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Autore: flatwhat    20/03/2021    1 recensioni
Volume 8.
Oscar lascia che Ozpin curi le sue ferite con la magia.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar Pine, Ozpin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per la Advent Calendar challenge di Pasqua, organizzata da Hurt/Comfort Italia.

Il prompt era: "Mio figlio"
 


   La magia scintilla tra le tra le sue dita sporche di sangue.
 
Il dolore si allevia, le ferite si rimarginano un po'.
 
Non è abbastanza e non lo sarà.
 
"Finché non troviamo un medico," dice il rumoroso inquilino che si ritrova nella sua testa. "Dovremo farcela bastare."
 
A Oscar non piace quando usano la magia, in genere. Ma in questo momento, non hanno altra scelta.
 
Se non altro, la compagnia che ha nella sua anima è meglio di quanto credesse.
 
Osserva mentre Ozpin controlla il suo corpo e il flusso magico che vi scorre dentro. Anche dallo spazio mentale in cui la sua coscienza individuale galleggia in questo momento, sa che le botte che hanno preso fanno un male cane, e faranno ancora più male quando l'adrenalina si sarà prosciugata.
 
E gli dispiace che Ozpin debba averne a che fare.
 
Quando Ozpin gli cede di nuovo il controllo, Oscar si accascia sul pavimento di quella cosa mostruosa che li tiene prigionieri.
 
"Pensi che dovremo subire un altro round di legnate?"
 
"Temo di sì," risponde Ozpin. Sospira. "Per favore, se dovesse succedere, lascia che sia io a subirle. Sei in questo guaio per colpa mia."
 
"Potrei dire lo stesso, con le parti invertite," Oscar chiude gli occhi. Come vorrebbe essere in un letto caldo in questo momento. Ha sonno, ha fame e non sa quanto il suo corpo potrà ancora durare, di questo passo. Ma se si mette a piangere ora, sa che perderà il coraggio. Tutte le belle parole e le intenzioni di sabotare Salem se ne andranno a farsi benedire.
 
"Mi dispiace."
 
"Non scusarti, Oscar. Sono io che-"
 
"Tu ti scusi anche troppo," sbotta il ragazzo. "Ti sei preso le torture al posto mio anche fin troppe volte. Se... Quando ci sarà un'altra occasione, intendo subirle io."
 
C'è una goccia di panico, nella voce posata di Ozpin.
 
"Oscar, tu non ti meriti-"
 
"Perché, tu invece sì?" Non riesce a trattenersi dal gridarlo. "Ho sentito cosa hai detto a Hazel prima. Per essere un saggio mago immortale, ne dici di stronzate!"
 
Il breve silenzio causato dalla sorpresa si scioglie in una risata.
 
"Chi ti ha insegnato queste parole?" sghignazza Ozpin, anche fin troppo. "Sono stato via troppo a lungo."
 
Le labbra di Oscar si piegano involontariamente.
 
"Ah, adesso mi fai la paternale. Siamo in una balena gigante piena di schifo e moccio, abbiamo non so quante costole rotte e sprecato la nostra riserva di magia per tenermi in vita, e tu ti offendi che io dica una parolaccia?"
 
Beh, dopotutto, senza humor sarebbero già schiattati ore fa.
 
"Non mi sei mancato per niente," mente Oscar.
 
Qualche altro minuto di silenzio. Solo il battito del cuore rimbomba nelle orecchie di Oscar. Quanto sangue avrà perso? Non vuole nemmeno pensarci.
 
"Mi dispiace," dice nuovamente Ozpin e Oscar deve trattenersi da non urlargli contro.
 
"Sembri un - come si chiama? Uno di quei cosi dei videogiochi che piacciono a Ruby."
 
"Oscar-"
 
"Kopémon? Quelli che sanno dire solo il loro nome."
 
"Ascoltami-"
 
"Solo che tu invece di dire solo Ozpin Ozpin, dici Mi Dispiace Mi dispiace."
 
Se Ozpin avesse un corpo, avrebbe facepalmato di brutto adesso. Oscar riesce quasi a sentire il facepalm mentale, forse perché sta impazzendo lentamente.
 
"So che non ti piace usare la magia," la punta di irritazione nella voce di quel dannato vecchio è maledettamente divertente e Oscar non può non sentirsi fiero di averlo fatto segretamente imbestialire. "Non c'era altro modo per riparare i danni che il tuo corpo ha subito."
 
"A me dispiace che tu l'abbia dovuta usare. Non perché non mi piace, o beh, non solo per quello."
 
Si rimette seduto, ignorando come può il dolore che si accende nel petto fino a propagarsi a tutte le estremità del corpo.
 
"Respira," dice Ozpin. Oscar segue le istruzioni.
 
Passato quell'attimo di smarrimento, riprende il discorso.
 
"Avevi detto che la tua magia si sta esaurendo. Mi dispiace che tu l'abbia dovuta usare per me."
 
Ozpin sbuffa.
 
"Ora è tanto tua quanto mia. Meglio usarla per tenerci in vita."
 
Oscar si tasta la bruciatura sul petto. Non vuole vedere in che stato è la sua carne sotto la giacca.
 
"Cosa succederebbe, se morissi?"
 
Silenzio. Poi...
 
"Non morirai."
 
"Non dico adesso. Non per forza. Se io morissi prima che ci... ci fondessimo, cosa succederebbe? Dovrei reincarnarmi anch'io? O passeresti direttamente al prossimo disgraziato?"
 
"Non ne ho idea," ammette Ozpin. "E non ho la benché minima voglia di scoprirlo."
 
"Forse sarebbe meglio per me, se morissi qui. Se potessi tranquillamente trapassare senza preoccuparmi di missioni divine e reincarnazione."
 
Stavolta, la rabbia di Ozpin è palpabile. Infiamma come un fuoco nella sua anima e Oscar si rende conto di aver detto lui la stronzata, stavolta.
 
"Stavo scherzando, Oz."
 
La voce di Ozpin è calma come sempre, ma lo sforzo di mantenerla tale è talmente ovvio da fargli venire la pelle d'oca.
 
"Non dire mai più una cosa del genere. Neanche per scherzo."
 
Sente il rumore di passi che si avvicinano. Hazel?
 
Oscar si sdraia di nuovo, si abbraccia le ginocchia. Si sente così solo e spaventato.
 
"Ti prego, Oscar, lascia che lo tenga a bada io."
 
Hazel entra a passi lenti. Sta cercando di capire se si trova davanti a Oscar o Ozpin.
 
"Sei più importante per me di quanto pensi," continua la voce dentro di sé.
 
Un improvviso nodo alla gola gli impedisce di respirare. Hazel si avvicina, scrocchiando rumorosamente le nocche.
 
Oscar sussurra nella sua mente, mentre viene afferrato di peso e squadrato da capo a piedi.
 
"Non dirlo. Ti prego."
 
"Sei come un figlio, per me."
 
Oscar avrebbe pianto, ma non lo fa. Ozpin riesce a prendere il controllo prima che succeda.
 
L'espressione di Hazel si fa immediatamente più crudele.
 
"Non guardare," gli dice Ozpin mentalmente. "Quando tutto questo sarà finito, parleremo di fiabe per ore."
 
E un altro round ha inizio.
  
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