Colla e Amore (per i pezzi)
In un antro
profondo
dove nulla
sembra splendere,
ma nemmeno un po’,
nemmeno una fiamma.
Vedo riflessi.
Almeno mi aggrappo.
Poi mi rompo.
Acquerelli
sull’orlo del tavolo
che cadono.
Hanno perso l’equilibrio
ci sono colori ovunque.
Solo tre rimangono
sul tavolo.
Io sono così.
Cado. A pezzi.
Mamma raccoglie.
Io poi raccolgo i pezzi
di mamma.
Siamo tutti rotti.
Chi ha il cuore che
cerca di fuggire,
chi ha il cuore
ferito,
chi ha il cuore che non parla.
Sono più le volte che cado a pezzi
che quelle che riesco a mettere insieme
quelli altrui.
Dall’antro buio non si esce da soli.
Stringo la bibbia con una mano,
come se stringessi Te.
Con l’altro la mia droga,
film a nastro continuo sul mio computer
che mi annebbiano
la mente.
Si sopravvive in qualche modo.
Prendo il telefono e ti chiamo
non riesco nemmeno a parlare
piango.
Mi ascolti piangere.
Mi riporti vicino a Dio.
Mi riporti al posto giusto.
Soffro ma non sono sola.
Soffro dentro.
Mi spiace di non avere la colla
per i pezzi
rotti.
I miei,
quelli di tutti.
Ho il dubbio che ricostruirò
un quadro diverso.
Forse sarà più vero,
ma non può essere il vecchio,
non mi ci riconosco più.
Non può essere il vecchio.
Quello non aveva passato
quello che ho passato io.
Il dolore cambia il quadro.
Anche l’Amore lo fa.
L’amore fa capolavori.
Lui pregava la notte
sapendo che il dolore
era l’unica via per l’Amore.
Lui ha preso quel dolore per me.
Lo prende ancora
perché il tempo è tutto
relativo.
Oggi, ieri, mille anni fa.
Oggi chiedo a Lui di caricare anche il mio dolore.
Lui lo prende con il sorriso, lo mette sulla croce
e continua verso la cima del monte.
Muore per me.
Oggi.
---
Sono solo io. Non so nemmeno se è una poesia. Ma sono io.