di sentirmi le solite ramanzine di Sophie.
Il cuore perde un battito.
“hei..” sospiro guardandoti confusa.
Mi guardi serio, ti stai torturando il labbro e non parli
“tutto okay?”
“ho fatto quello che mi hai detto” schiocchi la lingua sul palato prima di riprendere a parlare “e sarà mezz’ora che cammino a vuoto per questo fottuto edificio”
“di che diavolo stai parlando?”
“mi fanno male le gambe tanto che ho camminato perché dovevo cercare di preparare un discorso, non volevo sembrare stupido. Di solito ci so fare con le ragazze ma…” riprendi fiato e mi guardi serio “… ma quando si tratta di te sembra che io non sappia più parlare”
“di me?”
È un attimo, un secondo soltanto e le tue labbra sono poggiate sulle mie. Il tuo profumo mi inebria i sensi e le tue labbra si schiudono appena cercando il permesso sulle mie. Ti lascio passare e la tua lingua esplora la mia come se ne dipendesse la tua vita. Mi stringi le mani sui fianchi attirandomi di più a te e mi spingi all’interno del mio appartamento richiudendo la porta con un calcio. Mi aggrappo alla tua felpa per non cadere e mi prendi di peso poggiandomi sul tavolo del salotto.
Fronte contro fronte proviamo a recuperare il respiro e mi guardi sorridendo
“stavo parlando di te” mi baci ancora una volta le labbra e poi torni a guardarmi, le mie mani ancora strette in un pugno sul tuo petto e il mio cuore che credo si sia fermato mentre ti guardo.
“stavo parlando di te prima e cazzo, sono mesi che provo a stuzzicarti, a mandarti frecciatine che sembri non cogliere. Stavo per arrendermi, arrendermi all’evidenza che probabilmente non mi avresti mai guardato sotto questa luce ma poi ho pensato di provarci un’ultima volta, decisiva ma sono un codardo del cazzo e ho inventato tutte quelle palle. Ho girato a vuoto cercando le parole adatte per dirtelo ma ho preferito passare ai fatti”
Sorrido appena distogliendo lo sguardo. Mi sembra un sogno, forse lo è davvero. L’immaginazione che gioca brutti scherzi, ma no. Tu sei davanti a me che mi stringi i fianchi cercando di plasmare il tuo corpo al mio, i tuoi occhi vagano inquieti nei miei alla ricerca di una risposta e le tue labbra schiuse e arrossate dai baci di poco prima.
“dicevo la verità. Ti penso di continuo, anche con Sam… erano mesi che non andava, mesi che nemmeno la toccavo perché pensavo a te. Odiavo vederti circondata da coglioni e morivo dalla voglia di essere io a baciare queste labbra. Dimmi che non sono il solo a pensarlo. Dimmi che anche tu mi vuoi quanto io voglio te”
Non credo ci sia bisogno di parlare ancora, lascio la tua felpa e intreccio le mani dietro il tuo collo.
Ci baciamo ancora e ancora e ancora senza mai staccarci un attimo. Sento il tuo desiderio mischiarsi al mio come in una danza strana. Le tue mani si muovono smaniose sul mio corpo.
“non immagini nemmeno quanto io ti voglia”
Mi stringo di più al tuo corpo permettendoti di capire che è quello che voglio anche io.
Mi spogli con dedizione, dolcezza e malizia. Osservi il mio corpo e ti lasci spogliare da me.
Facciamo l’amore per ore senza mai stancarci del corpo dell’altro, come se la nostra vita fosse appena alla pelle dell’altro.
Credo sia la sensazione più bella del mondo sentire di appartenere a qualcuno.
Io ti appartengo Louis, è sempre stato così.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Stylesmyobsession